St. Michael Eppan | In Alto Adige la qualità è un obbligo
di Andrea GoriMolti conoscono la cantina sociale di St. Michael eppan soprattutto per la linea Sankt Valentin che ha infuocato e reso indimenticabili tante serate in in compagnia (il famoso “vino di San Valentino”). Alla guida di questa cantina c’è un uomo che bisogna conoscere per ricostruire la storia del vino in questa regione e segnarsi una lezione utile per i prossimi anni, ovvero, la qualità come strada obbligata per il vino italiano. Ecco il racconto della nostra giornata con Hans Terzer, da più di 30 anni alla guida di questa impresa.
Il suo non è un compito banale dato che gestisce i 380 ettari degli oltre 300 produttori conferitori, tutti coadiuvati nel lavoro in vigna, che consegnano l’uva già vendemmiata e scelta dalle singole famiglie. Un sistema sociale prima ancora che enologico, che preserva il paesaggio incentivando la coltivazione di qualità, con un unico meccanismo premiante che funziona. Ed esattamente come in Champagne, la zona dove tali sistemi sono più perfezionati al mondo, il prezzo delle uve arriva a sfiorare i 6 euro al chilo per le varietà più ricercate.
È compito della cantina anche impedire che i contadini vadano dietro alle mode e ai prezzi di mercato finendo col piantare Gewürztraminer dove invece starebbero meglio le mele. La visita alla cantina parte dalla costruzione in stile austroungarico, elegante e moderno allo stesso tempo, ma è all’interno che si respira la storia dell’ultimo secolo, scritta sulle botti e sui corrimano che sono bianchi, quasi barocchi, sulle scale che vanno ai piani superiori dove si riscuoteva e si trattava il prezzo delle uve, più umili e in ferro battuto scendendo verso la cantina.
Pragmatismo e qualità vanno di pari passo anche nelle cantine, che un tempo contenevano vasche enormi da migliaia di ettolitri (per la schiava principalmente) e oggi invece tante barrique e tonneau, essenziali per l’affinamento degli aromi nei vini bianchi sauvignon, pinot bianco e chardonnay, nonchè per i rossi di alto livello come Pinot nero e Lagrein. Sulle botti storiche, stucchi e sculture decorative raccontano in pochi passaggi la storia della cantina: la fondazione con l’aiuto dell’Imperatore d’Austria, le storie di San Michele patrono della città e di Sant’Urbano patrono delle vigne. L’ultima botte mostra i lavori nei campi, la stretta di mano, la remunerazione del contadino e soprattutto l’assaggio dei grandi ristoratori ed enotecari di Bolzano che acquistavano il vino dalla cantina.
La qualità è un’ossessione per Hans Terzer, unita alla ricerca architettonica per unire vecchie stanze a nuove esigenze, ma è l’unica strada possibile al giorno d’oggi per esaltare il territorio su cui si trova ad operare.
Ecco gli assaggi, condotti in una sala ricca di confronti celebri con i quali Hans non smette un attimo di rapportarsi mentre continua a ricevere offerte da tutta Italia per ripetere altrove, ad esempio in Toscana, la magia dei suoi bianchi. Ma Hans è più interessato al Pinot Nero, uva con la quale dice di confrontarsi da poco, nonostante i già ottimi risultati.
