Relax | Whisky Ardbeg Ten Years e sigaro Griffin’s Maduro Toro

di Terry Nesti

Immagine 3Pensateci un secondo: ci sono cose che potremmo perdere da un momento all’altro e non ce ne rendiamo nemmeno conto. Tutte le belle (e buone) tradizioni portano in sé il germe della propria scomparsa, ci vogliono amanti e appassionati per poterle salvare e il whisky che sto per degustare ne è un esempio. Ardbeg Distillery è sul bordo meridionale dell’isola di Islay, circondata da mari perigliosi e snervata da forti venti, che temprano il carattere di questo malto. Come il suo più famoso concittadino Port Ellen (ormai purtroppo introvabile se non a cifre assurde) l’Ardbeg è probabilmente uno dei più torbati single malt che mai abbiate potuto incontrare.

Ma se dal bicchiere affiorano feroci sentori fenolici, in bocca il whisky ha invece un corretto bilanciamento e una impronta di finezza impressionante. Dal 1979 al 1996 ha subito numerose vicissitudini finchè Glenmorangie Plc ha acquistato la distilleria nel 1997 per circa 10,5 milioni di Euro. I nuovi proprietari hanno ripreso la tradizione di produrre un malto molto torbato e unico nel suo genere. Tutta la produzione viene venduta come single malt (cosa piuttosto insolita nel mondo del whisky). La caratteristica odorosa dei distillati della Ardbeg è dovuta all’essiccazione del malto, effettuata con fuoco di torba.

Altro componente indispensabile è l’acqua, attinta dai vicini laghi di Arinambeast e Uigeadale. Scendendo attraverso molti strati di rocce, l’acqua deposita per gradi il proprio contenuto di calcio, guadagnando così caratteristiche perfette per la distillazione. La bottiglia in questione è l’Ardbeg 10 anni, il prodotto base della distilleria,che  nel bicchiere appare di un bel oro chiaro Al naso, l’aroma è un mix di toffee mescolato con cacao, cannella e spezie, ma quello che ci assale per primo sono le note di medicinale (Iodio?). E’ presente anche una certa acidità e freschezza che poi svanisce in un odore di caffè.

Cosa ci abbiniamo? La mia scelta cade sull’ultimo domenicano rimasto nel mio Humidor,  il Griffin’s Maduro Toro.

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Bello subito all’aspetto, tradisce una certa opulenza: la fascia pingue è rastremata da venature appariscenti, il naso si inebria dell’odore di legni dolci. All’accensione è perfetto liscio e omogeneo (ho ricordi ben diversi di questo sigaro ed è una piacevole sorpresa), la bocca si allappa leggermente con striature ossimoriche di cacao in polvere e cedro, pepe e canna da zucchero. Il sigaro in Italia è distribuito dal marchio Davidoff, l’uomo che ha creato i sigari riserva (Chateau Margaux e Latour non solo solo vini!), colui che ha portato la cultura del fumo in Europa (il suo negozio di Ginevra è una goduria per i sensi e per lo spirito).

E’ il momento di far conoscere i promessi sposi, il whisky scende, purifica e deterge il peccato originale: una dolcezza moderata e pulita viene rapidamente seguita da una boccata di note profonde di torba, con il fumo di tabacco e il segno del caffè espresso per finire verso la melassa e liquirizia. Lo spessore in bocca è lungo e leggermente speziato, il fumo e il distillato si mescolano dando sensazioni quasi solide, verrebbe da masticare!
Una dolcezza fumosa è lasciata al palato come ricordo o preludio di un nuovo pouf.

2 Commenti

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nicola a.

circa 14 anni fa - Link

Da appassionato vorrei ricordare che la fabbrica Ardbeg esiste fin da fine 700, (meritava un cubano? :-) ex covo di contrabbandieri. Terry, oltre alla torba, le note saline di questo eccellente SM non si possono dimenticare.

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davide

circa 14 anni fa - Link

Possiamo tranquillamente dire che da quando e' nelle mani di Glenmorangie (LVMH) la qualità del prodotto e' crollata e che il 10 anni e' forse l'unico imbottigliamento che ha senso ancora comprare a un prezzo accettabile.

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