Mostruosa verticale di Cheval Blanc in 30 annate (e un 1947 finale da 100/100)

Mostruosa verticale di Cheval Blanc in 30 annate (e un 1947 finale da 100/100)

di Redazione

Alessandro Vaudagna è un giovane farmacista torinese col vizietto dei grandi vini, anzi diciamo dei vini mostruosi e inavvicinabili. Lo riportiamo sulla terra così ci divertiamo tutti a leggerlo. L’insulto è libero. Questa verticale è di tre anni fa, eravamo tutti più giovani e inesperti ma cotanto questo ben di Dio non poteva andare perso. [a.m.]

Valle del Reno, lontani e rimpianti anni ’60. Sodalizio tra un ricco imprenditore e un intraprendente appassionato di vini: entrambi tedeschi ed entrambi spinti da una tannica e sanguigna passione comune: i vini di Bordeaux. Decenni di amicizia, trascorsi a degustare e collezionare, un gioco da ricchi. Tutte le annate dei migliori Grand Cru Classé, setacciando in lungo e in largo sentieri ricchi di mito dall’Haut-Médoc, fino giù nelle polverose Graves. Negli anni ’60, quando ancora questo era un lusso di pochi e quando ancora erano possibili certi affari. Per più di 40 anni, come formichine operaie silenziose, accatastarono migliaia di tesori al prezzo dei Beaujolais, finché un bel giorno, decisero di fare fortuna e riversare sull’umanità, anno dopo anno, goccia dopo goccia il loro patrimonio.

Hans B. Ullrich, tutt’ oggi proprietario del Kronenschlosschen Hotel & Restaurant e Jan Paulson, responsabile tecnico di rare-wine.com, ogni anno, da cinque anni a questa parte (ormai sono diventati otto, ndr), si sono inventati il “Raritatenlunch“, ovvero il Pranzo delle Rarità, o meglio ancora, il Pranzo dei Lussuriosi.

Restaurant

Margaux, Mouton, Latour, Haut Brion hanno preceduto il “Cavallo Bianco” nel 2014, Chateau Cheval Blanc.

Cal Stamenov, chef stellato tedesco, dirigeva l’orchestra, sussurrando un menu calibrato e mai strillato, anch’ esso subordinato con deferenza alle 30 annate che hanno innaffiato i palati di venti crucchi voraci e assetati e per nulla intimiditi. Io ero l’unico italiano presente, l’unico che non capiva il tedesco, l’unico sotto i 35 anni.

Mai antipasto fu più interessante e didattico, ovvero aver organizzato, la settimana prima del Raritatenlunch, una degustazione di cinque tra i migliori Gran Cru Classé della gloriosa annata 90 (Margaux, Beausejour, Montrose, Haut Brion, Leoville Las Cases), vini meravigliosi ma ancora in tenera età, ben lontani dal loro picco di massima espressione.

Questo mi è servito da lezione per collocare di diritto i vini di Bordeaux sul gradino piu alto del podio della terziarizzazione e solo dopo aver assaggiato i migliori esempi dei gloriosi anni ’50/’60 posso consigliare a chiunque di dimenticare in cantina e di non bere i Bordeaux prima del 2050!!

Istruzioni per l’uso: i vini provengono tutti dalle cantine private dei due amiconi sopracitati, sono stati aperti, decantati e rimessi in bottiglia due ore prima del pranzo.

Serviti a gruppi di 5 vini divisi in sei flights, in ordine diverso da quello cronologico. Alcune bottiglie non sono state punteggiate ma solo descritte.

 

Flight 1: VERGINEA PUBERTA’

2003
Rubino aranciato. Legno cremoso e sbuffetti di eucalipto.
Al naso si percepisce l’annata calda e arida. Bello il corpo, acidità bilanciata e tannino quasi amalgamato.
Praticamente buono da bere adesso. 93

2000
Rosso rubino violaceo scintillante, pieno, materico.
Giardino di mirtilli e amarene, molto sensuale e quasi invadente. Si avverte poco il legno rispetto al 2003.
Bocca scura, vino mascolino, tannino rotondo, un magma primario ingabbiato che sarà pronto a esplodere tra almeno 20-30 anni.
Al momento non lo comprerei né sceglierei di berlo.
In previsione, tra 50 anni, potrà arrivare ai vertici. 91

1996
Rubino già con unghia aranciata. Naso di fichi e sella di cavallo.
In bocca invece è molto indietro, acidino con tannini vibranti e stridenti.

1995
Opaco, chiuso e compresso. Bocca quasi insignificante, tannino vivace.
Molto indietro e inespressivo.

1994
Rosso aranciato scuro e terroso. Naso chiuso, note eteree, aldeidi, cosmetico e lacca.
In bocca è molto cabernet-style, acidità ovviamente palpabile, ma un bel tocco animale e terroso.
Quasi già buono da bere. Il migliore del flight. 92

 

Flight 2 – LA SPENSIERATEZZA DELL’ ADOLESCENZA
Dal 90 all’ 85 sono anni piuttosto felici e già ottimi da bere. Spiccano il 90 e l’ 89.

