L’insostenibile leggerezza del piacere | Raisins gaulois 2009 Marcel Lapierre

di Alessandro Morichetti

Dice, una settimana in Borgogna a te ne torni per parlare di Beaujolais? Sarai mica rincitrullito a forza di sputare chardonnay e pinot nero? Niente di tutto questo, per carità. Cari intravini, qui il problema è serio e la tempistica fondamentale. Domenica a pranzo: bottiglia aperta in famiglia, con donne avvezze ai vini bianchi, a dieta e diabetiche. Versi con leggerezza e loro senza ah né bah tracannano incuranti, arriva il petto di pollo ai funghi e il vinello francese – versato senza troppe presentazioni – è già finito. Tu chiamala, se vuoi, bevibilità.

In Borgogna di rossi decenti “comprabili” senza spargimento di sangue c’è poca roba. Altro discorso nel Beaujolais, che Borgogna era ma non è più. Lì si parla di gamay, alberelli che sembrano mani interrate in uno zoccolo di granito, macerazione carbonica e vini orgogliosi di essere immediati. Il base di Marcel LapierreRaisins gaulois 2009 – viene da vigne di nemmeno 15 anni e la fermentazione tradizionale inizia dopo 5/6 giorni di saturazione carbonica dei grappoli. Il colore è violaceo, punteggiato da un filo di carbonica, l’odore semplice e immediato. Fruttino rosso e una spezia, sembra un succo d’uva alcolico al naso e anche in bocca: tannino inesistente e acidità ai minimi termini per bilanciare un calore alcolico appena accennato. Liquido leggero e godibilissimo, fiero di essere vino d’annata. Anzi. E’ lo stesso Marcel a raccomandarsi: “Una volta aperto, massimo due giorni e va finito”. Alla faccia dei novelli de noantri, scimmiottamento italiota di una tipologia spiccatamente commerciale – non è un peccato – fatta con criterio. Oltre questo, l’azienda fa il Morgon e la Cuvée Marcel Lapierre, distinte primariamente per l’età delle vigne. Capito? Cosa ci sia nel 90% dei Novello italiani non lo sa neanche Nostradamus. Il Raisins viene via con 17 euro in enoteca. Il punteggio? Inutile, per una volta. Tra i vini “facili”, un vino da podio. Lapierre è uno dei biodinamici storici di Francia – ampie fette della produzione sono senza solforosa aggiunta – e non guasta affatto.

avatar

Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

2 Commenti

avatar

Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Se non mi sbaglio, assaggiato ad una degustazione Velier..

Rispondi
avatar

Sophie Riby

circa 14 anni fa - Link

proprio così.... però si trattava dell'annata 2008...

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.