Isole e Olena | Il Cepparello in una verticale da brividi

di Gionni Bonistalli

Prima di iniziare una verticale così, ritorno bambino e sento i brividi che mi pervadevano salivando davanti alla pasticceria. Cepparello è figlio del produttore piemontese Paolo de Marchi e incarna uno dei simboli del sangiovese in Toscana. Prodotto all’estremità ovest della zona del Chianti Classico, prende il nome da un piccolo torrente che ne delimita la vigna. E’ un Chianti Classico a tutti gli effetti, sin dal 1980 quando fu declassato ad igt per l’assurdità di un disciplinare che non permetteva il 100% sangiovese. L’utilizzo della barrique per circa 18 mesi caratterizza la tipicità di questo vino, a dimostrazione che anche per il sangiovese importano non la taglia del legno ma qualità dello stesso e capacità della mano in cantina.

Verticale che parte dalla famosa “annata del secolo” 1997, al bellissimo 1999, dall’elegante 2001, al portentoso 2004 fino al discusso 2005. Vini caratterizzati fortemente dall’andamento climatico del millesimo, che riescono a mantenere comunque un’identità unica, anche se decisamente sfaccettata. Il colore è sempre molto intenso, quasi mai scarico, un rubino brillante e vivido che non da segni di stanchezza nemmeno nell’annata più vecchia. Il 2004 è cupo, estremo, sfiora la densità dell’inchiostro. Il 1999 addirittura si permette di avere ancora riflessi al limite del violaceo, incredibile dopo oltre dieci anni! I profumi sono caratteristici, le note eteree e terziarie si impongono inizialmente, ma poi lasciano spazio a delle delicate sensazioni di frutta matura che variano a seconda dell’annata.

Il mirtillo fa da padrone nelle annate più calde, 2001 e 2004, mentre il lampone emerge nella fresca 2005. La ciliegia marasca e l’amarena sono sempre presenti, segno indelebile della franchezza di questo vino. In sottofondo sempre una nota balsamica o erbacea. Rabarbaro e genziana nel profondo 2004, malva e camomilla nello sconvolgente 1999 e liquirizia nel 1997. E poi caffè, cioccolato, vaniglia, cuoio, tabacco, cannella, humus, terra, sottobosco e tante altre sfumature. Un vero campionario di profumi legati al vitigno e al terroir. Gli assaggi sono sempre improntati su una verve acida importante, che sorregge un corpo rotondo, ma mai pastoso e aggressivo. La sapidità c’è e il tannino passa dal graffiante e farinoso delle annate più recenti, al setoso e maturo di quelle più lontane. Il finale è sempre molto lungo e impermeato del carattere di questo vino. Ritornano i sentori primari della frutta, i riflessi ematici e leggermente amaricanti, le note speziate e terrose. Un vino sempre complesso, fine ed elegante nel quale si percepisce il territorio, vocato per i grandi sangiovesi in purezza, ma anche la “mano” piemontese del produttore.

In definitiva c’è stata anche una conferma dello sviluppo col tempo dei vari millesimi. Il tanto decantato 1997 infatti, ahimè, risulta già al limite della maturazione e forse già in leggera fase calante, soprattutto nell’assaggio che risulta un po’ corto. Dovremo forse ricrederci sulla vera annata del secolo e rivalutare in positivo il 1999 che adesso è nel pieno dello splendore, con forza e grinta da vendere e con tanta possibilità di maturazione. Questo Cepparello è al limite del capolavoro. Il 2001, invece è più introverso, si esprime con calma e lentezza, ma ha tanta materia. Un passista da conversazione, più che da meditazione.
Il 2004 è un indomito puledro, morde e scalcia, ma che carattere, forza allo stato puro. Ha corpo e struttura per crescere e resistere al tempo per vari lustri. Infine il 2005, che effettivamente è tutta una altra storia. È figlio di un annata stanca e pur essendo un ottimo vino non regge il confronto con gli altri. E’ già pronto e può regalare buone emozioni, ma difficilmente rimarrà negli annali di casa De Marchi.
Per concludere che dire, un grande vino, un grandissimo sangiovese, nothing else….
Isole e Olena Loc. Isole, 1 Barberino Val d’Elsa ( Fi )

Gionni Bonistalli

"La vita è troppo breve, per bere del vino cattivo"

16 Commenti

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

Una curiosità...cosa intendi con "riflessi ematici"?