1990
Mi ricorda un po’ Montrose 1990. Molto cabernet al naso, molto corpo, liquirizia e spezie dolci che coprono il frutto.
In bocca ritrovi il frutto maturo, sovrastato da un medio palato vegetale splendido, rosmarino e origano.
Il tutto compresso in una cornice molto giovanile che prelude a un picco che si avrà tra molti anni.
Molto buono. 94

1989
Aranciato più evoluto rispetto al 1990. Naso più maturo di frutta cotta, ma ben bilanciato da fresche note balsamiche. Liquirizia diluita e tannino rustico ancora molto sensibile. Con un po’ di aerazione spunta un peperoncino nettissimo, pungente e davvero rinfrescante.
Meno corposo e mascolino del 1990 ma più femminile e suadente. 93

1988
Rispetto al 90 e all’ 89 il naso è più chiuso, monocorde su toni pungenti di spezie.
Tannino rustico e acidità importante, poco armonico. Bella chiusura animale, cuoio e pelletteria vintage.

1986
Bel naso fresco e fine, cuoio dolce e balsamicità gentile su sottofondo animale. Il più femminile del gruppo. Molto merlot-style. Bocca fresca, vegetale, molto beverina. Tannino di pelle e cuoio, un po’ carente di corpo e leggermente annacquato, figlio di un’annata piovosa. 90

1985
Naso complesso ed elegante con molto frutto, liquirizia caramellata, più elegante e meno speziato degli altri. In bocca esce il cabernet e la spezia prende il posto del frutto. Poi foglie di pomodoro verde e toni vegetali. Come il 1986 delude un po’ per corpo e struttura, di nuovo un po’ annacquato.

 

Flight 3 – RONZINI IMBIZZARRITI
I primi anni 80 sono simli agli anni 70, poco corpo, tannini invadenti e poca eleganza

1984
Naso chiuso e poco espansivo. Erba appena falciata e polvere di fieno. Tannino disidratante.

1982
Naso compresso, poi latticino e caramella mou. Poco corpo e tannino ancora sensibile, però piacevole, facile e beverino. Il migliore degli sfortunati primi anni ’80. 90

1981
Conchiglie arenate al porto.
Molto simile all’ 82, un po’ più di corpo e di frutto. Acidità sostenuta e finale amarognolo

1980
Etereo, petali di fiori ammollati, toni balsamici pungenti.
In bocca è piacevole, richiama cibo a gran voce. Tannino un po’ invasivo.

1979
Naso compresso, ricordi di frutta annacquata.
In bocca ha una buona freschezza, rose appassite e tannino più gentile. Poco corpo.

 

Flight 4 – LA DUREZZA
Gli anni ’70 sono forse tra i peggiori dell’ultimo secolo. Poca sostanza e tannini ancora rigidi.

1978
Bel naso, molto Haut Brion: pelle, cuoio, frutta candita, tocchi balsamici. Grande eleganza.
Bocca elegante e ben sorretta dall’ acidità, sapido e lungo nel finale con tannino rotondo e setoso.
Buono Buono. 92

1977
Naso candito maturo, non molto a fuoco. Pentola di asparagi bolliti. Polvere e terra.
In bocca è molto più centrato, liquirizia, cacao e tannino smussato.
Buono! 91

1976
Naso leggero, appena accennato. Soffio di vento dal mare, una passeggiata sulla battigia.
Buona bocca rotonda, medio corpo ma bilanciato, in chiusura torna la salsedine.

1974
Molto simile al 1976, sapido e con poco corpo. Richiede cibo a gran voce.

1973
Mobilio e cassetti abbandonati, foglie umide e poca sostanza.
Una libreria piena di ragnatele.
In bocca mantiene le promesse olfattive, tannino polveroso.

 

Flight 5 – SORRIDENTE MATURITA’
Annate facili, beverine e molto pronte.

1971
Naso diluito, angurie e poco altro. Non è un mostro di corpo e struttura ma è così è buono e facile.
Spezie e sangue, frutto carnoso, turgido, quasi palpabile. Tannino morbido e setoso.
Picnic fugace, primi abbracci tra adolescenti, labbra di fragola e baci rubati.
Da riassaggiare. 92

1970
Conchiglie, mare e sale. Bocca asciugante, sapida. Vino da pasto.
Finale etereo non molto a fuoco con un tocco di legno dolce.

1967
Etereo, un po’ evanescente. Uvetta e canditi. Stanza degli armadi abbandonata della nonna defunta.
In bocca un po’ slavato, poco corpo e acidità ancora verdina.

