Salvate il soldato Sc’vèik dai produttori furbetti

di Giovanni Corazzol

Istruzione per l’uso n.1: un foglio bianco, sia esso di computisteria o di Word, è e sarà sempre un foglio bianco da fissare con timore e deferenza. Quelli che ne sanno lo chiamano horror vacui. E a me fa paura fin vederlo scritto. Per ridurre al minimo la contemplazione di tale abisso, una delle possibilità è scrivere compulsivamente frasi secche e veloci, di significato pressoché nullo, ma che lordino la tetra visione, concretandola e quindi rendendola manipolabile. Così è di seguito.

Istruzione per l’uso n.2: Jaroslav Hasek (1883-1923) ha scritto disordinatamente molte cose, tra cui un’opera incompiuta e immortale da tenersi sopra ogni comodino che si rispetti: Il buon soldato Sc’vèik (Feltrinelli, 1999). Hasek mi è caro per almeno altre due ragioni: la prima è l’aver fondato, e presentato alle elezioni del 1912, il Partito del progresso moderato nei limiti della legge. La seconda è l’essere stato direttore di una rivista di zoologia (Il mondo degli animali), inventando animali inesistenti e aggredendo ferocemente dalle stesse pagine della rivista, quei lettori che di quegli articoli contestavano correttezza e scientificità. Per tanto Hasek è fonte di ispirazione e imperituro modello. Per dettagli pregasi acquistare e divorare Praga magica di Angelo Maria Ripellino (Einaudi, 1973).

Post zoologico: Accade. Niente di grave. Però. Compro in enoteca una bottiglia di vino di cui avevo sentito parlare spesso e bene. La porto ad una cena e fa la sua figura. Passa del tempo e mi ritrovo dalle parti dell’azienda che produce quel vino. Telefono e chiedo se posso passare. Correttezza e rispetto del tempo degli altri impongono di segnalare la natura di privato e la scarsa capacità di acquisto. Vengo comunque gentilmente accettato. In cambio garantisco che non farò troppe domande, non pretenderò accoglienze di alcun genere. L’Azienda è un nome conosciuto e importante, non è piccola, non è grande. Ottantamila bottiglie circaa di produzione annua e vini di pregio da cru prestigiosi. Arrivo, mi presento, vengo introdotto in una sala degustazione col suo bel tavolo di legno massiccio al centro e le sedie impagliate all’intorno. Cortesemente il produttore, lui stesso intendo, non un famiglio, mi fa assaggiare i suoi vini, risponde a qualche domandina buttata e quindi mi indica il listino prezzi. Lo contemplo. Mi sembran prezzi alti, ma non indugio oltre e compro sei bottiglie di quel vino lodato dalla vulgata, da critici affidabili, dalle guide. Un tripudio. Non ci si può sottrarre. Però. Però un tarlo rode per tutto il viaggio di rientro verso casa. Quel prezzo non me lo aspettavo. Mi sembrava meno caro quella volta in enoteca. Ho imparato a non fare affidamento sulla mia memoria, però qualcosa non torna.

Rientro, ci dormo su e il giorno dopo senza indugio vado in quell’enoteca a controllare il prezzo. “Porcapaletta!” – dico – “lo zozzone mi ha fregato!”. In azienda il vino l’ho pagato sedici euri a bottiglia. In enoteca il prezzo è quattordici e sessanta. Il colpo è tale che per riprendermi mi tracanno due calici e mi compro una bottiglia lenitiva. Nel farlo cerco di darmi una spiegazione ragionevole e logica. Escluse, dopo la prima botta a caldo, tutte quelle variamente truffaldine la più accreditata rimane la preservazione di una filiera distributiva per cui il produttore, pur mantenendosi il diritto di vendere direttamente al pubblico, agisce però deliberatamente in modo economicamente non vantaggioso per il piccolo compratore.

L’indole giustizialista mi indurrebbe a condannare questa scelta. Poi ricordo di ispirarmi al  Partito del progresso moderato nei limiti della legge e mi chiedo se sia legittimo, se sia abitudine diffusa, se il sovraprezzo sia imputabile ai diciotto minuti trascorsi col produttore. Non mi rispondo e vado oltre. Resta il fastidio. Doveva avvisarmi. Conto sulla capacità di invecchiamento di quel vino e sulla mia scarsa capacità mnemonica. O dovrò bere un’ottima bottiglia maledicendo l’Arciduca Ferdinando o moccolando come l’Oste Palivec (citazioni sparse da Il buon soldato  Sc’vèik).

[Illustrazione di Josef Lada]

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

159 Commenti

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Venga da me, caro Giovanni. Quattro euro a bottiglia, (ripeto, 4!) di vino piacevolissimo e ritornerà in pace con il mondo. E non le faccio nemmeno perdere tempo in sala degustazione, perché tale sala qui non c'è...

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A3C

circa 13 anni fa - Link

...ma allora hai svelato la tua identità perfido Bacillus? Dimmi dove 6 K vengo io a stanarti...

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

:-) ...aspetta almeno che finisco di togliere le ragnatele in cantina...

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Francesco Santini

circa 13 anni fa - Link

Annoso problema.... addirittura di più mi sembra troppo, quanto in enoteca mi sembra scontato, quando invece non lo è affatto! comunque si consoli, sono molti più i produttori che vendono allo stesso prezzo tanto a me (di solito un pallet...) quanto al privato direttamente in cantina rispetto a quelli che nel rispetto dei loro clienti HORECA vendono in cantina a prezzi simili ai loro.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

sa che cosa sono le leggi di mercato? chieda a un produttore se, dovendo scegliere, preferisce fare a meno delle enoteche o dei visitatori in cantina. Poiché le enoteche sono essenziali per i rpoduttori seri (altrimenti ci sono i vini che si vendono su internet con in regalo una bicicletta ogni cinque cartoni), questi hanno cura di mantenere prezzi tali da non fare loro concorrenza. I produttori mangiano grazie alle enoteche, i clienti bevono grazie alle enoteche. Non è necessario chiamarla legge del mercato, ma é pura verità

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Francesco Santini

circa 13 anni fa - Link

Forse la mia prosa non eccelle in chiarezza e me ne scuso: intendevo proprio dire che apprezzo i produttori che praticano in cantina prezzi simili o uguali a quelli praticati dalle enoteche loro clienti dal momento che visto che campo di commercio di vino apprezzo coloro che non mi fanno concorrenza per primi!

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A3C

circa 13 anni fa - Link

Questa cosetta l'ho già notata varie volte: qui a Bruxelles quasi tutti i bordolesi di un un certo prestigio (Premier cru classé) nei vari supermercati cittadini sono dai 4 ai 10 euro meno cari rispetto all'acquisto fatto in loco (ovvero a Boordeaux)... è il mercato baby...

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Un plauso a quel produttore. Costa di più un dvd di Basic Instinct o una cena con Sharon Stone? Una cantina seria che si appoggia ad una rete distributiva non dovrebbe vendere se non a prezzo almeno uguale a quello dell'enoteca, che di quella rete è il terminale ultimo presso il pubblico. Diversamente, sarebbe come dice il proverbio (no, Corazzol, purtroppo non si tratta di un proverbio mitteleuropeo): la botte piena e la moglie ubriaca. E siccome il prezzo in enoteca è una variabile impazzita, il produttore fa un po' quello che gli pare. Forse, e dico forse, sarebbe il caso che i produttori di vino, così come i produttori di altri beni, decidessero di stilare dei listini di vendita al pubblico cui gli enotecari dovrebbero attenersi. E a quei listini vendessero in cantina, non un centesimo in meno.

