Anteprima Annamaria Clementi 2004 Ca’ del Bosco | Rosè e Brut tracciano la via per la Franciacorta

di Andrea Gori

Non ce ne vorranno tutti gli altri produttori, ma ogni volta che parliamo di Franciacorta fuori dall’Italia i nomi che escono son sempre quelli. Per esempio Cà del Bosco, in particolare la Cuvée Annamaria Clementi, che ha saputo da tempo ingraziarsi ogni appassionato di bollicine italiche. L’uscita di un nuovo millesimo di questo prodotto è sempre atteso per la valutazione definitiva della grandezza di un’annata franciacortina. La vendemmia 2004, apprezzatissima per equilibrio, ricchezza e persistenza, non poteva non lasciare traccia anche in casa Zanella. Abbiamo assaggiato in anteprima per voi le due versioni Brut e Rosè, e diciamo che ci sono piaciute, pur con le riserve del caso legate alla relativa giovinezza di sboccatura, e al prezzo decisamente impegnativo.

Annamaria Clementi Brut 2004 Franciacorta Riserva
Fragrante, floreale e burrata: mirabelle, sentore gessoso e nocciola, lieve fieno, bocca soave. Succoso, agrumato e fitto di rimandi alle noci e alla frutta tropicale, tanta materia elegante ed in continuo divenire, fresco e sapido, incalzante, ma che lascia intravedere una maturità eccezionale. Da aspettare almeno due anni in bottiglia per goderne davvero. 93. Prezzo in enoteca: 75 Euro circa.
Uve chardonnay 55%, pinot bianco 25%, pinot nero 20% da 16 vigne diverse con età media 39 anni. Vendemmia nella prima decade di settembre 2004, 7.400 chilogrammi di uva per ettaro per 2.900 litri. Chardonnay: zuccheri 190 grammi/litro; pH 3,12; acidità totale 8,80 grammi/litro. Pinot bianco: zuccheri 180 grammi/litro; pH 3,08; acidità totale 9,20 grammi/litro. Pinot nero: zuccheri 196 grammi/litro; pH 3,09; acidità totale 8,40 grammi/litro. I vini base sono ottenuti solo dalla prima frazione di spremitura. Tiraggio Marzo 2005, 7 anni sui lieviti, dosaggio alla sboccatura Brut 7,5 millilitri di liqueur per bottiglia. Dati analitici alla sboccatura: alcool 12,5% Vol.; pH 3,06; acidità totale 6,20 grammi/litro; acidità volatile 0,34 grammi/litro.

Annamaria Clementi Rosè 2004
Arancio aragosta vivo, ricco di fini bollicine; fragola appena colta, tamarindo, sanguinella, fiori di campo, crostata di lamponi con spolverata di zucchero vanigliato. Bocca delicata ma profonda in netto debito di bottiglia (dégorgement avvenuto appena un mese fa) ma che già seduce per il carattere perfettamente unisex, dolce ma con gli attributi, incalzante ma con giudizio. 91+. Prezzo in enoteca: 145 Euro circa.
Pinot nero 100% da vigne di età media 24 anni, vendemmia ad agosto 2004, 7.500 chilogrammi per ettaro per 3.500 litri. 4 vini base da 3 cru diversi, macerazione 40 ore in tini d’acciaio a 14°C. 7 anni sui lieviti, tiraggio a maggio 2005, dosaggio alla sboccatura nella modalità Extra Brut: 5 millilitri di liqueur per bottiglia, alcool 12,5% Vol.; pH 3,00; acidità totale 6,30 grammi/litro; acidità volatile 0,40 grammi/litro.

Due cuvée piuttosto monumentali per ambizione e complessità, che scontano in questa fase neonatale il grande carico estrattivo e la potenza che ancora deve dispiegarsi del tutto. Quando raggiungeranno la maturità sono da prevedere almeno un paio di centesimi in più per ciascuna ma già adesso si può dire che l’obbiettivo di realizzare un prodotto eccezionale è stato centrato. E la cosa che più piace è che lo stile elegante ma opulento è quanto di più lontano si possa immagine dagli stilemi classici della Champagne. La crescita di un terroir come la Franciacorta passa anche e soprattutto per l’abbandono di confronti ormai inutili e superati con i cugini d’oltralpe.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

10 Commenti

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

Andreà kettedevodì. Mai amato particolarmente il bianco nè tantomeno il rosé 2003, un ottimo vino dal prezzo eccessivo

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

L'unico Anna Maria Clementi davvero grande che abbia bevuto è il 1993, senza contare i millesimati di Ca' del Bosco pre-AMC: 1979, 1982, 1985 sono tra le più grandi espressioni di sempre della Franciacorta. I prezzi sono sempre un problema, specie andandosi a confrontare con Trento e soprattutto con le produzioni d'Oltralpe: del resto, qui la viticoltura è affare recente, gli investimenti sono stati enormi e la differenza rispetto alla gestione di chi opera da molti decenni o secoli abissale, finanziariamente parlando. Il Rosè 2003 non l'ho capito, ma l'annata è stata a dir poco problematica.

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

Fabio non l'hai capito nel senso che non riesci a ipotizzarne l'evoluzione'

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

E' un vino che mi ha lasciato molti dubbi, non solo sull'evoluzione ma anche sulla riuscita in sè. Degustato una sola volta, ma in condizioni ideali, l'ho trovato non pulitissimo, un po' surmaturo ma soprattutto poco complesso al naso, in bocca di grande struttura ma piattino e alcolico, oltre che un filo troppo dosato. Forse il millesimo non era quello adatto per lanciare l'ammiraglia della Franciacorta.

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fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Condivido al 100% quanto scritto da Fabio Cagnetti, appena mi capita proverò i 2004. Non condivido affatto che lo stile elegante ma opulento sia lontano dagli stilemi champagnardi. Selosse, Egly Ouriet, Leclapart, Vuette e Sorbèe, Gatinois, Laval.. ........... incarnano in pieno questo stile. Dimenticavo Krug

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

non "elegante ma opulento" in assoluto ma "elegante ed opulento" riferito alla Franciacorta in genere dove l'opulenza è piuttosto facile da raggiungere, l'eleganza molto più difficile In ogni caso non è possibile scambiare una Annamaria Clementi per una cuvèe de prestige champenoise, la sapidità è diversa e il carattere marcato mediterraneo dei prodotti nostrani si intravede in ogni sorso, ma è un bene che sia così

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Francesco Annibali

circa 12 anni fa - Link

Andrea gli hai fatto la foto, ma è proprio quello che non mi piace. Chissà che a tavola il posto giusto dei grandi Franciacorta non sia a inizio pasto, ma durante. Ke dici?

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

potrebbe essere una chiave di lettura interessante. In effetti in Champagne è uso comune servire cuvèe de prestige come la Cuvèe Louise di Pommery o lo stesso Dom Perignon come aperitivo, cosa molto sconsigliabile con prodotti come questi Annamaria Clementi

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Roberto Dal Ponte

circa 12 anni fa - Link

Si tratta di 93 su 110 o su 120, no?

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Forse su 180 :-)))))))) A quei prezzi per di più.... E adesso avanti con: "si, ma sono due cose diverse, se vuoi bere champagne bevi champagne, ma se vuoi bere franciacorta bevi franciacorta." E allora io dico che siccome il franciacorta ha tutta l'aria di essere un mal riuscito scimmiottamento dello Champagne, me ne frego se son due cose diverse, anzi proprio perchè son diverse, uno piacevole e l'altro macchinoso, che vado sui francesi.

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