Anteprime Toscane 2010 | Chianti Classico Riserva 2006/2007 (highlights)

di Andrea Gori

Immagine 18

Dopo i Chianti Classico 2008 (prima e seconda parte) , c’era grande attesa per i Chianti Classico Riserva 2007 – insieme ai cru aziendali più ricchi, le vere blue chip dell’Anteprima. Assaggi che si sono rivelati molto interessanti ma un pò al di sotto delle aspettative, magari in virtù di un’evoluzione in bottiglia ancora incompleta, soprattutto pensando all’altissimo livello medio dei Chianti “base” ora in commercio. Grandissima conferma, invece, per l’annata 2006, che offre nelle sue Riserve alcuni dei migliori assaggi della due giorni chiantigiana. [al nome dell’azienda segue l’eventuale nome del vino o del “cru” aziendale]

Agricoltori del Geografico Montegiachi – Naso elegante e deciso, appesantito da una leggera percezione di legno. Note di ciliegia matura poggiano su sensazioni speziate. Tannino piacevolmente austero. Bella masticabilità. 86
Badia a Coltibuono – Olfazione marcata leggermente dall’alcol. Poi: frutta matura, amarena, ribes rosso. In bocca ha già buona finezza. Complessivamente appare un pò soffocato. Al momento risulta essere poco giudicabile. Da risentire in un secondo tempo. 82
Barone Ricasoli Rocca Guicciarda – Ricco pieno e deciso. Qualche  imperfezione olfattiva di troppo. La bocca è leggermente tannica. Il legno è ben avvertibile, sia al naso che in fase gustativa. 79
Bibbiano Vigna del Capannino (botte) – Aroma ricco che va dal floreale allo smalto nobile. Sapidità sul fondo. Bocca ben sostenuta, marcata però da una leggera volatile. Aspettiamo fiduciosi. 85

Capannelle – Intenso e cupo. Naso avvolgente con rosa, mora, mirtillo e tabacco kentucky in evidenza. Bocca esaltata dallo splendido tannino e da una prodigiosa persistenza. 93
Caparsa Caparsino – Fresco e verace, floreale e vivo. Sviluppa l’olfazione fra sensazioni di ciliegia, china e rabarbaro. In bocca, pur apparendo giovanissimo, stupisce per la complessità. 88
Casa al Vento Foho – Inizialmente appare ridotto, in seguito si apre su sensazioni di frutta e note balsamiche. La bocca è “fredda” ma intrigante, con note speziate e minerali. 85
Castello di Meleto Vigna Poggiarso – Un vino per palati internazionali. Sensazioni un pò cotte che ci rimandano alla ciliegia, le more e la prugna. Legno in evidenza. Note di noce moscata. All’assaggio risulta più interessante, anche se il tratto muscolare non rende semplice la beva. 79
Castello di Monsanto – Bellissimo il naso, caratterizzato da sensazioni fresche e floreali (rosa e viola) e da una convincente nota di lamponi in confettura sullo sfondo. In bocca mostra struttura ed un tannino di grande fattura. Sarà un piacere vederlo invecchiare. 93
Castello di Volpaia (botte) – Il naso, chinato e cupo, verte su note di tabacco dolce, cotognata e sensazioni balsamiche. All’assaggio perde qualcosa e sembra meno imponente. Ottima la bevibilità. 84
Castello di Volpaia Coltassala (botte) – Il naso è ancora un pò chiuso ma è evidente l’equilibrio fra le note di legno e i riconoscimenti fruttati. La bocca è corredata da un tannino esemplare. 88
Casuccio Tarletti Campoalto – Esplosione di viola, ciliegia e fragola. Freschissimo. La bocca è carnosa e già armonica, per niente tradita dalla gioventù. Emozionante. 93

