Vinitaly 2011 | La Route 66 degli assaggi di Puglia

di Antonio Tomacelli

Verona, trentadue gradi all’ombra e non sentirli: qual è il trucco? Semplice. Nel padiglione Puglia l’aria condizionata c’è e lotta insieme a noi che siamo in caccia di conferme e piccole novità. Complice il clima mite, è bastata una mattinata  per una bella ricognizione che inizia da nord con qualche nero di Troia, prosegue nel tarantino con i primitivi e si ferma nel Salento con un paio di big e una bella sorpresa.

Nero di Troia Igt 2006 Puer Apuliae – Cantine Rivera: Irriconoscibile. Rispetto alle prime annate, quando il bimbo di Puglia era un energumeno possente e legnoso, il cambio di passo è evidente. La ciccia c’è ancora ma è fresca, acida e finalmente bevibile con il lampone a tratti floreale che corteggia il naso. Il tannino è importante, quasi provocatorio e senza le piacionerie del passato. Finale croccante, salino e abbastanza lungo.  Pensare che non mi era mai piaciuto un granchè. 84

Nero di Troia Igt 2008 – le vigne di Rasciatano: Naso e bocca cedono di schianto sotto i colpi inferti dalla triade mora-cioccolato-liquirizia che si disfano in un brodo di fernet. Inutile cercare rifugio nel tannino: Moio, l’enologo aziendale, gli ha dichiarato guerra anni fa e intende vincerla, costi quel che costi. Fossi in vena di complimenti lo definirei “pesante”, ma oggi non è giornata. 78

Nero di Troia Igt 2008 Il Nerone – Cantina La Marchesa: Piccoli frutti rossi e fiori per un bouquet che ricorda tanto la borgogna. Esagero? Neanche un po’ e la conferma arriva all’assaggio. Tanta polpa, acidità millimetrica e il bicchiere vola via che è un piacere. Il tannino è di velluto damascato, da vera Marchesa! 85

Primitivo di Manduria doc 2007 Sessantanni – Feudi di San Marzano: Tanta, troppa barrique per chiunque e, my two cents, tutto legno americano. Il chiodo di garofano e la noce moscata coprono un liquido denso e scuro che forse, un tempo, fu vino primitivo. Classico vino da masticazione lenta e difficile, col rischio che vi resti un truciolo nei denti. La somiglianza con certi Zinfadel Californiani è imbarazzante, come la sua bevibilità. 80 (troppi?)

Primitivo di Manduria doc 2009 Es – Gianfranco Fino: Una sola definizione: commovente. Gianfranco Fino è riuscito nell’impresa impossibile: migliorare ancora un vino quasi perfetto. Ora Il legno è solo un sospiro, il dominio sull’alcol totale e il residuo zuccherino è appena percettbile. Spazio alla goduria, dunque, e a una bevibilità senza pari. 94

Primitivo Igt 2008 Artas – Castello Monaci: Le note di assaggio potresti copiarle dal “manuale del perfetto primitivo” e l’Artas, come al solito, impressiona per eleganza e finezza. Prugna in confettura rifinita da una nota di fieno appena tagliato piacevolissima e rinfrescante. Attacco leggermente zuccherino, poi tanta polpa, cioccolato e finale rinfrescato da una bella scossa asprigna. Il tutto senza mai essere sopra le righe. 90

Salento Rosso Igt 2007 Nero dei Conti Zecca: non è un bel momento per il Salento e le ultime annate potremmo definirle tranquillamente alluvionali. Il Nero si difende comunque alla grande e strappa un applauso per quella ciliegia rimasta in punta di lingua e per una bevibilità notevolmente migliorata. Gli serve solo qualche mese di bottiglia e poi sarà perfetto. 85+

Salento Rosso Igt 2006 Piromafo – Valle dell’Asso: Il Piromafo è sempre un bel bere, anche nelle annate più difficili e bagnate. Questo 2006 è carnoso, caldo e speziato senza accusare gli effetti dell’ossidazione. Vino senza spigoli che scivola via in scioltezza e con un filo di salinità. Diverso l’assaggio dell’annata 2000, baciata dal sole e dalla fortuna. Fossi chi so io gli rifilerei tre bicchieri senza battere ciglio. Mi limito a un meritato 82 per il 2006 e a un portentoso 90 per il 2000.

