Arunda | Bollicine in terrazzo. A milleduecento metri d’altezza

di Elia Cucovaz

«Se l’uva coltivata in quota conferisce al vino particolarità e caratteristiche di pregio, perché non fare anche la presa di spuma ai massimi livelli?». Questa non è solo una domanda retorica qualsiasi su una brochure aziendale, ma la sfida che Joseph Reiterer lanciò nel 1979, quando decise di mettersi a fare bollicine in una casa sopra le nuvole [cit]. Alle cantine di Arunda, in effetti, non ci arrivi per caso. Siamo fuori dagli itinerari classici del vino altoatesino: su per le pendici dell’alta Val d’Adige, sopra Terlano, fino a raggiungere l’altipiano del Salto ed i 1200 m del paesino di Meltina. Nella cui pancia i Reiter praticano la presa di spuma più alta d’Europa (e credo quindi dell’universo mondo).

Ovviamente, quassù di vigna non ce n’è un filare. Particolare tutto sommato trascurabile quando affacciandoti al terrazzo di casa domini con uno sguardo il meglio di quel giardino enologico chiamato Alto Adige. Per procurarsi la materia prima quindi Joseph non deve fare altro che andare a prendersela nei terroirs migliori: Appiano e Cornaiano per il Pinot Blanc, Bassa Atesina per il Noir e lo Chardonnay, con chicche d’alta quota da Terlano e dintorni. E il suo mestiere di negociant-manipulant lo fa con perizia tedesca, ponendo grande attenzione nella scelta dei crus, ma anche – sottolinea – degli uomini: solo piccoli produttori indipendenti, relazioni di fiducia costruite negli anni, ed un confronto continuo sui metodi per ottenere vini base cuciti su misura.
Poi porta tutto in alta quota e assembla, usando in parte vini affinati in proprio con legni spenti. E quindi la rifermentazione. Metodo classico, con pupitre, remuage e tutto. E dunque, siamo arrivati al momento di rispondere alla domanda iniziale: che effetto ha l’altitudine elevata nella spumantizzazione? Non pretendo di scoprirlo nel bicchiere con il mio rozzo strumento. Questo lo lascio ai bisturi retronasali più affilati. (E comunque il post avrà una chiusa retorica ed io mi salverò in corner).

Arunda Extra Brut (80% chardonnay, 20% pinot nero, 36 mesi, dosaggio zero): cristallino nel bicchiere, brillante e di riflessi verdolini, rivela perlage sottile, continuo, persistente. Il naso mi richiama alla mente cose semplici, nella migliore accezione del termine: pane bianco, fiori di bosco, agrumi dolci. Intensi e puliti. Lo stesso vale per il palato dopo un ingresso fresco fresco, carbonico, stuzzicante. Spumante da bere.

Arunda Blanc de Blancs Extra Brut (100% chardonnay, 36 mesi, vecchia vigna, barriques): un altro bicchiere che si presenta magnificamente, vibrando però su frequenze più calde. Il bouquet non si esprime immediatamente, bisogna far lavorare il perlage che regala a poco a poco un climax di frutta fresca e oro saiwa, pompelmo, nocciola. In bocca è presenza intensa, con bella texture e acidità dinamica. Lo vorrei a tavola.

Arunda Cuvée Marianne Extra Brut (80% chardonnay, 20% pinot nero, 48 mesi. Assemblaggio creato da Frau Marianne Reiterer) riflessi dorati e un bouquet più ampio, complesso, raffinato. Eco esotico, con gelsomino e ananas. Cioccolato bianco. Amalgamati da lievito morbido in un impasto poco poco speziato. Ampio anche all’assaggio, fresco e morbido, sapido e persistente dietro al naso. Spuma cremosa, da godere.

