Champagne a Vinitaly | L’incontro con monsieur Bruno Paillard
di Gionni BonistalliBruno Paillard è fondatore di una delle Maison più conosciute della Champagne. Azienda decisamente recente rispetto alle altre, nasce “solo” nel 1981, dopo una breve esperienza di Bruno come commerciante di uve. Adesso possiede circa 32 ettari di vigneti sparsi tra i migliori grand cru dello Champagne, producendo appena 500 mila bottiglie ogni anno. Una produzione limitata e vocata completamente alla qualità, come ci racconta proprio il gentilissimo titolare, nell’incontro organizzato per pochi fortunati lettori di Intravino nello stand di Cuzziol in un’affollata domenica di Vinitaly.
Qualità sintetizzata in alcuni passaggi fondamentali nella produzione di questi Champagne: si inizia con la raccolta di uve perfettamente mature affinché acidità e zuccheri vadano di pari passo. Pressatura soffice degli acini, scegliendo solo la prima spremitura. Dosaggio al minimo indispensabile, utilizzando esclusivamente le riserve dei vini per la cuvée. Dopo la sboccatura, un riposo minimo di 6 mesi in bottiglia prima della messa in commercio.
Per Bruno Paillard, il periodo di “convalescenza” dopo lo stress dovuto dall’ossigenazione conseguente alla sboccatura, è imprescindibile. Ecco perché è orgoglioso di essere stato il primo produttore di Champagne ad inserire la data di dégorgement in etichetta già dal1983, pratica adesso seguita anche dalle altre maison. Questi accorgimenti portano risultati tangibili negli assaggi. Gli Champagne della maison Paillard hanno tutti un filo conduttore che li unisce: assaggi verticali e sapidi, mai scomposti, mai estremi. Suadenti e avvolgenti, con perlage fitti e durevoli, che in bocca esplodono conferendo una fragranza invidiabile.
Per l’occasione abbiamo assaggiato il Premier Cuvée (sbocc. Settembre 2011) campione di mineralità, con profumi netti di menta e sensazioni citrine e di camomilla. Assaggio che potrebbe sembrare semplice, ma che riserva sorprese. La versione Rosè invece (sbocc. Marzo 2011 ) mostrava una bocca più arrotondata, anche se caratterizzata da un’acidità spiccata e lievi tannini. Piccoli frutti rossi, fragoline di bosco e lamponi, con un finale invogliante di rosa appassita. Si sale un gradino e andiamo sul Blanc de Blancs Réserve Privée (sbocc. Aprile 2011 ), chardonnay in purezza proveniente in maggior parte da Oger, Mesnil sur Oger e Avize, nel cuore della Côte des Blancs. Naso ricco, vivace, erbaceo. Fieno e foglie di tè. In bocca è diretto, tagliente, gessoso. Le bollicine sono finissime e si aprono a ventaglio come una fontana. Da brividi.
A questo punto arriva il finale inaspettato: spunta fuori una magnum con una splendida etichetta di Sandro Chia ed ecco il Blanc de Blancs Millesimato 1996. Annata particolarmente favorevole, con maturazione ottimale, ma anche alta acidità che ha permesso di produrre Champagne molto longevi. Nel bicchiere risplende di luce propria, dorato intenso con perlage finissimo. Al naso apre deciso con crosta di pane, sandalo e albicocche candite. Bocca di grande ampiezza, sapido e succulento. Miele di acacia e lievi sentori balsamici. Lavanda e timo in un finale lunghissimo. Un capolavoro.
Concludo ringraziando la gentilissima Axelle Brown-Videau che ci ha guidato, e Bruno Paillard per l’accoglienza e la disponibilità. Un vero signore dello Champagne.
