Anteprime Toscane 2013. Gli assaggi del Chianti Classico annata 2011

di Andrea Gori

L’attendevamo con ansia ma questa volta sembra che la “Chianti Classico Revolution” stia partendo. Volano del rinnovamento è il nuovo logo – minimale, sciccosissimo e costoso (50 mila euro) – molto apprezzato da giornalisti e pubblico appassionato presente alla manifestazione. Insomma, speriamo che il restyling della facciata ci restituisca un Chianti Classico “più fiero, più bello e più energico che mai”. La curiosità sul nuovo layout istituzionale ha fatto passare in secondo piano la novità più succulenta, ovvero la rinnovata piramide qualitativa istituita dal consorzio. Meno clamore, dunque per l’inserimento nella denominazione, direttamente al vertice qualitativo, della dicitura “Gran Selezione” che scalza dal top di gamma la old fashioned (a questo punto) Riserva. Ecco, aspettiamo delucidazioni a riguardo, intanto ci accontentiamo di indizi fumosi su come e perchè  un tot di vini andrebbero a collocarsi in questa nicchia di nuova concezione.

La full immersion, come sempre impegnativa, con un giorno e mezzo di degustazioni dedicate, ci ha restituito l’idea di un’annata 2011 al di sotto delle attese con vini muscolari caratterizzati  – in alcuni casi – da un frutto non particolarmente fresco. Idea di inferiorità che viene rafforzata specialmente quando ad innescarsi è il confronto con il notevole millesimo 2010. Bella prova anche da parte delle Riserve che mostrano come i produttori chiantigiani, anche in annate “mediterranee”, abbiano imparato a gestire maturazioni eccessive e alcol potenzialmente esuberante.

Interessante anche il confronto con le Riserve affinate qualche anno in più, ottimo esempio di come – nell’area del Chianti Classico – si possa portare il Sangiovese ad evolvere (positivamente) sia in botte che in bottiglia. Insomma, il paragone con Montalcino non è più un vezzo.

Assaggi chianti classico 2011
Badia a Coltibuono: E’ un chianti dalle sfumature più calde del solito. Ha un frutto asciutto caratterizzato da note di lampone. Bel tannino, vispo. 85
Barone Ricasoli Brolio: Cupo e classico, nel suo stile. Ricordi di cardamomo, alloro e amarena. Bocca densa, importante. 82
Bibbiano: Squillante. Note di lampone, ribes rosso e tabacco fresco. L’olfazione è segnata da un frutto leggermente surmaturo. Bocca in assestamento ma piacevolmente sapida. 86
Bibbiano Montornello: Arioso e speziato. Sensazioni di frutta carnosa: amarena e fragola. Bocca sapida e intrigante. 90
Bonacchi: L’olfazione non brilla per integrità. Ricordi di frutta rossa matura e cuoio. Finale aspro. 77
Aria Casa al Vento: Naso dolce e speziato, tra vaniglia e cocco. Intense sensazioni di frutti rossi e neri. Bocca potenzialmente fine ma pressata dal legno. 78
Carpineto: Cenni di tostatura, poi frutta di bosco a bacca rossa e ciliegia. Bocca sapida ma non profonda. 82
Castellare di Castellina: Sensazioni ben definite di lampone e fragola. Il vino in bocca è ricco di frutto e persistente. Impreziosito da un tannino dolce e raffinato. 88
Castellinuzza e Piuca: Lamolese al 100% per sensazioni sassose e sapidità. Naso squillante: floreale e balsamico. Bocca fine ma rabbiosa. 90
Fonterutoli: Impostazione moderna e carnosa, quasi surmatura; ricordi di mela, ribes rosso e cacao. Lieve scissione alcolica. In bocca il vino è rinvigorito e rinfrescato da una giusta dose di tannini ed acidità. Gran vino, per i cultori del genere. 88

