Riflessione banalissima sui vini morbidi
di Alessandro MorichettiDue occasioni diverse, medesimo il risultato. Feste di Natale, cene varie in famiglia e con amici meno strippati di voi che se non sentite acidità e tensione date di matto. Se per noi qui nel circoletto della bottiglia il mantra ormai parla di acidità e secchezza quali prerogative di una bevuta fluida e continua, uscendo dal confine il mondo parla d’altro ed è giusto ricordarsene.
Il mio panel di riferimento da ormai molti anni non contempla solo espertoni ma una serie ampia di soggetti: mia mamma, Armando Castagno, me stesso però fra tre anni, tutti i sommelier, Claudia Donegaglia e il mio cliente potenziale. Tenetelo a mente, questo elenco, perché ricorrdarlo davanti a una bottiglia potrebbe tornarvi utile.
Insomma, eravamo davanti a una bottiglia di Ferrari Perlé 2010 col mio amico a cena e mi è piaciuta parecchio. Avvolgente quanto basta e con quell’odore bello di pasticceria delicata: “Ne berrei anche più di quel Satèn di Barone Pizzini che mi hai venduto”, fa il mio amico. Chiedo perché: “questo è più morbido, invita a berne di più”. Ferrari Perlé 2010 non è un vino morbido, lo sappiamo, ma con quel termine si intende comunemente quella certa rotondità degli spumanti Brut che avvolge e conforta, non stressa le papille anzi le accarezza.
Discorso analogo, questa volta a casa mia, con un paio di bottiglie di Prosecco prese in bottega: “Buono quel vino col fondo, ma questo (un Extra Dry, ndr) lo bevo più facilmente”.
Nel mentre, incrocio la bacheca di Fiorenzo Sartore e tutto diventa più chiaro.
Laddove l’iper appassionato si esalta, spesso fuori misura, per acidità violente, incalzanti e senza contrappunto, aizzato dalla vulgata secondo cui il vino buono deve essere “acido”, il bevitore più disinvolto e senza preparazione specifica trova più allettante quella sana delicatezza soffice che bilancia. E spesso ha ragione lui.
14 Commenti
Stefano Cinelli Colombini
circa 6 anni fa - LinkSe andate in Canada, dove è obbligatorio esporre sullo scaffale sia la % di alcol che quella degli zuccheri non svolti, avrete delle sorprese; tantissimi dei vini che stanno facendo tendenza sono dal 6% di zuccheri in su. Tanti in Italia nascondono questo dato, ma una bella fetta dei "vinoni" che hanno primeggiato nelle guide degli ultimi anni hanno percentuali di zuccheri importanti. É facile scambiare gli zuccheri per struttura, anche molti degustatori ci cascano.
Rispondiluis
circa 6 anni fa - LinkNon sono certo gli zuccheri ha rendere più "bevibile" un vino, ma sicuramente una certa rotondità gliela danno. E questo, ai palati meno avezzi a certe acidità, piace. Anzi, visto che il palato funziona per tutti alla stessa maniera, questo piace a tutti. Dopodiché diventa una questione di gusti personali, ma quante volte ci è capitato di avvicinarci ad un vino con diffidenza perché "sulla carta" troppo piacione e poi scoprire nel bicchiere che ci piaceva davvero?!? La rivoluzione dei vini naturali (?) ci ha fatto riscoprire acidità che erano oramai relegate ai vini casalinghi dello zio ottuagenario ed ha elevato a valore gastronomico rusticità che l'enologia ufficiale aveva bandito da tempo. Tutto questo ha modificato il nostro palato? Ovviamente no, ma ha ridisegnato almeno in parte i canoni di giudizio critico del vino. Però, ed è un però bello grosso, la stragrande maggioranza della gente quando beve cerca la piacevolezza. Una piacevolezza immediata che gratifichi. E cosa di meglio di un po' di zucchero?