23 Commenti
Dan Lerner
circa 12 anni fa - LinkPer amor di precisione e completezza, M. Paillard è non solo il produttore di "appena 500 mila bottiglie ogni anno", ma anche il Presidente e azionista di riferimento del Gruppo Lanson-BCC, terzo gruppo della Champagne per dimensioni dopo LVMH-Moet e Vranken-Pommery (chiamato dai piccoli produttori Vranken-stein :-) ). Possiede sette diverse etichette destinate in massima parte alla grande distribuzione con politiche di prezzo pari a quelle di qualità, per intendersi bottiglie sotto i 10 €. Quotato in Borsa a Parigi, ha chiuso l'anno 2011 con un fatturato di 310,15 Milioni di euro. Tutto ciò non mi ha impedito -si badi bene- di apprezzare recentemente l'eleganza del Blanc de Blancs 1999 o la vinosità di un ottimo Rosè a etichetta Paillard, ma è come dire, e qui uso le parole scrittemi da un suo piccolo "collega" in Champagne: "c'est comme dire que Martini ou Campari est un grand-petit "vignaiolo". En fait ils produisent sous la marque Bruno Paillard 5 % de bonnes bouteilles et les 95 % restant des daubes avec Lanson, Chanoine, et toutes leurs marques de supermarchés." http://www.lanson-bcc.com/en/group/houses http://www.lefigaro.fr/flash-eco/2011/03/22/97002-20110322FILWWW00744-lanson-bcc-solides-resultats-en-2010.php
RispondiPietro Caputo
circa 12 anni fa - LinkGrazie Dan, hai reso meno amaro il mio pomeriggio di Donenica, avendo dovuto rinunciare al biglietto vinto.. ;) Stasera stappo un Mumm per festeggiare.
RispondiBurde
circa 12 anni fa - LinkSono sempre dell'idea che i "commenti" debbano essere "contributi", poi va bene parlare anche di Lanson, ma che c'entra?!?
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkAndrea, mi pare un contributo informativo sul meraviglioso e da me apprezzatissimo mondo della e dello Champagne. Come, "che c'entra Lanson"? Bruno Paillard ne è, cito dal sito del Gruppo "Chairman, Chief Executive Officer and Director of LANSON-BCC, Director of Champagne Boizel, Champagne Chanoine Frères, Champagne Philipponnat, Champagne De Venoge, CGV, Charmoy, Maison Burtin". Les vins de champagne di Paillard sono un ottima scelta in quanto a qualità di bevuta, riguardo invece ad alcune politiche produttive e distributive il chiarire che non è, come dai più creduto, un piccolo RM aiuta ad inquadrare. Non è un contributo utile per conoscere questo variegato microcosmo così importante nel nostro mondo enoico? Anzi, suggerirei all'attuale Ambasciatore italiano dello Champagne un post informativo sulle grandi Maison, sui piccoli e medi produttori, sui numeri di produzione, esportazione, vendita, sui prezzi al pubblico delle diverse tipologie produttive e sui differenti mercati.
Rispondiantonio tomacelli
circa 12 anni fa - LinkDan, ti stimo, ma non puoi applicare le logiche leoncavalline agli champagne. Amichevolmente: chi se ne fotte se Krug non è un "petit" agricoltore :-)
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkMi stupisci Antonio: confondere informazione con logiche leoncavalline. Tu quoque.
Rispondilorenzo gatti
circa 12 anni fa - LinkCiao Dan sono daccordo con te sul fatto di informare.Non si tratta di visioni "leoncavalline". Con questo sanza negare che qualche buon vino il Paillard lo fa , e lo ha fatto .
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkMi inserisco nella discussione, vista la paternità di quel "appena 500.000 bottiglie". E' vero ed è noto che Bruno Paillard sia il presidente di uno dei gruppi commerciali più forti in Champagne. Questo però non è da confondersi con la Maison Bruno Paillard, che in realtà è veramente contenuta nella produzione di bottiglie e devo dire che produce champagne tutto tranne che scontati. Penso che riuscire mentalmente a scindere le due cose sia dovuto, se non necessario. L'incontro è stato con il Bruno Paillard titolare e fondatore della maison e non con il presidente del gruppo Lanson. Poi se la disussione vuol virare sulle politiche commerciali del gruppo del quale il signor Paillard è presidente, ben venga, ma è proprio tutta un altra cosa.
