Tasting panel | Effetti collaterali, Oneglass ad esempio

di Jacopo Cossater

Tasting panel, ricordate? Si tratta si una delle piccole rivoluzioni della rete, la possibilità per un produttore di avere un riscontro immediato, giudizi e impressioni, da una selezione di consumatori al solo costo irrisorio della spedizione. Il primo a pensarci, in Italia, fu Gianpaolo Paglia, vulcanico proprietario di Poggio Argentiera. Ai primi cento che si fossero iscritti sul suo sito garantiva una campionatura di prodotti, di Morellino ed altro, a patto che i successivi giudizi, positivi o negativi che fossero, venissero pubblicati, online. A distanza di quasi due anni i commenti ad i suoi vini sono ancora lì, visibili e consultabili da tutti.

Con il passare del tempo, le aziende curiose di provare questo nuovo approccio al mercato si sono moltiplicate, e con loro le tipologie di prodotti. Pensando al vino c’è stato Zonin con due delle sue tenute, la maremmana Rocca di Montemassi e la pugliese Masseria Altemura. Ma anche Cascina i Carpini e La Maranzana. La grappa dei Fratelli Brunello. Poi i burri delle Fattorie Fiandino e, più recentemente, la possibilità di toccare con mano i tappi in sughero Procork ed assaggiare le confezioni di vino monodose di Oneglass.

Ed attenzione, quando si parla di tasting panel va considerato che i protagonisti del gioco sono sempre due. Da una parte il prodotto, quello che verrà quindi giudicato, dall’altra il pubblico, il panel giudicante. E non è detto siano necessariamente capaci di incontrarsi, per dire. La scelta del pubblico cui rivolgersi è cruciale. Difficile immaginare un gruppo di blogger appassionati di, non so, musica metal giudicare i caratteri organolettici di un olio extra vergine. Anche se magari.

Ci sono controindicazioni quindi? Forse. Ricordo ancora con chiarezza le parole di Gianpaolo Paglia, durante un recente incontro dedicato al vino sul web durante il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia: “certo qualche commento negativo c’è stato, fa parte del gioco. E probabilmente se fossero stati tutti negativi il problema non era tanto nel panel in sé, ma nel mio vino. Un modo un po’ brutale forse per scoprirlo, ma certamente utile“.

Ecco, ripensavo a queste parole dopo aver letto, negli ultimi giorni, alcuni dei commenti relativi all’ultimo di questi tasting panel, almeno in ordine di tempo. Oneglass è una particolare confezione da 100ml di vino adatta ad un consumo veloce, praticamente take-away. Un bicchiere da avere sempre a portata di mano, gradevole e pratico. Già lo vedo fare bella mostra di sé in aereo od in treno, con il suo packaging accattivante. O nei self-service, magari. Comunque in quelle situazioni in cui un bicchiere di vino deve rispondere a due requisiti particolari: praticità e velocità. Un’idea giusta, insomma. Peccato che però molti dei blogger del vino che lo hanno provato ne siano rimasti piuttosto delusi: “onesti, senza lode e senza infamia“, “non ci sono piaciuti“, “soddisfazione assai moderata“, “definirli, come nella brochure, grandi vini mi pare francamente un po’ azzardato“. In effetti, anche a cercare, non si sa esattamente che vini siano. In etichetta è indicata solamente la denominazione IGT (Vermentino, Sangiovese, Pinot Grigio, Cabernet) e che sono stati confezionati per l’azienda che poi li distribuisce. Dite che la stessa, Oneglass, terrà conto di queste considerazioni? Io non lo so. Ma quello che è certo è che prima di confrontarsi con una parte di mercato (anche se numericamente poco rilevante) è fondamentale avere le idee chiare di quello che potrebbe succedere. Adesso, per esempio, tutti quanti sappiamo quanto siano belli da vedere ma altrettanto (un po’) meno piacevoli da bere.
Perché, ecco, non è detto che un tasting panel sia sempre e necessariamente la scelta giusta.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

7 Commenti

avatar

Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

non so con che scopo sia stato fatto il tasting panel ma sinceramente forse sarebbe stato il caso di puntare più sulle valutazioni del contenitore piuttosto che sul contenuto... A me per esempio mi sono venute in mente quindicimila modi di venderlo e commercializzarlo ma nessuna domanda su cosa ci fosse dentro!

