Beaune, come dire il meglio e il peggio della musica anni ’80

di Emanuele Giannone

Gli anni ‘80 in musica hanno visto nascere pochi gruppi da leggenda e molti brocchi da tregenda. I secondi, in spregio ai nostri auspici, vengono sovente riesumati nei peggiori pastiches tele-nostalgici dopo doverosi ritocchi; i primi, in spregio al nostro scetticismo di adulterati adulti, a volte ritornano. In ambo i casi si ha a che fare con attimi restituiti di un piacere dimenticato: quello di spleen e angst adolescenziali, i moti dell’anima sui quali rimuginammo con Peter Murphy e Lisa Gerrard; ovvero i moti animali sui quali ruminammo con Den Harrow e Dead or Alive.

Questo pensavo, ascoltando il Sindaco di Beaune parlare della sua appellation spesso canzonata perché ritenuta più rude o ronde rispetto ai riferimenti più nobili, di conseguenza additata semplicisticamente quale scaturigine di vini da Burgundia Minor. Molti, diceva il Sindaco, sono effettivamente prescindibili. Proprio come gran parte del synth-pop, pensavo. Tra questi i Côtes de Beaune Villages, tagli di vini prodotti in uno o più comuni della Côte (con l’eccezione di Beaune, Aloxe-Corton, Pommard e Volnay), i Côte de Beaune, i Beaune Village e la quota triviale o folkloristica dei primi classificati – i Premiers Crus, giacché di Grands a Beaune non ve n’è. Al di là delle generalizzazioni, in realtà, non sono pochi i vini meritevoli di riguardo o che addirittura possono impressionare per fascino e distinzione. Proprio come è accaduto alle gemme del vituperato decennio musicale, sparute ma eternate in una loro originale e gentilizia moderazione: ché non bramando d’esser non plus ultra ad ogni costo, sono assurte a stupendi nonpareils.

Io ho vissuto bene gli anni ’80. Di certo ho vissuto bene anche il poco di Beaune che mi è toccato in sorte, giacché tanto i primi, quanto la seconda sono capaci di tramandare vere gioie con lo scotto sopportabile di transeunti sconci e varia, coloratissima, cotonatissima mediocrità. Tre vere perle, ad esempio, sono tornate a noi dagli anni ’80 poco tempo fa. Chi le ha perse meriterebbe Den Harrow, Dead or Alive o uno dei Villages sopra menzionati, ma per redimersi le trova in calce al post. Altre tre, per esempio, me le ha insegnate il Sindaco di Beaune. L’unica bianca è anche la più nera.

Beaune 1er Cru Rouge Clos des Ursules 2009 Domaine des Héritiers Louis Jadot. L’acquisizione da parte del fondatore, Louis Henry Denis Jadot, di questa parcella inclusa nel 1er Cru Vignes Franches anticipa di 23 anni la nascita (1859) della storica Maison che attualmente gestisce oltre 150 ha di proprietà o en fermage, suddivisi in un numero impressionante di appezzamenti. Da qui discende un assortimento di ampiezza fuori del comune, governato fino allo scorso mese di dicembre da un encaveur profondo ed eclettico, proiettato ben al di là del ruolo di tecnico: Jacques Lardière, famulo e filosofo, uomo di scienza e nume tutelare, intuito ed esperienza e tutto ciò in un solo spirito. Ovvero, nelle parole di Clive Coates: “There is a powerful instinct at work here”. Il Clos des Ursules è una sorta di effigie della Maison e non solo per ragioni storiche: in questa fase ancora giovanile è ritroso e profondo, lascia presentire pienezza ma non si esprime apertamente se non nella compiuta sensazione di equilibrio. Cenni floreali, speziati molto fini, di ferro, anice e menta. Densità di frutto e minerale. Al palato lo si prevede opulento ma per ora non deroga dalla concinnitas, è misura ed eleganza; la sua sostanza è perfettamente infusa, non pesa. Spiccano solo presenza, energia e succulenza insieme al tannino, il suo vero tratto esemplare, permeante e di grana finissima, che accompagna un finale lungo, memorabile per persistenza e pulizia.