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

Caro Marossi, dissento completamente e veementemente dal suo intervento. L'enoteca ancorchè ben gestita è ben diversa dalla visita in cantina. In cantina non si esce mai con meno di 6/12 bottiglie e talvolta se si và con amici anche di più. Acquisti del genere in enoteca non si fanno (salvo rari casi). Cercare il produttore, sobbarcarsi della strada, spendere del tempo per parlare con lui e l'acquisto di quantità anche rilevanti (io questa estate ho acquistato 5 dico 5 casse e come è successo al sig Corazzol le ho pagate più che in enoteca) meriterebbe un riconoscimento economico, uno sconto sul prezzo di listino. Approfittarsene in questo modo non fà altro che allontanare il consumatore da quel vino (Lei non sa quanti produttori, malgrado la bontà dei vini io non compro più proprio per questo scherzetto) penalizzando sia il viticoltore sia l'enotecario. Di vini buoni è pieno il mondo e se il produttore si comporta da meschino sarà prontamente sostituito.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Caro Fracchia, ciò che opina lei non scalfisce il merito di quanto affermo. Il fatto è che il mondo del vino è rimasto spesso ad una concezione contadinesca del lavoro, e non nel senso buono di rispetto e cura personale delle vigne, ma in quello deteriore di un approccio talora pressappochista al ciclo della vendita: vai dal contadino che ti vende il suo vin bon a un prezzaccio. E mi starebbe bene, se poi lo stesso non distribuisse il suo prodotto tramite agenti ed enoteche. Attraverso le quali io sono messo in condizione di conoscere un vino, prendendone anche una sola bottiglia. Ma se poi per risparmiare ne ordino 12 alla direttamente cantina (che, ricordiamoci, vende anche senza visite, e nel tempo di internet questo è un fenomeno sempre più diffuso), il produttore ha fatto semplicemente il furbacchione. Infatti, provate ad andare alla Maserati a chiedere se comprando direttamente in fabbrica ti trattano meglio. Dice: ma il vino è cultura, tradizione, territorio. E ci mancherebbe, ma nessuno costringe nessuno a servirsi di agenti e affini: basta non fare i bulicci col culo degli altri. E, ripeto, non sarebbero male listini stabiliti alla fonte dai produttori come in quasi tutte le categorie merceologiche.

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

Che cosa mi dite dei rappresentati che tagliano fuori gli enotecari e vendono con listino professionale ai privati? Mi è capitato anche questo. A questo punto che i produttori facciano il prezzo dei distributori e non quello di vendita al dettaglio (ovviamente per quantità significative). Non solo i produttori devono essere etici anche il resto della filiera (compresi gli enotecari con ricarichi furoi norma) e io prima di acquistare valuto il miglior prezzo, o sbaglio? Lei è sicuro che se andasse in maserati per acquistare dieci macchine non le facciano un prezzo particolare?

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Federico

circa 13 anni fa - Link

Listini a cui si applica una tale selva di scontistica che poi perdono totalmente la loro funzione. No grazie ai listini che poi sono obbligatoriamente gonfiati, non calmierano o unificano niente e sono solo uno specchietto per applicare sconti che sembrano favorevoli ma che in fondo non fanno che avvicinare il prezzo finale a quello reale. Preferisco trasparenza sui prezzi, senza finti listini e finti sconti. La riflessione centrale secondo me è un'altra. Grande/media cantina = distribuzione nazionale e poco interesse a far venire gente in cantina se non per pubblicità. Che facciano pure, ci sarebbe anche poca soddisfazione ad andarci. Piccola/media cantina = distribuzione più difficoltosa, locale o specializzata. Qui ha senso decidere se accogliere favorevolmente il pubblico in cantina o no e quindi se fare prezzi migliori o no. Ognuno a mio parere è libero di scegliere la sua strada e io come il sig Fracchia sarò lieto di escludere dalle mie bevute (e ovviamente visite) chi mi fa pagare di più una bottiglia in cantina che in enoteca. Infine mi chiedo, vendendo direttamente in cantina non si ha una certa agevolazione ai fini fiscali? E' una domanda vera, non sono a conoscenza della regolamentazione in materia e sarei lieto di saperlo.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

non credo proprio ci siano agevolazioni fiscali per la vendita diretta, a parte che quasi tutti vendono in nero, si autoagevolano insomma. Ciò premesso, nessun produttore serio vende al pubblico a pressi inferiori a quelli di mercato: chi lofa, in breve non trova più (giustamente) negozianti che lo tengano. E' lo stesso motivo per cui i grossisti seri non vendono altro che ai dettaglianti: se qualcuno si rivolge a loro lo indirizzano al dettagliante più prossimo (o, magari,. più simpatico). Ognuno ha il suo mestirere e tutti vanno ugualmente rispettati come scrive bene il nostro presidente di Vinarius francesco Bonfio: chi produce, chi intermedia, chi vende. Uno può, già che é sul posto, comprare direttamente ma il prezzo al pubblico é quello, alle Alpi alle Piramidi. Poi ci scappa la bottiglia in regalo, come é normale. Ma fare prezzi uguali al rivenditore e all'utilizzatore finale é una cosa che non sarebbe né seria né onesta. Io in ogni caso, leggendo questa diatriba e fossi il collega enotecario di cui si parla, avrei già aumentato il prezzo a sedici, così siamo tutti contenti!

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Trovo squallido parlare di onestà per difendere una tesi corporativista

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gian paolo

circa 13 anni fa - Link

@Paolo Ranieri qui sotto Come Azienda agricola non abbiamo l'obbligo di emettere scontrino fiscale ma solo di annotare l'incasso -speriamo buono :) :)- totale della giornata sul registro dei corrispettivi,oppure fattura .Ma a nero NO !buona Giornata ciao Gian Paolo

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Lorenzo Nodari

circa 13 anni fa - Link

La verità sta nel mezzo... secondo me è giusto vendere a prezzo di Enoteca anche in cantina, altrimenti andremmo tutti dai produttori...Poi, se al produttore che andiamo a visitare stiamo particolarmente simpatici, ben venga lo sconticino o la boccia in omaggio! ciao ciao

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

corporativista? è corporativista opporsi alla concorrenza sleale? ho l'impressione che molti considerino il negoziante come uno che vorrebbe imporre una specie di tassa sulle merci per pura brama di guadagno, infrramettendosi non richiesto e non gradito fra acquirente e produttore. Fa il pari con i geni di quelle aziende che tagliano i rappresentanti (che secondo loro sarebbero solo un costo) per fare vendita diretta e "semplificare" la filiera.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Il prezzo più basso in cantina dovrebbe essere inteso come minima forma di rispetto per chi si è preso la briga di informarsi, leggere, scegliere, peferire un certo produttore e perdere tempo e soldi per andarlo a visitare direttamente. Tutto il resto (le leggi del mercato per esempio) sono balle.

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

eh certo... poi glielo spieghi tu alla enoteca di turno che in cantina tieni prezzi bassi "come minima forma di rispetto" Siamo sempre li a lamentarci dei ricarichi delle enoteche e poi quando qualcuno gioca pulito allora la vediamo come mancanza di rispetto e additiamo il produttore come "zozzone" C'è differenza tra sogno e realtà

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Infatti restiamo alla realtà : quelli che vanno direttamente dai produttori sono solo una minima parte e non inficiano certo il lavoro delle enoteche.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

FOrse volevi dire che che stanno aumentando i produttori che capiscono che più fedele un enotecario che un passante ?

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

Salve... Per primis vorrei fare una domanda.. Ma voi scegliete un produttore, in base al prezzo/risparmio oppure alla qualità e la corettezza di un vino ? Secondo, l'enoteche hanno una base di ricarico Minimo poi c'è icuramente chi fa il furbo troppo e chi lo fa poco il furbo... e i produttori per scoprire i prezzi del loro vino ci vuole poco a saperlo... E a Nic Marsèl lei parla di rispetto ma invece l'enotecario dal produttore non è giusto che gli porti rispetto ? chi decide chi deve avere più rispetto dell'altro ? Lei sicuramente lavorera oppure ha lavorato e giusto che qualcuno salti il suo lavoro anche se è rispettoso nei suoi confronti ? non so se mi sono spiegato giustamente... spero di si... Esempio: Se andate in scozia il Whisky costa di più in distilleria che non nei negozi a Endiburgo ecco perchè le distillerie ricevono molte visite... C'è rispetto per tutti... Nessuno vi obbliga a comperaere in azienda (dove costa di più o similare) ma ovvio che se andate in azieda per risparmiare e poi scoprite che costa di meno in enoteca non è mancanza di Rispetto ma solo che vi sentite fatti "Fessi" quando volevate fare altri "Fessi", perchè se andavate la per conoscere il produttore e vedere il luogo ecc... il costo similare o di più non sarebbe stato il problema principale...

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

1) Non si va in azienda per risparmiare. 2) Le enoteche sono già adeguatamente rispettate e favorite dai produttori. 3) Non ho mia visto file di persone ad acquistare direttamente dai produttori. Quindi, Andrea e Luca Cravanzola, di cosa state parlando ?

