Il dovere del giorno è confessare quando e come ho iniziato ad amare il vino
di Alessandro MorichettiPorto piatti e verso vini 6 sere su 7 ogni settimana. Nel tempo libero leggo riviste di vino e la sera prima della nanna sfoglio il Vangelo secondo Porthos. Ho amici che usano le parole “mineralità” e “fruttato” anche quando parlano col pesce rosso. Ho passato un anno da contadino per vedere l’effetto che fa e nel tempo libero curo un blog a tema con degli amici (i raffinati intellettuali dell’ambiente direbbero che è “criminale”, perdindirindina) e ci divertiamo un casino a coltivare la passione quotidianamente.
In principio fu Paolo Lauciani (in foto). Gusto è una rubrica del Tg5 che ha fatto scuola, sdoganando l’enogastronomia presso il grande pubblico televisivo dell’ora di pranzo. Mai visto prima un simil tasso di fighitudine applicato al vino. L’umanista-prestato-al-vino Lauciani mi rapì con una prosa pomposamente barocca, suadente e perentoria, roba che se di fronte ad un vino famoso non snoccioli almeno 15 descrittori astrusi è meglio che vai a sotterrarti. Poi vennero i corsi bellissimi dell’Ais, tante letture, viaggi, amici e bottiglie, bottiglie, bottiglie. Il primo amore non si scorda mai, come la prima etichetta prestigiosa bevuta, il primo bicchiere condiviso con un “esperto” o la prima bevuta che ti fa venir voglia di affogare in qualcosa.
Oggi è tempo di confessioni, qualcosa che assomigli a una terapia di gruppo in cui, a turno, raccontiamo come-dove-quando-con chi è scoccata la scintilla per il vino. Un invito particolare va ai tanti amici di Intravino che ci leggono sempre senza mai intervenire, per pudore, timidezza, disagio o senso di inadeguatezza. Ecco, qui siamo tutti uguali per contratto a patto di aver detto, almeno una volta nella vita: “di-vino”.
[Crediti: Cronache di Birra, Tyrser’s Tavern]
41 Commenti
Lido Vannucchi
circa 13 anni fa - LinkE vai Morichetti Inizio io, che vergogna sto arrossendo meno male che non siamo in Web Camera, ma il mio primo Vino Nave scuola è stato un Bolgheri, Si un Bolgheri di quelli tutto Frutto e Barrique, marmellata allo stato puro, pure il Morellino della cooperativa mi faceva impazzire, per non parlare dei primitivi di manduria.Poi come tutte le cose che faccio sono un passionale ho approfondito e bicchiere dopo bicchiere eccomi qua vini naturali, piccoli produttori, Vini Gambelliani, ecc. Bello questo Auting Collettivo vediamo chi è nato imparato? Ciao a Tutti Lido
Rispondichiccodicaffè
circa 13 anni fa - LinkOrigini nel settore: adolescente, mio fratello mi chiede di dargli una mano a lanciare il suo locale...scegliamo i vini e bisogna spingerli. Così comincio a leggerne e a provarne. Mi innamoro del mondo del vino silenziosamente, spesso non corrisposta (il fattore economico incideva pesantemente sul nostro rapporto) Poi viene il turno di un locale in cui ho lasciato il cuore tanto da occuparmi del magazzino in maniera maniacale, catalogando i vini secondo un ordine alfabetico incomprensibile ai colleghi. Continuo ad amare meno silenziosamente. Desidero un amore corrisposto. Continuo a leggere, studiare, provare e mossa dagli eventi scelgo di inseguire quell'amore e mi ritrovo in Veneto immersa nel vino. Suggello l'amore con un Amarone di Quintarelli. E scopro che sarà eterno.
