Cercando lo Champagne più buono del mondo. Œenoteque di Dom Perignon in 15 annate, per esempio

di Cristiana Lauro

Il dilemma di oggi è ozioso e penetrante: qual è lo Champagne più buono del mondo? Di getto, io direi Salon e con tutte le attenuanti generiche. Salta un sacco di annate, esce da Mesnil (Côte des blancs) e si concede solo al massimo dello splendore. Con eleganza concreta, mai sfuggente, è un vero fuoriclasse e dalle sue parti lo chardonnay è il più grande di tutti.

A dirla fino in fondo, è una partita a due e l’altro gigante viene da Epernay: Œnoteque Dom Perignon è il figlio più bello di Richard Geoffroy, lo chef de cave più incapace del mondo a toppare anche il millesimo più ostico. Sia chiaro: se erogassero Clos du Mesnil di Krug dai rubinetti di casa, non sarei certo io a bruciarmi in piazza per protesta. Ad essere pignoli, Clos du Mesnil – una delle più importanti e costose etichette al mondo – ha una morbidezza ossidativa che non amo nello Champagne, dal quale mi aspetto una freschezza che sorregga l’impegno. Clos du Mesnil manca completamente di levità, è un po’ trombone e meno piacevole.

Senza dubbio alcuno, la finale di Champions League è Salon – Œnoteque. Œnoteque Dom Perignon è più longevo di Salon e sulla lunga distanza gliele suona di santa ragione. Diversi millesimi con vari degorgement ((sboccatura, cioè l’operazione con cui si eliminano i depositi della seconda fermentazione in bottiglia dello Champagne) consegnano un’autentica delizia e anche in  versione Rosé è veramente un fuoriclasse. Che stile! Il primo millesimo prodotto, 1990, è da manuale e il 1992, ancora giovane, viaggia nella stessa direzione. Profuma di cassis e piccoli frutti di bosco. Fresco e piacevole, con lui acidità e struttura fanno scopa, in barba alla giovane età. La bocca è piena, lunghissima e soddisfatta. L’unico problema è che berlo porta allo squaglio della carta di credito. Dimenticatelo in cantina per una ventina d’anni, perché anche il 1992 sarà certamente uno dei più longevi che la maison abbia prodotto. Vista la scarsità del Rosé, concentriamoci sul Brut.

Nel 2002, uscì una tripletta memorabile: 1959, 1961 e 1964, sboccati intorno al 2000 (se non ricordo male). Oenoteque è prodotto solo nelle annate migliori e si differenzia dal Vintage anche per la permanenza sui lieviti più lunga. Il millesimo ’59 era un vino fantastico dal perlage finissimo e con spina acida eretta. Seta in bocca, con agrumi, cedro e senza un filo di ossidazione, percettibile invece nel ’64, ancorché in piedi e tutt’altro che sgraziato. Il ’61 è più simile al ’59 ma ha un po’ meno spinta, è un po’ seduto e ricorda l’annata 1969, uscita tre anni fa insieme a 1971 e 1974, un’altra squadra di tutto rispetto, sebbene la mia personale preferenza sia per il ’69, segnato mirabilmente da un perlage integro e possente che non ricordo nel ’71.

Œnoteque 1973 è ancora vivo e alcune bottiglie sono memorabili. Un po’ cremoso e con una morbidezza ossidativa che richiama stranamente lo stile di Krug. Nota a margine di un qualche interesse: gli anni post-degorgement si sentono subito in Oenoteque. Quindi occhio alla data, è importante. Il 1975 è buono da morire, un po’ maturo ma assai complesso e speziato con un perlage prosperoso eppur gentile. Mi mancava l’annata 1976 (fino a ieri sera, sboccatura del 2003) ma adesso posso convenire con chi la ritiene una delle più incredibili di sempre. Il vino si apre nel bicchiere con sentori di agrumi canditi, buccia di cedro e un leggera nota di nocciola. Sentore di lievito. Acidità bella dritta senza il minimo cedimento a sorreggere un frutto curato con estremo rispetto che si compone in una bocca piena, lunga e persistente. Il 1983 è un gigante. Equilibrato, sapido, minerale con un frutto vivo e ancora agrumato, insieme alla susina che ritroviamo spesso in Œnoteque. Intenso, pieno e infinito in bocca. E’ perfetto nel perlage e ha una freschezza impressionante. Il suo unico difetto? Non avere difetti. Stranamente, il 1988 risulta più maturo, un po’ eccentrico, e a degustazione coperta si corre il rischio di confondere le due annate. Anche per Salon, l’annata ’88 è attualmente molto matura, un po’ troppo.

Per quanto riguarda gli anni ’90, la tradizione si è mantenuta in grande stile e il 1990 è tuttora la testa di serie numero uno. Perlage di classe, setoso, è un vino potente ma di portamento e dettaglio incredibili. Il 1995 è molto buono, ha il dono della grazia ed è, peraltro, un campione di struttura. Œnoteque 1996 ha grande acidità a supporto di un’impalcatura robusta. E’ un ragazzino ma quando sarà maturo se la vedrà coi grandi millesimi e non vorrei essere nei panni degli altri.

Adesso, per concludere col piglio della maestrina terribile, manderei dietro alla lavagna chi confonde eleganza e anoressia: nel vino anche la texture, cioé l’estratto secco – “ciccia”, così la chiamava Luigi Veronelli – è fondamentale, soprattutto per l’invecchiamento. Se la texture non è in armonia con acidità e alcol, un vino non ha futuro. E lunga vita alla mia carta di credito squagliata da Œnoteque.

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Cristiana Lauro

Cantante e attrice di formazione ma fortemente a disagio nell’ambiente dello spettacolo, che ha abbandonato per dedicarsi al vino, sua più grande passione dopo la musica. Lauro è una delle degustatrici più esperte d’Italia e con fierezza si dichiara allieva di palati eccellenti, Daniele Cernilli su tutti. Il suo sogno è un blog monotematico su Christian Louboutin e Renèe Caovilla, benchè una rubrica foodies dal titolo “Uomini e camion” sarebbe più nelle sue corde. Specialista di marketing e comunicazione per aziende di vino è, in pratica, una venditrice di sogni (dice).