RispondiStefano
circa 6 anni fa - LinkInsomma, siamo alla contro-contro-tendenza... E in effetti secondo me la sfida oggi ė trovare un buon vino tra quei vinoni superalcolici e marmellatosi che non sono affatto scomparsi
RispondiDC
circa 6 anni fa - LinkSecondo me non è per la morbidezza che preferisce Ferrari Perle a Barone Pizzini! ;) Anche perché a memoria il Saten di Barone Pizzini è più morbido... o molle?
Rispondivocativo
circa 6 anni fa - LinkAnche a me la maggiore morbidezza di Ferrari Perlé rispetto al Satèn di Barone Pizzini non torna affatto... I dati di acidità fissa e tasso zuccherino, a meno di clamorose smentite, direbbero esattamente il contrario.
RispondiGigi
circa 6 anni fa - LinkCredo che il concetto sia giusto ma l'esempio del Ferrari Perlé non sia appropriato e andrebbe affrontato in un post dedicato al pregiudizio più che al gusto
RispondiSimeone
circa 6 anni fa - LinkVabbè ma è il segreto di Pulcinella, il dolce vince sempre, dagli spumanti ai grandi rossi. Non si spiega altrimenti l'assurdo ritorno di moda dell'Amarone e del successo dell'extra dry (che cerco di spiegare a tutti i miei amici bevitori della domenica che non sta per "più secco" del brut ma il contrario) Cmq il problema è che non solo i vini piacioni, spesso dei cattivissimi e mefistofelici grandi produttori, sono i soli ad avere rsidui zuccherini da dialisi immediata. Basta fare qualche analisi in laboratorio e si fanno delle interessanti sorprese anche con vini di integralissimi produttori senza macchia. E senza acidità importanti a bilanciare sia chiaro.
RispondiMarco
circa 6 anni fa - Link"assurdo"???
RispondiSimeone
circa 6 anni fa - LinkCome bevitore per me è "assurdo" che la gente preferisca un Amarone a un Barolo a parità di spesa,. Ma la situazione è questa. Poi per carità ci sono Amarone fatti bene e Amarone fatti male con solo residuo e alcool, e lo stesso per i Barolo. E' proprio il palato che è virato sul facile e sul dolce che vince sempre. Poi ripeto, giudizio prettamente personale. Una decina di anni fa anche in mercati a cui piacciono i vini con bei residui zuccherini, l'Amarone si vedeva poco, poi da tipo 6/7 anni è ritornato in auge, ecco perchè scrivevo (per me sia chiaro) assurdo.
Rispondibieraggio
circa 6 anni fa - Linkforse dico forse a parità di spesa è piu facile apprezzare un amarone che un barolo. io un barolo da 30 euro non lo trovo così godurioso come un amarone da 30 euro. mi lascia qualcosa in piu l amarone... poi oh...
RispondiDC
circa 6 anni fa - LinkIl discorso va nella direzione giusta ma sono i due vini presi come esempio che sono sbagliati. Non c’e Bisogno di dividere in categorie tra esperti o meno.. a chiunque piace di più Ferrari Perle rispetto a Saten di Barone Pizzini ma non perché sia più morbido o con maggior bevibilità. Semplicemente perché è più buono. E non di poco.
RispondiGigi
circa 6 anni fa - Linkquoto
RispondiStefano De Santis
circa 6 anni fa - LinkSarà pure che 'sti vini super acidi e tutte durezze hanno un po' rotto? Io, comunque, divido i vini in quelli che mi piacciono e quelli che non mi piacciono e stop.
RispondiFrancesco
circa 5 anni fa - LinkEccezionale Ferrari Perlé! Elegante e fruttato…lo adoro! Accompagna da sempre le mie occasioni speciali e le serate tra amici. Mi piace stupire i miei invitati accogliendoli con una bottiglia di spumate Ferrari Perlé abbinata a piatti preparati da me. In vista di una delle prossime cene ho acquistato qualche bottiglia su www.mywinestore.it un’enoteca online dove trovo un’offerta ben fornita.
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