RispondiAnselmo Calenti
circa 13 anni fa - LinkCiao Ale., sinceramente non ricordo qual'è stato il mio primo...ma ricordo benissimo l'Amarone di Bertani 1999 che ho aperto ieri sera per annaffiare un arrosto misto in tutto relax nel mio giorno di riposo!!! Oggi a pranzo non era cambiato molto... bè!!! che dire, un vino che dopo 12 anni ha ancora una freschezza di colore, di profumi e tattile eccezionali!!! Volevo complimentarmi con te caro Morichetti per i progressi fatti e la professionalità aquisita in questi pochi anni...voglio però ricordarti che qualche sera potresti lasciar perdere il vangelo di Sangiorgi e dedicarti alla rivisitazione della PASSERINA...non il vitigno autoctono dell'ascolano!!! Ciao grande
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - LinkFredde sere invernali dopo il lavoro, attaccato a quel dito di vino che riuscivo a "rubare" dalle bottiglie che aprivo in tavola. Avevo poco più di diciott'anni, ne maneggiavo parecchie di bottigline, ma l'etichetta bianca del Riserva Radici, al pari solo del Tignanello, rappresentava più o meno la massima espressione del cliente gurmè. Internet non c'entrava un caxxo, le guide spopolavano ed il Sassicaia come i vini di Gaja (pronunciato in spagnolo) li bevevano solo "quelli lì...", quasi sempre con la coca-cola, perchè era figo e perchè costavano caro, e perchè si diceva in giro che erano i vini migliori d'Italia... più del Brunello di Montalcino. Beata gioventù... :-)
RispondiLido Vannucchi
circa 13 anni fa - LinkCaro Anselmo devo dire che ieri mentre tu Bevevi un Amarone di Bertani, io ti invito a bere pure Monte Dall'ora, il Morichetti se ne stava in giro per Identità Golose assieme ad Una Bellissima Mora di nome Francesca........... sicuramente più affascinante del Bertani. ciao Lido
RispondiAnselmo Calenti
circa 13 anni fa - LinkCiao Lido, lo farò sicuramente..."era mora però, non è francesca"!!! Complimenti all'amico Morichetti che ha fatto grandi progessi!!! Ciao Anselmo
RispondiLucia Bellini
circa 13 anni fa - Linkcolpa o merito..... di mio fratello. che si è messo a produrre in Toscana...
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkNello Baricci Brunello 1979, il punto di non ritorno. Ma prima c'era stato tutto un lavoro di preparazione per l'incontro con il destino. Vacanze in Maremma, vino del contadino, quello vero non la roba che adesso costa carissima. Il vino assaggiato in bicchieri dubbiosi con la compagnia di mosche grandi come elicotteri. Le visite pellegrinaggio alla Cantina sociale di Monteregio d'antan, non so neanche se ancora esiste. Imbottigliamenti fortuiti una volta rientrati a Roma. Il programma di Veronelli la domenica. Il corso di sommelier all'Hilton di Roma, frequentato dai miei genitori, i quali, benche' diplomati con mille onori, continuarono a capirci ben poco. Poi arrivo' la bottiglia di Nello, portata come pegno d'amore ai mio padre, per farsi perdonare del furto della figlia diletta. Mossa astutissima. Cosi' dopo ventisette anni stiamo ancora insieme, lui, io e il Sangiovese.
RispondiEdoardo
circa 13 anni fa - LinkMa dai!! E' uno dei nostri brunelli preferiti ! Che bella storia ! :) Settimana prossima passo da quelle parti! Purtroppo l'ho conosciuto solo pochi anni fa, e sono riuscito ad "estorcere" una bottiglia di 2001 e una di 1998... ;)
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkSe ti piace il Brunello di Baricci, ma lui ne ha sempre poco, prova anche i due Canalicchi e La Mannella. La zona di Montosoli puo' dare dei vini molto eleganti e ad un prezzo giusto. Buona gita
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linka 20 frequentavo i night club milanesi dove il moet scorreva a fiumi (non per colpa mia) e le ragazze lo scodellavano nelle fiorere mezza bottiglia alla volta. Li ho imparato ad odiare questo inutile vino francese buono solo a far marchette. Per anni sono andato a birra da bravo post sessantottino finchè un bel giorno sono rimasto folgorato sulla via di Fumane. Conobbi fortuitamente Silvia Allegrini e fu amore a prima vista per l'Amarone. Galeotto fu il Recioto. Spettacolare fu il La Poja. Da allora compro e bevo vino senza badare a spese (+ o-) E senza capire un cazzo, ma questa è un altra storia.
