Louis Roederer | Se anche in Champagne il futuro del lusso è l’ecologia, le ho viste davvero tutte

di Fabrizio Pagliardi

Vado in Champagne almeno 2 volte l’anno da 10 anni a questa parte e non avevo mai visitato una grande maison. Lo scorso ottobre, un produttore biodinamico tra i più indipendenti e validi mi fa: “Louis Roederer sta lavorando molto bene in vigna”. Apriti cielo, scatta la curiosità con visita a seguire. Giusto due settimane fa, col mio editore Luca Burei andiamo proprio nella cantina da cui, ogni anno, escono 600.000 bottiglie trasparenti – oggi in vetro e non più in cristallo – di quel Cristal che fece impazzire gli Zar di Russia: è rimasta la base piatta, senza l’incavo, eliminato per evitare avvelenamenti.

Nell’enomondo degli appassionati, ora molto sensibile a diversità dei territori e agricoltura artigianale, niente è più fuori moda del grande NM (négociant-manipulant, la grande casa che compra parte delle uve per garantire uno stile aziendale inossidabile, ndr). I grandi marchi sono industrie interessate a produrre “lo” champagne piuttosto che “gli” champagne dei diversi territori. Le maison producono milioni di bottiglie e, per garantirsi uva di qualità e in grande quantità, spingono gli agricoltori ad attenersi a comportamenti e protocolli ben distanti da quelli del cosiddetto vino naturale; hanno bisogno che un prodotto costante e riconoscibile diventi l’ossatura del marchio. Tecnologia e scienza garantiscono un liquido e saranno poi le strategia di marketing ad affermare un brand che spinge la vendita. In altre parole, le grandi case di Champagne sono macchine da soldi interessate a tenere alto il prezzo dei prodotti, promuovendo un’immagine di lusso che appartiene a Parigi e a una certa idea di Francia. Niente a che vedere con la pur “borghese” Reims né tantomeno con la più “proletaria” Epernay. Il life style suggerito dallo Champagne appartiene ormai alla Francia intera e non più solo alle regione d’origine.

Sarà per la bottiglia cristallina o per l’etichetta dorata, sarà per la storia di corte del prodotto o per il presente da discoteca per vip, ma Cristal della maison Luis Roederer è oggi nell’immaginario collettivo l’icona di questo mondo patinato. Se si parla di lusso si parla di Cristal più che di Dom Perignon, Krug o altri. La visita alla cantina è stata molto interessante ma noi eravamo lì per la guida, per parlare di agricoltura biologica con Johann Merle, l’attuale Regisseur des vignoble della maison. Nessuna intervista formale ma solo una lunga e cordiale conversazione. La maison ha iniziato a sperimentare parallelamente agricoltura biologica e biodinamica nel 2000; nel 2004 è finita la prova su piccole parcelle ed è iniziata una vera e propria riorganizzazione interna; a oggi, complessivamente, la conversione interessa circa 26 dei circa 260 ha del vigneto di proprietà ed è, per estensione, la seconda realtà biologica della Champagne dopo Larmandier Bernier. “La seconda ancora per poco” ci ha tenuto a precisare Johann, “perché anno dopo anno qui si fa un passo”. In realtà non esiste un progetto di conversione immediata di tutta l’azienda; le scelte passano tutte per il risultato finale, il vino. L’agricoltura biologica, ancora di più biodinamica, dà potenza e intensità ai vini ma anche rusticità e, a volte, un’eccessiva durezza; la preoccupazione è che un passaggio avventato vada a discapito dell’eleganza e della finezza, caratteristiche fondamentali per i vini della maison. Di fatto oggi il 60% delle uve del millesimato 2004 Blanc de blanc, e il 50% delle uve del Cristal 2004 vengono da quegli esperimenti.

Capita che alcune annate di Cristal non vengano capite proprio per lo stile fine ed elegante. Penso al 2002, spesso criticato, secondo me splendido e dal grande potenziale evolutivo; anche alla Maison è considerata una delle migliori annate. Il 2004 che ci ha accompagnato durante la conversazione è certamente inferiore, comunque intenso, fresco e agrumato con toni di fiori bianchi e leggere tostature. Uno champagne di grande finezza, con bollicine dalla tessitura perfettamente cremosa che si giova di una mineralità lunga e accattivante. Meno teso del 2002, forse più solare ed immediato, probabilmente meno longevo. E la longevità è importante per Cristal.

Oggi, nel mondo degli Champagne millesimati c’è grande confusione. Molti prodotti maturano bene sui lieviti, senza ossigeno, accatastati nel buio con sopra venti metri di gesso. Se compri un vecchio millesimo da un piccolo produttore te lo degorgia al momento e te lo manda. Il fatto e’ che quando uno champagne rimane in bottiglia sui lieviti, chiuso con il tappo a corona, nella cantina di origine, evolve molto lentamente, quindi non è un vero champagne invecchiato ma é quello che Bollinger chiama R.D.. Se prendi molti di questi champagne millesimati e li fai invecchiare in cantina come un vino normale con il tappo in sughero, hanno una tenuta molto più limitata e solo nelle annate top. E Cristal è uno di quelli che in molte annate non ha paura del tempo.