Pinot bianco Schulthauser 2011
Fa parte della linea selezione subito sotto la St. Valenctin. Più che un cru, un’area di 20 ettari tra i 400 e i 500 mt. slm, da sempre pinot bianco, presente già nel 1850 grazie al fratello dellìImperatore d’Austria molto appassionato di agricoltura. Nasce da acciaio e legno grande e fa anche la fermentazione malolattica. Al naso è floreale, croccante, con profumi che sanno di fior di pesco, susina, cumino e minerale. La bocca è fresca, di corpo, con finale sapido e fruttato. Molto altoatesino, sobrio ma di sostanza. 83
Riesling Montiggl 2011
Dalla piccola frazione di Monticolo, un vigneto proprio al centro di una foresta con due laghi. Naso pepato e lieve, di pesca gialla e resina. Bocca fine, elegante con residuo zuccherino (7gr/lt) che è perfettamente integrato con l’acidità. Ideale per il pesce crudo . 84
Sanct Valentin sauvignon 2011
Solo acciaio, niente malolattica e una materia prima eccellente. Naso di uva spina, bosso lieve, erbaceo e calcareo finissimo. Bocca elegante, sfaccettata, con finale di pinoli e resina. Dissetante. 92
Sanct Valentin gewürztraminer 2010
Note di rosa ed erbaceo, poi geranio e pesca bianca dolce, lampone in confettura e confetti alle mandorle. Bocca ricca, polposa ma allegra, non prepotente, bel finale. 84
Sanct Valentin St. Michael Eppan weissburgunder 2010
Un anno di legno poi acciaio sulle fecce. Naso con tocco leggero di legno e cannella, cipria, glicine e pesca bianca dolce. Bocca molto sapida anche se un filo scomposta. Finale fruttato ed elegante. 86
Sanct Valentin chardonnay 2007 St. Michael Eppan
Naso gessoso e fruttato, caramella charms agli agrumi, frutta gialla e ginestra. Bocca sapida, minerale e tropicale che si allunga benissimo, divertente da esplorare. Solare. 88
Sauvignon Sainct Valentin St. Michel Eppan 2006
Toni d’incenso, menta, uva spina e peperoni, ramo di pomodoro. Bocca ricca, gessosa, di zenzero e citronella, in equilibrio notevole tra gioventù e cenni appena di evoluzione. Ci rivediamo tra 10 anni. 95
Pinot nero Blauburgunder Riserva 2009 St. Michael Eppan
Da vigneti più vecchi (fino a 10 anni). Il colore è trasparente, esile ma il naso è puntuto, di fragola e ribes rosso con accenni di tabacco. Bocca fresca, immediata. 81
Sanct Valentin pinot nero 2009 St. Michael Eppan
Colore splendido e profumi di frutti di bosco, rabarbaro e liquirizia. . Bocca ricca ancora cupa ma con una struttura bella e penetrante, balsamico. Quasi inconfondibile, eleganza notevole e stoffa da fuoriclasse anche se in realtà è un vero classico di affidabilità. 92
Sanct Valentin Blauburgunder 2002 St. Michael Eppan
Annata ottima in Alto Adige che ha permesso meno macerazione rispetto alle ultime. Il colore è ricco e trasparente, il naso sa di barbecue e peperoni, mirra, frutti di bosco come il mirtillo e le more. Bocca molto meno evoluta, con freschezza impressionante, che sa d’amarena. Finale entusiasmante e sapido, che rilancia in continuazione. 95
Gli assaggi confermano la tensione alla qualità e la ricerca costante per far esprimere al meglio il territorio in una costruzione collettiva che in effetti ha pochi eguali. Un lavoro di anni, perfezionato innovando e applicando tecniche moderne e sperimentando sempre il più possibile. Hans Terzer è ben consapevole di quanto ha fatto ma, dice, non è ancora pronto per finire effigiato su una botte, quindi ne sentiremo parlare e ce lo ritroveremo intorno ancora per un bel po’ da queste parti o, almeno, così speriamo: di personaggi così schietti diretti e pratici ne avremo sempre più bisogno.
16 Commenti
Il Guardiano del Faro
circa 12 anni fa - LinkPeccato, neanche un maturo Pinot grigio nell'elenco, il vino che Terzer forse amerebbe bere stasera, e io pure ;-) Caspita che numeretti per i pinot neri... Urge aggiornamento. Merci!
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkil Pinot Nero è la varietà su cui Hans si è messo di buzzo buono a lavorarci da qualche anno. Secondo me ha trovato una strada molto promettente che nel 2002 forse aveva intravisto (e non era difficile fare un grande PN nel 2002 in alto adige) e che ora sta mettendo in pratica Peccato per i Grauburgunder in effetti...