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - Link"a 20 frequentavo i night club milanesi"... ecco perchè ora hai cambiato per i Trans della via Emilia, sicuramente più consoni al Ken che ora conosciamo...
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linknon ci sono trans sulla via emilia besugo d'un koreano
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - LinkAhahahahahaha... allora vedi che però la frequenti spesso... CVD
RispondiLara - Damoli Vini
circa 13 anni fa - LinkSono stata "iniziata" al mondo del vino solo poco tempo fa e sinceramente non ricordo nemmeno quale sia stato il primo bicchiere che sono riuscita a bere fino in fondo... forse un Prosecco da squattrinati o un Amarone da re spillato dalla vasca! La passione e la curiosità crescono quotidianamente, grazie anche alla superba esperienza di babbo e fratello che in quanto a fare vino ne sanno qualcosa!
RispondiLuca Cravanzola
circa 13 anni fa - LinkE bravo Alessà.. Non mi ero mai fatto questa domanda! Penso che alla fine è il vino che ha scelto me e non viceversa.. Devo ammettere che i miei professori non si sbagliavano. Infatti mi dicevano sempre che ero 2 braccia rubate all'agricoltura!!
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 13 anni fa - LinkLa cantina di mio nonno a miglianico, citata anche da vino al vino nel suo viaggio in Abruzzo, Antonio il cantiniere, i profumi, le vasche di cemento, i vascelli vecchi, le grotte per l'affinamento, le pizzelle di Lidia (sua moglie), la vendemmia e l'uva da vino in tavola a fine estate, le feste ed il vin cotto a rallegrarle... Non so i descrittori astrusi, quelli ancora mi irritano, ma so che in ogni singola bottiglia che apro cerco quei profumi, quelle emozioni! Ciao A
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - LinkL'età non la ricordo, sicuramente molto piccolo, il vino sfuso della cantina di cui sono socio che mio padre imbottigliava (con scarsi risultati) in casa dopo la "gita" nel Monferrato... il sapore fresco, acidulo e quasi fastidioso per un ragazzino della barbera sfusa che si distingueva (e ancora oggi si distingue) per "Barbera 12" o "Barbera 13". Ecco questo deve essere il primo ricordo.
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkda buoni genovesi compravate vino pssimo sfuso al risparmio. per forza diventate ingegneri dopo. quelli erano vini peggio del crack, al metanolo!
RispondiRiccardo
circa 13 anni fa - LinkMorichetti chi sarebbero i raffinati intellettuali? Ho solo espresso un mio parere perchè tanto risentimento? :-) ma tu e Ziliani vi mettete d'accordo per farmi pubblicità? -molto gradito grazie- ad ogni modo in un anno sui campi non penso si imparino molte cose... chiedilo a chi da almeno 15 anni si fa un mazzo tanto estate/inverno. Ad ogni modo il giornalismo è una cosa, voler scrivere dei titoli pomposi come LIBERO o il GIORNALE lo trovo ridicolo...
RispondiMimmo
circa 13 anni fa - LinkNon bevevo vino fino al 1996, poi capitai per caso a Jesi il giorno in cui c'era Cantine Aperte e visitai diverse cantine. Mi è rimasta impressa la cantina Umani Ronchi, quella che è sulla strada per Montecarotto dove assaggiai l'ottimo verdicchio "Villa Bianchi" e il rosso Conero "San Lorenzo". Sempre nello stesso anno visitai anche la cantina Zaccagnini di Staffolo dove apprezzai parecchio il "Vigna Vescovi" in compagnia di un ottimo formaggio di fossa.