Salice Salentino doc Riserva 2007 – Vecchia Torre: È la cantina sociale che in cuor mi sta: precisa, costante e affidabile nel tempo. Sarà che troppe ne ho viste arrendersi al secondo imbottigliamento mentre Vecchia Torre è sempre lì, anno dopo anno, che sforna ottimi vini ad un prezzo commovente. Il Salice Salentino Riserva (8,00 euro!) è il classico capolavorino da tenere a portata di mano per ogni occasione. Naso dolce di frutta e cannella e palato fresco, piacevole che ricorda le more un po’ asprigne. Cosa vuoi di più dalla vita? 82

Negroamaro Salento Igt 2009 Renata Fonte – Libera Terra: Renata Fonte ne sarebbe felice: vigne confiscate ai malavitosi e un vino che riscalda il cuore e la mente. Naso terroso e speziato prima di un sorso affilato, tannico e robusto. Nelle mie note c’è scritto “C***o, che bel vino”. Non devo dire altro. 84



avatar

Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

20 Commenti

avatar

Tommaso Farina

circa 13 anni fa - Link

Piromafo sensazionale in invecchiamento.

Rispondi
avatar

Cristina

circa 13 anni fa - Link

Adoro INTRAVINO! peccato nn sono d'accordo con il commento su RASCIATANO. Fantastico NERO DI TROIA ragazzi direi imperdibile!assaggiatelo ancora!!!!!Ciaooooo

Rispondi
avatar

Gian Michele Porro

circa 13 anni fa - Link

quasi quasi allora lo commercializziamo come "digestivo amaro"!!!! Moio intanto sta preparando l'armatura per l'ultima battaglia contro i "tannini". L'Armata Rasciatano

Rispondi
avatar

antonio tomacelli

circa 13 anni fa - Link

Fuor di battuta: amici competenti me ne hanno detto un gran bene e quando l'ho assaggiato ho avuto il dubbio che la bottiglia fosse aperta da troppo tempo. Ho chiesto di cambiarla e mi è stato risposto che era stata appena stappata. Detto questo, restano intatti i miei "pregiudizi" sul Moio Style: il vino dovrebbe assomigliare un po' più al terroir e po' meno all'enologo, credo.

Rispondi
avatar

Beniamino D'Agostino

circa 13 anni fa - Link

salto di palo in frasca, non ho bevuto questo, ma proprio oggi il rosato di Rasciatano, per me oggi il miglior rosato di Puglia insieme al mitico Girofle!

Rispondi
avatar

Vittorio Cavaliere

circa 13 anni fa - Link

La soggettività del gusto viene prima di tutto,però condannare Luigi Moio mi rimane estremamente difficile,la sua preparazione ed il metodo di insegnamento lo rendono un grande a livello mondiale,mi riprometto di riassaggiare il vino in questione e spero di confermare che lo stile Moio non è facile da imitare. A scanso di polemiche proprio perchè mi manca la prova tangibile con questo mio intervento non intendo assolutamente mettere in dubbio la buona fede e la competenza dell'assaggiatore.

Rispondi
avatar

Antonio Tomacelli

circa 13 anni fa - Link

Al di là del vino in questione, resta una considerazione da fare: io considero "bravo" un enologo quando lascia piena libertà di espressione al vino. Già il fatto che si parli di "Stile Moio" a me, francamente, mette i brividi.

Rispondi
avatar

Vittorio Cavaliere

circa 13 anni fa - Link

Ribadisco non ho alcuna intenzione di polemizzare,la stima che porto per Moio però mi obbliga ad esprimere un mio pensiero che ovviamente può essere dissentito.Il prof.Moio ritengo abbia fatto degli studi sull'Aglianico e il Nero di Troia che rappresentano la migliore espressione scientifica,non si può con facilità non tener conto quanto impulso positivo abbia portato all'enologia meridionale e non solo,quando mi riapproprio della citazione"Stile Moio" lo faccio senza pregiudizi e con la consapevolezza che è vero che i vini prodotti da Moio sono riconoscibili,ma in senso positivo perchè riesce a valorizzare le uve come pochi,i suoi studi sui varietali sono ineccepibili,personalmente è stato il primo ad enfatizzare che ogni uva deve essere vinificata secondo le sue potenzialità,anzi seppur con garbo si è dissociato dagli enologi che fanno i vini con la stessa tecnica e non tengono conto che ogni uva necessita di cura e premura diversa.Per non dilungarmi oltre ed evitare un trattato,concludo,apprezzo molto i vini di Moio ma non condanno chi non li apprezza,vale sempre la regola ,prima di tutto la soggettività del gusto.

Rispondi
avatar

Daniele Sala

circa 13 anni fa - Link

Assolutamente meraviglioso il: Primitivo di Manduria doc 2009 Es – Gianfranco Fino è stato l'ultimo vino che ho degustato nel mio viaggio di quest'anno al Vinitaly...e dopo di lui mi sono rifiutato di assaggiarne altri....tanto era la soddisfazione di aver nel bicchiere (ed in bocca) un vino assolutamente strepitoso. Fantastica la maestria con cui si sono riusciti ad equilibrare i 16.5% di alcol....con una morbidezza che avvolge il palato come un vellutato nettare. Ad oggi è sicuramente fra i migliori 3 vini che io abbia mai degustato!

Rispondi
avatar

patti

circa 13 anni fa - Link

e Agramante di Paolo Perilli non credete che meriti un cenno?