RispondiGiovanni Solaroli
circa 12 anni fa - LinkSarebbe in effetti il primo caso di Presidente "scisso"
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkPartiamo da un punto fermo, da me già scritto più sopra: ho avuto modo più volte di apprezzare i flacons di Monsieur Paillard, ho avuto anche la fortuna di farmeli messcere e raccontare dalla sua deliziosa figlia, non ho alcun istinto antagonista aprioristico, anzi. Se tu avessi nel tuo scritto fatto una pura analisi tecnico-degustativa delle bottiglie assaggiate non avrei sentito l'esigenza di esprimere la mia puntualizzazione. Ma nel primo capoverso del post, Gionni, tu descrivi brevemente l'uomo Bruno Paillard, ed io ho semplicemente ritenuto utile integrare un'informazione che mi è parsa incompleta, con un elemento a mio parere non irrilevante. Senza alcun tono polemico. Se il vostro "incontro è stato con il Bruno Paillard titolare e fondatore della maison" è stato anche con il presidente del gruppo Lanson. Il mondo del vino è un mondo complesso e sfaccettato, e se siamo qui a scriverne e a leggerne significa che lo sappiamo bene, e lo amiamo: più se ne sa, meglio è. Informazione, cultura del vino. Una battuta finale: così come in Africa leoni e gazzelle, così anche in Champagne ogni mattina un produttore si sveglia e sa che dovrà correre. Alcuni dietro al mercato, altri davanti.
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkLa tua puntualizzazione ci sta e come, non dico questo. L'informazione che hai dato è stata per approfondire un personaggio che ha varie sfaccettature, evidentemente. Dico soltanto che è sembrato davvero un incontro informale con il Bruno Paillard produttore e non con il presidente del gruppo Lanson. Penso che anche i miei "compagni" abbiano percepito questo, almeno in questa circostanza...
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkBeh come dice Gionni è stato davvero un incontro informale, addirittura il più divertito sembrava lui, sorridente, disponibile al dialogo con il suo italiano ed il nostro francesismo maccheronico. Alla mia domanda se produce anche un demisec, di rimando mi dice No ed io perchè, mi risponde a Bruno Paillard non piace il demisec.... uno che fà mercato certamente una minima quantita dovrebbe immetterla nel mercato. Sempre come dice il Gionni qui si assaggiava la maison di Paillard e non il presidente della Lanson. Rimanendo in tema champagne, martedi sono stato ospite dello stand Montresor ed anche li mi son fatto la mia degustazione in questo momento non ricordo il nome della maison, ma il relatore spiegando un pò tutta la storia da Dom Perignon fino alle multinazionali nonchè banche e dalle varie sigle su ogni bottiglia, allora non beviamo più neanche il brunello di Mastrojanni o vedi Illy oppure l'amarone Bertani se non erro vedi Angelini. Caro Dan lei che mi sta avanti anni luce, il mio massimo rispetto, più entro in questo mondo e più capisco che piccoli e belli e magari buoni sono solo delle eccezioni. Comunque il Palliard di italiano beve il suo amico Angelo Gaja ed anche Bartolo Musso.
