Una piccola guida al wine hacking
di Fiorenzo SartoreStavo facendo tutt’altro. Stavo riordinando il mare di feed ed altri arretrati digitali che appensantivano le mie molteplici caselle “in arrivo”, e, giuro, non pensavo al vino. Poi trovo questa specie di guida alla soluzione dei problemi legati a vini sgradevoli e/o difettosi: l’autore, Ed Charles, usa proprio il termine hack, e tanto basta per distrarmi da tutto il resto. E siccome è una lettura per molti versi utile, nel puro spirito internettiano della condivisione, la metto a fattor comune. E’ il classico punto di vista (vedrete) parecchio distante dall’enosnobismo petulante. Quindi, due volte utile, soprattutto se tra i regali natalizi sopravvive qualche bottiglia così.
Hack numero uno: rossi pesanti. Cioè troppo alcolici: che ne facciamo di quel syrah che sfiora i 15 gradi d’alcol? Sì, potremmo aggiungere acqua, come fanno da tempo in Europa. Ma volendo potremmo diminuire il grado anche con l’aggiunta di succo di limone – oppure trasformarlo in sangría per qualche altra occasione. Infine, miscelarlo con Cocacola. Avete letto bene. Ve l’avevo detto che l’autore ha punti di vista (diciamo) originali.
Hack numero due: bianchi troppo profumati. Avete presente quei sauvignon della Nuova Zelanda, che hanno una botta aromatica da stordimento? Se è troppo pure per voi, correggeteli con un paio di cubetti di ghiaccio, e soda. Una specie di spritz.
Hack numero tre: spumanti. Il problema nasce soprattutto dai “sub-$10 prosecco” (ahi, ahi). Che ne facciamo di certe bollicine troppo dimenticabili? Diventano cocktail aggiungendo succo d’arancia, o di pesca, o il solito cassis (succo di ribes). Tutti quanti siamo inciampati in un kir, che ha reso avvicinabile più di una bollicina altrimenti condannata all’esecrazione. Se guardiamo bene tra gli avanzi che erano sotto l’albero, qualcuna si trova sempre.
Hack numero quattro: sparkling shiraz. L’esistenza di syrah spumanti è un problema che – credo – ottenebri specialmente gli australiani (qualcosa bisogna pur farne di tutto quel syrah) però, nel caso succeda pure a noi, ora sappiamo che aggiungere Campari, ghiaccio, succo d’arancia e soda consente un’originale interpretazione dello spritz rosso.
Hack numero cinque: chardonnay tutto-legno. Non c’è bisogno di spiegare, credo, l’effetto-falegnameria di un anno di barrique nuova su uno chard troppo esile. Lo chardonnay iper legnoso rappresenta il male, per l’enofilo contemporaneo. Pace. Tra le soluzioni possibili (a parte il rifiuto) l’autore suggerisce ancora la miscelazione con succo di ribes: la creme de cassis per la verità è un vero e proprio liquore, adatto ai cocktail vinosi. Base per il su menzionato kir.
Hack numero sei: certi acidissimi riesling. Non solo Alsazia: certe vinificazioni di riesling hanno un’acidità così tagliente da far lacrimare. Questa volta il blend suggerito è con la birra di zenzero, una cosa lieve, molto british e pochissimo alcolica. Forse lo stesso è possibile con qualche birra nostra, purché leggera.
Hack numero sette: il malefico tappo. E questo mi pare il sistema più notevole – chissà se funziona. L’aborrito TCA, o 2,4,6-tricloroanisolo, la molecola responsabile della sensazione di tappo nel vino, si combatte con la pellicola trasparente (avete presente, tipo domopak). Versiamo il vino in una brocca, o un decanter, e all’interno aggiungiamo qualche foglio di pellicola trasparente. Secondo l’autore il TCA è simile al polietilene della pellicola, e si attacca a questa, liberando il vino. Al termine dell’infusione togliamo la pellicola e re-imbottigliamo il vino. Ecco, ci fosse un chimico a spiegarmi se davvero il metodo è efficace, avrebbe la mia gratitudine.
7 Commenti
Fabio Cagnetti
circa 14 anni fa - Linkdalla uno alla sei è roba da Inquisizione spagnola, ma al primo tappo il tentativo con la pellicola lo faccio. Del resto dopo che ho recentemente abolito la stagnola in luogo di coperture più elaborate e riutilizzabili la Domopak dovrà pur spillarmi quattrini in qualche altro modo...
RispondiFilippo Ronco
circa 14 anni fa - LinkSe la 7 fosse effettivamente efficace, si tratterebbe de LA NOTIZIA 2010. Provo appena capita. Fil.
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 14 anni fa - Linke vai con la sette !!!
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkieri sera un cliente mi ha riportato una boccia di Nuits-Saint-Georges 1er Cru "Les Procès" con un evidente sentore di tappo. Stamattina sono andato all'alimentari di vicinato e ora sto per compiere l'operazione in enoteca.... state sintonizzati che vi faccio sapere. p.s. @ Fiorenzo tempo di immersione della pellicola?
RispondiFiorenzo Sartore
circa 14 anni fa - Linkquesto vecchio post che ho scordato di linkare http://winestuffs.wordpress.com/2007/05/23/far-perdere-ad-un-vino-lodore-di-tappo/ fa riferimento ad un articolo del LA times (non trovato) e raccomanda 10 minuti. aggiornaci, e speriamo che dopo non sappia di domopak...
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkormai è da mezz'ora.... il tappo è ancora presente ahimè..... e io che pensavo di farmi una figata di bevuta...
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