Enoturista per caso | Per isole e terre

di Stefano Caffarri

Immagine 1“Energia” diceva il Comandante Kirk per mettere in funzione il teletrasporto, e l’effettaccio anni settanta lo smaterializzava facendolo comparire chissà dove. Purtroppo il teletrasporto non è un’invenzione alle porte: l’unico sistema per viaggiare istantaneamente finora conosciuto è usare l’immaginazione. Il vino, quello vero e buono e riconoscibile e caratteristico, può servire come formidabile catalizzatore, e farci percorrere in un lampo migliaia, addirittura centinaia di chilometri con una sola labbrata. Per un bel giro d’Italia isole comprese ci vuole il rubicondo e severo Nepente di Oliena della Cantina Sociale di Oliena 2007, un Cannonau di Sardegna DOC da meno di dieci europei la bottiglia: regala già ora una seria maturità grazie al reboante tenore alcoolico, ma riesce ad esprimere un fior d’eleganza non facile a trovare da quelle parti. Appena intuite le note cotte, è educato al naso e sorprendente al sorso, con quei tannini setosi, lucidissimi. Gran presa nel mezzo e finale adeguato.

Con un balzo spostarsi sull’altra grande isola per leggere con curiosità l’esperimento di Cusumano e la sua Insolia Sicilia IGT 2008 con il tappo di vetro. All’olfatto risulta asciutto, quasi ritirato, con rare espressioni vegetali neppure troppo definite;  più debole il sorso, molle all’attacco e pallido nel durante, eccessivamente magro e completamente privo di asperità. E di emozioni. Sempre al Sud la curiosa ripresa di un vitigno pugliese quasi scomparso, l’Ottavianello, per il Dedalo Salento Rosso IGT 2006 da Torre Guaceto, un bicchiere insolitamente aereo, bella alternativa al monopolio del Primitivo dalle parti di Manduria.

Niente concentrazioni soffocanti, anzi una bella luce brillante, una bocca breve e non troppo importante, e un’evoluzione con riconoscimenti insoliti, tra cui difficile dimenticare l’incenso. Folgore della settimana il Vino del Paino della viterbese Le Coste: un vino da tavola naturale millesimo 2006 dal carattere irresistibile: bucce, non filtrato, esprime sfumature ambrate e bagliori d’oro, con nasi nordafricani di frutta secca e datteri. Il sorso è entusiasmante, semplicemente: grande, polputo, succoso, tiene in ostaggi oil palato a lungo con una presa che puoi solo definire tannica, e ferma e potente. Un’emergenza da non mancare.

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