59 Commenti

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Alberto Lupetti

circa 12 anni fa - Link

Non ho mai nascosto la mia ammirazione (e predilezione) per la serie OE di DP, anche se andrebbero differenziati i "deuxième plenitude" (oggi etichetta argento su nero, prima oro su verde, tra i 12 e i 15 anni sui lieviti) dai "troisième plenitude" (oro su etichetta nera, almeno 30 anni sui lieviti), che ovviamente sono di una magnificenza straordinaria. Il '64 è un mostro in assoluto, il '69 stupisce per la freschezza, il '71 piacere allo stato puro, questi i miei tre preferiti. Diamo tempo a '90 e '96, però, che saranno altri capolavori. Non dimentichiamo che la 1990 è stata la grande annata di Champagne, la 1996 quella estrema, unica, particolarissima. E spostandoci ai rosé OE di DP, il 1990 conferma la straordinarietà dell'annata... Salon è un grande (però Le Mesnil è nella Cote non nella Vallée...) ma personalmente non ritengo raggiunga questi livelli, dove invece può arrivare Krug, più il Vintage del Clos, per me vera essenza di Krug. A.L. (www.lemiebollicine.com) Errore di editing mio, corretto, grazie. [ale]

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

"Clos du Mesnil – una delle più importanti e costose etichette al mondo – ha una morbidezza ossidativa che non amo nello Champagne" (cit.) concordo: non mi piace il clos du mesnil... ciò che trovo strano è parlare di una verticale di vini di quel prezzo e sentire sempre i soliti 4 nomi, così come trovo strana la sua avversione per la morbidezza ossidativa. Molti cultori di champagne (Bettane non ne fa mistero ma è ben più di un cultore) la cercano come la pietra filosofale. Il perlage da setoso si fa quasi inpercettibile, quasi una nota di pepe bianco a titillar la lingua. In questo senso NPU 1996 di Paillard è un punto di riferimento piuttosto rimarchevole, così come RD '96 Bollinger degorgemènt sept.'11, Così come lo splemdido blanc de Noirs vieille vignes le crayeres di Egly Ouriet o il G. Cru '96 di Beaufort...Per tacere del vieille vignes francaises '02 di bollinger. Ad ogni modo rispetto il suo parere parziale riservandomi il dubbio dell'oggettività: se Lei ammette di preferire un certo stilema gustativo potrei leggere i suoi giudizi esattamente al rovescio. Distintamente

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Alberto Lupetti

circa 12 anni fa - Link

Sui soliti nomi, Francesco, ha ragione, ma non trova che, in tutta onestà, alla fine le loro bottiglie riescano sempre a svettare? Come dire che la Champagne ha tante bellissime espressioni, ma poi sull'Olimpo finiscono per salirci sempre "loro"... Questo in un'ottica assoluta, poi, ovviamente, entrano in gioco gli stili, l'oggettività di cui parla. Per esempio, ritengo il Cristal un grandissimo champagne, soprattutto con qualche annetto sulle spalle, ma vedo che pochi ne parlano e mi chiedo: non piace (opinione rispettabilissima) oppure viene allontanato per la sua immagine? Purtroppo, aggiungo, perché ritengo la qualità del vino oggettivamente elevata.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

messieur Arnaud (proprietario del marchio LVMH) possiede il 60% delle vigne vitate a champagne, quasi il 95% della cote d'Aube (80 km a sud della cote de blancs) riaccettata nella provincia dello champagne proprio per evitare che il gruppo Louis Vuitton MoetHennessy continuase ad acquistare uve da kimmeridge in inghilterra e dalla romania (parliamo di chardonnay). Krug e Dom Perignon (guarda caso.... oh cielo!) appartengono al gruppo LVMH (anche ruinardt, veuve cliquot e moet & chandon)..... chissà perchè si finisce sempre per parlare di Dom Perignon e Krug?????

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Alberto Lupetti

circa 12 anni fa - Link

Oddio, non vorrei smentirla, ma mi sembra un po' troppo. La AOC champagne conta poco più di 32.000 ettari vitati, mentre facendo due conti: Moet/DP ha circa 1.350 ettari, 650 Veuve, Krug neanche 30 e Ruinart, se non ricordo male, meno di 100. Quindi siamo nella migliore ipotesi a circa 2.200 ettari vitati di proprietà nella AOC. Molto di più, invece, sono gli ettari equivalenti in uve conferite, tra affitto e acquisto da vigneron.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

ha per caso dimenticato la bottiglietta di champagne con l'etichetta arancione??? In effettti cmq mio l'errore. Lei ha ragione ed e proprio sui conferitori che si gioca una battaglia molto lunga con Arnoux disposto ogni anno a pagare le uve a un prezzo maggiore rispetto al precedente (LVMH lavora su economie di scala che roederer col suo cristal se le sogna) mantenendo pressocchè invariato il costo del prodotto finale. gli altri hanno 2 opzioni: ridimensionarsi o accettare il prezzo di mercato e rincarare i loro prodotti a botte del 6/8% annuo. oggi a Roma trova un Krug non astucciato a 120 euro mentre 5 anni fa anche i più economici non scendevano sotto i 150 euro più euro meno. su fasce di prezzo diverse capita la stessa cosa col Dom in tutte le sue versioni.... mentre gli altri aumentano.

