Stadlbräu | Le birre originali di Robert Prinz e un piccolo biergarten da scoprire
di Tommaso FarinaTommaso Farina è giornalista professionista, sommelier e cercatore di cose buone. Collabora con Libero e Sky Sport24. Da oggi, con Intravino, Libero e Sky Sport24.
Per un beer geek moderno, fare un giretto in Baviera è una piacevole immersione nella storia. Tanto in America, Inghilterra e Danimarca fervono sperimentazioni spesso radicali sulla birra (luppoli aromatici in quantità, invecchiamento, affinamenti di ogni genere), quanto in Germania si respira un’atmosfera più rilassata, riflessiva, conservatrice. Gl’inglesi hanno i pub, i tedeschi i biergarten, diceva un saggio: atmosfere e contesti diversissimi.
Ciò non toglie che ci si possa sorprendere anche nella Germania delle basse fermentazioni. Secondo alcuni, il mitico reinheitsgebot, l’Editto di Purezza stipulato nel 1516, quello che consentiva di far birra solo con malto, luppolo e acqua, ha castrato l’inventiva dei birrai tedeschi. Secondo altri (me incluso), l’Editto invece ha spinto ancora di più la voglia di distinguersi di certi birrai, il loro spazio di manovra in paletti non troppo larghi. Basta andare in Franconia per rendersi conto che la monotonia birraria germanica a certi livelli è poco più di una bubbola. Però anche nella Baviera più bassa, attorno a Monaco e alle sue “sei sorelle” (i 6 fabbricanti di birra ufficiali dell’Oktoberfest: Paulaner, Spaten, Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu) non manca chi produce a piccola scala, e soprattutto fuori dal coro.
Oberhaching è un paesino quasi insignificante, a una quindicina di chilometri dal capoluogo. Una cittadina verde verde verde in modo assurdo, con il classico maibaum (l’albero della cuccagna bianco e azzurro, i colori del Libero Stato di Baviera) in una piazzetta defilata. Oberhaching, col suo trenino suburbano che porta a Monaco in una mezz’oretta, è la base ideale per recarsi a scoprire la grande città. Però si rivela anche posticino capace di regalar scoperte per virtù propria.
Qui abita uno dei birrai più originali e capaci della zona: Robert Prinz, titolare di Stadlbräu, minuscola birreria da (se non ho capito male) meno di 1.000 ettolitri annui, anche se è in programma un piccolo ampliamento. Tutto qui è piccolo: piccolo l’impianto, piccolo il punto vendita (in cui peraltro Robert organizza corsi di birrificazione, con tanto di cotte in miniatura), addirittura minimale il biergarten, che non offre nemmeno piatti caldi ma solo birra, l’oggetto del desiderio.
Ti siedi, inizi a discorrere in tedesco (pochissimo ahimé) e inglese, e scopri che Robert parla benissimo in italiano e ti fa sedere allo stammtisch dove si accomodano i clienti abituali. Ti propone subito una delle sue specialità, la weizen, disponibile esclusivamente imbottigliata. Robert vanta un lungo passato di lavoro alla Erdinger, la maggior fabbrica di weizen tedesca: naturale abbia amore per questa tipologia, a cui ha dato anche un packaging particolare. La Gleißenthaler Diamant è una weizen di particolare impegno, senz’acquosità o carenze di personalità. E’ fresca e beverina, ma tuttavia quasi masticabile; al naso, gli esteri sono corposi ed eleganti, senza bananerie caricaturali. La rifermentazione è ovviamente in bottiglia.
Ma qui siamo nel consueto. In Baviera chiunque si aspetta una buona weizen da un artigiano. Così, non ho potuto che stupirmi quando Robert mi ha recato, questa volta da una spina, mezzo litro in un boccale giallo squillante, ma decisamente opaco. Stadlhell, questo il nome della birra. Impossibile non rivolgere la parola a Robert: “Ma quale hell! Questa come minimo è una keller o una zwickel”. Infatti, l’aspetto è torbido, certo non trasparente. Robert socchiude le palpebre, e invita a odorare e assaggiare. In bocca, un’apoteosi di malto fragrantissimo, che sconfina in sensazioni di panino al latte e di krapfen non zuccherato. Una birra d’approccio dolce, ma in realtà equilibratissima nelle componenti, di una rusticità clamorosa ma placida, imponente, “larga”. Pane liquido. Secondo alcune persone, somiglia a una Zoigl, ossia a una delle “birre comunali”, brassate nel birrificio municipale di Windischeschenbach, vicino Bayreuth.
