Montalcino | Note di color Brunello

di Francesca Ciancio

Montalcino 8Come l’equipaggio del Titanic che abbandonò per ultimo la nave che affondava, i degustatori convenuti a Montalcino per Benvenuto Brunello non si sono lasciati spaventare dalle avverse condizioni meteorologiche abbattutesi sul borgo toscano nel primo giorno di assaggi. Stretti in lungo e largo tra le fila dei banchi, i giornalisti facevano vorticare i calici mentre un vento forza 4 faceva tremare la tensostruttura. Si assaggiavano i 2005 e le riserve 2004 e intanto si pensava: “Reggeranno i tiranti?”. Condivido con voi un po’ delle sensazioni in questo breve video:

Gli impavidi esperti hanno sfidato dio Eolo con fare sprezzante, rimanendo saldi alle loro postazioni. Sarà stata colpa della maledizione di Brunellopoli? O una makumba organizzata dai dissidenti del Consorzio, ovvero quei produttori che non partecipano al rito collettivo dell’Anteprima, preferendo il più intimo ritrovo dell’enoteca Osticcio? Ma a turbare gli animi degli addetti ai lavori non sono state tanto le intemperie atmosferiche, quanto il Brunello di Montalcino 2005. Premiata con quattro stelle, alla prova degli assaggi, l’annata non è sembrata meritare tanto spazio in cielo. Tra i banchetti si sentiva dire “ vini piccoli, con scarse persistenze, bei nasi ma bocche deludenti e dal finale corto”. Altro discorso per alcuni Riserva 2004, puro godimento. Considerazioni e punteggi dettagliati li trovate qui e qui.

Brunello di Montalcino 1967 - az. Camigliano

Brunello di Montalcino 1967 - az. Camigliano

Una grande emozione ilcinese non è mancata. Due Brunello datati – 1985 e 1967 – dell’azienda Camigliano, nome dell’omonimo borgo rurale nella zona sud ovest di Montalcino, hanno offerto scorci su una denominazione uscita non proprio a testa alta dalle anteprime. Il proprietario è Gualtiero Ghezzi, un milanese gentile ed elegante che di notte allenta l’accelleratore del fuoristrada per non schiacciare i rospi che vengon fuori dai cespugli. Questa è la sua azienda e il suo rifugio, per scappare via da una Milano e forse da un Paese – dice – che non comprende più. L’85 ha una freschezza che metà dei 2005 assaggiati in batteria si sogna. Bella materia in bocca, elegante e sottile ma non esile. Il ’67 è una storia bella da raccontare. E’ il vino dei fattori di Camigliano. 43 anni fa non esisteva l’enologo. Difficile pretendere di più da un vino conservato anche male, per ammissione dello stesso Ghezzi.  Però mandi giù qualcosa che appartiene alla storia di un territorio che non  conosceva ancora macchine sportive, cantine realizzate da archistar, scandali e milionate di euro all’ettaro.

PIASTRELLA-TILE 2009

Quella che vedete sopra è la piastrella 2009. L’ultimo tassello sul muro della piazza più grande di Montalcino parla giapponese. Anzi manga. L’hanno disegnata Yuko e Shin Kibayashi, i due fratelli autori del fumetto sul vino “The drops of God”. Dicono di essersi ispirati al vento del borgo ilcinese e secondo una massima quasi confuciana – anche se loro sono giapponesi – hanno  invitato i passanti a soffermarsi sulla piastrella e a sentire la brezza tra i capelli.  Io,  tra mattonelle e degustazioni ventilate, per ora, posso dire di avere un gran torcicollo.

1 Commento

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

Ho sentito che in Giappone il manga The Drops of God determina significativi e repentini aumenti delle vendite dei vini che di volta in volta i due competitori, Shizuku e Issey, nominano tra i 12 Apostoli, cioè 12 vini che devono indovinare (o qualcosa del genere) per meritare una eredità. Sono tutti vini stranieri, grande prevalenza, o solo, francesi: tra gli italiani l'ultimo, che è un Barolo, di Sandrone per uno e di Bruno Giacosa per l'altro competitore. Insomma la scelta della piastrella e un auspicabile inserimento di un Brunello nella saga, letta da milioni di persone, potrebbe rivelarsi un grande affare...soprattutto per le aziende eventualmente nominate.

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