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Buongiorno Francesco. Avrei potuto stilare un elenco di Champagne che non amo per la stessa ragione a partire da Selosse. NPU 96 di Paillard, provato recentemente, non mi e' piaciuto molto e questo e' coerente col mio gusto dichiaratamente distante dallo stile ossidativo e dalle morbidezze ossidative che riconosco in Krug e tanto cara ai cultori in cerca della pietra filosofale. Anche su Krug potrei aprire una parentesi perché lo stile della casa sta cambiando parecchio, immagino la cosa non le sia sfuggita, essendo abile, appassionato e indubitabilmente preparato sul tema. Beaufort non mi dispiace ma lo vedo distante anni luce dalla Champions League e inotre e' un po' ciccione :-) Egly-Ouriet mi piace molto ma lo considero un capitolo a parte piu' che un'eccezione che confermi la regola. E' piu' muscoloso che ossidativo. Riservarsi il dubbio dell'oggettivita' mi pare piu' che legittimo, ci mancherebbe! La ringrazio per il suo intervento, preciso e pertinente. Fa piacere. Cristiana

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Io ho provato i vini di Paillard al Vinitaly-grazie intravino :) :) - e devo dire che di ossidato non ho trovato, però non ho degustato il vino che dici tu. Tu che sicuramente hai più esperienza di me, l'ossidato che si sente in questa bott. è da imputare ad un esasperato affinamento prima del degorgemant o piuttosto secondo te è la base che è stata messa a rifermentare già stanca? Tornando sull'ossidato anch'io proprio non lo sopporto ,e devo confessarti che al vinitaly ero andato da Mr Bruno P.un po' prevenuto e già caricato a balestra...ma dei quattro vini provati erano "salubri" e buoni...adesso farò una megarisparmiata per provare anche questo Œenoteque di Dom Perignon .Scusa l'O.T. Ciao Gian Paolo

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giulo

circa 12 anni fa - Link

nel caso avessi bisogno di un assistente per la prova... ;-)))

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Stefano Gecchele

circa 12 anni fa - Link

Solo un "grazie" a voi, che con questi articoli mi permettete di leggere quello che ancora (purtroppo) non ho avuto la possibilità di bere. Bevuto l'OEnotheque 1995 due settimane fa, l'ho trovato divino, ma era il mio primo DP e sicuramente il fascino e l'aura di eccellenza di quella bottiglia hanno creato una sottile patina inebriante attorno alle mie papille gustative e alle loro capacità critiche, che si devono avere anche per questi Signori del vino.

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Alberto Lupetti

circa 12 anni fa - Link

1995 e 1998 sono due annate purtroppo messe un po' in ombra dalla fama della 1996, ma a mio avviso molto, molto valide. Alla lunga riserveranno graditissime sorprese. In effetti, ho ricordi incantevoli anche del DP OE 1995: grazie per avermelo riportato alla memoria!

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Io direi che ha a che fare con le caratteristiche della base piu che con il degorgement. Non e' un problema di fecce in bottiglia. E' uno stile voluto (e trovato) che a me non appassiona. Dici bene pero' sul fatto che Paillard negli altri vini, provati anche da me a Verona, non ha mostrato morbidezze ossidative cosi' distanti dal tuo e dal mio gusto. Insomma, i muscoli e la tendenza ossidativa per me erano solo su NPU 96. Annata, tra l'altro, spaziale per Oenoteque.... Che a questo punto lascero' in cantina quanto serve alla mia carta di credito per riottenere un aspetto un po' piu' tonico... No perche' sotto allo stato liquido della materia (mastercard) c'e' anche quello gassoso: basta una svista e si finisce zampe all'aria :-).

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Cristiana Grazie per la risposta!!!Se posso permettermi,discorso da amci si intende,l'ossidato è ossidato ,morto .Non riesco a capacitarmi come riesca a piacere,ovvio è un discorso più da produttore piccolo e insignificante quale sono...nel senso poto le mie piante nel miglior modo possibile , vendemmio a mano porto l'uva in cantina sana e nel più breve tempo possibile ,faccio di tutto per iniziare a fermentare sul pulito cercando di rispettare l'uva , pongo il vino in recipienti puliti e colmi proprio per evitale l'ossidazione ..e poi Ossido la base ...secondo me sono furbi questi francesi e tremendamente bravi !!detto con lacrimuccia nazionalistica. Ciao Gian Paolo

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giulo

circa 12 anni fa - Link

alcuni stili ossidativi hanno il loro perché, ma effettivamente negli spumanti risultano ancora più "ostici" che nei vini fermi... in og ni caso, per quel che può valere, CdM 96 l'ho assaggiato solo una volta, lo scorso gennaio, proprio insieme a Oenothéque 96 (a cui l'ho preferito), ma mi è sembrato tutto fuorché "ossidativo" g.

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

La bottiglia più recente di Clos du Mesnil che ho bevuto era il '90. In magnum ed era un capolavoro, un colosso, con una acidità perfetta a sorreggere quella struttura così imponente. Del '96 non posso dire perchè non l'ho provato. Proverò su tuo suggerimento. Rileggendo alcuni interventi devo ringraziare Sebastiano che mi ha ricordato uno champagne che chiederei come ultimo desiderio prima di finire sulla sedia elettrica: Billecart Salmon blanc de blanc 1990. Quello è un vino per gli angeli. Imbattibile, concordo. Se ripenso a quel vino vado al manicomio. ;-)

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Grazie Cristiana. Il Billecart Salmon BdB 1990 ho avuto la rara fortuna di provarlo anche in magnum (che si trovano solo negli Stati Uniti, a quanto ne so). Ci ripenso spesso, perché è un termine di paragone da tenere a mente. CdM 1990 è ancora giovane. Ma promette molto bene. 1996 non è neanche da sfiorare, ha bisogno di altri dieci anni.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Se penso a BS mi vengono in mente i due '96 che non ho potuto evitare di degustare il Clos Saint Hilaire e la Cuvée Elizabeth Salmon..... prima ho goduto come un Rospo incinto poi ho pianto ripensando all'esborso (anche se li compro alla mia enoteca me li pago a prezzo pieno.... se devo fare uno sconto lo faccio al cliente)

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Giulio se me lo dici tu ossido anche la moglie!! :) :) Tornando seri si è vero ciò che dici ,forse è anche un po' un mio limite non sapere apprezzare "l'ossidato" e via discorrendo.Ciao Grande Giulio alla prossima !!