Beaune 1er Cru Rouge Grèves Vigne de l’Enfant Jésus 2009 Bouchard Père et Fils.
Altra grande Maison e altra parcella, citando le parole del produttore, “… carica di storia e d’emozione.”. Al naso raffigura l’austerità dei migliori Beaune (e dei migliori Grèves): fitto e fine, droit e riservato. Le tracce di fiori rossi, fogliame, ferro, roccia bagnata e catrame sono coordinate in uno slancio regolare e unitario, non eccentriche. Freschezza acidula di ribes rosso e succo d’amarena in profondità. Bocca di potenza avvolgente, struttura e acidità concorrono a sostegno di tensione e progressione gustativa. Il liquido apprende e segna, la sua materia si esprime in grip, presenza e potenza, senza una traccia di legno o cascami estrattivi. Tannini finissimi impreziosiscono una dimensione tattile che lungheggia l’ineffabilità.

Beaune 1er Cru Blanc Sur Les Grèves 2001 Domaine Germain / Château de Chorey-lès-Beaune. Attacco con gioia. Note di fiori passi, malva, camomilla, muschio bianco, tè Darjeeling ma soprattutto un trionfo di dolce, golosa mimesi olfattiva: crema pasticcera, torta mimosa, caramella d’orzo, lukum, cedro candito, cloudberry. In bocca spiazza: la pienezza d’attacco allude a corpo e calore ma si forbisce subito ed evolve in sensazioni nette, salate e pungenti, sfumando su spezie dolci, agrumi, miele di erba medica o castagno. In persistenza si distende un’idea di calda dolcezza sulle note di distillati di frutta e sambuco. Una gioia, si diceva, ma bruscamente interrotta. Il finale è mesto, l’azienda ha di fatto cessato di operare il 10 dicembre del 2010, giorno della prematura scomparsa di Benoit Germain.

Link 1 – Breathless, Next Time You Fall (Green to Blue, 2012)
Link 2 – My Bloody Valentine, New You (M B V, 2013)
Link 3 – Dead Can Dance, Children of the Sun (Anastasis, 2012)

 

 

 

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

33 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

Negli anni '80 avevo da un bel po' passato l'adolescenza. Un decennio diviso fra un inizio "da bere" per dimenticare certe cupezze degli ultimi anni '70 e la fine ormai appiattita su certe modalità consumistiche che ancora attivamente campano, anzi tutt'ora dilagano. Quindi apprezzo questa rivisitazione musicale, che però per quanti sforzi si facciano non è all'altezza dell'equivalente vinoso proposto. Grazie Emanuele, il tuo post risolleva lo spirito ed allegerisce la prossima beva, qualsiasi essa sia. Ps Mi sa che questo Sindaco di Beaune io lo conosco :)

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Bel pezzo ma pochi gruppi anni 80 non si può sentì ;) rapida playlist, così per gioco... Atrocity Exibition, Joy division And She Was, Talking Heads Let Then All Talk, Elvis Costello Orchid Club, Blondie Down Get Me Wrong, Pretenders Every Breath you Take, The Police Making Plans for Nigel, XTC Rock in the Casbah, The Clash China Girl, David Bowie Point of Collapse, Wire Radio Free Europe, R.E.M. Waves of Fear, Lou Reed Something I Learned Today, Husker Du Pride, U2 The Headmaster Ritual, The Smiths The Mercy Seats, Nick Cave Tean Age Riot, Sonich Youth My Time, Psychadelic Furs A L'Arriere Des Taxis, Noir Desir Mi fermo qui ma potrei andare molto avanti ;)

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gumbo chicken

circa 11 anni fa - Link

Che hai fatto un copia incolla da un catalogo vintage di Nannucci? :-D

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Mi piacerebbe tornare a casa stasera e trovarmi una bella collezione di Borgogna invece delle centinaia di vinili di Dead Can Dance, Breathless, Bauhaus, Cocteau Twins, Christian Death, Jesus & Mary Chain, Birthday Party, Fall, Smiths, Biff Bang Pow ...

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Se decidi di dismettere la collezione fammi un fischio. No, so che non lo farai mai.

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Eleutherius Grootjans

circa 11 anni fa - Link

Alessandro, andando avanti mi accorgo d'aver tragicamente ignorato un ritorno col botto: è uscito da poco il primo album da solista di un tale Johnny Marr... Poi: di Byrne solo non trovo un album di energia pari a una fraziine di quella che ancora oggi scaturisce da - due cosine a caso - Psychokiller o Blind. Dei REM mi innamorai con Fables of the Reconstruction, dei P. Furs con Mirror Moves, ma i vini da abbinare erano per mia scelta tre. Resto cmq del parere che il rapporto tra bella roba e bella sbobba in quel decennio sia stato doloroso. Postilla. Playlist da paura. Mettici anche Cardiacs, Fall, Bauhaus e Durutti Column e mi arrendo.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Ho ascoltato solo un brano di Johnny Marr e ho dovuto spararmi tre volte di fila il 12" di This Charming Man per riprendermi. David Byrne invece resta un genio, ovvio che che non puo' avere l'adrenalina di Once in a lifetime, secondo me si è "evoluto" con onore e la sua performance nel film di Sorrentino vale più di tutto il resto del film.

