Sud Africa 2010 | Uno Stellenbosch contro il logorio dei campionati di calcio

di Andrea Gori

Se siete tra i fortunati che i mondiali li seguono in loco, non mancate una visita nei dintorni di Città del Capo alla storica Stellenbosch, ovvero, Città del rovere: oltre ad avere un bel patrimonio turistico risalente ai primi coloni olandesi, possiede anche una vera e propria strada del vino che si snoda tra le cantine più famose e rinomate del Sudafrica. Qui ci sono montagne e molta pioggia, terreno ben drenati, e una grande varietà di suoli adatti sia a vini bianchi da Sauvignon e Chenin Blanc, che a vini rossi importanti.

Si possono trovare per esempio i migliori brut Metodo classico (che qui si chiama Methode Cape Classique) prodotti da The House of JC Le Roux con il Pongrácz (60% Pinot Noir 40% Chardonnay) fresco e di medio corpo e un 100% Pinot Nero coltivato in alta collina, con una maturazione di 8 anni sui lieviti, gustoso croccante e fresco come un buon Champagne.

Stellenbosch è anche la regione dove si trova Meerlust, l’azienda che produce il “Sassicaia Sudafricano” ovvero il Rubicon, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot, con un piccolo saldo di Cabernet Franc. L’aroma è molto elegante, tipicamente europeo, e sa di ribes nero, agrumi, more e mirtilli maturi con una dose di legno che non guasta (l’80% di barrique usate per l’invecchiamento sono nuove). Il Rubicon è figlio dell’italiano Giorgio Della Cia, colui che ha insegnato ai SudAfricani i piaceri della grappa!

Rubicon è decisamente IL vino da portare con voi se magari da Città del Capo vi spostate nell’entroterra sudafricano, seguendo l’Italia nel nuovissimo e zebrato stadio Mmonbela di Nelspruit. Lì affronteremo la Nuova Zelanda il 20 giugno e contro i maori, sentammè, niente di meglio che un vino così muscoloso!

(fonte: Business People di Maggio 2010)

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Nel 2000 andai a trovare Giorgio dalla Cia in cantina, e mi innamorai del Meerlust (sia biaco che rosso),e della grappa, buonissima! I vini erano quelli del 1995, buonissimi. Mi e' ricapitato piu' volte di riassaggiare il Meerlust rosso ma non ho piu' ritrovato quelle emozioni, che certo non e' facile riprodure al di fuori di quel contesto suggestivo. O forse sono cambiati i miei gusti. Dalla Cia credo che sia in pensione ora, ci accolse benissimo e passammo un paio d'ore con lui in modo molto semplice a parlare di vino, un vero signore. Il posto e' molto bello, come bellissimi sono anche Thelema, Klein Constantia, e tanti altri. Veramente un paese bellissimo (pero' i contrasti tra la ricchezza e la poverta' erano strabilianti).

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