Rispondi
avatar

Bruno Forieri

circa 14 anni fa - Link

Io ho partecipato personalmente al tasting panel, assaggiando il contenuto nei luoghi più disparati (casa, ufficio, spiaggia, parco cittadino, imbarcazione, tanto per citarni alcuni), proponendo il prodotto a amiche e amici, dalle mille idee di pensiero e soprattutto sbattendoli ora in freezer ora in borsa termica, sino nella stiva di una barca. Poche altre lungagnate, solo per comunicare che il prodotto è stato apprezzato, intanto per la facilità di trasporto (intendiamoci, non tutti possono permettersi un cartone di 6 o 12 bottiglie, oppure una wine bag al seguito!!!) e di stoccaggio. Quanto alla qualità dei vini, non sparerei subito diritto! Percheeeeè? Prima gli uvaggi, risultati alle analisi interessanti e mai scontati, poi la qualità, assolutamente non eccelsa (sono d'accordo! Anche io preferisco Brunello di montalcino Il Colle, Chianti Classico Castello di Fonterutoli o ancora Il Carbonaione; Vermentino del bolgherese, Cabernet sauvignon Lafoa... :-) ) ma è pur sempre un primo passo! E la maratona si inizia sempre con il primo passo!!! Felice proseguo, Bf

Rispondi
avatar

gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

ma loro poi pubblicano i commenti da qualche parte o no? perche' un pochino cambia.

Rispondi
avatar

Alessandro

circa 14 anni fa - Link

Ciao Jacopo, nonostante le motivazioni non riesco a fare miei i tuoi dubbi. Sono convinto che proporre questo tasting panel sia stata una buona attività per Oneglass. Abbiamo raccolto critiche, ma anche tantissimo entusiasmo e buone idee, alcune davvero inaspettate e illuminanti. Certo, come dici te, la quantità di feedback è piuttosto limitata, soprattutto se devo compararla con la mole di risposte che abbiamo avuto in giro per il mondo da quando stiamo presentando il prodotto. Ma a volte bastano due osservazioni significative per far sì che valga la pena solleticare le opinioni del pubblico. Direi che in questo caso ci sono state, può darsi quindi che ripeteremo l'esperienza più avanti, per dar modo ad altri di provare Oneglass e per raccogliere altri commenti. ;) Quanto al vino: ad alcuni è piaciuto ad altri no. Sinceramente questo mi preoccupa poco, per due ragioni. La prima è che la quasi totalità dei nostri feedback è sempre stata positiva; certo, magari in molti hanno dimostrato un certo scetticismo iniziale, che però è sempre svanito alla "prova bicchiere". Del resto non si può piacere a tutti e molto dipende poi dai gusti personali. La seconda ragione è che con Oneglass siamo riusciti a realizzare un processo di confezionamento che non altera il contenuto, quindi, per dirla schiettamente, possiamo confezionare qualsiasi tipo di vino fermo. Durante i nostri test abbiamo confezionato anche vini importanti, blasonati e premiati, riuscendo a restituire alla mescita lo stesso identico prodotto della bottiglia. Se saranno vini eccelsi, ottimi o medi lo deciderà il mercato quindi. Come dire... il vino è stato il nostro primo problema, ma oggi per fortuna è il nostro ultimo problema. Sarebbe stato grave - aziendalmente parlando - se non avesse convinto il packaging, non credi? Grazie e a presto, Alessandro (Oneglass)

Rispondi
avatar

Jacopo Cossater

circa 14 anni fa - Link

Infatti Alessandro credo che comunque il tipo di risposta che si ha da un piccolo test come questo sia sempre e comunque interessante. Sicuramente ne possono nascere innumerevoli spunti ed idee (come in questo caso). Una premessa. Come forse sai anche io mi sono iscritto al tasting panel ma non ho ancora avuto modo di assaggiare i diversi vini, se non un paio molto velocemente. Questo post è quindi interamente figlio dell'impressione che mi sono fatto solo leggendone sul web. Detto questo, leggere che l'opinione ed i feedback di alcuni dei migliori blogger del vino in circolazione "ti preoccupi poco" a me francamente preoccupa un po'. Ma solo perchè questo significa che allora Oneglass non è iniziativa a proposito del vino in sé, ma a proposito dell'idea della portabilità di quel vino, se mi spiego. Sono due cose molto diverse. E' esattamente per questo che ho scritto che un tasting panel non è sempre e necessariamente una scelta utile. Perchè da una parte ci vuole una certa predisposizione all'ascolto e dall'altra una certa preparazione per poter parlare del prodotto in oggetto con un minimo di cognizione di causa. Allora, forse, il feedback di blogger di viaggio, di design, di costume (tra i tanti mondi altrettanto potenzialmente interessati a Oneglass) sarebbe stato più utile di un manipolo di persone più orientate al contenuto che al contenitore. Visto che poi, appunto, la cosa a te non preoccupava a priori, ecco.