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Caro Gian Paolo, guarda che non è un limite non apprezzare le ossidazioni. E' un gusto. A parte il fatto che l'ossidazione omologa, ma di questo non ne parla alcuno, credo sia importante chiarire che l'ossidazione è morte. Infatti noi ci ossidiamo (io ultimamente con una certa fretta) e la pelle invecchiando si ossida. La ruggine è ossidazione del ferro e via dicendo. Io rispetto il gusto ossidativo, se si parla di stile, ma non lo vedo come un punto di arrivo, un obiettivo cui mirare per entrare nel registro dei grandi palati. Inoltre non dimentichiamo la piacevolezza del vino, molti stili ossidativi rimangono in bottiglia almeno per metà. La boccia non finisce. Il caso di Clos du Mesnil è un'altra storia e preferisco parlare di morbidezza ossidativa perchè dire che CdM è ossidato fa ridere i polli e non è neanche corretto. Ci sono poi molte persone che non distinguono all'olfatto le ossidazioni dalle riduzioni e non sai quante volte io abbia aperto vini completamente ossidati e sentito dire: facciamogli prendere un po' di ossigeno...Un altro po'? Se devo sentire una puzza che sia una bella riduzione di Borgogna, che in poco tempo se ne va. Ad ogni modo, il discorso è lungo e direi che i gusti si rispettano ma che l'ossidazione sia morte e omologhi a mio avviso è fuori discussione. :-)

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Giusto per darti ragione è da "mò" che sostengo e mi inalbero-potevo usare mi inca..o ma sono fine- che le ossidazioni omologa!!e in più mi ossido anch'io visto che i venti li ho doppiati...il rispetto è obbligo ma la certezza è altro.ciao GP

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

gian paolo non ti in..zzare. Mi sa che si è perso il filo del discorso: la signorina Lauro non gradisce le morbidezze ossidative, che sono altra cosa rispetto alle ossidazioni vere e proprie. La morbidezza ossidativa è frutto di un procedimento specifico che parte dalla vendemmia un tantino posticipata delle uve per ottenere un vino di base dalla gradazione alcoolica lievemente più alta, passa attraverso l'affinamento in botti precedentementi utilizzate per produrre Armagnac o Cognac, prosegue con l'addizione di un pied de cuve a base di una mistella liquorosa con poco zucchero che porta a una spumantizzazione con pochissime bolle che pizzicano il palato esclusivamente per pulire la bocca.... occhio però che le acidità fisse sono molto più alte e, in prospettiva sono gli champagne da più lungo invecchiamento. Ovviamento stiamo parlando della più esclusiva nobiltà degli champagne: tanto quelli citati dalla signorina Cristiana, quanto quelli citati da me. Sono convinto che anche LEI converrà con me che, al netto del gusto personale, gli champagne da me citati sono tutto tranne che omologabili.... l'ossidazione è un'altra cosa, e quella non piace a nessuno

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Francesco ,grazie per la spiegazione , anche se per mia ignoranza non ho mai bevuto i vini che tu dici.cosa comporta l'affinamento in botti precedentementi utilizzate per produrre Armagnac o Cognac?Sicuramente mi piacerebbe bere una bottiglia magari con te per capire meglio.magari se passo da Roma o se passi in emilia fischia.ciao Gian Paolo

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Vittorio Vezzola

circa 12 anni fa - Link

Quando ho visto la fotografia che annunciava l'articolo non ho dovuto nemmeno leggere l'autore. Io generalmente amo più lo stile Krug, prima di poter eleggere il miglior champagne del mondo mi mancano parecchie bevute ancora.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Visto che nello Champagne è proprio una questione di gusti personali, mi permetto di dire la mia. Non sono un amante di DP Oenothèque. Clos du mesnil è immenso e meraviglioso, anche per l'infinita Eleganza (E maiuscola voluta). Ovviamente va bevuto dell'età giusta. Ma non dimentichiamoci il meraviglioso (almeno fino al millesimo 1996) Billecart Salmon Blanc de Blancs (1990 praticamente imbattibile).

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Quoto la preferenza per Oenoteque.Dom Perignon ha uno standard qualitativo elevatissimo, anche sul vintage.Poi Oenoteque 96 e' grandissimo.

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Enrico Viglierchio

circa 12 anni fa - Link

Cara Cristiana, certo che quando degusti non vai proprio per il sottile. Complimenti per i vini e per l'articolo! Non sono assolutamente un conoscitore di OE ed alla prima occasione cercherò di impegnarmi ad approfondire la materia. Magari ti chiederò dei consigli...!! Anche negli Champagne, come nei vini, personalmente gradisco eleganza ed armonia, le esasperazioni non mi appassionano. Comunque ho letto con piacere il tuo articolo mentre mi trovo ad Ottawa in attesa della connessione per Sant John's. Aereo in ritardo di 2 ore...! E non è Alitalia! Bevo birra nella lounge e sogno una degustazione di OE! Dopo 20 ore di aereo...! Un caro saluto, Enrico