RispondiRiccardo
circa 13 anni fa - LinkAd ogni modo ho iniziato ad amare il vino nel 1999 durante il servizio militare (aberrante vero?) e nel 2002 lavoravo fianco a fianco un certo Enzo Pontoni (MIANI)... ma siccome non pensavo che bastasse un anno ho proseguito e proseguo tutt'ora! Questi intellettuali sono proprio strani vero? Noto però una certa incongruenza tra il vangelo secondo Porthos da te citato e dove forse vorresti vedere il tuo nome pubblicato (ma l'enogossip li non si fa) e questo post http://www.intravino.com/primo-piano/pace-fatta-tra-il-leoncavallo-e-semplicemente-uva/ dove, Sandro Sangiorgi, quindi Porthos, viene duramente criticao dai tuoi amici di questo blog...!!! Un po' di coerenza, all interno dello stesso ambiente, non sarebbe poi così male!
RispondiMugellesi Ivano
circa 13 anni fa - LinkFine anni 90,io che bevevo solo vino rifermentato in bottiglia con chiusure a corona del zio contadino,fui omaggiato di una bottiglia di blend c/s sangiovese,folgorato da qualcosa di "diverso" iniziai a provare, ora passati più di dieci anni sto tornando ai rifermentati...Ciao
Rispondirampollo
circa 13 anni fa - LinkNon dimentichero' facilmente il mio primo bicchiere come si deve , uno Sfursat Nino Negri non ricordo di quale annata ma se chiudo gli occhi sento ancora la mora , il cuoio e il coro degli angeli....
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkIl primo amore di cui sono almeno sicuro e' stato lo Spanna dei Cinque Castelli 1947 di Antonio Vallana (a Vallemosso nel novembre 1969, avevo 17 anni), una bottiglia trovata nel fango mentre lo spalavamo via da una delle case che furono travolte dall'alluvione, con la benedizione della nonnina che ne era proprietaria. La bevemmo in quattro con una scatola di fagioli saltati al burro e cantammo per tutta la notte. Mamma mia!
Rispondicarolina
circa 13 anni fa - Linkmorichè te vuoi troppi segreti...ti svelo il mio perchè è tornare indietro ridendo di come ero bambina. il mio primo bicchiere fu mosto di raboso, a (credo) 5 anni, dolcissimo, aspro e rabbioso come solo lui era. era del vigneto vecchio davanti a casa che poi fu espiantato poco dopo. bevuto nella cantinetta vecchia, dietro casa, col papà che me lo dava di nascosto da mia mamma. seguirono l'anno dopo tutti gli altri vini che produceva mio papà, sempre da vasca, sempre di nascosto, ma sia da mosti che da vini. però da vini un goccino! scoppiò l'amore e la curiosità, poi la capa tosta che tengo mi fece fare enologia e scoprire che avrei dovuto assaggiare tante soluzioni schifose per "tarare" il palato fu uno shock: io pensavo che avrei bavuto e basta. e ho bevuto, da quasi coma etilico. poi gli anni in enoteca per pagarmi l'università dove ho bevuto di tutto: dai brunelli e chianti costosissimi, ai vini di cipresso che all'epoca era considerato un genio, poi tanta francia e tanti vini da fighi. poi diventata enologo i vini delle cantine dove ho lavorato. ora il vino del mio papà, di nuovo. ricapitolando sennò vien lunga: primo vino-mosto a 5 anni, raboso vino amato fino a 34 anni, chablis vino che amo ora , qualsiasi che mi emoziona un bel pò. nel mezzo, dai 5 ai 34 anni tanti vigneti e tanta cantina, a casa e anche fuori. grazie ale, mi hai fatta tornare bimba :)
RispondiFabio Italiano