Rispondi
avatar

Alessandro

circa 14 anni fa - Link

Se non hai ancora assaggiato significa che stai facendo un meta-tasting panel :P Comunque hai ragione e in effetti quello che cerchiamo di fare sempre quando presentiamo il prodotto è avere dei feedback sia sul contenitore che sul contenuto. Se fosse solo sul vino saremmo produttori di vino, se fosse solo sul contenuto saremmo confezionatori. Siamo nel mezzo, ecco perché ci prendiamo il peggio di entrambe le professioni :D

Rispondi
avatar

Pamela

circa 14 anni fa - Link

Ciao, La prima volta che ho visto Oneglass, ho avuto anch'io qualche perplessità in merito al prodotto, alle sue possibilità di vendita, alle reazioni che avrebbe suscitato, per esempio, tra i tanti appassionati che bevono e scrivono di vino: le stesse perplessità con le quali Alessandro ( e tutto il team) si sono sempre confrontati. Poi il mio lato professionale ha prevalso sul lato assaggiatore e ho guardato Oneglass con occhio diverso; esattamente come ha fatto Andrea Gori quando abbiamo parlato di Oneglass e ci siamo confrontati sulle possibilità di vendita. Collaboro con Alessandro per quanto riguarda la comunicazione di prodotto, e l'idea di usare un tasting panel, come attività insieme ad altre, è stata presa in considerazione da subito, per ottenere feed back che ci aiutassero ad inquadrare meglio le perplessità del consumatore e di conseguenza affrontare le criticità del mercato. Obiettivo del tasting panel, come dichiarato ( Noi la vediamo così, ma ci piacerebbe sapere come la pensi tu, per capire se siamo sulla strada giusta ..) nel post che lo annunciava, è conoscere l'opinione di quanti vengono a conoscenza di Oneglass, per comprendere il mercato di riferimento ed eventualmente modificare la strategia di approccio. Ad oggi i wine blogger ( e gli appassionati di vino) ricoprono poco meno del 15% del panel: il restante è composto da altri blogger (style, fashion, designer, marketing e cooking) e da altre persone. Il tasting panel ha confermato alcune nostre valutazioni, ovvero che il prodotto, inteso esclusivamente come contenuto, non è stato totalmente apprezzato da appassionati/intenditori di vino; per una serie di motivi, tra i quali anche la mancanza di informazioni sull'origine; per loro, il prodotto nella sua interezza (design, packaging, comunicazione, versatilità, eco-sostenibilità), passa decisamente in secondo piano, rispetto al contenuto. Diversamente, il prodotto viene molto più apprezzato da chi col mondo del vino non ha questo approccio così 'passionale'. La spaccatura è evidente e questo ci induce a pensare che il mercato di Oneglass non potrà essere, se non per alcune occasioni, lo stesso dell'imbottigliato ( di livello medio-alto) né, tanto meno, quello del vino in brick. Ai panelisti (assolutamente non obbligati a pubblicare le loro impressioni) è stato chiesto di rispondere ad una serie di domande, sia a risposta secca (si/no), che a valutazione ( da 1 a 5), inerenti diversi aspetti: il contenuto, la confezione, la portabilità, etc. Tutte queste schede di valutazione, che ci sono state riconsegnate, ci aiuteranno a capire dove e come posizionare meglio il prodotto; da questa prima fase abbiamo capito, per esempio, che qualche nota in più sul prodotto ( provenienza, dettagli di vinificazione, etc) sarebbe più gradita da chi ha una cultura/preparazione (sul vino) più elevata, e che aiuterebbero a vedere Oneglass non solo come il bel contenitore di un vino non-vino, ma come un vino con una grande versatilità e maneggevolezza. Pamela

Rispondi

Commenta

Rispondi a Pamela or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.