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Questo aspetto dell'ossidazione omologante è di grande interesse. Ricordo un passaggio del libro di Sangiorgi in cui, a spanne, parlando di "convergenza" si dice che, con la terziarizzazione, vini in origine distinguibili tendono ad omologarsi. In questa ottica, diventa centrale focalizzare il range temporale ottimale di consumo del vino, perché assaggiare un Barolo che sa di Brunello e viceversa non è il massimo anche su livelli di qualità stellari. (Credo avvenga lo stesso coi cru di Borgogna, o sbaglio?). Per certi versi, questo ridimensionerebbe anche il mito dei vini strabuoni e stravecchi.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

non è un mito, la terziarizzazione ben svolta illumina il palato di chi ne gode. Si entra in una dimensione quasi mistica di vini pelle e ossa con un ventaglio di odori che aspetti mezz'ora prima poggiare le labbra su quel calice. Certo, gli odori tendono a somigliarsi dopo una quarantina d'anni o anche più ma quegli odori che hanno completamente spodestato i vaeietali, i secondari,le intenzioni della "mano" del produttore, sono lì a dirti "sono entità vivente e questa è la mia verità più profonda che è esattamente uguale alla verità di ogni altro vino". Insomma, il massimo che può fare un produttore è tirare fuori un vino di territorio conciandolo il meno possibile e rendendolo capace di camminare da solo. alla fine del cammino il vino trascende e si riunisce a tanti altri vini di diversa provenienza. Ecco allora che assistiamo al miracolo dell'unico vero vino naturale, spogliato di tutte le caratteristiche specifiche del terreno, drll'esposizione, delle pratiche di vigna e di cantina: tutto svanito, resta la sincera naturalità

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Cristiana, tu cerchi lo champagne più buono del mondo, per me questo non ha alcun senso. Partiamo da due punti di vista diversi. Tu cerchi il piacere edonistico, io cerco di capire un vino. Tu cerchi il piacere: il mio piacere é la ricerca. Quando mi capita, spesso, di sentirmi chiedere qual'é lo champagne più buono, o quali sono messi in una classifica, non rispondo mai e mai risponderò. Per il mio modo di vedere questo vino, e tutti i vini é una domanda che non ha significato. Dom Perignon, Krug, V.C., L.P., Ruinart.... E tutte le Maison sono lo Champagne? É la prima domanda che mi sono posto quando ho iniziato ad affrontare il territorio. La risposta é si rappresentano tutti uno champagne, uno dei due champagne che esistono e che non potrebbero esistere uno senza l'altro. Da una parte ci sono i vignerons dall'altra le grandi maison, due mondi in opposizione?? Neanche per sogno entrambi sanno della loro interdipendenza economica e culturale. Da una parte ci sono dei prodotti tecnicamente realizzati di cui godere dall'altra c'é un territorio con le sue sfaccettature da capire. La prima parte interessa te, la seconda interessa me. Le maison fanno opere architettoniche investendo soldi per comprare materiali i piccoli fanno una scultura con la pietra che hanno. Le maison fanno prodotti di punta di un livello inarrivabile per i piccoli, se non in annate eccezionali, i piccoli rappresentano una tipicità e una personalità che i grandi devono farsi piccoli per raggiungere vedi i clos di krug o le vinificazioni parcellari di jaquesson che non a caso sono le mie maison del cuore. Ora non mi vorrei dilungare troppo, ma a me interessa più sapere che cosa distingue la riva destra della valle della marna rispetto alla riva sinistra, e che in alcune zone l 'esposizione peggiore da le uve migliori a causa del vento, mi interessa più sapere che differenza c'è tra le mesnil alta e le mesnil bassa. Avere l'idea di uno champagne ideale é molto riduttivo. Premettendo che, a me, se i soliti nomi fanno sempre i prodotti al top nella classifica dei migliori non me ne frega niente, perché le classifiche dei super campioni del mondo per me servono solo all'onanismo di chi legge, non mi astengo peró dal tuo argomento ma anche qui il mio punto di vista é diverso dal vostro. Dom 71 mio anno di nascita l'ho bevuto svariàte volte: l'ho bevuto nella versione tradizionale e l'ho bevuto nella versione OE. Le emozione più grandi mi dispiace, me le ha date il primo, sempre e senza dubbio. Il 76 uguale, una bottiglia di 76 originale é meglio con tutte le naturali ossidazioni di un invecchiamento non rallentato ed artefatto dalla presenza dei lieviti nella bottiglia che non tutti nelle maison che fanno RD pensano che migliorino il vino all'infinito. C'è chi dice che oltre i quindici anni diventa solo un modo paraculo di conservare il vino. Le ossidazioni bloccano i rubinetti, incollano le serrature, incastrano i divano-letto, fanno cedere i chiodi del quadro sopra il letto mentre dormi. Ma sempre di ferro e acciaio che si parla. Se invece pensi allo zinco pensi ai banconi dei bistrot parigini, alle cupole delle chiese verderame, alle pentole di tua madre. L'ossidazione e' bella: é il tempo che passa. L'invecchiamento vero dello champagne inizia dove la permanenza sui lieviti finisce. Il resto é marketing.

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Caro Fabrizio, "l'ossidazione è bella, è il tempo che passa" è una frase che vorrei trovare scritta nello specchio la mattina quando mi alzo :-). Ho letto con attenzione il tuo intervento. Mi piace quello che dici e come lo dici. Hai centrato lucidamente il punto: io bevo per godere e per soddisfare il mio desiderio, puramente edonistico, anche estetico se vuoi. Il tuo livello, invece, è quello della conoscenza profonda delle origini, delle storie, della cultura che ha messo quel vino in bottiglia. Chi fa il vino col cuore appassiona anche me, ma non quanto te evidentemente. E dici il vero: il resto è marketing, termine che per me non ha accezione negativa. Il vino, tutto il vino, deve essere venduto, come un bel libro. Io scrivo di vini che bevo per grande passione e tu sai essere più analitico parlando di grandi maison, piccoli recoltant e del mondo che ci gira intorno. Due approcci diversi ma direi conciliabili: io ti leggo e trovo qualcosa, tu mi leggi e magari trovi altro. Sarà per questo che mi piace ascoltarti. Anche perchè sei uno dei pochi che sa stare zitto se non ha niente da dire. Grazie davvero per il commento. Cristiana