Si beve facilmente, fino all’ultima stilla. Ok, è birra non filtrata, lo si vede da soli e Robert conferma. Eppure è una birra diversissima da tutte quelle (e sono tante) che si possono gustare nel raggio di almeno 50 chilometri. Alla fine, Robert svela il segreto: usa lieviti ad alta fermentazione. La scelta, originariamente motivata da ragioni di spazio, alla fine gli è piaciuta, e in effetti gli consente di ottenere una birra a dir poco personale.
Ma la gamma non è finita: sempre con lieviti ad alta e nessuna filtrazione, ecco la Kybier, una dunkel decisamente eccezionale, visto che segue lo stile espressivo della hell. Sul sito web, il paragone che viene fatto è con una Alt (la tipica birra ad alta fermentazione di Düsseldorf), benché la Kybier sia in realtà più scura, più ombrosa nei suoi sentori di caffè e di arrosto. Beverinità anche in questo caso travolgente. Vivaddio, ecco le birre “facili”, quelle da bere, quelle che non ti stendono, quelle che non originano da una cotta venuta male e poi sbattuta in qualche botticella decrepita.
In bottiglia, si trova solo la Dyamant. Per provare le altre due, in un’atmosfera amichevole e semplice, per ora è necessario venire qui, a cinque ore di macchina da Milano. Ma l’ospitalità fa sentire a casa. E la birra anche. Ah: mezzo litro di quella Hell sublime vale circa 2,50 euro.
24 Commenti
Tommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkSe a qualcuno interessa entrare in contatto col mastro birraio, qui c'è la pagina facebook: http://www.facebook.com/Stadlbraeu
RispondiFrancesco Annibali
circa 13 anni fa - Linkla tua scrittura birricola mi ricorda il Gianni Clerici tennistico. Di tennis mi frega 'na sega, però lo leggo sempre. (della birra invece si, intendiamoci)
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkHahah di tennis non ci capisco proprio nulla, è mio fratello l'esperto! ;)
RispondiFrancesco Annibali
circa 13 anni fa - LinkTommaso tutto molto interessante. Urge intrabirra.com
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 13 anni fa - Linklieto del tuo impegno su intravino Tommaso :-) colgo l'ultima riga perche' non sono un tecnico birrista ... 2.50 euro ????????????????????
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkFatti un giro in Germania, e vedrai che è ben più che possibile...
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 13 anni fa - Linkprovocavo :-) parto stasera ...
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkFarinosky, solo per dirti che tu vali, anche se ormai riguardo alla birra ne ho piene le tasche. Il tuo look e' decisamente troppo old school. Lascia il luppolo al Colonna e torna al vino.
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkMa no dai.
RispondiVini&Cretini
circa 13 anni fa - LinkSono completamente d'accordo che la difficoltà dell'Editto di Purezza aguzza l'ingegno e conferisce ai produttori germanici qualcosa che resta sempre molto impresso.. Birre eccezionalmente semplici, chiare (non per il colore - intendo molto comprensibili) molto facili da bere e con una grande personalità. Prossimo giro in Baviera mi ci fermo!
RispondiScauca
circa 13 anni fa - Link"uno dei birrai più originali e capaci della zona" ah si? E chi lo dice? Lasciate scrivere di birra a chi ne sa, non a chi capita per caso in un birrificio X tedesco e si inventa esperto e comunicatore. Per piacere.