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

Personalmente dico solo che non è uno scandalo trovare in enoteca prezzi leggermente e ripeto leggermente più bassi rispetto alla cantina. Chi va in cantina spesso ci va per conoscere il produttore e o magari per avere la gamma completa, per non parlare delle annate più vecchie sicuramente conservate alla perfezione. Non mi va che un produttore possa essere definito "zozzone" solo perché in cantina tiene prezzi alti per favorire la vendita in enoteca. Secondo me sono leggi del mercato e non balle, tutto qui. Poi una cosa molto personale: sono piemontese e vado in Toscana ad assaggiare il pincopallaia. Vado li perché come dici tu mi sono adoperato per cercare qualcosa che stimoli la mia voglia. A fine degustazione compro il vino e lo pago 16€. Se al rientro scopro che l' enoteca sotto casa mia lo vende a 15€ Ma che fortuna!!! Le prossime bottiglie le compro in enoteca a sbattimento zero e ho più tempo per continuare la mia ricerca.

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

Tutti parlate come se le enoteche fornissero fior fiore di servizi e scelta. Invece io trovo che l'85% (almeno quelle della mia città) siano gestite male e con scarsa scelta di vini. Per cui io mi sono sempre visto costretto ad acquistare direttamente o con ordini via mail/fax. Se ne sò più dell'enotecario e voglio espandere le mie conoscenze sensoriali devo pure pagare di più? cornuto e mazziato?

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

MI dispiace... ma se invece c'era l'enoteca pagavi lo stesso la stessa cifra non saresti cornuto e mazziato... semplice.. P.s. stressa l'anima all'enotecario e fai magari una chiaccherata in modo di capire come mai non si aggiorni o altro...

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paduvino

circa 13 anni fa - Link

Condivido troppi enotecari e ristoratori, hanno tutti gli stessi vini,(copia/incolla) senza fare ricerca e selezione, ma la cosa più triste che quando poni a loro questo quesito, ti rispondono: tanto la gente non capisce, vuole solo questi nomi ecc. (i più assurdi sono quelli che conoscono solo i vini delle guide, senza sapere dove si trovano i produttori). Premetto non voglio generalizzare.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Ebbasta con ste leeggi del mercato : le leggi del mercato portano la gente a comprare nella GDO sottocosto. Esattamente l'opposto di quello che vorresti accadesse.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

quella non é legge di mercato, ma piuttosto miseria o ignoranza

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andrea t.

circa 13 anni fa - Link

ok sul sottocosto... ti approvo. ma allora perche piu' sotto dici: " Mi stappo un Montessu 2008 di Agripunica che ho comprato all’esselunga per 9 euro (o magari un ottimo dolcetto dei produttori di Treiso preso sempre in GDO a 2,90)." DOLCETTO A 2,90 non sarebbe un sottocosto??? qui sono io a non capire te caro Sig. Nik Marsèl.... Andrea T. (che non è andrea)

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Andrea T. : era una provocazione. Pero' gli esempi sono reali. In enoteca il Montessu (roba di Tachis mica paglia) credo si trovi tra i 15 e i 20 euro. A natale l'esselunga ha fatto questa offerta. E' il mercato... ;-) e gli enotecari si lamentano di un buon prezzo strappato in cantina da qualche appassionato...

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

é per uesto che tutti gli enotecarii tendono a escludere i prodotti che vanno in GDO, proprio perché la concorrenza non é affrontabile. Solo che la GDO fa quel che crede, non si tratta né di miei clienti né di miei fornitori. Invece le aziende se vogliono rapportarsi con me correttamente occorre che agiscano rispettando i miei interessi come io rispetto i loro: liberi di non farlo, ma è ovvio che a quel punto mi volgerò altrove. E nessuna azienda di livello può permettersi di saltare le enoteche: mentre non ce n'è una che spera di vivere grazie agli acquisdti fatti dai visitatori

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Se temi per il tuo business guardati dalla GDO e non da un semplice patto di buon senso e reciproco apprezzamento tra produttore e appassionato.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

"2) Le enoteche sono già adeguatamente rispettate e favorite dai produttori...." Mi Illustri le tue ragioni per dire questo ? perchè non capisco...

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Andrea, ci rinuncio. Scusa sono stufo :-)

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

NOn avevo dubbi...

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Sc'vejk

circa 13 anni fa - Link

Una precisazione: nel pezzo ci sono termini ("furbetti", "zozzone", "truffaldino", etc.) che sono trascrizioni volutamente volgari di uno stato emotivo del tutto personale, che nulla hanno a che fare con il comportamento del produttore o più in generale dei produttori. Mille possono essere state le ragioni che hanno causato quella che evidentemente ritengo una stortura. Il racconto è un'esperienza personale, e tale deve essere valutata. Le istruzioni per l'uso d'altro canto, sono state collocate lì per questo.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

In realtà é accaduta una cosa singolare: hai incontrato due soggetti, l'enotecario e il produttore, ENTRAMBE CORRETTISSIME. Sorpresi? ora illustro il perché. Il produttore vende il vino al negoziante per una cifra x, diciamo nove euro più iva. Su questo il negoziante opera il suo ricarico: diciamo che venderà fra i quattordici e i sedici e cinquanta euro IVA inclusa. Il negoziante che hai incontrato ha applicato simpaticamente un ricarico piuttosto basso rispetto a quel che si poteva decentemente fare. Il produttore a sua volta - a differenza di molti barboni che vendono direttamente a prezzi di ingrosso facendo concorrenza sleale ai propri rappresentanti e ai propri dettaglianti - vende al prezzo che ipotizza sarà quello al dettaglio, dimostrando con ciò la sua correttezza massima. Se tu avessi trovato un negoziante meno magnanimo, i due prezzi avrebbero coinciso perfettamente A volte a pensare male non ci si azzecca: questa é una delle volte

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Sc'vejk

circa 13 anni fa - Link

Nossignore. Mi spiace non ci sto. E come Hasek maltrattava chi contestava gli articoli sui suoi animali inventati, così io maltratto lei che non vuole considerare il senso di frustrazione del medio, normale, acquirente standard che non ha un enoteca, non commercia in vino, ed ha i denari contati. Non interessa affatto stabilire dell'etica né del produttore né del venditore, né tanto meno delle strategie commerciali che entrambi intendono applicare. Se salto la distribuzione, se salto la vendita diretta e vado a comprare dal produttore che si riserva il diritto di vendere direttamente, salto dei costi di intermediazione e il vino comprato da lui dovrà sempre costare meno che altrove. punto. il resto sono difese corporativistiche legittime, ma per me inaccettabili. E se cortesemente si presta a farmi assaggiare il suo vino, si intrattiene con me, mi mostra la vigna etc., lo fa consapevolemente e volontariamente e non me lo fa pagare dentro al prezzo del vino che gli comprerò. Vietato. Se lo ritiene mi faccia pagare il biglietto per entrare nella sua cantina o mi faccia pagare gli assaggi. niente di male. Molti lo fanno. Altro discorso invece è la capacità di controllo dei prezzi dei produttori su chi, commerciante in vini, poi applica prezzi estremamente scontati. convengo che questa sia la difficoltà vera. e su questo semmai potrei allentare la presa.

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A3C

circa 13 anni fa - Link

a me piace molto comprare in cantina, vedere i posti...le vigne, gli occhi del produttore...(produttrice meglio, sono due astri gli occhi di Stella di Campalto) ... ...mi fanno i prezzi che volgiono a volte mi regalano una boccia... va bene cosi'...fanno un lavoro difficile e incerto.... per farci condividere il frutto della loro passione....Se fossi un enotacaro il discorso cambierebbe... tenderei a pretendere un prezzo o un trattamento particolare dal produttore soprattutto se gli compro il vino ogni anno... glielo smercio e lo faccio conoscere...

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she-wolf you don't understand a bloody thing

circa 13 anni fa - Link

Meno male che non è luna piena perché quando leggo certi commenti mi viene da ululare. I produttori seri non si mettono in competizione con la loro rete commerciale. Stilano un listino di prezzi di vendita diretta ai privati che viene comunicato ad enoteche e distributori. Possono eventualmente fare delle offerte sulla base della quantità di bottiglie venduta, ma il prezzo non può essere inferiore. Il valore aggiunto è il tempo dedicato a chi viene a trovarli e la possibilità di far degustare più vini in loco. Il fatto è che i dettaglianti, o i distributori, hanno masse di prodotto da far girare e spesso preferiscono un ricarico più basso ma una vendita più veloce. Quindi mettono in vendita bottiglie a costo inferiore che quello della vendita diretta alla sorgente. Questo casomai è ciò di cui scandalizzarsi. Corazzol ha avuto il piacere di conoscere il proprietario e di visitare la cantina. Fa male a parlare di sovraprezzo, è il sottoprezzo dell'enoteca che va considerato. Ho avuto un'enoteca nella mia cittadina per quattro anni. Trattandosi di una zona di produzione c'era costantemente un rapporto di controllo fra i nostri prezzi e quelli della vendita diretta di alcune cantine. Alcuni produttori sceglievano di non vendere a nessun dettagliane della regione limitrofa per evitare di vedersi sputtanato il vino ad un prezzo più basso per sopperire alle necessità economiche dei negozianti.