circa 13 anni fa - LinkRisposta facile facile, il primo vino assaggiato è stato il Krug, il giorno della mia nascita circa 42 anni fa. Mio padre, personaggio eccentrico e grande esperto di vino, ebbe la brillante idea infatti, di festeggiare il lieto evento facendomi assaggiare una punta di fazzoletto imbevuto di Krug direttamente all’ospedale, ovviamente tra lo stupore dei presenti. La mia carriera nel settore del vino iniziò in tenera età, a circa 12 anni, vivevo in pratica sepolto vivo nella fornitissima cantina del ristorante di mio padre (bei tempi quelli!!), a studiare tutto quello che c’era da studiare sui vini, almeno sulla carta. Ma solo a 18 anni circa cominciai a bere seriamente. Da minorenne gli unici vini che avevo il permesso di assaggiare erano gli champagne delle grandi maison quali Bollinger, Gosset, Billecart Salmon, Luois Roederer, Krug, Mumm, Taittinger, Veuve Clicquot Ponsardin e tantissime altre maison piccole e grandi, la lista sarebbe troppo lunga per elencarle tutte. Allora le bollicine italiane erano molto meno “famose” di oggi, solo poche etichette di Franciacorta e Trento Doc entravano in cantiva. Ma di champagne mamma mia quanti ne ho assaggiati!!!
RispondiMadame Butterfly
circa 13 anni fa - LinkInvidio i vostri bei ricordi legati al vino. Io, il vino, lo odiavo. Era la causa di pomeriggi passati sola, con mia sorella: già da piccole, ad affrontare un problema più grande di noi. Le bottiglie ed ancora peggio i brik, li trovavo nascosti negli armadi, nel portabagagli dell'auto, dietro al divano. L'alcolsimo, quando lo vedi e lo vivi tutti i giorni, da spettatore impotente, ti ruba pezzi di vita. Per fortuna, per noia e per curiosità anni dopo ho frequentato un corso, e durante un giorno di un Bibenda Day, mi hanno "restituito" la poesia che può esserci in un bicchiere di vino. C'è di bello, che in tutto questo, non arriverò mai ad essere ubriaca. :-)
RispondiDaniele Serafini
circa 13 anni fa - LinkEcco un lettore silenzioso. L'amore non è arrivato con un bicchiere in particolare ma una bella scossa è arrivata quando, ormai parecchi anni fà, iniziai a lavorare in una cantina/ristorante. Avere spesso a che fare con un gran numero di stranieri interessati e cercare di comunicargli la nostra passione e il nostro amore per la tradizione e il territorio mi hanno spinto ad informarmi, a leggere, a cercare di capire meglio questo bellissimo e complicato mondo. E così sono poi giunte tante bottiglie, tante spese extra, un bel corso Ais e un minuscolo ma sentito blogghino. Ma, forse, dovendo isolare un momento ... il primo bicchiere insieme alla mia attuale compagna. Roma, Villa Adriana, serata estiva meravigliosa, un dente gonfio, un Cesanese puzzolente di zolfo servito ghiacciato, dopo un concerto da suicidio di Paolo Fresu. Eppure, nonostante tutto, la fiamma si è accesa lì!
Rispondinicola a.
circa 13 anni fa - Link60's La piccola vigna di mio nonno, l'uva trasportata a spalla e con il somaro, l'uva pestata con i piedi. Che fortuna.
RispondiBruna Ferro
circa 13 anni fa - LinkAlessandro!! ..ero troppo giovane...ed ancor prima mi sono innamorata del "mistero uva"..
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkil mio primo incontro col vino è legato a mia nonna, alla damigiana da svuotare e ai fiaschi per la trattoria da riempire, il tutto per 5 mila lire. di solito lo si faceva il sabato mattina, quando ero a casa da scuola, ricordo ancora la luce soffusa ed il profumo della cantina, poi come dice il Califfo "tutto il resto è noia!"