1966
Rubino opaco e materico. Naso corposo, tutto d’ un pezzo.
Pelle e polvere. Bocca carnosa, calda e suadente, tannino di cachemere.
Finale molto lungo. Bel vino ma non vale i 100/100 di Parker. 91

1964
Naso esplosivo e molto invitante, fresco e netto. Sugo alle verdure.
In bocca è corposo, mascolino, un po’ amarognolo con tannini croccanti.

 

Flight 6 – L’ ECCELLENZA
Negli anni ’50 e ’40, poche annate non sono degne di applausi.
Vini incredibili, per nulla stanchi e di una complessità incredibile.

1961
Notte fonda, impenetrabile con riflessi violacei, quasi nero, un frappè.
Naso strabiliante, concentrato di prugne e cassis. Pura potenza della natura, un tocco di ossidazione e caramello.
In bocca è pazzesco, mai bevuto nulla di simile, liquirizia liquida, marsala e vermouth. Ricorda ogni tipo di digestivo candito che esista sul pianeta.
L’acidità ancora viva bilancia il corpo mostruoso e non lo rende stucchevole.
Finale eterno amaricante di cola, dopo l’assaggio del vino successivo senti ancora in bocca il suo eco che non ti molla più. 96

1953
Naso fresco, così invitante e magnetico. Note animali, stalla, liquirizia, legno dolce e finale pungente di rosmarino e menta: ricorda una gita in campagna su una spider, naso all’insù, calamita nell’aria.
La bocca è avvolgente, rinfrescante, non elegantissima né pulita come il 1990 ma supersexy. Il tannino è una fondina di velluto che avvolge una chiusura tanto precisa e netta di frutta dolce insanguinata.Finale lunghissimo. 95

1952
Il più fresco e giovanile del gruppo. Meno frutti maturi rispetto agli altri, più fiori secchi e sale. Elegantissimo.
Naso esotico di frutti tropicali e basilico. Una meraviglia che richiama l’ estate.
Tannino ancora vivo e finale lunghissimo, un sorriso plastico stampato sulle labbra, elegantissimo di albicocche e fragoline: come succhiare da un capezzolo. Meraviglia della natura. 97

1950
Vino discreto, un sussurro. Cacao e sangue raffermo. Ancora molto frutto cotto, maturo e caldo.
In bocca ha molto corpo, è netto, senza spigoli né picchi. tannino presente e finale di polvere di caffè.

1947
Incredibile come un vino di un millesmo eccezionale in 67 anni possa diventare questa bevanda surreale che ho avuto la fortuna di bere.
Materia aranciata più tenue degli altri del gruppo, terroso e avanzato.
Naso gentile, etereo, marasca sotto spirito e uvetta ammollata.
La perfezione del bilanciamento, caldo, complesso. Poi sottobosco, foglie umide e porcini.
Ci sarebbe da riempire il vocabolario dei sensi, c’ è proprio tutto l’ immaginabile della terziarizzazione.
La sensazione che stravolge è l’etereità con cui avvolge, un calore materico che sbatte sul palato secchiate di frutta cotta, cacao, liquirizia e cola.
Non è corposo e mastodontico come il ’61, ha tanta glicerina e un’acidità ancora in grado di reggere 6 ore nel bicchiere.
Instancabile come solo qualcosa di magico può essere, e un finale infinito di funghi e tartufi.
Sublime, aristocratico e costosissimo. 100

Alessandro Vaudagna

5 Commenti

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vinogodi

circa 7 anni fa - Link

...non mi ritrovo in nessun modo con le note . O molte bottiglie della deg sono state tenute a "beep" , oppure qualcosa non ha funzionato , dai giudizi espressi . Non che Cheval sia un mostro di longevità come Latour oppure Haut Brion ( o Cos D'Estournel) , però alcune annate "classiche" giovani (diciamo entro i 30 anni) non sono così . Non concedendo nulla al concetto astruso di "bottiglie sovraperformanti" quando si hanno ottimi giudizi , credo piuttosto a qualche problema di conservazione o servizio, molto delicato con bottiglie datate. Forse con la 1947 , 1961 (a cui diedi 98/100 in più di un'ccasione) e 1966 posso concordare appieno

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suslov

circa 7 anni fa - Link

tu pensa se devi dare via un rene per sniffare "conchiglie arenate al porto" o "pentola di asparagi bolliti" .....

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Federico

circa 7 anni fa - Link

Forse per te, per loro potrebbe essere come comprare Tavernello al supermercato. :-)

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Radici

circa 7 anni fa - Link

..se però consideri che ha anche succhiato un capezzolo (1952, per chi se lo fosse perso 8-| )

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Daniele

circa 7 anni fa - Link

Sangue raffermo... manco fosse Dracula...

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