Fattoria San Giusto a Rentennano  Le Baroncole (botte) – Assetto olfattivo penetrante e balsamico (un pò di legno in evidenza, ma verrà digerito con facilità). Note agrumate, ricordi floreali, sensazioni di erika e lavanda. La bocca è ricca, precisa e appagante con finale di interessante sapidità. Retro-olfazione in cui spiccano le more di rovo. Crescerà ancora. Grandissimo. 92
Fattoria Viticcio Beatrice – Naso intorpidito da note smaltate. Sensazioni appena affumicate e bocca d’impatto. Finale minerale con ricordi di rosa e fragola. 85
Felsina Felsina Berardenga – L’olfazione è caratterizzata da note di cola, amarena e caramello leggero. In bocca è sapido, ricco di sensazioni fruttate (lampone). L’impatto è elegante, grazie ad  un tannino finissimo. Grande bevibilità. 86
La Porta di Vertine – Il bicchiere è esaltato da una gamma olfattiva prodigiosa: ribes, ciliegia, lavanda e anice. Al momento dell’assaggio mostra bella struttura e piacevole “grip” tannico. Leggerissima sensazione alcolica nel finale. 88
Monteraponi Il Campitello – Minerale, austero, con evidenti note floreali e balsamiche. In bocca sfoggia una struttura armoniosa ed un tannino di ottima grana. Appena alcolico in chiusura. 90
Poggio al Sole Casasilia (botte) – All’inizio è solare e pimpante con ricordi di roccia e ginestra. Si schiude poi con note di pesca, agrumi e ribes. Al momento dell’assaggio mette in evidenza struttura ed equilibrio. 90
Ruffino Santedame (botte) – Naso un pò etereo connotato da molta ciliegia e tabacco. La bocca è disarmonica, slegata. Da risentire. 80
Tenuta di Nozzole La Forra – Note leggere di “umami” al naso. Sensazioni di pomodoro concentrato e frutta rossa sotto spirito. Bocca molto più interessante: fitta, penetrante e fruttata. 86
Villa Cafaggio – Una riserva meno esplosiva del solito. Ma non rimpiangiamo le versioni precedenti. Che eleganza! Naso che spazia fra note di frutta rossa croccante (ciliegia e ribes) e fresche sensazioni speziate (cardamomo). Bocca entusiasmante con ricordi di sassi e fiori, mela e fragola. 90
Villa Calcinaia –  Pur essendo un pò restio, sviluppa l’olfattiva su sensazioni di frutta scura e richiami di agrumi. La bocca è connotata da un tannino e da una sapidità taglienti. Idea di equilibrio. Legge perfettamente il bel millesimo. 87

Chianti Classico Riserva 2006

Caparsa Caparsino –  Al naso appare ricco e si avverte da subito una buona sapidità. Bel ventaglio di riconoscimenti che spaziano dall’amarena al glutammato. In bocca è compatto ed intenso. Mostra già un buon equilibrio, è suadente e delicato, con acidità piacevolmente pungente. 91
Castello di Bossi Berardo – Nel bicchiere è denso e cupo. Olfazione scurissima con riconoscimenti di ribes nero, cassis e mirtillo. La bocca è fruttatissima con note di sottobosco, confettura di mora e prugna. L’assaggio è connotato da un tannino preciso. Un briciolo di eccesso nella muscolarità. 87
Castello di Meleto Vigna Casi (botte) – Elegante e sinuoso, con ricordi di liquirizia e note leggere di vaniglia, lavanda e menta. La bocca è precisa, non esuberante. Bel finale di ciliegia. 87
Castello Monsanto Il Poggio 2006 – Naso piacevolmente ambivalente: imponente eppure lieve. Olfazione ricca: lavanda, viola, arancia e pesca. All’assaggio risulta essere giovanissimo. Monolitico. 95
Colle Bereto – Naso di grande eleganza e mineralità. Spiccano note di viola, ciclamino e arancia. Bocca particolarmente “ritmata”, godibile e sapida. 90
Melini La Selvanella – Una riserva dal tono austero e piacevolemente classico. Al naso ricordi di viola, cardamomo e visciola. La bocca è coinvolgente, fresca. Struttura e bevibilità in un sol colpo. Una conferma (se mai ce ne fosse bisogno). 94
Montemaggio – Al naso è fresco: rosa e fiori di campo. Note ferrose introducono la ciliegia matura ed il lampone. A fare da corollario una lieve nota di legno dolce. La bocca è dritta e fine, connotata da delicati aromi di frutta. 87

Lamole di Lamole – La gamma olfattiva è incantevole, corredata da note balsamiche e sentori di ciliegia sotto spirito. In bocca è estremamente dinamico ed accattivante. Sul finale emerge la sapidità ed uno splendido ricordo di rosa. (notevole, soprattutto ragionando sulla fascia di prezzo). 90
Lanciola Le Masse di Greve – L’olfazione è un pò serrata e si muove su sensazioni di frutta scura, sentori di pepe e spezie. Un vino di bella struttura, con un tannino da manuale. Bicchiere in festa per chi ama la pienezza. 87
Le Cinciole Petresco – Il naso appare reticente all’inizio, ma conquista – in seguito – per l’alternarsi di sensazioni sapide e fruttato-floreali. Bocca intensa e persistente. Bell’equilibrio complessivo. 89
Le Fonti – Naso Intenso: mughetto, fragola, lampone ed un pò di cipria. In bocca entra largo, apparentemente troppo deciso, in realtà accattivante e fresco.
90
Machiavelli Fontalle – Il naso è esplosivo, quasi stordente. Avvertiamo in successione: arancia, viola, lampone e mirtillo. Bocca in contrapposizione: fine e delicata. Affascinante, caratterizzato da un’austera bevibilità. 85