RispondiMaurizio Rusconi
circa 13 anni fa - LinkPrimo approccio al vino in bottiglia: lavoravo a Roma, il Galestro capsula viola estate '83. Dodici anni dopo, '95 il battesimo vero e proprio: Pergole Torte '84 o '85 non ricordo. Come te nessun altro: Boutari fresco al tramonto in spiaggia a Platy Gialos, Mykonos, con lei. Fine '80.
RispondiLorenzo
circa 13 anni fa - LinkAccolgo l'invito ai lettori silenti. Anche per provare a ricordare a me stesso, sfruttando la tua suggestione. Dunque, in casa no, non c'era la tradizione nei miei genitori. Sì il nonno aveva quella del bianchetto al bar (siamo a verona) ma è un'immagine lontana, non c'entra neanche questa. Con gli amici più birre, a memoria almeno per tutta l'età delle superiori anche fino ai vent'anni, direi. Un ricordo, forse, le prime vacanze da solo nella casa dei nonni in umbria. Cercare una bottiglia di vino per regalarla ad una ragazza, che sapevo appassionata. Un sagrantino, non ricordo più la cantina. Ma mi piace pensare adesso, che tutto è nato per fare un regalo, per immaginare un momento condiviso, per creare l'occasione di bere insieme per poter stare insieme. Aprire un tappo e cercare di tirar fuori anche noi stessi.
RispondiSilvana Biasutti
circa 13 anni fa - LinkSono stata segnata da un'infanzia con madre astemia che beveva (nelle occasioni e nelle circostanze) solo Krug millesimato. A Natale il papà sceglieva solo Barolo e Barbaresco (siamo sempre all'infanzia). Alla cena degli esami di maturità Barbera all'osteria: ciucca molesta da pronto soccorso. Dopo alcuni anni luce la scoperta di Montalcino (1974), dove si veniva per il classicissimo fine settimana dei milanesi in Toscana, ma rigorosamente accompagnati da scorte di vini piemontesi e di bianchi di Cormons per le estati, ignorando l'esistenza del Brunello di Montalcino, ed eleggendo il paesaggio circostante a luogo della vita. Poi Piero Talenti e il Poggione, poi Mimma Lisini, poi Soldera, poi...
RispondiCarlo Cleri
circa 13 anni fa - LinkHo avuto tre passaggi importanti. - Quando ero bambino mio nonno, mezzadro marchigiano, coltivava con metodi ormai arcaici una piccolo vigneto di merlot. Una rarità per la zona. Durante il pranzo me ne facevo versare una piccola quantita in un bicchiere d'acqua e ci intingevo il pane. Ancora oggi adoro il merlot. - La prima visita al vinitaly nel '95. Allo stand del trentino un somellier sconosciuto, capitato lì per caso, consigliò a me e al mio amico tre nosiole (vino sconosciuto per me) e per ognuna, senza assagiarle, con poche parole, ci descrisse pregi e limiti. Pensai subito che un giorno avrei voluto diventare come lui. - I master slow food e le serate con il grande Valerio Chiarini, la sua sapienza, il piacere di fargli da aiutante. Le sue battute fulminanti: "La definizione di grandissimo vino: Lo aprite. Lo assaggiate. Vi gurdate intorno e dite: che ca..o ho invitato a fare tutta questa gente!!!"
