Nessun segreto, questa è l’enoteca dove compro il vino

di Alessandro Morichetti

Chiamalo censimento, chiamalo voyeurismo, chiamalo spirito di servizio. Un lettore che si rispetti è maniacale il giusto da cercare una buona bottiglia un po’ oltre il bancone della Gdo. Dicasi “enoteca” quel luogo in cui entri e torni bambino ogni volta, con tua moglie che dopo mezz’ora ti pulisce la bava tirando la giacca verso l’uscita. La mia enoteca di riferimento ha circa 500 etichette discretamente interessanti. Sui 30 Champagne tra cui piccoli produttori, qualche Chateau dorato per far sapere che esistono, le etichette giuste per coprire un po’ tutta Italia, qualche chicca che conosciamo in 5 e pure le acque minerali più strane e costose del mondo. Di whisky poca roba, di birre buone neanche l’ombra.

Tutto sommato, un posto dove torno sempre con piacere anche se sono costretto a muovermi come un elefante in cristalleria. La signorina è competente e i ricarichi abbordabili, non sceglie lei i vini ma li conosce. Ora però vorrei capire i luoghi fisici dove compra il vino l’utente medio di Intravino, non quelli che “io compro solo al GS, tappo a vite o bag-in-box. Tutto il resto è noia, e non ho detto gioia”. Intanto prendo carta e penna e inizio
ad annotare tutti i posti che valgono la sosta, ma solo quelli. Oh, se proprio non c’è l’enoteca del cuore, inventarne una dei sogni non guasta mica.

[Immagine: Enoteca Parola, Torino]