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A3C

circa 13 anni fa - Link

ma xké su Intra non si puo' fare semplicemente mi piace... come su FB?

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she-wolf slightly jelous

circa 13 anni fa - Link

Adesso non cercare di recuperare dopo il commento sugli occhi della Circe di Montalcino!

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Min Cul Pop

circa 13 anni fa - Link

Per me te ha ragione da vendere. L'azienda non può,per fare uno sconto al consumatore che va a trovarla,vendergli a meno di quanto si vende in enoteca. Se no che ci stanno a fare le enoteche? Ed io non posso nemmeno immaginare un mondo senza enoteche. Che farei, il giro d'italia e del mondo per comprare sei bottiglie di vino? Ma siamo matti? C'è spazio per tutti e in molti paesi, Canada ad esempio dove sono stato, in cantina ci si va liberamente ma si paga tutto quello che senti. Poco ma si paga. Perchè mai una cantina dovrebbe far assaggiare gratis i vini? Se facessero pagare gli assaggi, lo troverei corretto e non sarebbe un motivo per non andarci.

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Fabrizio Pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Certo è che se vendi al privato allo stesso prezzo di un tuo cliente professionale non puoi poi pretendere che le enoteche e distributori di zona siano contente e ti comprino il vino.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Hai perfettamente ragione, ma questo favorisce il commercio di quel prodotto nella sua zona di appartenenza ed elezione. E fa parte del legame tra produttore e la gente del territorio. Ma se fossi di Neive, ti sembrerebbe normale dover comprare del nebbiolo in enoteca? Poi ci sono quelli che si smazzano centinaia di km per trovare chicche che non si trovano nelle enoteche delle loro zone, e che quindi non influiscono sul business dei rivenditori, e che quindi si meritano lo stesso trattamento del cliente professionale.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

No, sarebbe normale comprarlo dal produttore ma allo stesso prezzo che troverei all'enoteca.

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Francesco Santini

circa 13 anni fa - Link

Mi scusi tanto, ma chi si merita il trattamento da cliente professionale è chi compra tanto quanto un cliente professionale, nella mia triplice attività di distributore, agente ed enotecario applico prezzi diversi a volumi diversi, il cliente privato da 600 e passa bottiglie pagate sull'unghia è un cliente che spunterà prezzi migliori del ristoratore da 12 bottiglie malpagate... Questa secondo me è la madre di tutte le leggi di mercato: la quantità e la qualità del pagamento fanno il prezzo, tutto il resto è accessorio. Non è che il cliente professionale ha diritto a dei prezzi particolari perchè è un privilegiato, ma perchè si presuppone compri volumi tali di vino nel tempo da giustificare tali prezzi. Ho scritto anche troppo....

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

ogni tanto, come un fiume carsico, riaffiora l'eterna disputa sui ricarichi delle enoteche. Francamente è una discussione che lascia il tempo che trova, avendo già tutti detto tutto e di tutto in innumerevoli occasioni. Il caso specifico narrato nel post si compendia in due frasi che chiariscono l'inutilità della disputa: "...quindi mi indica il listino prezzi" e "...doveva avvisarmi". On non è vera la prima o non è vera la seconda. Trovo invece che non emerga quasi mai un aspetto che vorrei sottolineare: perché il produttore deve offrire una degustazione gratuita, perché deve spendere del tempo senza essere remunerato? Perché in generale si ha così poco rispetto per il lavoro altrui?

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esp

circa 13 anni fa - Link

Trovo invece che non emerga quasi mai un aspetto che vorrei sottolineare: perché il produttore deve offrire una degustazione gratuita, perché deve spendere del tempo senza essere remunerato? Perché in generale si ha così poco rispetto per il lavoro altrui? Perchè si ha così poco rispetto per il cliente? Se ricevere un OSPITE lo si chiama "lavoro" siamo proprio messi male.

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Franklin

circa 13 anni fa - Link

Nella mia modestissima esperienza di comune mortale e consumatore ricordo di aver trovato: aziende italiane dove il giro in cantina e successiva degustazione si pagano (poco) ...e non c'ho trovato niente di male... aziende (italiane) in cui si possono acquistare in cantina (a prezzi uguali o molto prossimi all'enoteca) le quantità che si vogliono di bottiglie, anche 1. E di nessuna di queste cose mi sono affatto stupito. Solo una testimonianza personale di casi particolari.

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

Perché si ha così poco rispetto per il cliente? Chi l'ha detto, dov'è lo scarso rispetto per il cliente? Nel non dargli gli assaggi gratis? Nel non applicargli il prezzo da rivenditore? Se ricevere un OSPITE lo si chiama “lavoro” siamo proprio messi male Intanto o è un ospite o è un cliente. Poi lei come lo chiama? Predisporre una struttura ricettiva, mettere del personale o dedicarcisi in prima persona non è un lavoro? E' sì un lavoro, sissignore. Come fare le fiere, partecipare alle degustazioni, fare le cene con gli appassionati, tutto ciò che è promozione è lavoro. Che poi lo si faccia con grande piacere perché si è appassionati di questo mestiere, mettendo anche la poesia, il trasporto, l'anima non cambia la terminologia, sempre di lavoro si tratta.

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esp

circa 13 anni fa - Link

Confermo: siamo (in senso figurato) messi male.

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Anche il privato che si prende la briga di andare in cantina da tal produttore, perdendo una mezza giornata e facendo magari molti km, spende tempo e soldi. E, se come ha detto qualcuno sopra, la ragione sta nel mezzo io credo che qualche punto in meno sull'aquisto in cantina ci dev'essere. Ad esempio: un vino che io pago 12 in enoteca e che l'enotecaro compra presumibilmente ad 8 trovo, in linea di principio, pagarlo 10 dal produttore. Non troppo e non troppo poco.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

Gabriele.. ma anche se lo paghi come l'enoteca e hai fatto km e speso soldi uno è stata tua volonta e poi hai avuto un servizio maggiore che l'enoteca non puo farlo "FAr vedere il luogo dove nasce il vino che compri"... Poi facciamo i calcoli... metti il 21% di iva e nei 2 euri dovrei pure trovare il gudagno con tutte le spese ? susu se era il contrario voglio vedere se si dice la stessa cosa...

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Il concetto è chiaro, il guadagno dell'enoteca, dove mi capita di comprare per inciso, è sacrosanto. Esattamente come il tempo che impiego e spendo per informarmi, viaggiare, ascoltare e, alla fine, acquistare. Perché alla fine è questo che faccio, acquisto.

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...mah...

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...le ragioni commerciali della filiera sono indubbie e sacrosante , ci mancherebbe . Lo sforzo di approfondimento e passione da parte del consumatore va comunque premiato , in qualche modo , e non solo gratificando chi ha fatto magari centinaia di chilometri in auto ,con costi non secondari di benzina/gasolio , autostrada e avendo speso tempo magari prezioso , con la sola aulica visione de visu del bravo vigneron . Tenuto conto , e sono d'accordo , che la fila davanti alle cantine non è così lunga , proprio perchè il disagio è notevole . Ne faccio anche un fatto di promozione e cultura : se il vino fosse solo relegato allo scaffale o punto vendita senza nessun incentivo all'approfondimento , il mero acquisto di quel bene perderebbe di tanto fascinosa "intangibilità" che è data dalla conoscenza diretta...

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Quindi nessuna vendita per telefono o mail, giusto?

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... dove possibile...

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Quindi secondo te ogni volta che avessi desiderio, ad esempio, di una bottiglia di gewurtraminer di un noto produttore altoatesino dalla chioma luminescente che non distribuisce nella mia zona dovrei prendere la mia macchinina e andare a prendermelo? Comodo...

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

a parte che nel loro piccolo anche gli enotecari possono fare promozione e cultura, vorrei ricordare che in molti paesi produttori con tradizioni anche più importanti della nostra accolgono volentieri il pubblico di appassionati e giustamente fanno pagare le degustazioni, le spiegazioni, la visita in cantina. Solo in Italia si cerca di avere sempre qualcosa a gratis. E' la famosa o famigerata mentalità italica, no?