[Fabrizio Pagliardi, millesimo 1971, sommelier ed ecletticamente enotecario, di vichingo aspetto è profondo conoscitore degli Champagne di vigneron nonché co-autore della guida “Le migliori 99 Maison di Champagne” (Edizioni Estemporanee) da cui questa sua presentazione è liberamente tratta]

19 Commenti

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Fabio Cassandra

circa 13 anni fa - Link

Bhè che dire, l'ecologia è ormai un trend che si sta affermando un po in ogni dove. Dalle aziende agricole che producono vino o champagne alle grandi aziende che definiscono addirittura green il loro marketing. A proposito di Cristal, qui trovate ad un prezzo imperdibile proprio l'annata 2002: http://www.cassandra.it/ita/offerte/offerte.htm, spero sia di vostro gradimento!

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Fabio, grazie del commento ma facciamo come se tu non abbia mai inserito la seconda parte. Il link non porta a nulla e, soprattutto, autopromuovere un sito di e-commerce è insopportabile. Niente di personale, chiaro.

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Fabio Cassandra

circa 13 anni fa - Link

LINK CORRETTO: http://www.cassandra.it/ita/offerte/offerte.html

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Fabio Cassandra

circa 13 anni fa - Link

Hai ragione Alessandro, la mia autopromozione può dar fastidio ma credevo di poter dare info utili, scusami.

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Flachi10

circa 13 anni fa - Link

in asta su ebay lo trovo a molto meno...

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Non preoccuparti, sono errori che capitano. Io sto ancora studiando la netiquette, tranquillo :-).

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Grande, senza ironia: ti cazziano perché inserisci un link, e tu lo rimandi corretto perché tutti ci linkino. - "Burp.." - "Ehi, non si rutta! Ti ho sentito, anche se era un ruttino piccino piccino" - "BUUUURRRRRP!"

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Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

Il rischio è proprio questo: l'omologazione della alternativa, il diventare uguale e contrario di cui si parla in Microfisica del Potere. Tanto per fare un esempio: quando Cotarella si darà alla biodinamica come la metteremo? Ci daremo tutti al Madeira? Sarebbe pure ora, tra l'altro

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Se veramente credi in un'alternativa se l'alternativa si omologa dovresti essere contento. Quindi credo che se Cotarella si darà alla biodinamica continuerai a bere quello che ti piace. A meno che non ti piaccia far parte della minoranza a tutti i costi. Per altro alcune aziende seguite da Cotarella sono biodinamiche. Cotarella è un enologo non è un agronomo. Comunque la Roederer ha iniziato la sperimentazione nel 2000 dieci anni fa.

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Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

Bisogna vedere a quale costo si omologa l'alternativa. Far parte delle minoranze a tuti i costi è una delle cose che evito più accuratamente, visto che le minoranze "dure e pure" sono frutto uguale e contrario della maggioranza, aolo che non lo sanno. E' proprio quello di cui parla Microfisica. Su Cotarella intendevo l'azienda che possiede, e non quelle per la quali fa biodinamica. Ma il mio era solo il primo esempio che mi è venuto in mente.,

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

allora non capisco la tua ultima frase

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Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

Fàmo così: ne parliamo di fronte a una Mg. di Cristal 2002, offri tu :) a presto

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

http://www.youtube.com/watch?v=8LOmLCfIqko&playnext=1&list=PL5379173E14831589

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Fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

@Francesco Annibali: Vabbe' dai .... Beaufort 89?? Per una magnum di cristal 2002 se ne parla fra 15 anni .... Un po tanto.

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Giovanni Solaroli

circa 13 anni fa - Link

Spetta sopratutto alle grandi maison l'onere di bonificare uno dei terrori più inquinati del vigneto francese. Ne va della loro sopravvivenza futura. Non è questione di lusso, ma di vita o morte. Consiglio, ai novizi, e a chi non volesse o non potesse andarsene in giro per la Champagne, l'amena lettura del libretto "Il sacrificio di un terroir" di Samuel Cogliati.

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Fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Giovanni non e' così semplice dare la colpa a qualcuno. Nella champagne c'è il civc che nel tempo ha deciso determinati comportamenti. E il civc e' un organismo il cui direttivo e' costituito da rappresentanti delle maison e rappresentanti dei vignerons in modo paritetico.

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Giovanni Solaroli

circa 13 anni fa - Link

E chi ha mai accusato qualcuno? Io no di certo. Rileggi please. Ho scritto che spetta SOPRATUTTO alle grandi maison l'onere di bonificare.....E a chi se no? Mi pare che siano le Maison a ricavare i maggiori profitti. E' un principio democratico: ognuno secondo le proprie possibilità.

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Se gli attori fossero soltanto le grandi maison e gli R.M. (vignerons che producono e imbottigliano) ti darei ragione senza se e senza ma. Ma su più di 15000 vignerons, la cui dimensione media è di 2 ettari, meno di 4500 sono R.M. o comunque piccoli produttori. Gli altri 11.000 vendono le uve sotto diverse forme alle grandi maison. 11.000 soggetti interessati solo al prezzo e alle alte rese che pesano molto nel Civc. Io penso che ci abbiano guadagnato tutti molto. Forse i produttori artigiani ed indipendenti sono gli unici che hanno avuto solo danni.

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Nicoletta

circa 9 anni fa - Link

Anche se con un certo ritardo, ho trovato il suo articolo molto interessante.anche io sono una profonda ammiratrice della "bolla" e vorrei visitare la cantina più interessante della zona dello champagne.mi piacerebbe sentire un suo attuale parere, se possibile.grazie

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