Arunda Riserva 2007 Extra Brut (60% chardonnay, 20% pinot nero, 50 mesi e più, in base al millesimo): ecco, dopo il Marianne senti subito che è tutto un’altro quadro. Trasparenza cristallina con riflessi freddi. Perlage diligente, ma non esuberante. Naso minerale, che schiude a poco a poco fiore bianco, panpepato, frutto maturo. La bocca segue. Prima una nuvola sottile affilata da aria fresca. Poi il corpo solido si staglia, equilibrato, persistente, minerale. Vino da cercare.

prezzi di queste bottiglie si mantengono in un range tra i 15 e i 20 euro. La gamma di Arunda comprende anche altra roba (buona, ho ragione di credere) che avrei voluto provare, ma che non era disponibile per l’assaggio: un rosè brut da vigne d’altura (metodo saignée) e una cuvée.

La chiusa retorica: se chiedi ai Reiterer come incide l’altitudine sulla rifermentazione in bottiglia ti diranno che la differenza non si calcola tanto in metri sul livello del mare, ma in gradi centigradi: il gradiente termico verticale dice infatti che le temperature scendono in media di 2° C ogni 300m. E in effetti nelle viscere di Arunda fa bello fresco, 10-12° costanti – «come in champagne». Si potrebbe considerare poi che ad un’altitudine di 1000 m la pressione atmosferica è inferiore di circa il 15%, onde per cui … Ma questa è fuffa bizantina.

Restiamo sul vino. Gli spumanti di Arunda nascono dalle mani di un artigiano delle bollicine che non sussurra alle piante, ma conosce profondamente la sua terra. E la rispetta. Mica per religione eh, ma perché ne ha compreso il grande potenziale enoico. E da enologo cerca di trarne il massimo vantaggio facendo esprimere l’impronta del terroir nel modo più diretto. (Avete notato i dosaggi prossimi allo zero? Tanto per dire). E al di là della fisica e della chimica è questa idea di identità che rende i suoi vini – ed in generale i vini – unici. Punto.

Arunda Cantina Talento
Via Prof.-Josef-Schwarz 18 – I-39100 Meltina (BZ) – Tel. 0471 668033 – Fax 0471 668229
mercoledi ore 11 visita in cantina e degustazione (prezzo per persona 8,00 €)

7 Commenti

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Mi sa che i Reiter si son presi indietro, oppure anche tu soffri del dannato difetto, diffusissimo nelle zone dove abitiamo ;-) di dare il primato a tutto ciò che è di matrice teutonica ! I valdostani vanno ben oltre i 1.200 con la presa di spuma, almeno su base sperimentale: http://www.caveduvinblanc.com/Quota.html

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Opss ... Reiterer ... chiedo venia !

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Confesso l'arretratezza delle mie nozioni enoiche, ma non la faziosità filogermanica! : D interessante la sperimentazione estrema Vins d’Altitude. Ma ad Arunda lasceremo il primato nella categoria NM (salvo nuove rivelazioni).

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Paolo

circa 12 anni fa - Link

meglio arunda(che non ho mai provato) o haderburg??

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eliacucovaz

circa 12 anni fa - Link

Non ho assaggiato gli spumanti haderburg, che so cmq derivare da agricoltura biodinamica... c'è qualcuno che può darci la sua opinione in merito?

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

Ho bevuto il brut di Haderburg prima di Natale. L'ho trovato leggermente rotondo e largo in bocca, me l'aspettavo un pò più "fresco"... Addirittura ho pensato che avesse fatto un pò di legno, invece dovrebbe fare solo acciaio. Come bollicina invece era molto buona... Non posso però fare paragoni perchè non ho provato Arunda....

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M. Chiara

circa 12 anni fa - Link

Mi pare che le due case e i loro vini siano di difficile comparazione. A Capodanno ho brindato con il millesimato 1999 di Haderburg, grande eleganza, più buono ancora del 2000. Di Arunda non potrei dare un giudizio imparziale perchè amo molto ogni loro prodotto, specie il Rosè, particolarmente gradevole.

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