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Concordo...sono saltata sulla sedia quando è apparso, con quei capelli. Sublime! Vorrei ricordare la regina della musica elettronica, attuale moglie di Lou Reed e che ho avuto l'onore di conoscere lo scorso anno a Roma, Laurie Anderson. Fantasica, unica e geniale. Se non sbaglio ex moglie di David Byrne...ci sarà un perchè in quella donna, perdio! P.s la coppia a Roma, ama mangiare da Roscioli ;-) @Eleutherius, Psychokiller fu decisamente il pezzo geniale. Ero pazza dei Talking Heads, di cui possiedo l'opera omnia in vinile però, ora che li riascolto, li trovo un po' sopravvalutati. Almeno da me. Un piacere questa lettura ;-)

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

diamine gli anni '80 bologna, bassano... Altro che il Vinitaly dei sepolcri imbiancati ;) hai aperto un baratro... http://www.youtube.com/watch?v=aX1PwkgwsG0 ciao A

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Credo di essere uscito vivo dagli anni ottanta soltanto per riuscire un giorno a cantare con i miei idoli di allora. Piccole soddisfazioni di una vita intera... http://www.myspace.com/music/player?sid=22805186&ac=now

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Armando Castagno

circa 11 anni fa - Link

Merci.

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Zakk

circa 11 anni fa - Link

Beh, i primi 3 di etto che mi vengon in mente per me sono adrenalina pura: van halen: I Metallica: master of puppets Ac/dc: back in black Tutti e tre imprescindibili. Beaune non vale un 5* di Bordeaux invece

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Roberto

circa 11 anni fa - Link

@Zakk una curiosità: il suo soprannome è dovuto al famoso chitarrista rock Zakk Wylde(quello allontanato, perpura invidia, da Ozzy Osbourne, per intenderci)?

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Zakk

circa 11 anni fa - Link

No. Però è un grande chitarrista.

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Eleutherius Grootjans

circa 11 anni fa - Link

Ripongo le mie speranze per il futuro nelle Lauro e nei Bocchetti. Laurie Anderson mi affatturò (e poco ci voleva, lei donna-alfa, io piccolo sgorbio nero) durante un suo show ai tempi di Home of the Brave. Echo and the Bunnymen: piezz'e core, as simple as that. Ora c'è quasi tutto, se resta uno strapuntino io infilo i Dream Syndicate e La Voce del Padrone, voi accomodate chi vi pare. Purché non sia eccessivamente cotonato, non porti giacche di shantun corte e con spallari da rollerball, non porti la sestupla sesta di reggiseno.

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

e poi i più chic di tutti... ;) http://www.youtube.com/watch?v=UQnqRrqz3R8 ciao A

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

e ancora altro che capelli cotonati e spallone ;) http://www.youtube.com/watch?v=ZtBKWU4vBZU basta è una droga! ora smetto, ma Emanuele hai rimesso in moto il gagazzone degli anni 80, ce mancano solo i Gaznevada :D

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

facevo la terza liceo, fu amore puro... http://www.youtube.com/watch?v=hzOolUCXyEs

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Gran disco. Per me l'amore puro fu Rosie Vela.

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Ecco, il problema degli '80 risiede nello sfocarsi della distinzione tra chic e kitsch, quindi gli Animal Nightlife fanno filotto subito e John Lurie no.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Emanuele, i Dream Syndicate del mio amico Steve Wynn suoneranno al mitico Bloom (dove sono praticamente cresciuto) il mese prossimo. Mi sta già sudando l'ascella per l'emozione :-)

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

C'è chi è più in forma oggi di allora, Beccati questo Grand Cru ;-) Se non credi ancora al rock'n'roll ascolta (al massimo volume), guarda, convertiti o muori https://www.youtube.com/watch?v=MKMxflK_dok

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Gianluca Zucco

circa 11 anni fa - Link

Bella roba davvero. Peccato che sto lontano, sennò ci sarebbe uno spettatore in più per i Dream Syndicate!