Castello di Monastero: Note di sottobosco e accenti minerali. Sensazioni di frutta rossa che aprono la porta e note d’evoluzione e maturità confermate dalla fase gustativa.  78
Castello di Querceto: Note di frutta rossa matura e sandalo. Bocca classica, di buono slancio. 83
Castello di San Sano: Vino caratterizzato da note fruttate di grande intensità (amarena e confettura di lampone). Si distende, poi, su sensazioni di cacao e liquirizia. Bocca rassodata da un bel tannino. Finale ricco. 86
Casuccio Tarletti (botte): Ricordi floreali (viola) e fruttati (fragola). Leggero boisè. Bocca sfaccettata e succulenta. 87+
Cinciano: Il vino, al naso, non è particolarmente brillante ma è composto e si dipana fra fiori e frutta. Bocca discreta ma non profonda. 84
Concadoro: Fine e delicato. Viola e ribes nero. Uso del legno calibrato. Bocca dal tannino ben congegnato. Finale fruttato. 83
Fattoria Le Fonti: Intenso e ricco di frutto. Note di incenso e lievi ricordi di torrefazione. Bocca severa e sostanziosa. 85
Fattoria San Giusto a Rentennano: Vino caratterizzato da sapidità e potenza. Al naso è interessante il dialogo fra note fruttate e florealità. Bocca marcata da una lieve sensazione alcolica ma saporita e classica. 86
Fattoria Viticcio: Vino che verte su sensazioni estrattive e note di tostature. Evidente il ruolo “bilanciante” del Merlot. In bocca è deciso, chiude con gradevoli sensazioni di frutti di bosco. 84
Felsina Berardenga: Ampio e soave. Note di cardamomo e anice, humus e amarena. Bocca scattante e fresca. 87
Isole e Olena (botte): Al naso è “gioioso” e poggia su sensazioni di frutta integre e cangianti. Ricordi di lampone e mirtillo. In bocca è ricco e lungo. 90+
La Madonnina Bello Stento: Intenso e dolce. Bocca sapida e succulenta. Finale non lunghissimo ma di notevole equilibrio. 87
Le Miccine: Ricco e fruttato. Al palato non decolla, veste piuttosto cupa. 80
Losi Querciavalle (botte): Arioso e pimpante. Bocca freschissima, sapida e croccante. Piacevolmente succulento. 88
Luiano: Il naso è dolce ed apre su sensazioni di mirtillo e fragola. Bocca ficcante, ricca di corpo e lunga. Allure moderna e internazionale. 83
Peppoli Marchesi Antinori
Ricco e fruttato. Al naso: fragola, viola e lavanda. In bocca è sapido e fresco, meno corposo di altri anni. 86
Monteraponi: Floreale e roccioso. Sapidità avvertibile al naso. Bocca poco dinamica, inchiodata dal tannino. Da Aspettare? 84
Montesecondo: Bella sensazione di fiori di campo e lavanda. Note di tabacco e sottobosco. Naso non perfettamente pulito, segnato da una leggera nota di Brett. Per i patiti del genere. 78
Podere Castellinuzza Paolo Coccia: Al naso: intense note di fragola e lampone. Bella cote floreale, fresca e profonda. Bocca splendida, perfettamente allineata al terroir di Lamole. 90
Poggio Torselli: L’olfazione è delicata e poggia su tenui sensazioni di frutta rossa. In bocca fanno capolino i fiori di campo e la lavanda. Finale sapido e fruttato. 85
Querceto di Castellina L’Aura (botte): Naso stuzzicante. Ricordi di fragola e lamponi, anice e sesamo. Bocca agrumata e sapida. Chiude lungo, corroborato da un bel tannino. 88
Rocca di Castagnoli: La fase olfattiva, pur annebbiata da una leggera scissione alcolica, rivela un frutto sapido e stuzzicante. Bocca corrispondente ma più equilibrata. 83
Rocca di Montegrossi: Ampio e luminoso. Al naso è ricco di frutta e note mediterranee. Bocca sapida, tannino preciso. 91
Tenuta di Nozzole (botte): Cupo e umbratile. Naso intenso, bella complessità. Peccato in bocca chiuda asciugante. 83
Terre di Perseto Albore: Delicato e floreale. In bocca è esile ma fine, rimandi delicatamente fruttati. 84
Vallone di Cecione: Naso particolarmente intenso, dominato da un frutto a dir poco esuberante. Bene la bocca, sapida e fresca. 86
Villa Pomona Bandini: Il naso è molto ricco, dominato da godibili sensazioni floreali e fruttate. Bocca saporita, ricordi di piccoli frutti. 84

Come bonus, ecco un piccolo video con commenti dalla stampa di settore presente in 6 secondi sul nuovo Gallo:


 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

14 Commenti

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Andrea Pagliantini

circa 11 anni fa - Link

Andrò contro corrente, ma se c'era qualcosa da lasciare immutato era proprio il simbolo del Consorzio essendo un marchio che viene da lontano e che rendeva (quando era apposto sul collo) le bottiglie riconoscibilissime fra mille poste sopra uno scaffale. Marchio famoso e vincente non si cambia......... almeno secondo il mio modestissimo parere.

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AG

circa 11 anni fa - Link

Giusto riconoscimento a Paolo Coccia.

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Michele Braganti

circa 11 anni fa - Link

Gori candidati!!!!

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Mauro Mattei

circa 11 anni fa - Link

Io sono l'ufficio stampa di Gori, per qualsiasi cosa: mauro@intravino.com :D

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Michele Braganti

circa 11 anni fa - Link

Mauro...dico sul serio... :-) fate candidare il Gori...cosi ce lo leviamo di torno...come politico avrebbe un futuro radioso!!! ...invece mi accorgo solo ora del video... parere personale: il nuovo gallo..?? Bella Cahata!!

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Sir Panzy

circa 11 anni fa - Link

Perchè Gran Selezione? Abbiamo le Riserve in Italia, perchè aggiungere un altra inutile, deleteria e confusionaria dicitura??? Pazzesco

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AG

circa 11 anni fa - Link

La spiegazione sarebbe lunga, volendo. In soldoni, sono pienamente d'accordo: il risultato sarà solo quello di generare ancora più confusione nel cliente finale (che già non capisce e non sa la differenza tra Chianti e Chianti Classico......).

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gp

circa 11 anni fa - Link

Infatti se fossi nel Comitato Nazionale Vini DOP ed IGP quella dicitura la boccerei senza appello. Oltretutto la qualificazione "gran" è semplicemente risibile, se passa il criterio che la denominazione ufficiale di una tipologia può incorporare questo genere di rafforzativi naif torniamo indietro di un secolo.

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Vecchie Terre di Montefili non c'era? Il Chianti Classico di base è molto tradizionale e buono, di solito.

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Zakk

circa 11 anni fa - Link

Cinciole? Ormanni? Cacchiano? Caparsa? Monsanto? Non hanno presentato la 2011?

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AG

circa 11 anni fa - Link

Ho appena visto una foto ben chiara del nuovo logo: so' col Braga, bella cahata!

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Andrea Gori

circa 11 anni fa - Link

a me invece piace, non piace solo il colore della corona che nelle foto sembra rosso in realtà è porpora acceso...troppo simile al Chianti!

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Vittorio Merlo

circa 11 anni fa - Link

Sarò sincero, a prima vista mi sono chiesto dove erano le novità. Ho dovuto guardare i video su youtube. Non mi sembra che abbiano stravolto il logo, si riesce ancora a capire che si tratta del gallo nero del Chianti Classico.

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