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

@Fabbretti leggerti è un tuffo nel passato. Sembri un degustatore molto anni '90. Direi che nel tuo caso l'ossidazione non ha portato gran che, e se fossi un vino mi piacerebbe pensarti come un vino parkerizzato (much ado about nothing). Troppo narciso alla fine ti gaurdi il tuo coso talmente a lungo che a forza di guardarlo si atrofizza per il peso dello sguardo. Ma lo sai che le pugnette fanno male. Il tuo riconoscimento preferito è certamente il Fiore di Zagana. E andiamo un poco di leggerezza non prendiamoci troppo sul serio se no mamma mia che cabbazzisi. @Pagliardi Le ossidazioni bloccano i rubinetti, incollano le serrature, incastrano i divano-letto, fanno cedere i chiodi del quadro sopra il letto mentre dormi. Ma sempre di ferro e acciaio che si parla. Se invece pensi allo zinco pensi ai banconi dei bistrot parigini, alle cupole delle chiese verderame, alle pentole di tua madre. Bello...Bello...Bello... leggere e riuscire quasi respirare l'atmosfera di ciò che hai appena letto è tanto raro quanto bello. @Cristiana sei la solita provocatrice.... :-) :-) :-)

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

In champagne la terziarizzazione ossidativa si ottiene principalmente con l'uso dei vin de reserve o con l'imbotyigliento di vere e proprie solera.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

non concordo in pieno... quella è la via più facile e, a dirla tutta mi ha anche un po' annoiato sto c..zo di sistema solera. In Italia la dfiniremmo una furbata ma siccome sono franzosi chapeau (un bel par di pa..e!). la raccolta in champagne viene fissata dal giorno di inizio a quello di conclusione, i grandi chmpagne, a mio giudizio son quelli che tirano fuori tanta roba riuscendo a coniugarla a freschezze inaudite. Comincio dall'N.P.U. 96 di paillard.... avendo bevuto, ribevuto e strabevuto il millemé '96 so con certezza pari al 99,9% quale è il tragitto evolutivo. Oggi è esile, con un perlage di seta pura, msa l'esilità è data dal fatto che Paillard nelle sue riserve ottiene 35 cldi vino per ogni kilo di uva (se non vi fidate chiedeteglielo).... lasciatelo invecchiare e tirerà fuori due attributi che Rambo sembrerà una mammoletta (invecchiamento minimo garantito 30 anni) Passo Al vieille Vignes Francaises di Bollinger: pinot nero Gran Cru su piede franco, rese per ettaro (per l'esattezza 0,24 hq diviso in tre parcelle) inesistenti, in un quarto d'ettaro ci sono 17.000 piante (roba che per passare attraverso i filari devi essere esile come Olivia e atletico come il cinesino di ocean's eleven). Vendemmia posticipata all'ultimo giorno utile per avere un vino di base già abbastanza alto in tenore alcoolico, maturazione in carati (delle riserve di cantina) precedentemente utilizzati per affinare cognac, armagnac e Calvados,prise de mousse ottenuta con una mistella di vino di riserva e armagnac con una quantità di zuccheri inferiore alla norma perchè il tenore alcolico è già alto (quindi il perlage sarà più fine e più rado). In questo ultimo caso specifico parlare di morbidezza ossidativa è un insulto che grida vendetta. Certo, poi c'è Boulard che con il metodo solera se la fa facile ma è, come si dice a Roma, un "Farsuccio" (falsuccio), un "vorrei ma non posso". Una piccola dritta all'amico gian paolo: quando bevi uno champagne, dopo aver deglutito, socchiudi le labbra e aspira. I grandi champagne anche se sembrano carriarmati laciano una piacevole sensazione citrino-eucalipto-balsamica in bocca quindi dovresti sentire un effetto, in piccolo, simile a quello che proveresti respirando dopo aver mangiato una halls mentoliptus al limone. Questo è il grande champagne, quello che lo scimmiotta lo lascio ai soloni della chiacchiera e mi bevo un buono champagne che sia una bella golf non una punto che gioca a fare la lamborghini p.s. scusami fabrizio per aver usato la tua risposta so bene che tu queste cose le sai ma far passare anche minimamente per ossidati champagne che sono ben altro significa non aver capito la differenza fra due categorie che stanno tra di loro come il diavolo e l'acqua santa

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

Caro Francesco, cercherò di esser chiaro e sintetico. Odio i maestrini, soprattutto quando si autoattribuiscono il peso di essere i portatori della conoscenza e si autoinvestono del ruolo di Virgilio all'interno dei tortuosi e impervi sentieri del percorso eruditivo. Le tue informazioni - spero di non offenderti, la mia è una valutazione legata strettamente alla prosa - sono vagamente disarticolate, eccessivamente nozionistiche ma sopratutto (questo è l'aspetto più grave per un comunicatore) traspare con eccessiva evidenza la componente floreale (leggi narciso) del tuo voler essere protagonista assoluto. Ti chiedo quindi di prendermi per mano e spiegarmi come mai: - Cristiana parla di BdB (Salon e Clos de Mesnil) oltre al Dom (non classificabile in quanto appartenete al genere ICONA) e tu citi nella tua primissima risposta esclusivamente o quasi produttori con una componete di Pinot Nero molto abbondante che, oltretutto, giocano un campionato stilistico molto diverso rispetto a quelli introdotti come argomenti di apertura. - la mistella che nomini due volte nella prima fa riferimento (stessa composizione) al pied de cuve mentre qualche post più tardi diventa altro che capisco essere più legato alla fase di presa di spuma e le due cose convergono come due binari dell'Orient-Express. In buona sostanza mi sembri - e mi riferisco solo alla narrazione - poco incisivo o meglio molto cesellatore (rilegassi di cabbazzisi), i tuoi interventi sono pieni di virtuosismi e nozionismi che però sanno molto più di maniera che di competenza. Comunque, e chiudo, è evidente che la levità che ti manca nella narrazione latita anche nella scelta delle bocce che bevi. questione di feeling........