RispondiPatrizia Saiola
circa 13 anni fa - LinkBuongiorno a tutti,il mio incotro con il vino avvenne tanti anni fa quando ero ancra bambina, regalarono ai miei una bottiglietta di vino dolce molto molto carina. Mia madre la mise in vetrina dimenticandosela o almeno è quello che credevo. Forse non fui io a fare il primo approccio ma lui, visto che tutte le volte che pasavo di li ero come attratta. Assaggiai quel nettare dolce e vischioso non riuscendo più a staccare la bocca, mi sentii pervasa da un piacevole ed esilarante formicolio pensai ad una pozione magica.Oggi amo il vino soprattutto per questa sensazione piacevole che più o meno tutti mi trasmettono, lo studio e l'averne assaggiati parecchi di svariate tipologie mi permettono una razionale valutazione,ma ancora oggi lo ritengo magico,inizialmente non bado mai all'etichetta voglio pormi nel modo più semplice possibile lasciare che sia lui a trascinarmi in viaggi territoriali attraverso colore,olfatto e gusto, che sia prima lui a parlami ed emozionarmi.
Rispondimassimo sacco
circa 13 anni fa - LinkPrimi approcci al vino ; parecchio tempo addietro quando a Londra lavoravo come commis de salle. Un giorno quando fui assunto, in un reputato old style hotel londinese, per un periodo di quattro mesi abbiamo fatto training session, infatti l'Hotel riapriva dopo una chiusura per restauri e voleva essere al top, e diverse di quest'ultime erano dedicate al vino. A farci da "maestro" era lo Chef Sommelier ( diventato dopo qualche mese anche Master of Wine) di nazionalità francese e naturalmente l'argomento più "cliccato" erano i vini francesi. Ho iniziato ad appassionarmi a quella bevanda misteriosa ed affascinante e difatti dopo qualche mese lo stesso hotel mi ha pagato la prestigiosa scuola sul vino WSET ed io ho iniziato a lavorare come sommelier. Ricordo ancora la carta dei vini con circa 2500 referenze e bottiglie francesi e di Porto molto vecchie. Lì avevo assaggito dei Bordeaux del 1945 senza purtroppo riuscire a capirli!!! Quando si hanno i denti non si ha il pane...
Rispondimassimo sacco
circa 13 anni fa - LinkPrimi approcci al vino ; parecchio tempo addietro quando a Londra lavoravo come commis de salle. Un giorno quando fui assunto, in un reputato old style hotel londinese, per un periodo di quattro mesi abbiamo fatto training session, infatti l'Hotel riapriva dopo una chiusura per restauri e voleva essere al top, e diverse di quest'ultime erano dedicate al vino. A farci da "maestro" era lo Chef Sommelier ( diventato dopo qualche mese anche Master of Wine) di nazionalità francese e naturalmente l'argomento più "cliccato" erano i vini francesi. Ho iniziato ad appassionarmi a quella bevanda misteriosa ed affascinante e difatti dopo qualche mese lo stesso hotel mi ha pagato la prestigiosa scuola sul vino WSET ed io ho iniziato a lavorare come sommelier. Ricordo ancora la carta dei vini con circa 2500 referenze e bottiglie francesi e di Porto molto vecchie. Lì avevo assaggiato dei Bordeaux del 1945 senza purtroppo riuscire a capirli!!! Quando si hanno i denti non si ha il pane...
Rispondigionni1979
circa 13 anni fa - LinkUn Nobile di Montepulciano ( Crociani ) annata non pervenuta ( a quei tempi il vino era o rosso o bianco, figuriamoci se stavo a guradare l'annata) Servito in riva al lago Trasimeno dal cugino della mia ex ragazza... Avevo 18/19 anni e riuscii a berne un bicchiere, cosa che a qual momento non ero mai riuscito a fare con un vino rosso, se non per prendere una sbornia dichiarata. Dopo anni di torture di galestro capsula viola o corvo, mi è sembrato di bere ambrosia!!!! Da lì il viaggio è stato lungo e tempestoso, ma adesso sono un sangiovesedipendente felice e assetato!!!
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkBuonasera. Capisco che abbia molta poca rilevanza ma giusto per rendere omaggio ai due produttori Tocai Ronco della Chiesa di Borgo del Tiglio (annata imprecisata circa 20 anni fa) Brunello di Montalcino Riserva 1990 de Il Colle Buona serata.
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