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkNoto un accento un po' polemico, per cui direi che meriti una risposta esaustiva. Non so se conosci il panorama birrario vicino a Monaco. A sud di Monaco, i microbirrifici non sono moltissimi. Alcuni hanno anche chiuso. A Oberaching, nella frazione Deisenhofen, ce n'era uno che da qualche tempo non fa più birre sue (faceva solo una weizen, per la cronaca). Idem a Holzkirchen, dove la Holzkirchner Oberbrau non produce più le proprie birre (purtroppo) ma serve quelle di Kaltenberg (Konig Ludwig e simili). Certo, c'è Maxlrain, straordinaria, ma più lontana. C'è Schweinsbrau a Herrmannsdorf, dove non ho fatto in tempo ad andare. Ci sono un po' di birrifici tra l'Ammersee e lo Starnberger See, tra cui Andechs (di cui conto di parlare qui) e Muhlfelder, notevolissima scoperta iperartigiana a Herrsching, a cui spero che gli editori mi lasceranno dedicare un altro post. C'è la buona birra Dachsbrau di Weilheim, con almeno una weizen di discreto valore. Ma la maggioranza dei locali nei paesini e a Monaco serve birre delle sei sorelle. Tutte queste birre sono non dico prevedibili ma allacciatissime a un canone di riferimento: quello (giustamente) delle basse fermentazioni maltose in stile bavarese. Prinz fa birre molto ma molto diverse da queste. Basterebbe il suo uso dei lieviti ad alta fermentazione per identificarlo come un originale brassatore. Se poi si provano le birre, si capisce di essere di fronte a qualcosa di molto particolare, e fatto molto bene. Non dire che sono uno che "capita per caso in un birrificio X": conosco la Baviera da anni, sono stato a Oberhaching la prima volta nel 1991 (senza bere, per ovvie ragioni), il birrificio Stadlbrau è conosciuto da Kuaska (che ne è fan pure su facebook, se la cosa interessa) e censito da almeno 5 anni sulla guida CAMRA della birra tedesca. Una parola sulle frasi indirizzate a me: il sottoscritto si è "inventato comunicatore" undici anni fa, da quando ho iniziato a fare il giornalista gastronomico (e non solo). Ho pure preso il diploma AIS nel 2003, per quello che può valere. Se tu non mi leggi e non sai chi sono, mica è colpa mia eh. Puoi anche leggere altro, ma mi piacerebbe che leggessi anche me, se ti va. Un abbraccio, e preparati a sopportare altri post birrari (e non) scritti da me! ;)
RispondiUn amico
circa 13 anni fa - LinkFarina, non capisci un cazzo di birre (firmato: un amico).
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkCiao Beghi! ;)
RispondiFrancesco Beghi
circa 13 anni fa - LinkAzz mi hai beccato! :)
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkE sì che non sono noto per essere esattamente un'aquila.
RispondiFrancesco Beghi
circa 13 anni fa - LinkPerò sei un comunicatore inventato, nonché figlio di tuo padre.
RispondiMario
circa 13 anni fa - LinkNon ti conosco, ma da quello che leggo posso intuire che sei il classico che parla parla e poi non distinguerebbe una Hofenau invecchiata da una nastro azzurro
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkNeanch'io ti conosco, ma mi piacciono questi giochi di parole tutto sommato.
RispondiJade
circa 13 anni fa - LinkMario, santa pace che livore. Tommaso ci capisce. Assai.
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkFarinosky, mi rimangio tutto. Continua pure a dissertare sulla birra, hai un seguito che forse non meriti, ma ti da l'opportunita' di certe rispostine che riguardo al vino te le sogni. sara' la mia impressione, ma i birrofili mi sembrano molto pignoli e molto, molto permalosi.
RispondiAstemio
circa 13 anni fa - Linksi vabbè..facile commentare le birre!!! Vorrei vedervi tutti con un assaggio di COCA COLA ZERO 2008..stabilimento svizzero...quel retrogusto di aspartame, il perlage persistente, il ruttino post ingoio..quelle si che sono cose da esperti!!!
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkLa Coca Cola più curiosa che abbia mai venuto era dello stabilimento di Trinidad e Tobago, se interessa.
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkBEVUTO, non VENUTO, ovviamente... ;)
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