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dva45

circa 11 anni fa - Link

Candidato al premio speciale per il post, ma anche per i commenti, piu inutili del 2013. I really don't get it... Right, siamo fieri di essere della generazione che a cavallo dei 70/80 era tra i venti e i trenta. OK, abbiamo tutti ascoltato i Talking Heads, i Clash, Bowie, Lou Reed e Laurie Anderson, anche se quasi tutti loro avevano gia dato il meglio negli anni '70. Abbiamo tutti sull' ipod Echo and the Bunnymen che quando i nostri figli li ascoltano (perche sono in automobile con noi) ci guardano imbarazzati... Ma cosa c'entra con la Bourgogne?

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Due ipotesi: 1) Il post serve da catalizzatore autoreferenziale. Poi però salta fuori uno che cita John Lurie e questo serve a rendersi conto che le frequentazioni sono quelle giuste. 2) Il post serve nel senso che il vino, come la musica, è un linguaggio che riunisce i caratteri contraddittori d'essere a un tempo intelligibile e intraducibile. Più che di commistione, quindi, si tratta di una coerenza di senso.

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

E forse una terza... Che anche superati i quaranta è bello cazzeggiare di mattina di sabato sul filo dei ricordi... E che il lapis rossoblu quando si gioca scoccia oggi quanto ieri. :P Ciao A

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Figli e ipod ce li avrai tu :-) Dalle citazioni sembreresti un po' troppo mainstream per cogliere ed apprezzare il parallelo così ben descritto da Emanuele. Difficile sei non hai mai assistito ad una performance di Lisa Gerrard o di Liz Fraser. Comunque Echo & the bunnymen sono indifendibili, senza offesa, hanno ragione i tuoi figli.

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Cocteau Twins al fu teatro tenda a strisce, maggio '94 (o '93?). Un agape. Meglio del concerto allo stadio di Nettuno del 1985. Qui mi fermo. Il faut que jeunesse se passe.

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Gianluca Zucco

circa 11 anni fa - Link

Ricambio le dritte sui Beaune, aggiungendone e sottolineandone qualcuna mia su un decennio musicale apparentemente abbastanza "usa e getta", come di fatto lo sono secondo me quasi tutti i gruppi della lista di Nic Marsel, dalla quale salverei a spada tratta i Jesus & Mary Chain e gli Smiths, non scherziamo... Di David Byrne, mi permetto di consigliare anche 2 perle solo di quel decennio: "The Catherine Wheel", colonna sonora di uno spettacolo di danza di Twyla Tharp, che conobbi grazie a Mr. Fantasy (confesso, peccati di gioventù...), oltre a "My life in the Bush of Ghosts" in compagnia di Brian Eno. E poi, cavolo, gli XTC ("Los Angeles"), i primi Litfiba ("I 17 Re", opera prima), qualunque cosa di Nick Cave di qui tempi (ed anche molta del resto fino ad oggi, a parte Dylan, lascia quasi tutti dietro le spalle), due gruppi chiamati Pixies e Husker Du, senza i quali il movimento grunge forse non avrebbe mai visto la luce. Mentre a mia figlia, che ormai grande mi grazia dagli insulti, magari domani al posto degli Echo and the Bunnymen (che sbobba) consiglierò di ascoltare "Rattlesnake" di Lloyd Cole. Laurie Anderson è senz'altro colta, creativa ed originale, ma confesso di essermi appisolato almeno un paio di volte al suo concerto di metà anni 80 al Teatro Olimpico, sorry...

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Filippo

circa 11 anni fa - Link

Quoto i PIXIES tutta la vita! Che ricordi gente...ascoltare per credere!

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Doolittle o Bossanova?

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Gianluca Zucco

circa 11 anni fa - Link

Per me, Bossanova di un soffio. Ma a parte il primo (dove però già si intravede qualcosa), il resto loro è tutto da isola deserta...

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Zakk

circa 11 anni fa - Link

Mah, a me gli 80 per quel che riguarda la musica mica son dispiaciuti anzi. Il metal nasce dalle ceneri di quel suono monotono del punk e, a parte che in Italia (noi arriviamo sempre dopo e solo a mezzo delle cose meno rappresentative, tipo nothing else matters), prende piede in tutto il mondo. Capitolo Bob Dylan: se invece di cantare avesse soltanto letto i suoi testi....

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