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

Siamo italiani, dobbiamo perforza lamentarci !!! fino quando non gli si calpestano i piedi !!!

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esperio

circa 13 anni fa - Link

I produttori, importatori, distributori e rivenditori, offrono gratis, assagi, campioni e informazioni, per la semplice ed elementare ragione di far conoscere il prodotto che si vorrebbe sbolognare. E guarda caso, tutti coloro che si sottraggono al "Gratis", spesso pagano un doloroso scotto : Pochi affari, anonimita', e fama di pidocchiosi. Buon viso a cattivo giuco.

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...I produttori, importatori, distributori e rivenditori, offrono gratis, assagi, campioni e informazioni, per la semplice ed elementare ragione di far conoscere il prodotto che si vorrebbe sbolognare ...perfetto , fanno bene il loro mestiere . Come consumatori ,paganti, anche noi tentiamo di fare bene il nostro...

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esperio

circa 13 anni fa - Link

...interesse : arraffare il piu' che si puo' al miglior prezzo possibile e possibilmente qualche cosetta anche gratis. Il tutto nella legalita' e decenza.

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Credo sia giusto che il vino costi in cantina(reale o virtuale) quanto in enoteca, mentre non trovo giusto che costi di più. In molte zone d'Italia non ci sono enoteche di livello e l'appassionato è costretto ad arrangiarsi viaggiando o ordinando via internet, perché penalizzarlo? Nel caso della vendita a distanza, a mio avviso, il produttore si potrebbe far carico semmai delle spese di spedizione.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

va beh se non ci sta e lo paga come l'enoteca e come se ci fosse l'enoteca... e vice versa sarebbe dove l'enoteca ci sta...

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she-wolf addendum

circa 13 anni fa - Link

a quanto scritto sopra, e non soltanto da me, vorrei aggiungere solo questo una cantina da visitare e dove eventualmente acquistare delle bottiglie di vino prodotto NON è un OUTLET! La cantina è un luogo dove si coltiva la vite, si produce il vino e si accolgono anche i visitatori, gli appassionati, i viandanti, i turisti, i curiosi, gli sbandati e anche disperati che non sanno dove portare i figli che si annoiano in campagna. A tutti va dedicato tempo e sorrisi, assaggi e spiegazioni. Non ci vedo niente di male a far pagare le visite, anche solo simbolicamente. Vieppiù non ci vedo niente di male di far pagare il prezzo giusto delle bottiglie, una volte che si sia spiegato cosa vuol dire produrre quel liquido lì dentro. Se il piccolo appassionato si ritiene deluso dal prezzo non scontato rispetto all'enoteca sottocasa, deve imparare ad appassionarsi in modo diverso. E non chiamare il produttore "furbetto", ma forse questa appelation del post è dovuta ad un Editor distratto e non all'autore.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Grazie di averci spiegato cos'è la cantina. Per fortuna non tutti i produttori la pensano come te.

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she-wolf addendum 2

circa 13 anni fa - Link

Il mondo è bello perché vario :)

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Ululo di approvazione

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

vedrò di farmene una ragione, tanto di qui non se ne esce :-) proporrei un cin cin. Mi stappo un Montessu 2008 di Agripunica che ho comprato all'esselunga per 9 euro (o magari un ottimo dolcetto dei produttori di Treiso preso sempre in GDO a 2,90).

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

infatti qui di furbetto mi pare ci sia solo il consumatore

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...non sono d'accordo ... come minimo ; perchè come massimo...

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Eh già, proprio furbetto questo consumatore che si fa 500 km per aver lo sconto di 1 euro a bottiglia.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

non ti conosco caro Nic Marsèl, ma meriti rispetto come cliente\consumatore, ma ti prego anche tu abbi rispetto: -di chi produce: non attaccando chi si fa pagare gli assaggi, .. come ti sentiresti se venissimo a casa tua a scroccare tutti i gg un paio di bicchieri di vino??... -di chi con il vino ci lavora e guadagna (sporco denaro eh!) magari dando ai suoi clienti qualche consiglio x fargli conoscere una zona, un produttore (che poi andrà a visitare per approfondirne la storia,certo non per scroccare uno sconto!) -prima di guardare la pagliuzza nell'occhio del tuo vicino... togli la trave dal tuo occhio.. (citazione biblica,,, non vorrei mi chiedessero i diritti per omissione dell'autore!!) Poi per fortuna nessuno è obbligato a comprare nulla men che meno per forza in un'enoteca, in un supermercato, online, al telefono o dal produttore.. ognuno si gestisce come crede i suoi denari e piaceri... se sarà soddisfatto ripeterà l'esperienza ,, altrimenti cercherà altre soluzioni e la vita continua.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Andrea, ci rinuncio definitivamente : non capisco una sola parola del tuo commento, e non capisco a quale dei miei commenti ti riferisci, dato che nessuno di essi contiene nulla che possa ricondurre alle tue frasi. Sorry.

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andrea t.

circa 13 anni fa - Link

solo per chiarezza , dato che ho sbadatamente scordato una t. visto che qui ho trovato anche un altro andrea che scrive, il commento qui sopra è da intendersi a firma di Andrea t. e non si andrea.. anche per rispetto delle idee che altri propongono. mi scuso se ho creato disguiti all'altro andrea che ha postato alcuni altri commenti.. vedro' di non scordarmi la T. al prossimo commento. Andrea T.

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Piteto

circa 13 anni fa - Link

Ma in tutta questa confusione , chi mi spiega allora cos'è il famigerato prezzo sorgente ? Grazie

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Sc'vejk

circa 13 anni fa - Link

http://www.laterratrema.org/autocertificazione-e-prezzo-sorgente/

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esperio

circa 13 anni fa - Link

C'e'sentore dell'Orwelliana "1984".

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

Bene cosi.. allora mettiamo pure il prezzo del costo per ogni bottiglia... tappo, bottiglia, vino, mano d'opera ecc.. in modo di vedere pure i ricarichi dei Produttori.... saluti

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

La terra trema serve la crema direi vaselina per la suppostina equosolidale che va dritta in culo del Capitale.

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she-wolf Marinettiana

circa 13 anni fa - Link

:) :) :)

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carolina

circa 13 anni fa - Link

bella diatriba, aspetto gli sviluppi

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Dopo numerosi commenti ad un post che nasceva "leggero", ma che ha sfruzzicato una certa animosità mi sembra che ci siano due posizioni anche molto distanti fra loro. Da una parte l'appassionato che si impegna ad andare in loco per visitare una cantina di cui ama i vini o comunque ha curiosità di conoscerne l'origine e dall'altra il "produttore" che accoglie lo stesso. Il primo si aspetta un trattamento di favore per lo sforzo fatto, il secondo gradisce la visita ma ritiene legittimo farsi pagare il tempo impegnato senza sconti e con un occhio anche a non creare malumori con i suoi altri canali commerciali. La Lupa ci ha dato dentro a modo suo, ma alla fine il rischio è di considerare il vino solo un prodotto commerciale che obbedisce a regole fisse. Invece il vino e il suo contorno esulano da questa rigidità, per cui ben vengano i produttori che si comportano in modi diversi e anche gli appassionati. Grazie a Corazzol che ci ha proposto un bell'argomento di discussione.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

In confronto alla lupa, sei un po' democristiana. Un colpo al cerchio, uno alla bottaia

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Oddio, questa è gravissima, Marossi, i miei cari si rivoltano nella tomba. Diciamo che è il blues prima di cena, quel momento crepuscolare che attenua le emozioni e le reazioni.

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Eleutherius Grootjans

circa 13 anni fa - Link

Blues is a matter of lower sidebands – you suck a clear note, on pitch, and then bend it lower with the muscles of your face. Muscles of your face have been laughing, tight with pain, often trying not to betray any emotion, all your life. Where you send the pure note is partly a function of that. There’s that secular basis for blues, if the spiritual angle bothers you.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

consideriamo poi che il vino che il produttore ti fa assggiare, di solito generosamente (quasi sempre ho dovuto rifiutare qualcosa per mantenermi in equilibrio all'uscita) quello é già GRATIS. Quella é ospitalità. Poi uno compra e paga il prezzo giusto (a proposito, il vino per arrivare dalla Calabria o dalla borgogna a Milano non ci arriva gratis, proprio com,e l'appassionato non arriva gratis in Borgogna). La questione é che alcuni paiono ritenere che il commerciante sia poco meno che un ladro e che il PREZZO GIUSTO sarebbe quello dell'azienda. e il di più verrebbe dal demonio...un bel ringraziamento per chi si preoccupa di portare sotto casa tua, sentinaia di etichette da tutto il mondo, di selezionarle, di conservarle al meglio. Davvero, sono soddisfazioni vbedere così considerata la propria attività

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Dan L.

circa 13 anni fa - Link

"Me pias" [like autoprodotto]

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andrea t.

circa 13 anni fa - Link

Scusate, non capisco fino in fondo il motivo di tutta questa "curiosità" di conoscere quanto uno guadagna dal suo lavoro, che sia Coltivatore, Viticoltore, produttore di tappi o bottiglie, Agente di commercio, Enotecario o commerciante.. Andrea t.

