Chi dice che vino, donne e motori siano la stessa cosa non si è mai seduto in una Ferrari 458. Mentre lo faccio, mi tornano in mente le collezioni di Starter degli anni ‘8o, quel geniale mix di donne, motori e altro (non mi ricordo se si citasse il vino, all’epoca non era al centro dei miei pensieri) che rendeva incredibili, e indistinguibili, le curve di Isabella Ferrari da quelle di una Ferrari qualsiasi. Però ecco, sedersi dentro, pigiare il bottone “Start” che fa tanto videogiochi stile OutRun, è un altro pianeta. Ed è un’altra sensazione, come se tutte le altre fossero solo automobili, e questa un altro mondo, un’altra idea, qualcosa di vivo e pulsante. Similmente al vino, quando accendi una di queste “cose” è come quando versi il vino in un bicchiere, ti seduce il suono e prima ancora il colore, o magari tutte e due le cose, al punto che quando annusi, o schiacci l’acceleratore, sei già irrimediabilmente conquistato. Il vino è un piacere di testa, prima che di pancia di gola e di sensi. Non si può dire lo stesso provando una Ferrari? Quello che si ha sotto il sedere non è bulloni, ingranaggi e microchip (oggi), così come nel bicchiere non c’è solo uva. E’ storia, ingegno umano, tradizione , terroir, lavoro paziente, umile, sporco e spesso ingrato, ma che ripaga di ogni goccia di sudore e di ogni imprecazione e sofferenza ogni volta che assaggi un bicchiere. O imposti una curva.

Non sono un vero tester, e anche solo sedermi dentro questa meraviglia, per me, vale una mezza vita di sogni. Ma ancora più importante (basta andare ad un gran premio od un motor show) è ciò che queste macchine (o questi vini) simboleggiano: la ricerca dell’eccellenza, dell’ingranaggio perfetto, una lotta e una sfida continua a dare il meglio contro la forza di gravità, contro la fisica, contro la natura e contro gli elementi per far capire al mondo e agli altri quali piccole grandi meraviglie possiamo ottenere da questa vita se davvero lo vogliamo, nonostante tutto e tutti.

Ecco perché anche assaggiare il vino della Fattoria Sant’Appiano, qui dentro, viene quasi naturale. Quanto alla Ferrari, sedersi dentro è come nessun’altra cosa che possiate aver provato in vita vostra. E’ come se vi aspettasse, come se vi invitasse a salire, ad accomodarvi. Di fronte alla tua paura e al tuo imbarazzo sembra dire “è tutto a posto, ci sono qua io”. Suona come una sfida a dare il meglio di te e provare a domarla. Lei ti aspetta, paziente ma allo stesso tempo esigente  di dimostrare che sei un uomo. Certo, se sbagli  ti corregge, e sai che non te la farà pagare. In questo senso, almeno per un uomo, è un sogno irresistibile.