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

Che assomigliano alla ferrosità del sangue, astringenti e leggermente pungenti...

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

forse era il caso di parlare di gusto più che di riflesso... se poi possiede il superpotere di capire i tratti ematici guardando un vino beato te

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

Verissimo. Mea culpa....

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Mauro ArdeCore

circa 12 anni fa - Link

Perfetto...avevo pensato a quello, ma non ne ero assolutamente certo. Ti ringrazio.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Il 2004 è cupo, estremo, sfiora la densità dell’inchiostro... stiamo parlando di merlot? :-P

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

Ciao Francesco, il 2004 in toscana è stata un annata particolarmente vigorosa. Anche altri sangiovesi di razza risultano molto carichi di colore, anche in zone più alte e fresche. Non è merlot, ma alla vista non sembrava nemmeno sangiovese.... Ma con il tempo sicuramente si aggiusterà...

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Marino

circa 12 anni fa - Link

Ho partecipato ad una verticale di Cepparello tempo fa, a sorpresa mi ha colpito l'annata 2002!!Questo mi era successo con 3 altri vini italiani Case Basse di Soldera, Riserva Monfortino di Conterno e Brunate Le Coste di Rinaldi.Grandi!

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Riflessi ematici: che schifo. Mi e' passata la voglia. Invito il Bonistelli ad andare a recensire in Transilvania, la possibilmente avra' un seguito. PS: Frutta matura, ma che tipo di frutta, maledizione.

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

Esperio, senza far polemica, ma prova a continuare a leggere... Vedrai che appena sotto trovi quale tipo di frutta matura....

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esperio

circa 12 anni fa - Link

A mio modestissimo e miserabile avviso, penso che tu scriva molto bene, abbia una buona elasticita'e coesione descrittiva. Il guaio e' che ti sei sporadicamente impatanato in descrizioni stereotipiche a volte errate (vedi il caso epatico) e incomplete. Niente di grave.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Nessun problema esperio, sono un dilettante in scrittura e a volte mi faccio prendere la mano, più per cercare di essere chiaro, che per essere forbito... Cmq grazie dei complimenti. ;))

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vincenzo busiello

circa 12 anni fa - Link

epatico adesso? epatico alla veneziana cioè con cipolla? ma non era ematico? chiisà perchè certi odori , che di norma sono puzze, nel vino assurgono a dignità di profumo:sangue,sudore di cavallo (si sa anche la razza?),pelliccia di animale,etc.etc.

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Marossi

circa 12 anni fa - Link

La recensione di un vino è un capolavoro della letteratura fantastica (J.L.Borges, più o meno)

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Enoteca Pitti Gola e Cantina - Firenze

circa 12 anni fa - Link

D'accordissimo sulla 1997 "calante" e la '99 invece in ottima forma... Meno d'accordo invece sulla frase "a dimostrazione che anche per il sangiovese importano non la taglia del legno ma qualità dello stesso e capacità della mano in cantina." Oltre al Sangiovese quale varietale si vorrebbe rovinare? Il Nebbiolo?

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Penso, forse sbagliando, che ogni produttore abbia il diritto di scegliere come affinare il prorpio vino. Che sia fatto a base di sangiovese, nebbiolo, merlot o altro. E' chiaro che poi è il consumatore a decidere se è stato fatto un buon lavoro oppure no. Personalmente preferisco l'utilizzo della botte grande alla barrique, ciò non toglie che ci sono grandi vini, anche a base sangiovese, fatti con le barrique. Il Cepparello e le Pergole Torte sono un esempio lampante.

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