Krug 1988: la descrizione di un attimo

di Alessio Pietrobattista

Krug 1988 Non amo le sboronate – avrei potuto dire “scoattate” ma probabilmente non sarei uscito dal Raccordo Anulare. Ma sono uno che nel vino ha speso tanto, in denaro e tempo, pure troppo considerando la montagna di bottiglie accumulate negli anni, ed il conto degno di Bono Vox. Sono fatto maledettamente male, questa è la verità: giro con una macchina scassata, aspetto i saldi con la gioia dei bambini che attendono il Natale, e in mancanza dei saldi gli outlet diventano il mio regno. In questa vita di stenti, le voci di spesa che più mi piacciono sono quelle riguardanti vacanze, ristoranti e appunto, vino. Tutto, possibilmente, in dolce compagnia, mescolato, non shakerato.

Avere più d’una bottiglia a portata di mano permette di inciampare liberamente in una di queste e valutare se il momento è quello giusto. Alla pratica randomizzata si può aggiungere la prospettiva di una serata speciale; il sorteggio diventa improvvisamente pilotato e tende ad alzarsi il volume della goduria desiderata, ed ecco che dalla montagna di bottiglie spunta quella che nasce da una delle più famose montagne enologiche – sarebbe una collina, ma alla grandeur non si comanda: Krug 1988. La guardo come fosse il mio rene che se ne va di sua sponte, un misto di incredulità e commozione per l’insano gesto che sto per compiere. La lacrimuccia scende ma ormai ho deciso e al grido di “Se non ora, quando?” metto la boccia in fresco per il sacrificio a cena.

La stappatura in questi casi è sempre un momento thriller, non sai mai cosa può attenderti. Un’ossidazione un po’ più spinta del dovuto, volendo, si può tollerare, cercando i lati fascinosi: può rendere meno forte la delusione. Ma nel caso di un tappo malefico serve solo il calendario per la recita dei Santi. Fortunatamente non è così, fortunatamente il benefattore (si fa per dire) che me l’ha venduta è persona seria e fidatissima. L’ho bevuto quindi il Krug 1988, l’ho goduto tanto come poche volte m’è capitato, e la bottiglia s’è volatilizzata velocemente. Potrei fare il tecnico dell’assaggio che si rotola nell’ autoreferenzialità come un maiale nel fango, parlare del perlage perfetto di questo vino fatto Champagne, della sua integrità irreale, della lama acida che l’attraversa come una scossa elettrica. Invece basta essermi perso dentro Krug ’88, aver messo una tacca indelebile nella mia memoria, avere un breve attimo della mia vita descritto da questo vino, di perfetta fattura emozionale.

La cosa che lo ha reso ancora migliore non è stato il caleidoscopio olfattivo degno di un Montrachet, un mix stordente che passa dal fungo al salmastro attraversando sensazioni di nespola, zagara, caffè e tabacco biondo; non è stata la lunghezza gustativa che rende addirittura difficile l’abbinamento a tavola, se non con piatti dal carattere deciso e grassezza adatta, pena la scomparsa del boccone sopraffatto da un caterpillar che travolge il palato. La cosa che lo ha reso migliore è averlo condiviso, il Krug ’88. Il gioco è bello così.

14 Commenti

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ag

circa 12 anni fa - Link

Mi permetta di aggiungere che "il gioco è bello SOLO così".

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

ag la prossima volta che mi dai del lei ti inseguo con un bastone nodoso! ;-)

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Sir Panzy

circa 12 anni fa - Link

Azz... che invidia!! Se posso, che prezzo lo avevi pagato e quando (circa)?

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

Messere non mi sembra il caso... magari in pvt altrove... ;-)

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Alis

circa 12 anni fa - Link

Non posso che quotare in pieno il fratello Alex e ringraziarlo ancora per aver condiviso questa gioia con me

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Fabrizio Pagliardi

circa 12 anni fa - Link

La sottile invidia di chi ha appena stappato un cocalight sboccatura 2012 ....

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Ti ringrazio per avermi fatto rivivere esattamente le stesse emozioni (paura del tappo compresa!) che provai nel 2006, serata decisiva nel corteggiamento della mia attuale moglie (grazie al tappo che ha tenuto!) quanto stappai un più umile ma comunque notevole Dom Perignon 1985... Una piccola chicca: la bottiglia in questione era stata regalata al padre della mia ex ragazza di allora, in periodo di Natale, e lui che beveva solo Bonarda mi disse "la vuoi tu?"... no comment... al confine tra furto e truffa consapevole...

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Alessio non ho capito i link!?!?

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

Quello su Bono era in riferimento all'impegno per l'azzeramento del debito... :-D L'altro solo perchè lo slogan è stato usato spesso ultimamente nelle manifestazioni contro il modello-donna del Berlusca. :-) Mi fa piacere averti fatto rievocare bei ricordi e belle emozioni, è l'intento del pezzo in fin dei conti perchè immagino che ognuno di noi abbia incontrato almeno una volta una bottiglia in grado di fare da collante per fissare il ricordo di un evento o di una piacevole serata. :-)

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Adriano Aiello

circa 12 anni fa - Link

Questa è quella che si dice una bel post su una bevuta, senza scomodare necessariamente l'amarindo conghese o il lampone amazzone. Però che vinello. Gli preferisco sempre il tavernello riserva 1911. Grande annata. Perfetta con lo stracchino in cantina da un lustro

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Stefano

circa 12 anni fa - Link

Quoto Adriano in toto. Grazie Alessio per aver condiviso con straordinaria semplicità emozioni che danno quelle bottiglie che segnano lo spartiacque tra quello che aspettavi di bere e quello che hai evuto. Non sono poi tante le bottiglie che ti cambiano la vita...

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

Ringrazio te Stefano e allo stesso tempo ringrazio Adriano per le belle parole spese nel commentare questo fiume di parole, che ad uscire c'ha messo un po' ma che poi è sgorgato naturalmente, irrefrenabile.

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Antonio Lepore

circa 12 anni fa - Link

Veramente complimenti, gran bel post. Unico rammarico il passaggio dai Tiromancino del titolo ai quasi Jalisse di quest'ultima risposta. Ma parli sempre così o è il post Sanremo? :-)

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

:-D In effetti il titolo da Tiromancino c'è però calzava a pennello con ciò che volevo esprimere. Il fiume di parole è assolutamente involontario e a questo punto quasi quasi lo cancello! :-D

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