Rispondi
avatar

Beniamino D'Agostino

circa 13 anni fa - Link

Manchiamo completamente in questa rassegna, sarà stata colpa della nostra assenza dallo stand Puglia e dalla nostra presenza nello storico pad. 7? Vedo che mancano pure quisquiglie come Candido, Vallone, De Castris ed appunto noi Botromagno, tutti allocati da una ventina d'anni nel 7. fateci sapere ragazzi ;-))

Rispondi
avatar

antonio tomacelli

circa 13 anni fa - Link

Beh, non è certo una rassegna esaustiva e di vini pugliesi ne parliamo spesso. Ti confermo che gli assaggi si riferiscono al pad Puglia ma nel 7 ci sono stato ed era bollente già da mercoledì :-) Se vai de prescia trovi un tasto "invio campioni" sulla destra dell'homepage, oppure ci si ritrova alla prossima occasione (sono pugliese, non sarà difficile) P.s.: quando sento qualcuno che chiama "quisquilie" la Cantina Candido, metto mano alla pistola ;-)

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Concordo sulla cantina Candido e in generale su tutto il post, che ha messo in evidenza realtà forse un poco meno conosciute a chi la Puglia non la bazzica tanto spesso. Tomax, quando parli e scrivi di casa tua diventi umano.

Rispondi
avatar

Beniamino D'Agostino

circa 13 anni fa - Link

Quisquilie e Pinzellacchere, pensa te che a me nel biberon mi mettevano il Duca d'Aragona

Rispondi
avatar

Paolo Cantele

circa 13 anni fa - Link

Giusta la tua osservazione Beniamino. Proprio per questo...cosa aspettate ad entrare nel padiglione Puglia?? ;-)

Rispondi
avatar

Luigi Di Tuccio

circa 13 anni fa - Link

condivido! abbiamo anche uno dei padiglioni più belli di tutta la fiera, quest'anno era l'unico in cui funzionava l'aria condizionata ed è stato molto ben frequentato in tutti i giorni della fiera.

Rispondi
avatar

Beniamino D'Agostino

circa 13 anni fa - Link

ci saremo presto, ma capiscimi amico mio come rinunciare a cuor leggero al 7 dopo 20 anni esatti?

Rispondi
avatar

enzopiet

circa 13 anni fa - Link

Tutti gran bei vini. Non ho assaggiato il Nero di Rasciatano al Vinitaly anche se lo trovo sempre un ottimo rappresentante della categoria. Sul Puer sono troppo di parte ed è meglio che mi taccia. Dico solo che, a mio avviso, si migliora di anno in anno. Del resto chi ha preso parte alla minidegustazione verticale organizzata dagli amici dell'Onav nel Pad. della Puglia non può che confermare. La descrizione de Il Nerone fatta da Tomax mi ha portato ad ordinare subito una boccia. Lo ammetto, appena leggo Borgogna non capisco più nulla. Ti dirò, caro il mio Tomacelli. Primitivo: mai trovai più azzeccati tali punteggi... Detto in altre parole più assaggio più non ci vengo a capo. Di Es berrei da solo una bottiglia intera mentre del Sessantanni nemmeno mezzo bicchiere. E non perchè Gianfranco&Simona Fino sono due persone fantastiche e quelli dei Feudi (che nemmeno conosco!) poco simpatici. E' che trovo quel vino molto lontano dai miei gusti personali. E' "troppo" in tutto. Ma ripeto, è solo una questione di gusti personali. Rispetto il lavoro dell'azienda e di chi ha contribuito a far conoscere nel mondo la DOC Primitivo di Manduria ma trovo il Sessantanni di difficile bevuta. Spero solo che Luca Maroni non legga questo blog !!! :) Salento: il Nero e il Piromafo sono due grandi classici che a prescindere dalle annate difficilmente sbagliano. Vecchia Torre ricordo di averlo bevuto solo una volta tempo fa mentre Renata Fonte Libera Terra non l'ho mai bevuto. Provvederò... Mi permetto di aggiungere che nell'altra miniverticale, quella sul Negroamaro, organizzata sempre da Scivetti&company, abbiamo assaggiato Patriglione, Teresa Manara e Divoto in 3 annate diverse. Alcune degli anni novanta. Il Patriglione del '99 e il Divoto addirittura del '93. Erano quasi tutti mediamente perfetti. Con una finezza ed un'eleganza che mai assoceresti ad un vino pugliese. A conferma del fatto che i vini del sud non sono solo polpa, frutto e alcool.

Rispondi
avatar

Firebad

circa 12 anni fa - Link

Un altra azienda vinicola interessante nel salento è la Terre di Guagnano una piccola azienda ma che sicuramente farà parlare di se per i suoi prodotti... :)

Rispondi

Commenta

Rispondi a Luigi Di Tuccio or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.