A rendere un anno abbastanza memorabile basterebbero 10 etichette così

di Alessandro Morichetti

Neanche 24 anni, calciatore mancato, aspirante cuoco poi dirottato in sala. Marco Meneghelli è diplomato Ais e già neo-patentato girava rigorosamente in solitaria cantine e ristoranti del Nord Italia. Ha fatto esperienza da Perbellini, poi da Aimo e Nadia. Oggi lavora al Waterside Inn, 3 stelle Michelin a Bray, nella campagna inglese: da gennaio sarà assistant sommelier.

Mi pento di aver preso pochi appunti delle bevute fatte quest’anno. Non c’è nulla di italiano semplicemente perché qui in Inghilterra ho avuto poche possibilità di bere bottiglie di casa. A dirla tutta, rimpiango un po’ certi vini italiani che danno sicurezza e difficilmente deludono; purtroppo ho anche assaggiato tante cose che sono state delle grandi e inaspettate delusioni ma il saldo di fine anno tiene conto solo dei bei ricordi tutti ben ordinati.

Dom Perignon 2004: riflessi verdi, bollicine sottilissime, quasi impercettibili. Mela verde, mandorle e cedro al naso con un tocco di lievito. Lime e pompelmo in bocca. Da lasciare in cantina. 94

Meursault Les Perrieres 2006, Coche-Dury: giallo oro. Agrumi, polvere da sparo, vaniglia. Pan brioche e frutta bianca. Struttura imponente, fresco e cremoso allo stesso tempo. Veramente interminabile. 96

L’argile 2010, Domaine de la Rectorie: la mia sorpresa dell’anno, grenaches gris 90%, granache blanc 10%. Giallo oro. Caramello salato, brioche, iodio, pere cotte, un tocco fumé, scivola via sul palato. Mancano un po’ di struttura e lunghezza ma il naso è formidabile. 88

Coteaux du Languedoc Clos des Cistes 1998, Domaine Peyre Rose: pepe nero, timo, ginepro, marmellata di more. Lungo, tannino sottile e piacevole. Bevibilità straordinaria. L’Amarone del Mediterraneo. 90

Chambertin gran cru 1996, Rousseau: naso spiazzante, salta fuori di tutto. Dai lamponi freschi alla menta, passando per ribes, olive nere in salamoia e tè nero. Austero. Vivace. Acidità molto alta. 95+ (da anatra arrosto)

Chateau d’Yquem 2007: giallo luminoso. Miele millefiori, pesca bianca, zafferano (non così spiccato), cocco e vaniglia. Armonico. L’equilibrio perfetto tra acidità e dolcezza. Un elixir tra qualche decennio. 98 (soufflé all’arancia)

Chateau Margaux 1959 (magnum). Color granato opaco, scatola di sigari, tabacco, caffè e cioccolato fondente, tartufo e liquirizia, ciliegie sotto spirito e marmellata di fragole, matita. Una piacevolissima nota affumicata. Tutte queste sensazioni sono talmente sottili che sembrano “aggiunte” al vino con il contagocce. In bocca la mineralità del rame, tannino ancora vivo, sontuoso elegante. Un mostro sacro inarrivabile (forse). 99

Vosne Romanée 1999, Leroy: rosso rubino brillante. I vini della madame sono riconoscibili come pochi; qui non c’è solo il terroir ma qualcosa di più che non so ancora spiegarmi. Calibrato in tutto, fragole e lamponi freschi, rosa e vaniglia. Note dolci e leggermente speziate. Una carezza sul palato, setoso e fresco. 98

Vouvray Les Tries 2009, Domaine Champalou: talmente fresco che la dolcezza viene meno, passa quasi in secondo piano, naso ricco, arance candite, cedro, pesche sciroppate, crema al limone e albicocche secche. Da bere e ribere non stanca affatto. Il vino dolce per l’estate. 89

Riesling Clos Sainte Hune 2006, Trimbach: profumo di succo di limone e buccia di lime, melone bianco e bergamotto. In bocca l’acidità predomina su tutto, tagliente pungente secco e minerale in fondo. Da dimenticare almeno un decennio in cantina. 86

Marco Meneghelli

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

9 Commenti

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mauro

circa 10 anni fa - Link

Bella scusa, non ha trovato vini italiani in Inghilterra. Io credo che Meneghelli abbia sbagliato destinazione, deve aver preso il primo Ryan Air che gli è capitato. Gli consiglio reimbarcarsi per la Francia, dove senz'altro si sentirà più a suo agio. Sempre che i sommelier francesi gli lascino spazio (temo che sia molto più facile fare il fico con gli inglesi). Buon anno.

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Marco Meneghelli

circa 10 anni fa - Link

Caro Mauro non è una scusa anzi una scelta dato che qui assaggio vini che in Italia si fanno fatica a trovare, consigliare e bere. Grazie del consiglio di andare in Francia ma qui mi sento a mio agio; carta dei vini francese, molti colleghi francesi (che apprezzo molto), e il ristorante in se è forse il più francese di tutti fuori dalla Francia. Qui in generale i vini italiani si trovano nelle carte dei vini, ma la Francia nelle carte dei vini in Inghilterra la farà sempre da padrona. Colpa di chi li vende? di chi li compra e non li propone al ristorante? Colpa dei Media che non ne parlano o colpa di noi italiani che non siamo in grado come i francesi di vendere il nostro prodotto fuori dalla patria? io a queste domande non so rispondere. Posso solo dire che ho l'impressione che noi italiani (parlo di bevitori, appassionati ecc) beviamo, facciamo guide, parliamo di più noi dello champagne che loro; non è una accusa la mia ma una considerazione.

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Gianluca Zucco

circa 10 anni fa - Link

Complimenti per le schede, essenziali quanto basta e senza preziosismi. Per quel che riguarda l'assenza di vini italiani, vale come spunto di riflessione su come continuiamo ad arrancare nel proporre i nostri prodotti - che al di là di competizioni sterili, non devono nulla a nessuno - anche in mercati seri e preparati come quello inglese.

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Marco Meneghelli

circa 10 anni fa - Link

tu non hai idea di quanto mi dispiace non avere la possibilità di consigliare vini italiani. ma qui la carta dei vini per scelta è solo incentrata sulla Francia

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Gabriele

circa 10 anni fa - Link

Devo ancora berlo un amarone buono quanto un vino di peyre rose...

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mauro

circa 10 anni fa - Link

Chiedo scusa a Marco per il mio intervento un po' "acido". Capisco la complessità del problema. Che non siamo bravi a vendere è poco ma sicuro, vedi come subiamo l'attacco di tutti i prodotti farlocchi "made in Italy" che girano per il mondo. Ringrazio Marco per la risposta. Buon anno.

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EnotecaFVG

circa 10 anni fa - Link

Mi intriga il Vosne Romanée. Grazie per l'articolo.

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Gabriele

circa 10 anni fa - Link

Be' dai , ti basta poco per farti intrigare... Pensa che l'altro giorno guardando una puntata di play-boy , ho pensato la solita cosa .. :)

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EnotecaFVG

circa 10 anni fa - Link

Ahahah! Non confondere "Intrigante" con "Ingrifante". Ciao!

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