5 buoni motivi per andare a Staffolo nelle Marche (e bere grandi Verdicchio)

di Andrea Marchetti

Cha sia timorasso o verdicchio, greco o garganega, un vero wine lover dovrebbe affrettarsi ad esplorare territori, vitigni e vini di tutto lo stivale perché c’è tanta di quella roba interessante che la metà basterebbe ad invadere la Francia.

Il 23 e 24 agosto si è svolta a Staffolo (AN) la prima edizione di “Staffolo Does It Better”, rassegna dei Verdicchio dei 14 produttori staffolani che imbottigliano (ce n’è un’altra decina che vende solo sfuso), nell’ambito della 49ma sagra locale dedicata all’autoctono marchigiano. Mi hanno invitato, sono andato, ho preso appunti e penso ci siano almeno 5 buoni motivi per ricordare Staffolo e i suoi vini.

1) Balcone sull’Adriatico (e borgo per un romantico week end)
Le vigne sono il primo obiettivo dell’eno-appassionato ma se è possibile anche soggiornare in un grazioso e romantico borgo costituito da un centro di impianto medioevale… “perché no?”. Staffolo è il balcone della Vallesina (a 450 m slm) e la vista si tuffa nel mare, quasi dall’Abruzzo alla Romagna; situato al centro delle Marche è il punto di partenza ideale per esplorare la trama del linguaggio enogastronomico dell’Adriatico.

2) Rivincita della mezzadria e passeggiare tra i cru 
Quasi tutte le aziende sono di piccola dimensione e a carattere artigianale. Da queste parti la tradizione dell’agri-viticoltura è un’eredità familiare da generazioni e molti mezzadri, una volta divenuti proprietari dei terreni che coltivavano, hanno potuto continuare ad applicare la loro sapienza contadina, dando vita alle attuali realtà vinicole. Visitandole sarà possibile passeggiare tra i cru di Staffolo, che non si chiamano La Garenne o Les Pucelles, ma Follonica, Spescia, Castellaretta, Salmagina, San Martino, San Francesco, Santa Caterina e prendono il nome dalle varie contrade/sottozone attorno al paese.

3) I 10 migliori Verdicchio di Staffolo Does It Better

· Salmagina ’13 Sandro Finocchi. Riuscita molto buona per questo Verdicchio che coniuga un’impostazione classica di mandorla e ginestra con freschezza, aromi di lime, mentuccia e mela verde, si avverte una bella mineralità bianca. Cerca una certa agilità e gioca sullo scatto.

· Frocco ’12 Tre Castelli. Impostazione molto pulita e nitida, è un vino che ha il corpo cicciotto di Staffolo, ma si avverte pure la freschezza dell’agrume e della frutta bianca acerba, poi si apre anche su un frutto più maturo, avvolgendo con calore, sapore e sapidità.

·  La Staffa ’13. Rispetto all’ultimo assaggio avvenuto alla sua uscita (era ancora senza etichetta), il naso è entrato in una fase più pacata, ha ridimensionato gli odori fermentativi e la mela verde spiccata, per coniugare un buon assortimento di profumi e la solita grinta in bocca.

· Terra Tufo ’13 Zaccagnini. Attacco olfattivo piccante e ficcante di finocchietto e menta, poi si stabilizza e vira su toni più “gialli”, ha buon sapore, flette un po’ nel finale leggermente morbido.

· Pojo ’12 Marco Finocchi. Naso che concede qualcosa a sentori “hi-tech”, la mano è tecnica ma salda, si sentono aromi “verdi”, anice, nel complesso però è un buon vino che sa come e cosa comunicare. Ben disegnato.

· San Martino ’13 Verdolini. Personalmente mi è piaciuto molto, bel naso teso e terso, buona pulizia e definizione, corrispondente in bocca, finale piacevolmente amarognolo.

· Fonte della Corte ’12 Coloccini. Il mio coup de coeur, il vino che mi ha colpito di più nella due giorni a Staffolo, con una dinamica che ho apprezzato molto, parte misurato e quieto al naso, poi dimostra grande grip ed accelerazione in bocca. E’ un vino non pettinato che spettina. Il produttore ha 84 anni e porta avanti in prima persona l’azienda, certificata bio da 10 anni.

· D’Oroverde ’13 Tenuta San Francesco. Molto fresco al naso, arrivano sentori verdi acerbi, erbe aromatiche, bocca che lavora bene, interpretazione molto pulita, un po’ tecnica.

· Brocani ’13. Interessante questo vino, forse un po’ “grezzo”, soprattutto al naso, ma che rivela interessanti doti in bocca, dà l’idea di una bella materia con potenzialità di essere ulteriormente plasmata. Il vigneto si trova in contrada Follonica, al confine coi comuni di Cupramontana e San Paolo.

· Staphylé ’13 Simonetti. Naso inizialmente un po’ impreciso, poi si riprende su belle note mentolate, non spicca il volo, ma in bocca svolge il suo lavoro più che discretamente.

4) Qualità/prezzo e grandi acquisti
C’è grande entusiasmo a Staffolo tra i produttori, che hanno raggiunto una buona qualità media, anche alleggerendo la mano e lasciando meno spazio a versioni di Verdicchio grasso e largo per cercare vini più snelli; e se è vero che l’annata 2013 ha aiutato in tal senso fornendo una bella acidità, è anche vero che l’interpretazione della calda 2012 ha comunque evidenziato una buona freschezza in molti dei prodotti assaggiati.

Davvero incredibile il rapporto qualità/prezzo, il primo classificato in degustazione, Salmagina ’13 di Sandro Finocchi costa 4,5 € in cantina… pazzesco!

Unica “stonatura” rilevata durante la degustazione: migliorabile la costanza qualitativa a livello aziendale, infatti spesso per un medesimo produttore ad un buon “Verdicchio Classico” non corrispondeva un’analoga bontà del “Superiore” o viceversa.

5) Lucio Canestrari
A Staffolo è possibile visitare un’azienda storica dell’enologia artigiana italiana, Fattoria Coroncino. Io l’ho fatto ed insieme all’esuberante Lucio Canestrari ho navigato tra Gaiospino, Stragaio, Bambulè, Orocacio, Stracacio, Gaiospino Fumé. Dulcis in fundo, in tutti i sensi, mi sono pure portato a casa un Clamorosso!, vino da uve stramature di sangiovese e syrah, produzione totale: 330 bottiglie da 0,375.
Ma quella di Lucio Canestrari è un’altra storia, e ha molto bisogno di spazio per essere raccontata.

[Foto di copertina: Relais del Borgo

2 Commenti

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Montosoli

circa 10 anni fa - Link

Concordo.....ambedue Finocchi fanno dei eccellenti Verdicchio.....qualita/prezzo e al top.

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Pietro

circa 10 anni fa - Link

Ormai sono verdicchio dipendente, non solo d'estate ma anche d'inverno. Condannatemi a bere un solo tipo di bianco sotto i 20 euro e non avrò dubbi. PS bellissima foto! consiglio di cliccare sul link Ralais del Borgo... già segnato per la prossima discesa in zona...

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