Messaggio d’amore per la doc più piccola e bella che mi sta dietro casa

di Alessandro Morichetti

L’elenco delle doc italiane dimostra con ogni evidenza che anche il vino è politica. Girare la frittata non rende la pillola meno amara. Certe denominazioni le impari a memoria da giovane, ti stupisci che esistano e quando trovi una bottiglia tipo Bivongi Novello, Castel San Lorenzo Barbera, Orta Nova o I Terreni di Sanseverino pensi di getto a un manipolo di piccoli indiani appostati in vigna per scacciare l’invasore guardone. Poi per carità, capita pure che il piccolo e bello esista davvero ma è l’eccezione. Io, ad esempio, penso alla Vernaccia di Serrapetrona docg, perlina dell’enologia marchigiana.

Da uve vernaccia nera per almeno l’85%, è l’unico vino italiano a tripla fermentazione: parte delle uve è pigiata subito e fermenta, parte (almeno il 40%) verrà aggiunta dopo l’appassimento, verso metà gennaio, prima che l’aggiunta di lieviti selezionati e zucchero faccia partire l’ultima fermentazione in autoclave. Alle versioni Dolce (da biscottini) e Amabile preferisco quella Secca, che un po’ di residuo zuccherino lo ha sempre. Vino spumante speziato, con pepe e frutta matura in evidenza, è una specie di Lambrusco Grasparossa con meno tannino e più morbidezza, che accompagna la tradizionale merennata di Serrapetrona con salumi e formaggi (l’Osteria dei Borgia è un must del genere) ma anche carni e pasticceria. Per tutti i gusti, produzione complessiva vergognosamente piccola ma uno di quei vini che, se passi in zona, un cartone prenditelo per dovere di firma. 40 ciclisti tedeschi che avevo ieri a tavola accanto mi danno pienamente ragione, ora vediamo un po’ quanti piccoli gioielli riusciamo a raccattare sù e giù per lo stivale.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

3 Commenti

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Giovanni Solaroli

circa 13 anni fa - Link

So di tradirmi anagraficamente, ma mi pare di ricordare che i Quacquarini(fratelli, cugini?) fossero i soli produttori di questa perla. Ora non ricordo quanti anni siano trascorsi, mi pare fosse lo stesso anno, o poco dopo,che uscì il Vigna delle Oche di Crognaletti. Rivista con gli occhi di oggi (chissà ora quanti produttoti vi si cimentano)chissà come apparirebbe quella specie di garage dove teneva i fermentini. Forse fuggirei via,ma alllora fu veramente una bella esperienza. Emozionale se vuoi e meno tecnica, ma non certo di minore intensità. Le sorprese non solo delle piccole doc, ma in generale di quello che puoi trovare se non hai la zavorra del preconcetto. saluti.

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Ruggero Romani

circa 13 anni fa - Link

sono un fan della Vernaccia di Serrapetrona fin dal'infanzia,anche se preferisco la versione spumante dolce in abbinamento al ciambellone.oltre ai 2 Quacquarini a me piaccino Serboni,Colleluce e Rocchi, quest'ultimo con un rapporto qualità prezzo strepitoso! mi piace anche la versione ferma (Serrapetrona doc) soprattutto il Robbione di Colleluce.

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Enrico Nera

circa 13 anni fa - Link

Cesanese di Affile DOC...potenzialità altissime!;)

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