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

Noi stiamo a babbiare su prezzi e listini al dettaglio e listini professionali e le vendite sono in crollo verticale o no? cin cin

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...non tutti ; solo quei produttori che fanno una politica di prezzo non corrispondente alla qualità legata a quel prezzo proposto . Chiaro che esistano poi altre variabili legate alla comunicazione , storia , capacità imprenditoriali eccetera . Se non sei "adeguato" , sei con il culo per terra e difficilmente ti risollevi , scusatemi ma è la realtà delle cose ...

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

quindi!?!? la sua soluzione Sig. Fracchia? ci illumini... andrea t.

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paolo ranieri

circa 13 anni fa - Link

non direi proprio, perlomeno per ciò che concerne l'esperienza mia e per ciò che sento dire qui a Milano. Quanto ai produttori, quelli davvero validi molto spesso non arrivano con il vino da un'annata all'altra Ilò vino buono va bene, e chi lavora seriamente va bene. Questo é quel che sto verificando io

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Gianpaolo Paglia

circa 13 anni fa - Link

se puo' servire porto la mia esperienza personale. Prendiamo per es il mio morellino bellamarsilia. Prezzo all'enoteca € 5.70 + Iva, prezzo in enoteca generalmente sui € 9.00 a bottiglia, prezzo in cantina € 50.00 per il cartone da 6 bottiglie, quindi € 8.50. Quando viene qualcuno se vuole assaggiare apro anche 10 bottiglie di vino, che non riuso piu' il giorno dopo (le riciclo in qualche vasca o qualcuna le bevo a casa) e in genere spendo almeno un ora con le persone, a volte anche di piu' se sono simpatiche e interessate. Ovviamente nessuno e' obbligato a comprare nulla. Se uno compra qualche cartone, invece che uno solo, lo sconto almeno del 10% ala fine ci scappa sempre. Faccio sempre ricevute fiscali. Io ritengo che il prezzo del vino sia quello, sempre, perche' che sia un negozio di altri, o il negozio mio, e' sempre una vendita al pubblico, perche' sicuramente il tempo e i vini che apro valgono qualcosa, perche' il valore aggiunto di venire in azienda non e' il risparmio di qualche punto percentuale ma e' la spiegazione dei vini e del territorio da parte di chi le fa, e perche' chi di lavoro vende i miei vini non si debba mai sentire che la mia azienda non solo non li supporta, ma addirittura gli fa concorrenza. Ho anche un negozio online, dove il costo e' paragonabile a quello dell'enoteca, e che esiste perche' si possono trovare tutti i miei prodotti se qualcuno li vuol comprare e non sa dove farlo, e la spedizione e' gratuita e compresa nel prezzo.

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giulio vitali

circa 13 anni fa - Link

Caro Signor mio, non si lamenti e abbia più fiducia delle Enoteche(quelle serie). Le aziende di vino vivono con Noi, e siamo Noi "enotecari" professionisti del settore, che a fine anno gli facciamo il fatturato e valorizziamo i loro vini di punta, i più costosi(se lo meritano). E, si ricordi che quando trova i prezzi (stesso vino-stessoproduttore) differenti tra loro, controlli se l'annata(di primaria importanza nelle valutazione di un vino) sia anche la stessa. Saluti da Giulio Vitali.

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Gianpaolo Paglia

circa 13 anni fa - Link

mi scusi, ma io non mi sto lamentando affatto. Ma lei ha letto quello che ho scritto? Io sto difatto dicendo che il mio prezzo in azienda e' comparabile a quello delle enoteche, almeno a quella della mia zona, che sono quelle che sarebbero ovviamente danneggiate se vendessi i vini al prezzo che le pagano loro.

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giulio vitali

circa 13 anni fa - Link

Vista la sua capacità nel muovere i numeri, le consiglio di venderselo direttamente da solo il suo "bel morellino", senza disturbare le enoteche. Giulio V.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Io il suo Morellino l'ho visto alla coop, gentile signor Paglia, e il prezzo mi pareva superiore, circa 11 euro - ma forse ricordo male e mi scuso, nel caso. Di sicuro mi pare più ragionevole dai 9 da lei supposti per un vino che, ivato, costa al rivenditore finale quasi sette euro.

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Gianpaolo Paglia

circa 13 anni fa - Link

il prezzo che lei ha visto alla Coop, e' probabilmente dovuto al fatto che io non vendo alla GDO, ma e' uno dei miei clienti che lo fa, e quindi il vino sconta in pratica un doppio ricarico.

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andrea t.

circa 13 anni fa - Link

ricevuto oggi nella casetta delle lettere il volantino della coop vicino casa,,, e in 4 pagine di vini in offerta che ci trovo ?? bellamarsilia morellino di scanzano poggio argentiera docg euro 6,50... mo come la mettiamo?? andrea t.

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Andrea

circa 12 anni fa - Link

La mettiamo che tutto tace...

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Francesco Santini

circa 13 anni fa - Link

Gentilissimo Sig. Paglia, enoteche che campano col 30% di ricarico sulle etichette ( mi permetta il termine) "base" non credo che esistano.... direi che un range prezzo più realistico sia tra i 10,50 ed 11,00...

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Io trovo che il prezzo praticato da Gianpaolo ai privati in cantina sia corretto, costa un po' meno di quanto si spenderebbe in enoteca ma non come lo pagherebbe l'intermediario. Una via di mezzo corretta per entrambi gli acquirenti.

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esp

circa 13 anni fa - Link

Io ne conosco almeno una, di cui sono sicuro

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Gianpaolo Paglia

circa 13 anni fa - Link

Sig. Santini, il mio ricarico non e' frutto di un calcolo o di congetture, le assicuro di essere presente in giro per il mercato abbastanza per dire che quello e' un range di prezzo nel quale il mio vino viene solitamente venduto sugli scaffali.

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

GIa... Me rimasta in mente una risposta a un vecchio post... che in 10 anni (forse sbaglio è, ho una certa eta e mi puo sfuggire la giusta frase) non sa dare il costo della bottiglia all'origine (quanto gli incide mano d'opera, tappo, bottiglia, ettichetta...)e che il prezzo lo fa solo sulla base del mercato... (era in un post dove aveva perfino pubblicato il listino Rivenditori visibile a tutti)

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gianpaolo paglia

circa 13 anni fa - Link

forse ricorda male? io ho postato il costo di produzione, reso pubblico e ancora reperibile qui http://www.poggioargentiera.com/2009/01/i-miei-costi-di-produzione/

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Andrea

circa 13 anni fa - Link

grazie che mi ha rinfrescato la memoria... quel post che mi ha indicato lei non l'avevo letto (forse dopo quel commento mi ha spaventato e non sono piu ttornato a trovarla a leggere...) comunque mi riferivo al commento (penso sia stato lei) a farlo nel post dove ha pubblicato il listino rivenditori che sarebbe: "Paglia scrive: gennaio 11, 2009 alle 11:48 pm @Gian Paolo. E’ un po’ difficile valutare il costo a me di una bottiglia, sono dieci anni che ci provo a scoprirlo." comunque ora leggero il post che mi ha linkato :)

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gianpaolo paglia

circa 13 anni fa - Link

infatti è difficile, comunque i conti sono piu' o meno quelli

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Francesco Santini

circa 13 anni fa - Link

Probabilmente ( e giustamente) si servirà di strumenti commerciali quali sconti e promozioni ai sui migliori clienti professionali per abbassar loro il prezzo di listino di 5,70, in caso contrario complimenti alla sua clientela a Lei ed alla sua rete commerciale per essersi posizionata solamente dasignori professionisti! Cordialmente

