Marina Marcarino, Punset e la declinazione bio di Neive

di Mauro Mattei

Ho conosciuto Marina Marcarino a metà Dicembre; da lei mi hanno condotto la curiosità, i racconti degli amici ed alcuni assaggi precedenti. La sua azienda si chiama Punset ed è appena fuori Neive, dietro l’angolo insomma. Eppure arrivare da lei è stato tutt’altro che semplice: nessuno, infatti, si era preso la briga di  spiegarmi che arrampicarsi fin li significava portare a compimento un percorso morale.
L’ultimo tratto di strada è sconnesso (ancora adesso mi vien da pensare se la via fosse o meno quella giusta), si è costretti a procedere lentamente, sforzandosi  di evitare le buche; è così che ci si concentra sulle variazioni del paesaggio.
All’inizio il contorno è lontano dall’essere ameno, lo skyline è disegnato da un’edilizia sgarbata ed è giocato sui toni del grigio. Progressivamente si cambia prospettiva, fino a che – in cima alla collina –  in un istante ci si riconcilia col mondo.
Il percorso che si è costretti a coprire, tutt’altro che agevole, sembra la simulazione di un cammino ideologico, la rappresentazione oggettiva di una presa di coscienza, una catarsi graduale che vede come meta ultima la simbiosi con la natura. Ed appare quasi inutile dire che a Punset le prime sperimentazioni riguardanti l’approccio ecosostenibile risalgono al 1982, ed è superfluo forse sottolineare che l’azienda è in certificazione biologica dal 1987; una vera antesignana in Langa, in Piemonte e non solo.

Dalle parole di Marina, vero deus ex machina di questa bella realtà produttiva spalmata su diverse decine di ettari, filtra questo ed altro. Le prime cose che colpiscono sono la grande passione ed una personalità autonoma e prorompente. Parlare con lei significa riuscire a contenere a malapena il discorso, che sembra tracimare di continuo, rompendo gli argini degli argomenti e delle formalità. E’ così che tra mille parole ci si rende conto di come la sensibilità ambientale, pur nascendo da un episodio personale, sfoci in qualcosa di più complesso, riassumibile – senza il rischio di essere banali – nel confine estetico della parola “territorio”. E’ così che i riferimenti al cosmo, all’omeopatia, ai preparati biodinamici, si dissolvono in un contesto più ampio, quasi fossero assorbiti dal concetto spugnoso di tradizione. Ed è prezioso osservare come la ricerca, il tono classico, l’eleganza, siano i punti fermi di una produzione di ottimo livello.

La Barbera d’Alba 2009 è quanto di più rassicurante ci si possa aspettare dalla tipologia: frutto in evidenza, freschezza da vendere e quel filo di rusticità che, legata ai toni della varietà, entusiasma.
Un surplus? Il prezzo, oltremodo competitivo.
Il Barbaresco 2004, forte della sua permanenza in bottiglia, è già un assaggio d’eccellenza: affinato in botte grande (25 ettolitri) è allo stesso tempo potente ed elegante, fascinoso eppure ancora introverso. Non si distende perfettamente in chiusura, ma che bevibilità!
Una smart buy per la denominazione, neanche a dirlo.
E’ – però – con la selezione Campo Quadro che ci si rifanno letteralmente gli occhi (e le papille gustative): è il Barbaresco apparentemente meno tradizionale, affinato in legni francesi di medie dimensioni e barriques, eppure  – nonostante le premesse – il modulo espressivo rimane incollato al territorio e riesce facilmente a fare breccia nel mio animo retrò. Divertente sondarne la qualità prendendo in esame due versioni agli antipodi.
Il 2003, nonostante il limite dell’annata, è estremamente godibile. Il naso è ricco, speziato, avvolgente; il tannino non risente di maturazioni incomplete e il sorso è piuttosto fresco. In sostanza: buono da bere in questo momento e capace di un ulteriore evoluzione.
Il 2001 mostra un incedere ovviamente in controtendenza: cromaticamente meno carico, mostra riflessi ancora giovanili. Il naso è femminile, conturbante. L’olfazione  è giocata su note di fiori appassiti e sembra flettere dietro ricordi agrumati (arancia sanguinella). Emergono sensazioni di melagrana, note di visciola ed accenti speziati che disegnano un quadro espressivo di grande finezza. In bocca è succulento, teso, borgogneggiante: più lungo che largo.