Rispondisuslov
circa 12 anni fa - Linkmah 95 per un pinot dell altoadige mi sembra un po' esagerato ... e anche il voto al sauvignon sankt valentin mi sembra moooooolto generoso ...
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkribadisco la relatività dei miei punteggi...per me 100 significherebbe in questo caso il massimo possibile per un pinot nero dell'alto adige non per un pinot nero in sè (altrimenti DRC dovrebbe avere 120) Detto questo si tratta anche di un voto dato ad un vino che ha raggiunto uno stato evolutivo eccellente e forse ideale per il consumo quindi secondo il mio parere da bere assolutamente se lo si trova. E lo stesso vale per il Sauvignon...
RispondiNic Marsél
circa 12 anni fa - LinkPerò, tolta la linea Sanct Valentin, le tue valutazioni (in centesimi) non sono proprio esaltanti.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkin effetti la "seconda linea" è bel al di sotto della linea Sankt Valentin ma lo sono anche i prezzi e allora il discorso cambia. Fermo restando che vini tra gli 80 e gli 85 punti si bevono eccome!!!
RispondiCostanzo D'Angelo
circa 12 anni fa - LinkIl Friuli ha smesso di essere padrone del mercato bianchista quando in Alto Adige si sono decisi che fosse arrivato il momento di vendere vino sotto Bolzano e fuori dalla cerchia germanica. Fortunatamente per noi. E Hans Terzer è davvero persona straordinaria.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkbravo Angelo sono d'accordo con te che il Friuli si è un poco addormentato ed è stato preso di sorpresa dall'Alto Adige, meno male che esiste anche il Venezia Giulia che ha tirato fuori assi nella manica niente male
RispondiCostanzo D'Angelo
circa 12 anni fa - LinkAndrea, indubbiamente. In quanto a soldoni però non li batte nessuno. Da quelle parti tanto vuoi spendere (secondo l'offerta che vuoi dare) tanto hai da guadagnare. Difficilissimo che capitino cose mediocri, sui bianchi in particolar modo. Altrove, non solo in Friuli, sotto certe cifre non ci si sta proprio se non per vini "qualunque". Poi ci si può accapigliare sulla loro "tipicità", "unicità", ma che ben vengano vini così puliti e dal rapporto prezzo/qualità quasi sempre infallibile. Un abbraccio.
RispondiRoberto Anesi
circa 12 anni fa - LinkIo credo che il cambiamento nell'indirizzo di consumo dei vini in generale abbia portato ad un maggiore apprezzamento dei vini delle mie zone, sempre freschi, sapidi e minerali, a discapito dei vini del FVG che invece mettono in mostra spesso più i loro muscoli che non la loro eleganza. Questa è la mia idea...
RispondiLuka B.
circa 12 anni fa - LinkAbito in FVG e precisamente nella Venezia Giulia ;) Devo dire che sono abbastanza d'accordo. Qui i muscoli non mancano mai e l'eleganza comincia a mancarmi...
RispondiRoberto Anesi
circa 12 anni fa - LinkMi piace tantissimo il Costanzo d'Angelo.... è una licenza poetica???? Ci stiamo elevando eh... ;-)
RispondiFlachi10
circa 12 anni fa - LinkPremettendo di non aver preso alcuna stecca dalla cantina, qualche mese fa festeggiando ho stappato con amici un Cabernet Sauvignon Sanct Valentin 1999 e vi giuro che era di una bonta' commovente. Insieme abbiamo bevuto uno Chateau Duhart-Milon Domaines Barons de Rothschild 2001 e il francese e' uscito con le ossa distrutte, manco rotte.
RispondiCarmelo Limpio
circa 12 anni fa - LinkGrandi degustatori.
RispondiLuigi Di Tullio
circa 10 anni fa - LinkAnche noi DI ShopOnWine apprezziamo l'eleganza e l'eccellenza di questa cantina, un vero fiore all'occhiello Presto inseriremo la linea di vini Saint Michel Eppian sul nostro sito [cut] mio cugino mi ha detto che lo spamme è antipatico. [F.]
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