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

quesione di buon gusto... che a me pare ti manchi in modo evidente. Forse posso complrendere che la sintassi ti rimanga ostica come a parecchie persone ma il primo intervento e l'ultimo parlano di due cose completamente diverse. Dacchè stimo la signorina Lauro il mio primo intervento era delicato e si trattava di prendere atto del fatto che abbiamo gusti diversi, si parlava di morbidezze ossidative e io non ho voluto dire "cara cristiana, il corpo e l'acidità sottostante sono altra cosa dall'ossidazione". La discussione ho poi preso la via dell'ossidazione e lì ho cominciato a mettere i puntini sulle "i" distinguendo tra ossidazione e morbidezza ossidativa. Il terzo commento è quello che rispecchia senza peli sulla lingua il mio pensiero. Nonostante il detto io "da mangiare" te ne darei ancora.... purtroppo ho finito le perle

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Gentile Francesco, il corpo e l'acidità sono altra cosa rispetto all'ossidazione. Quando avrei mai affermato il contrario? Forse è semplicemente una sua deduzione. Quindi non è detto che sia giusta. Rilegga con calma, la prego. La differenza fra ossidazione e morbidezza ossidativa era chiara fina dal mio post, o almeno voleva esserlo. Mi pareva d' essermi spiegata anche in un commento in risposta a qualcuno. Visto che scrivo, colgo l'occasione per ringraziare Gianpaolo Giacobbo che ha garbatamente chiarito, molto meglio di me, alcuni concetti dai quali traspare una certa confusione. C'è un ingarellamento poco chiaro fra le varie posizioni. Mi pare, rileggendo.

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Francesco,Cristiana è stata molto chiara, non ha mai confuso i termini, poco chiari, invece, nei tuoi scritti. E' coerente la sua posizione. Buonasera

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

Allora lo vedi che si ti impegni riesci anche a rispondere con un minimo di ironia. Apprezzo molto sopratutto la chiusura. Perchè mi pare che il detto dica dare le perle ai porci dunque mi conosci abbastanza bene. Sono contento. Ci sono parecchi aspetti interessanti. Mi piacerebbe coinvolgere sia Francesco che Fabrizio che Cristiana. Io credo e di questo cono parecchio convinto che la chiave ossidativa sia nella fase pre presa di spuma. E' li che si gioca tutto. L'impostazione (legno si legno no), la sosta sulle fecce e il battonage sono determinanti per gli champagne come per i borgogna. La scelta dei fusti può avere un incidenza relativa anche perchè vini con gradazioni relativamente basse e fusti esausti non credo incidano se non per le microssigenazioni. Sono fortemente perplesso circa le teoria espressa da Fabretti sul tiraggio perchè sambra quasi parlare di un concetto Saten/Cramntizzato che francamente non credo sia il punto. Sono convinto e sarebbe divertente confrontarsi su questo che le morbidezze ossidative siano tali ancor prima della presa di spuma. Ovviamente il maturare e l'evolvere del vino accentuano nel tempo questa imprinting iniziale. Se un vino con un profilo abbondante/ossidativo affina trovo impossibile che il tempo lo possa ringiovanire e non c'è acidità fissa che tenga. L'uso delle riserve a prescindere dal fatto che lo stile piaccia o meno conferisce maggiore maturità dal punto di vista del profilo aromatico e anche questa è una precisa scelta stilistica. Ora scusate ma corro a comprarmi le Halls al Limone.....

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Sarò breve che vado per uno come si dice a Roma. Io non liquiderei come un mezzuccio l'uso dei vin de reserve. Krug grand cuvèe é fatto con quel metodo e non direi sia un "farsuccio" Le parcelle di bollinger v.v. sono attualmente e purtroppo due, "Chaud terres" e "clos St jacques" entrambe ad AY, l'altra era a Bouzy ma é stata sdraiata dalla fillossera e ripiantata a piede franco, ma non ancora utilizzata per la cuvée, e dovranno passare anni prima che venga utilizzata.(deve essere una v.v.) PEr capire il danno ci sono solo altre vigne a piede franco attualmente in produzione in champagne, anzi quattro ma la quarta é di un produttore di uve che le vende a una maison insieme alle altre.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Condivido che sia meglio una golf di una punto travestita da lamborghini. Ma il povero Francis Boulard, non vuole travestirsi da lamborghini, vuole solo fare uno champagne che porti con se la storia dell'azienda, costa anche 24 euro più Iva da lui, non mi sembra una pazzia neanche come prezzo.

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luigi

circa 12 anni fa - Link

Al netto di tecnicismi il mio plauso per pagliardi. Il vintage di dom e' spesso più affascinante di oenoteque stesso millesimo. Stasera mi avete ricordato il genere e ho appena bevuto dom vintaage 02 che e'davvero buono. Siete troppo preparati pero' ;-)

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Gianni Ruggiero

circa 12 anni fa - Link

Sono arrivato a casa ossidato ,vi ho letto e tutto e' cambiato ,siete una categoria !

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Gianpaolo Giacobbo

circa 12 anni fa - Link

Entro in punta di piedi in questo posto perchè l'argomento è delicato e una parola in più o in meno potrebbe contribuire a non delineare bene il pensiero. UN po' come accade per le linee ossidative negli champagne. Parlare di ossidazione mi sembra eccessivo, parlarei piuttosto di maturazione quando parliamo dei vecchi millesimi e di alcune tratti di ossidazione quando parliamo di un'enologia un po' libera. In entrambe i casi però lo champagne assume un volto molto affascinante. Senza farsi mali con le cuvee importanti, anche degustando chamapgne di piccoli vigneron si ha la possibilità di confrontarsi con degli aspetti meravigliosi che mettono in evidenza la vera anima champenoise. Ricordo quando nei primi anni 2000 Sangiorgi proponeva il brut initial di Jacques Selosse ai corsi, alcuni corsisti ne criticavano l'ossidazione, altri ne rimanevano affascinati irrimediabilmente. io rientravo tra i secondi. Poi Selosse è diventato quello che sappiamo oggi e pochi se ne accorgono .... vabbè poi qui si entra in altri argomenti.