Monteraponi Baron’Ugo (botte) – L’olfattiva è connotata da ricordi di ribes rosso e cardamomo, macchia mediterranea e da una particolare nota ematica in sottofondo. Al momento dell’assaggio ci stupisce grazie ad un assetto tannico da capogiro e per un finale godibilissimo che ci ricorda l’arancia rossa e la fragola. Anche se è molto buono ora, andiamo in sollucchero leggendolo in divenire. 90+
Porta di Vertine – Solito “Gambelli style”  con mineralità e sensazione floreale sugli scudi. Si affaccia anche una piacevole e raffinata note di lampone e mora. La bocca è solare e composta. Grande. 91
Riecine – Pur non apparendo esuberante, risulta completo. Naso che alterna ricordi di viole, ginestra e agrumi a note di tabacco dolce e pesca candita. Bocca ancora in progress, caratterizzata da bei tannini, da un’ottima struttura e da una fresca sapidità. 94
Riserva Ducale Oro – Naso cupissimo  e concentrato. Note di gomma che tolgono finezza all’olfazione. In bocca è contratto e denso. In evidenza eccessive note pepate. Al momento non riusciamo ad apprezzarlo, rimandato a settembre. SV
San Fabiano Calcinaia Cellole – La fase olfattiva è aperta su sensazioni di rosa ed amarena a cui si contrappongono note minerali e ferrose. La bocca è piena, connotata – al momento – da un alcol invadente. 79
San Felice PoggioRosso – Al naso: arancio, china, rabarbaro e lampone in confettura. Bocca straordinariamente composta, fresca, ricca ed elegante. Bella la progressione e godibile il finale che ci rimanda al mirto e alla fragola. Futuro radioso. 92
San Felice il Grigio – Al naso ci riporta sensazioni di sottobosco, agrumi, felci, tabacco e composta di lampone. All’assaggio è carnoso, pieno senza strafare. La solita sicurezza.
86

Collaborazione ai testi: Mauro Mattei, Alessandro Morichetti

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

9 Commenti

avatar

Arturo Dori

circa 14 anni fa - Link

A mio avvisto, riguardo a Porte di Vertine, lo stile Gambelli è riscontrabile nel 2006 ma non di certo nel 2007 legnosissimo e grossolano. IMHO ovviamente :-))

Rispondi
avatar

Andrea Pagliantini

circa 14 anni fa - Link

Il 2006 lo credo bene abbia un'impronta più gambelliana delle nuove annate........

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

come mai Andrea?

Rispondi
avatar

Andrea Pagliantini

circa 14 anni fa - Link

Perchè lo stile gambelliano in quell'annata 2006 dall'organizzazione della vigna fino alla vendemmia e vinificazione era stato impostato da altra persona, piccolo devoto del Maestro. Dopo le cose sono molto cambiate.

Rispondi
avatar

Arturo Dori

circa 14 anni fa - Link

e si sente davvero parecchio..

Rispondi
avatar

TERROIR

circa 14 anni fa - Link

Condivido le valutazioni su Monsanto anche se sulle anteprime non vado mai oltre il 91/92 per la semplice ragione che evolvendo miglioreranno partendo dal 95 fra 10 anni bisognerebbe assegnarli probabilmente un punteggio oltre il 100.Ho avuto la fortuna di degustare una verticale del Poggio il 23 novempre presso konz Arezzo (77,82,95,97,2001,2004) con Laura presente ,illuminante!.Il 77 incredibilmente vivo e vivace ,82 che dietro ai terziari pulsava ancora con una freschezza tale da renderlo magnificamente godibile.95 invece un pò seduto,97 valido testimone per gli ultimi che credono ancora nell'eccellenza dell'annata in questo caso meraviglioso,2001 da aspettare con gloriose aspettative,2004 sarà pronto prima del 2001 paradossalmente ma di alto livello.Quella collina alta dalla quale nei periodi di cielo terso si possono scorgere addirittura le torri di San Gimignano è uno degli ultimi scrigni dove il Sangiovese si esprime a livelli sempre più rari.Il "semplice" riserva da togliersi il cappello anche per il prezzo franco cantina. Al secondo posto pari per diversi motivi pongo le riserve di Riecine e il sorprendente ma continuo Monte Raponi Campitello.

Rispondi
avatar

TERROIR

circa 14 anni fa - Link

Dimenticavo che Laura custodisce e vende al pubblico quasi tutte le annate anche più anziane.

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

questa in effetti è una figata che fanno in pochi (mi vengono in mente solo Biondi Santi e Badia a Coltibuono!)

Rispondi

Commenta

Rispondi a Arturo Dori or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.