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gianpaolo paglia

circa 13 anni fa - Link

sconti e promozioni fanno parte delle strategie commerciali di ogni azienda. Difficilmente il pagamento anticipato non comanda uno sconto, cosi' come uno che compra 120 bottiglie difficilmente le pagherà come uno che le compra 24. Sospetto sia una pratica comunemente diffusa in tutte le aziende, di qualunque prodotto.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Giampaolo fattene una ragione, il dibattito tra enotecari e produttori è come quello tra marito e moglie. Proprio esattamente uguale. Tu, che sei pure sposato con prole, dovresti sapere che intignarti non serve a un tubo. PS e proprio come nel matrimonio si litiga, ma senza non si può stare.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

qulacuno ha scritto "a parte che nel loro piccolo anche gli enotecari possono fare promozione e cultura"... non sia mai, apparteniamo a una genia malsana di avidi profittatori dell'ingenuo cliente a cui non vediamo l'ora di spillare più soldi possibile con un vino da schifo pagato nemmeno la metà. Aggiungo che abbiamo il naso adunco, le unghie lunghe e acuminate, il mento prominente, portiamo la barba e le treccine e siamo il male di tutta la filiera del vino. Vi dirò di più, sacrifichiamo neonati cristiani. Sono una manica si stronXXte? ne ho lette talmente tante in questo post che una più una meno non guasta

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Sc'vejk

circa 13 anni fa - Link

Intendi nei commenti a questo post, giusto?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

intendo che ne ho le p@lle piene di chi generalizza ad capocchiam. Facciamo tanto gli enosnobfighetti nel distingure produttore da produttore con sfumature infinitesimali ignorando che sono confinanti, syessa esposizione, stesso esoscheletro, stesso metodo di vinificazione. Non sputtano mai nesuno e non lo faccio nemmeno in questa occasione ma ho fatto questo gioco in enoteca dando due chianti classici di produttori adiacenti alla cieca avvertendo che uno era PINCO e l'altro pallino. Con le caXXate che venivan fuori sulla evidente superiorita di pinco ci si sarebbe potutto scriverfe un libro. le etichette non sono state svelate e io ho ammesso che avevano ragione da vendere (avevano toppato ovviamente...). Tutto questo pippozzo introduttivo per dire che si spacca il capello in quattro quando si parla di produzione ma non si ha il minimo rispetto per tutto quello che ne consegue non si ha il minimo rispetto: il rappresentante è per definizione un menefreghista che deve raggiungere il canvass trimestrale e ottenere il bonus suppletivo, il rivenditore finale è un battitore di scontrini che cerca di spuntare il prezzo migliore per poter applicare ricarichi alti su un vino, non importa quale, basta che sia passabile, e che la cantina abbia le cisterne così piene (la crisi tocca tutti eh....) da sbracarsi fino alla scontistica 1+1.... ah dimenticavo, deve essere anche un cantastorie che ti infinocchia e ti vende paglia per oro. Non cerco complimenti nè rasicurazioni, mi basta l'onestà con cui conduco il mio lavoro.... ma se si vuole capire il mondo del vino bisognerebbe dire che di paraculi è pieno il mondo di produttori, quello della rete di rappresentanza, quello dei grossisti e quello dei rivenditori senza continuare in questo sterile "dagli all'untore" che talvolte sopporto ma talaltre mi fa veramente girare le scatole. Chi gira per cantine lo fa per passione non per risparmiare, speso ci sono persone che sono retribuite per una forma di hospitality per cui smettiamola con la storia del prezzo del vino che in cantina DEVE essere inferiore. Se non avete soldi per comprare vino non compratelo: è un bene voluttuario, non è tassativo per legge e non sta scritto nè in cielo nè in terra che una persona ne debba avere diritto p.s. nell'annnuario romano Bere bene low cost sono citato tra le 10 cantine top per cui avrei potuto tranquillamente gioire delle prese di posizione anti enotecari arruffoni ma la verità dista anni luce dalle fesserie scritte da più di una persona

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Condivido tutto quello che hai scritto comunque, anche se non sono sicura se sei incazzato in generale o in particolare. Io però non ho letto fesserie, solo qualche ingenuità, punti di vista diversi e voglia di saperne di più. Oggi sono buona.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Francesco, nessuno dice che il prezzo del vino in cantina DEVE essere inferiore (inferiore a cosa poi?). Il prezzo DOVREBBE essere lo stesso applicato a commercianti, intermediari ecc... A DISCREZIONE DEL PRODUTTORE che è in grado di valutare il rapporto col cliente che si trova di fronte. Non si puo' dire che un produttore è disonesto o scorretto se vende 6 cartoni all'appassionato (che paga cash) per lo stesso prezzo che farebbe a un enotecario, perchè l'appassionato poi magari gli porta altri 10 clienti all'anno, e magari fa assaggiare quel vino ad altri appassionati e agli amici enotecari e/o distributori (aggratis), solo perchè gli piace farlo (l'appassionato è sempre un po' pirla). Poi nessun appassionato va in cantina per farsi fare lo sconto, ma questo è (forse) il più banale e (sicuramente) il più semplice (e comunque gradito) strumento nelle mani del produttore per dimostrare la reciprocità dell'apprezzamento. Detto questo, non penso che le orde di appassionati in giro per cantine, mettano in pericolo il business degli enotecari nè tantomeno il senso e la validità del loro lavoro. Basta un po' di buon senso e le cose si comprendono, no?

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Giovanni Corazzol

circa 13 anni fa - Link

Fabbretti sono d'accordo fino al punto in cui categorizza chi va per cantine. TUTTI possono bere vino, TUTTI hanno il diritto di comprarlo al miglior prezzo possibile, TUTTI devono considerarlo non un bene voluttuario, ma un alimento accessibile senza correre il rischio di avvelenarsi. La mia è una posizione evidentemente, dichiaratamente personale, non pretendo proselitismo, non cerco nuovi amici, mi disinteresso del tutto delle reazioni superficiali e scomposte. non della sua. il prezzo in cantina DEVE essere inferiore rispetto a quello pagato in enoteca e al ristorante, se quell'azienda decide di vendere al pubblico. il fatto che i produttori siano in grado per certo di garantirlo è altra storia, certo la maggior parte non può attivare una rete di osservatori. il valore aggiunto di enoteche e ristoranti sta in altro, non nel prezzo: sta nella competenza di chi vende, sta nella capacità di fare magazzino, di avere delle annate che in azienda non si possono comprare,di vendere il vino pronto per essere bevuto senza doverlo dimenticare per anni in cantina, sta in tutti i servizi che è in grado di erogare alla propria clientela. la regola poi è semplice: meno passaggi da produttore al consumatore=meno costi=prezzo più basso. fine. se poi si vogliono applicare legittime politiche commerciali per evitare la concorrenza tra produttori e rivenditori non ho nulla da eccepire fino a quando si supera la soglia. se no a me non garba, puzza. nel caso che ho raccontato, tanta o poca che fosse la differenza nel prezzo pagato, la soglia è stata superata, anche perchè l'annata comprata dal produttore era più vicina e addirittura meno blasonata di quella comprata in enoteca. non pretendo regole certe, condivise ed assolute. troverò produttori che mi vendono sei bottiglie a prezzo migliore rispetto al prezzo dei rivenditori, altri che non renderanno concorrenziale lo spostamento e la ricerca. ma se becco quello che me lo fa pagare di più, ebbene sì, io, anima candida, mi sento fregato. tanto o poco, ma fregato. e non-mi-piace.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

"TUTTI devono considerarlo non un bene voluttuario, ma un alimento accessibile senza correre il rischio di avvelenarsi"... forse ha dimenticato che la nostra piccola penisola non è più terra di braccianti che necessitano vino a basso costo per implementare il loro fabbisogno energetico quotidiano. Siamo una nazione che tende sempre più verso una percentuale di obesità in aumento.. in questo quadro il vino, lo si voglia o no, è un bene voluttuario su cui nessuno può accampare diritti.

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

Signor Corazzol, le chiedo se è possibile avere il nominativo di questo produttore. La ringrazio per questa informazione. Cordialità, Francesco Bonfio

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Giovanni Corazzol

circa 13 anni fa - Link

Forget it Bonfio. alla gogna non metto nessuno.

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Giovanni Corazzol

circa 13 anni fa - Link

Continui a vendere beni voluttuari Fabbretti, io continuerò a comprar vino.

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

Non ha capito. Vorrei gratificarlo diventando suo cliente e complimentarmi per come l'ha trattata.

