Vino a chilometri zero o chissenefrega?

di Antonio Tomacelli

7129131Io sono un gastrofanatico osservante e ossequioso. Credo in Slow Food e nel suo Padre onnipotente ma un dubbio mi attanaglia. Spiego. Ore 13 a casa mia: tavola apparecchiata di tutto punto secondo i rigidi dettami della religione chilometri zero che propugna l’acquisto di cibi il più possibile vicini al portone di casa. Per gli spaghetti e il pane non ho problemi visto che li fanno a poca distanza da qui, come l’olio e il pomodoro. Formaggi e carne mi costano qualche chilometro in più ma, insomma, niente per cui essere dannati all’inferno. La frutta me l’ha regalata il vicino e dunque mi preparo al pranzo con la coscienza pulita e l’ambiente a posto. Tutto bene fino al momento del vino. Mentre sto per aprire la bottiglia, un brivido freddo mi sale su per la schiena. Oddio, penso tra me e me, sto aprendo un Nero d’Avola! Saranno minimo minimo 1.000 chilometri da qui e chissà quanta anidride carbonica a inquinare l’atmosfera. Per un attimo la mia fede ha vacillato, poi è crollata del tutto. Volete sapere com’è finita? Io la bottiglia l’ho aperta e ho pure bevuto con piacere. Tanto finchè Slow Food non si accorge del vino a chilometri zero, io e la mia coscienza siamo a posto. Ma poi, vi chiedo, si può passare la vita bevendo soltanto negroamaro e malvasia?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

6 Commenti

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Letico

circa 14 anni fa - Link

No. Credo non serva a nulla bermi sempre un Frascati o un Cesanese. La filosofia del KM0 vale per prodotti che possono essere ragionevolmente sostituiti tra loro e non per quelli che trovano la loro specificità nel luogo da cui provengono.

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Il vino, per sua natura, non è un prodotto stagionale e questo farebbe venir meno un elemento cardine del "Km 0". Vero è, inoltre, che in certe bottiglie cerchiamo proprio una territorialità non-nostra. Il problema però c'è e non riguarda il vino di qualità bensì i mln di ettolitri che girano (tendenzialmente) in brick. Ecco, tornare allo sfuso locale piuttosto che al prodotto da supermercato da un euro/litro (quando va bene) inviterebbe i produttori del luogo a lavorare meglio e potrebbe disincentivare produzioni su scala che neanche immaginiamo - con inquinamento, annessi e connessi vari. Lo so, non succederà mai.

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La linea dell'inutile (Mauro)

circa 14 anni fa - Link

Be' se la malvasia fosse quella istriana quasi quasi ci starei :-)

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Luca Filippetti

circa 14 anni fa - Link

Il post credo sia volutamente provocatorio, io la penso così, il vino a "km 0" deve da una parte sensibilizzare gli operatori a vendere i prodotti locali (sembra una banalità ma spesso non è così), in maniera tale di entrare in sintonia con il proprio territorio. Così, io turista, se vado in un dato ristorante, avrò la possibilità di bermi un vino magari non buonissimo, magari di un produttore sconosciuto ma che affonda le proprie radici in quella terra (magari questo già succede a montalcino, montefalco ecc ecc ma non in altre parti). Poi come dice il post sopra, c'è il discorso del vino sfuso, io sinceramente non credo che la maggior parte delle persone siano disposte a spendere anche 3-5 euro al giorno per una bottiglia da bere a pranzo e a cena. Fino ad oggi a colmare questo vuoto c'era il vino in brick (es tavernaello). Oggi vedo spuntare distributori di vino sfusi e spesso sono le stesse cantine del posto, così con 5 euro ti porti via una 5 litri, non sarà il top o meglio delle dei 5 litri del supermarket, ma almeno la coscienza è al sicuro ;-).

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Ganascia

circa 14 anni fa - Link

"chissenefrega". Io sto a Pisa e, sepermetti, il San Torpè te lo bevi te :)

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Fantastico, in effetti non c'è niente di meglio del San Torpè per il morale...............quando vuoi distruggerlo;-)

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