Rispondigian paolo
circa 12 anni fa - LinkE sembra anche sia visto bere Lambrusco ....maledicendo il produttore :) :) Tornando alla nostra degustazione , per me i vini erano molto buoni ,con il rosato e il millesimato 1996 blanc de blanc su tutti.Il "Bruno " ,ormai siamo friends :) scherzo ovviamente, è stato molto gentile e disponibile a rispondere ai nostri quesiti.Grazie Intravino. Poi se fa tante bottiglie e buone ben venga. Ultima cosa ci ha fatto degustare un Vermentino prodotto nella provenza vicino ad Aix direi; era un 2008 fermentato e affinato in legno....ottimo vino quasi da confondere con un borgogna bianco. Un saluto ai compagni di merende del vinitaly- vi aspetto per una lambruscata quando volete-Ciao GP
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkSanto cielo, che bella cosa sarebbe se tutti leggessero... Credo di aver scritto chiaramente, e sono sicuro di pensare, che i vins de champagne della Miason Paillard che ho avuto la ventura di bere (bere, non assaggiare) mi sono piaciuti molto e che li ho trovati ottimi, ben fatti, di alto livello. Ho poi anche scritto che Bruno Paillard ha delle responsabilità manageriali e proprietarie in un grande gruppo produttivo. Non ho messo in dubbio nè la sua simpatia, nè la sua informalità, nè la sua disponibilità, nè la sua etica, nè la sua capacità e sensibilità nel produrre ottime cuvées. Non ne ho motivo. Non ho demonizzato le dimensioni del gruppo Lanson-BCC. Ho fornito ai lettori di Intravino un pezzo di informazione in più. Non è mia abitudine fare polemica fine a se stessa e penso di usare -come da mia abitudine- dei toni di conversazione aperti e disponibili.
RispondiERNESTINO
circa 12 anni fa - LinkI LETTORI DI INTRAVINO SANNO LEGGERE? DAN HA DATO SOLO QUALCHE INFORMAZIONE IN PIù. INFORMAZIONI REALI, NON INVENTATE. UN SITO CHE OSPITA LA PUBBLICITà DI ZONIN HA IMPROVVISAMENTE "PUDORE"...
RispondiFiorenzo Sartore
circa 12 anni fa - Linkospitiamo pure commentatori che scrivono in caps, se è per questo, assieme a molte altre cosine. Ma a te evidentemente ne stava a cuore una in particolare.
RispondiERNESTINO
circa 12 anni fa - LinkCosa sono le caps, Sartore. Siamo un pò permalosi? Cosa succede Sartore?
RispondiERNESTINO
circa 12 anni fa - LinkCaps Lock? Tranquillo, è solo pigrizia...avevo usato il tasto per una maiuscola è cosi è rimasto. Chiedo scusa. Novella 2000.
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkLa foto dei fortunati ed emozionati vincitori insieme a Monsieur Paillard è molto bella. Esprime, appunto, un'emozione. Un paio di loro li ho visti prima e dopo, erano ragazzini abbastanza in fibrillazione come di fronte ad un esame. Anche il reportage di Gionni Bonistalli mi è piaciuto. Anche il commento di Dan Lerner, che nulla toglie al Bruno Paillard produttore, ma completa l'informazione. Allora perché fare sempre e comunque i piccosi? ps Ernestino, lascia perdere Zonin, è già stato abbastanza penalizzato da commenti impropri (moi aussi) sul fatto che faccia il suo lavoro di promozione. Mi sembra normale che un blog per campare accetti inserzioni pubblicitarie. Basta che queste siano trasparenti e non occulte.
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkGrazie NN ;-)
RispondiFabrizio pagliardi
circa 12 anni fa - Linkscrivere........ Possiede 32 ettari dei quali poco meno della metà sono grand cru e' più corretto.
RispondiDaniele Tincati
circa 12 anni fa - LinkGrazie Gionni per il riassunto della bella esperienza. Complimenti per essere riuscito a trascrivere la degustazione in una situazione "difficile" e per aver colto tutte le sfumature con rara precisione. Alla prossima :) Io ho trascritto la mia breve e personale versione: http://www.profumidivino.blogspot.it/2012/04/maison-bruno-paillard-solo-leccellenza.html
Rispondigionni1979
circa 12 anni fa - LinkVabbè, tenere il naso nel bicchiere è un vizio che non riesco a perdere.... ;-)
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