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Giovanni Corazzol

circa 13 anni fa - Link

appunto.

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

allora la gogna non c'entra nulla

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Giovanni Corazzol

circa 13 anni fa - Link

punti di vista Bonfio, non si sopravvaluti, non mi pare il caso

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francesco bonfio

circa 13 anni fa - Link

no, no, è questione di lingua italiana. Ma se vuole l'ultima parola gliela lascio.

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andrea t.

circa 13 anni fa - Link

mi spieghi meglio, grazie. andrea t.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Francesco Fabbretti, fossero tutti come te gli enotecari! Purtroppo leggendo i commenti a questo post non si direbbe proprio.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

A Francè, non t'incazzare. Sappi che laggiù, nel profondo Nord, c'è anche qualcuno che nutre un certo rispetto nei confronti di gente come te.

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ag

circa 13 anni fa - Link

Francesco buongiorno. Ho letto nel tuo post nell'infuocata discussione sulle guide poi bloccata (giustamente) ha fatto riferimento a una statistica molto interessante quanto preoccupante. Mi chiedo se la fonte è pubblica e nel caso se tu possa indicarmi un link. La prossima volta che vengo a Roma sarà un piacere venire a conoscerti di persona. Grazie della cortesia

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

..."prezzo è giusto , quando cliente comprare"...[img]http://www.vocinelweb.it/faccine/ammiccanti/01.gif[/img]

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Ah finalmente. Ecco in sintesi la risposta al non problema : Ognuno metta i rincari che vuole, sara' il pubblico a decidere se ne vale la pena comprare o no. Questo, ovviamente, vale fin quando l'offerta e obbondante e la competizione viva e vivace.

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Fabrizio Pagliardi

circa 13 anni fa - Link

questo è vero sempre

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esperio

circa 13 anni fa - Link

L'abilita' dell'enotecaio, come del ristoratore o del distributore, sta' nel proporre buoni o meglio ottimi vini, possibilmente poco conosciuti e quindi acqistati a basso prezzo e rincarati il piu' che si puo'. La produzione italiana lo permette. Tutti contenti con la coscienza a posto.

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Fabrizio Pagliardi

circa 13 anni fa - Link

si esatto e la mattina allo specchio mi bacio...

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Sc'vejk

circa 13 anni fa - Link

guardate che mi pagano 100,00 euro a commento. trattenetevi, lo dico contro il mio interesse.

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Giulio Vitali

circa 13 anni fa - Link

Buon per te. Ma pagaci le tasse come facciamo Noi, così vedi se il ricarico è giusto. Non è che ci rimetti?? Ciao bello.

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

..troppi enotecari, in questo forum: anelo una sana pulizia etnica...

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Gli enotecari sembrano troppi solo perché i produttori sono troppo pochi

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Parole sagge (come al solito... ça va sans dire, ma io lo dire lo stesso).

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...che copulino fra di loro per moltiplicarsi , mentre noi semplici enomaniaci , autarchicamente, accoppiamoci fra di noi...

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

L'autofecondazione, com'è noto, può permettere di selezionare linee pure (mmm, qualcosa mi fa ricordare certi concetti di "purezza della razza"), ma estremamente deboli nell'espressione genica. Consiglio vivamente il sesso libero.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

No, punto primo: il sesso libero è quasi sempre contrario alla fecondazione punto secondo: sopravvivono e diventano razze dominanti per intelligenza e bellezza i sanguemisto. auspico quindi l'accoppiamento fra produttori ed enotecari per evitare l'accoppamento dei poveri appassionati visitatori delusi di cantine.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

"il sesso libero è quasi sempre contrario alla fecondazione" ...azz, vero. Se devio un attimo dal mio linguaggio (pseudo)scientifico e sconfino in ambito sociologico, la faccio sicuramente fuori dal vasetto. Infatti quello che volevo dire era il punto secondo :-( Quanto all'auspicio, lo trovo tremendamente condivisibile. Culturalmente prima che economicamente, sia chiaro.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Bello, risolviamo l'eterna faida tra produttori e enotecari con una bella ammucchiata! E nacquero due bei pargoli dall'incarnato vinaceo, il maschio mandò avanti la vigna avita e la femmina l'enoteca di piazza. Amen.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

E la copula tra specie così tanto diverse fece sbocciare la pace tra le vigne.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

AAA Bel gagliardo vignaiaiolo cerca enotecaia gnocca per mischiare il vinacciolo nella sua capiente brocca.

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... è un quadretto un pò troppo edulcorato: chi fa la parte del sadomaso fra le varie categorie?

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Beh, insomma, il tema ha suscitato un dibattito che secondo me non è affatto secondario nel pazzo pazzo mondo del vino. Anzi, qui si tocca davvero un nervo scoperto a cui secondo me non è stata mai data la dovuta attenzione nel nostro paese (mentre, a quanto pare di capire ad un provinciale come me, in altri paesi è stata data un'enfasi non indifferente). Per fortuna (dico io) da qualche tempo il valore aggiunto di un vino risiede anche nel coinvolgimento a livello informativo che il produttore riesce a trasmettere al consumatore, o meglio, all'appassionato. Quando un produttore dichiara di offrire un vino "naturale" non può che confidare di trovare consumatori che si fidano di lui per quello che lui dichiara di fare: fattivamente NON è possibile che il consumatore/appassionato possa verificare passo per passo, intervento per intervento il modo in cui quel produttore ottiene quel vino per constatare la corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente eseguito. Si tratta di un fenomeno davvero apprezzabile. In questi casi si instaura una fortissimo rapporto fiduciario che, oltre ad essere eticamente nobile (da qualsiasi punto di vista lo si guardi), rappresenta di fatto il motore fondamentale di un'attività economica solida e di valore. Fatta questa aulica premessa (su cui ovviamente ci sarebbero tonnellate di considerazioni conseguenti), a questo punto, nel caso specifico, si tratta di riflettere sul ruolo del rapporto diretto tra appassionato/consumatore e produttore, quando appunto il ruolo dell'intermediario (fondamentalissimo e quasi indispensabile), trova occasioni di essere bypassato. Su questo tema (davvero interessante, mi si consenta :-) ) ci sarebbero infinite variabili su cui discutere, con conseguenze importantissime in termini di rapporti ecnomici, culturali, umani. La conferma di quanto dico sta nell'acceso confronto di cui sopra. La conferma sta anche in tante cose che non sono state dette (o magari solo accennate).

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

La mia è una realtà davvero miserabile che sta in piedi P.G.R. Tuttavia, dài, provo a raccontarvi alcuni aneddoti in tema di visite dirette di consumatori/appassionati e di quanto la questione sia (dal mio punto di vista, sia chiaro) importante ed impegnativissima). Poi, se possibile, mettiamo tutto in relazione con una visione più ampia che coinvolga aspetti socio-economici (il ruolo degli intermediari) ed aspetti etici (ad esempio), come il discorso del km0 (che mi sembra stranissimo :D non sia stato nemmeno accennato). Vaste programme (sigh).

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Semplice curiosita': Scrivi discorsi per qualche politico?

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

...potessi...

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Zakk

circa 13 anni fa - Link

La verita' e' che ci vogliono piu' regole e ognuno deve fare il proprio lavoro senza fare quello degli altri: il produttore vende agli operatori del settore, questi vendo al pubblico finale. Pero' la ristorazione dovrebbe smettere di fare anche il lavoro dell'enotecario e l'enotecario dovrebbe smettere di sfamare i propri clienti con l'invenzione di serate "promozionali" che hanno soltanto lo scopo di stappare bottiglie per far spazio alle nuove annate. Il produttore che vende a prezzi bassi al privato poi non si lamenti se i suoi agenti lo mollano nelle rispettive zone.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

...accidenti, ottimo intervento. Peccato non avere il tempo (e la lucidità - ma quella non c'è mai) per approfondire il tema come mi ero ripromesso. Nel mio piccolo avrei un sacco di cose da dire, e di esperienze su cui riflettere, ma... la vita è terribile. Proporrei a questo punto, al lato più serio di questo blog, una cosa. Andiamo a fare un'ANALISI... andiamo a vedere nel dettaglio la conformazione del fenomeno (vendita in azienda vs altre forme di commercializzazione), proviamo ad addurre fonti di dati, tentiamo delle elaborazioni, azzardiamo delle ipotesi. Ragioniamo sui numeri. Sì, NUMERI. Poi riflettiamo sulla psicologia spicciola. Grazie Zakk per lo spunto...

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