Si fa presto a dire etichetta
di Dan LernerDi cosa vorremmo leggere sull’etichetta di un vino si è già abbondantemente parlato: dalla “anoressia verbale” di Alessandro Dettori che tanto dibattito ha scatenato qui agli eccessi logorroici lamentati da Jacopo Cossater qui.
Ma ora invece chiediamo a voi cari lettori che cosa vorreste farci di diverso con una etichetta? Fuori le idee, usi alternativi, utili, originali, chissà che il vincitore non si trovi a casa la sua cuvée alla prossima vendemmia…
Un aiutino: 20 designers si sono già cimentati nell’esplorare nuove funzioni e le loro idee sono state presentate l’anno scorso in una cantina del Monferrato e in questi giorni alla Cantina Scoffone di Milano per il Salone del Mobile. Ve ne presentiamo qualcuna subito dopo il salto.
2 Commenti
Lucia Barzanò
circa 14 anni fa - LinkPenso che l'etichetta ormai abbia il solo compito di comunicare il Marchio ed i valori che questo porta con sé e di essere il più "piacevole" possibile; ché già "bella" sarebbe troppo, per quanto è soggettiva la bellezza (soprattutto in tema di etichette). Per il resto c'è (ci sarà) il QRcode che può raccontare efficacemente la storia dell'enologia mondiale dalla preistoria in avanti a chi abbia voglia di approfondire.
RispondiLuca Ferraro
circa 14 anni fa - Linknon c'è niente di più fescion che un bel bindello scritto dal Vate!!!!
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