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luigi

circa 12 anni fa - Link

A parte la stima per Cristiana condivido anche il pensiero circa il commento di Giampaolo Giacobbo che mi sembra il più chiaro e convincente.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Riprendo da qua che sennò non ci si capisce un'acca. Cerchiamo di Riassumere in tre punti chiave:ù 1-La signorina Lauro usa nel suo post il concetto di "morbidezza ossidativa" 2-(per tagliare tutti i passaggi intermedi della discussione), da "morbidezza ossidativa" si comincia a parlare di champagne ossidati e gli unici nomi fatti, eccetto dom selosse krug, li ho citati io come a dire "Li preferisco.... ma è una scelta personale che non mette in discussione quanto da Lei scritto sul DOM" 3-Mi inc..zo perchè nella maledetta deriva semantica si comincia ad assumere per datità che i vini da me citati seguano uno stile ossidativo... niente di più falso In conclusione: A-se vogliamo parlare di freschezza unita a muscoli che son destinati a terziarizzare in maniera splendida non credo (anzi lo so per certo per più di una chiacchierata fatta tanto con Bruno quanto con Alice Paillard) la partita si giochi con il periodo precedente la presa di spuma, quanto con la maturazione prolungata in pianta e un liquer de tirage come ho poco sopra descritto (non si tratta di fare cremànt-3 atm- o satèn-da 3 a 4 atm- anche perchè le 4,5 atmosfere minime sono fissate per legge in champagne) B-se volete parlare di vini "morbidamente" o "duramente" ossidati, fate pure.... non è un argomento che mi interessa e in questo la penso esattamente come Miss. Lauro P.S. Gentile Miss. Lauro, credo con questo mipo intervento di aver risolto un fraintendimento che non credo volesse nessuno dei due P.P.S. chi sta a Roma fra gli intervenuti porti una boccia di Champagne dignitosa alla mia enoteca (io metto un NPU '96) e facciamo che ce le diamo di santa ragione a colpi di bicchiere.... a me a forza di parole mi si è asciugata la lingua!

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Io ci sto!...E busso coi piedi ;-)))

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Vabbé a breve pero' che se riapro poi diventa un casino per me.

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Tutto molto interessante ma è una settimana che leggo e scrivo da un telefono o da un'i-pad in duplex ma argomenti così interessanti quando stavo a Roma senza fare un c. No eh!!!!

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Mi accorgo ora che nella lettura veloce mi é sfuggito parecchio e o dato alcune risposte non coerenti. Volevo solo aggiungere che l'annata 96 per lo Champagne é considerata una grande annata ma difficilmente troverete qualcuno nella champagne che vi dica che é vicina alla 90. Difficile trovare qualcuno che abbia trovato veramente la formula dell'equilibrio in questa annata. La più grande preoccupazione dei piccoli produttori, ma anche di alcune maison, é che l'evoluzione e terziarizzazione aromatica sia molto più veloce dell'evoluzione dell'acidità. Già i millesimati di molti piccoli produttori presentano note di terziarizzazione eccessive rispetto a un acidità/freschezza ancora più che presenti. Penso al pinot nero di Marie Noelle Ledru di Ambonnay o lo chardonnay v.v. di Pierre Moncuit di Menil molto diverso dal non V.v. che invece sta meglio. É per questo che secondo me l'annata 96 é stata meglio interpretata da chi per stile o per interpretare l'annata ha cercato la morbidezza e un po' di ciccia, come direbbe Cristiana. É per questo NPU e Krug sono decisamente meglio secondo me di altri come Dom P., o Salon nell'annata 96. Per l'annata 90 dom perignon tutta la vita. Non so perché ho scritto tutto ciò, ma non ho capito perché vi siete scaldati e vi volevo riportare sui vini invece che sopra o sotto.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

signori e signore l mia enoteca chiude alle 20. e 30..... Fabriio, tu che fra un po' devi riaprire spara una data utile per te, e così fcciano tutti/e coloro che voglion partecipare. mi permetto solo di suggerire una data pre-festiva (ne sparo 4 io: 24, 28 e 30 aprile, 5 di maggio)

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

p.s. POI ci si chiude dentro... e ne resterà vivo/a uno/a soltanto 3:) !!!

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Cristiana Lauro

circa 12 anni fa - Link

Sulla data sono flessibile. Il 5 Maggio vi offrirebbe l'opportunita di sentirmi recitare un componimento poetico sulla conversione prima della morte in settenari sdruccioli. Dipende dall'umore del momento, ma se bevete almeno 7 bottiglie a testa e ci mettete un po' di fantasia, rischiamo di cappottarci dalle risa. Scherzo ovviamente.... ;-)))

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Gianni Ruggiero

circa 12 anni fa - Link

Cristiana io porto le carte nel caso ci volessimo giocare un CdM.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Gianni, tu ci stai?

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

comunque fanciulli/e la mia mail la evincete clikkandomi sopra, scrivetemi e cominciamo a cercare di quagliare... se fosse un evento per molti lo chiamerei come un film che non ho visto ma che so essere uscito nelle sale "scontro tra titani"

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Gianni Ruggiero

circa 12 anni fa - Link

Sono nato pronto,basta avvisarmi 5 minuti prima ,buona domenica!

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Luca

circa 11 anni fa - Link

Leggervi é un piacere.... Mi é capitato qualche anno fa di degustare una trentina di Perrier Jouet Belle Époque 1985... È alla descrizione miglior champagne del mondo non mi viene in mente altro che lui....

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Peline

circa 9 anni fa - Link

ha hah a che polli che siete gustate e roteate il bicchiere ma quello che bevete neanche voi lo sapete! un miscuglio di chimica con mezzo grappolo di uva spremuta poveri TONTOLONI CHE SIETE.

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Matteo baroni

circa 5 anni fa - Link

Buongiorno a tutti, Volevo chiedervi se potete consigliarmi un sito o un negozio dove poter capire il valore di un Don Perignon oenotheque vintage del 1976 in cofanetto di legno. Grazie mille Matteo

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