Mauro Mattei

Sommelier multitasking (quasi ciociaro, piemontese d'adozione, siculo acquisito), si muove in rete con lo stesso tasso alcolico della vita reale.

6 Commenti

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kenray

circa 13 anni fa - Link

un sentierozzo di collina una catarsi una simulazione di un cammino ideologico? esprimo la mia solidarietà a tutti coloro che fumano solo tabacco. comunque sia e nonostante tutta sta poesia cerco di assaggiarli

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biz

circa 13 anni fa - Link

Bravo Kenray meglio parlare di vino che di politica-enologica, ma quanta fanfara! Matteo, meriti un 8 per l'entusiasmo. Ti darei un 10 se non fosse che sei riuscito a trasformare una stradina dissestata e poco accogliente in un'ascesi dantesca. Un 4-- per l'approssimazione giornalistica: che fare biologico nell'82 fosse da 'antesignani' e' falso nel mondo, in Piemonte e pure in Langa. Occhio ad assaggiare i vini ma a non 'berti' tutto cio' che ti viene propinato (compresi i consigli per gli acquisti e il rapporto qualita'-prezzo). Insomma, in bocca al lupo.

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Mauro Mattei

circa 13 anni fa - Link

Beh, grazie per gli auguri..ehm. Per quel che riguarda l'approssimazione son d'accordo fino ad un certo punto. L'agricoltura biologica applicata all'allevamento della vite è esplosa negli ultimi 10-15 anni, che ci siano aziende che hanno mosso i loro passi precedentemente non lo escludo. Che in Langa Punset, considerando il fatto che è biologico certificato dall'87, sia un antesignano posso controfirmarlo, Oltretutto (sbugiardatemi pure se risulta il contrario) produce l'unico Barbaresco riportante certificazione biologica in etichetta. C'è un'altra azienda che ha mosso i primi passi verso il biologico nello stesso periodo (il 1985) in Langa si chiama Erbaluna ed è a La Morra, ma sinceramente non so se abbiano o meno certificazioni e da quando. Cercherò comunque di non bermi tutto :D p.s. mi chiamo Mauro!

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marina marcarino

circa 13 anni fa - Link

Buongiorno a tutti e grazie molte per i numerosi e variegati commenti. Ringrazio Mauro Mattei, per le intense parole dedicate alla mia azienda e anche per aver sottolineato la mia filosofia aziendale. In risposta ai vari commenti: - vero, la strada di accesso a Punset non è così invitante ma è in perfetta sintonia con il rispetto della natura. Purtroppo è più agevole in estate che in inverno ma è comunque una normale strada di campagna, da percorrere senza fretta. L'asfalto sarebbe molto più fruibile per noi umani ed immensamente più tossico per le vigne. Per rispondere al signor "biz", credo sia opportuno precisare che se per agricoltura biologica si intende l'agricoltura dei nostri avi, sicuramente ha ragione: chissà quanti agricoltori l'hanno sempre applicata. Se invece si intende un metodo di coltivazione controllato che prevede non solo l'utilizzo di preparati naturali ma anche di un protocollo di controllo tale da limitare l'utilizzo di determinati principi attivi, come ad esempio il rame metallico, posso assicurare che le aziende piemontesi di lunga esperienza si possono contare sulle dita delle mani e ancora oggi, purtroppo, il Piemonte viticolo è l'area con la minor crescita annua percentuale, principalmente rappresentata da viticoltori trasformatori. Comunque, per dissolvere ogni dubbio, posso indicare che il nostro codice operatore per la produzione viticola è V001 Ecocert Italia (oggi Ecogruppo Italia srl). In merito ad Erbaluna: è un'azienda di ottima qualità certificata, credo da Icea. Cordialissimi saluti a tutti! marina Marcarino

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

da provare assolutamente il Barbaresco 2004. Magnifico! Poi, se non sbaglio, fanno anche un chardonnay molto valido. Scusate se non sono preciso ma di bianchi ne bevo pochi e ancormeno se langhetti... Complimenti a Marina!

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Manilo

circa 13 anni fa - Link

Evviva l'ho trovata questa signora oltre a degli ottimi vini, fa la migliore grappa che io ho assaggiato nella mia vita, grazie ad un agriturismo nell'oltrepò pavese. Ragazzi dovete assaggiarla profumi e sapori da grido altro che come dice il Moricchia alcool senza senso.

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