Notizie che non lo sono: il conflitto d’interessi del Gambero Rosso

di Antonio Tomacelli

Il Fatto Quotidiano di Travaglio & Co. ci ha abituati a ben altri scoop e le voci sulla proprietà del Gambero Rosso ormai le conoscono anche le barrique (esauste). Tutto sommato però, le rivelazioni che Bonilli ha dettato a Gian Luca Mazzella qualche conferma in più ce la danno. Secondo l’ex proprietario, la misteriosa fiduciaria che lo ha licenziato su due piedi è in mano al Sig. Panerai, quello di Class Editore per capirci, oltrechè (attenti arriva lo sgub!) produttore di vino. Conflitto d’interessi? Bonilli giura di si, e il tutto sarebbe aggravato da una partecipazione occulta della famiglia Zonin. I dettagli dell’operazione? Eccoli, compresa qualche smentita e precisazione dei personaggi coinvolti.

La crisi – Nel 2006 il Gambero è in rosso e Bonilli cerca soci con capitali freschi. Entra nella GRH Panerai che, con la sua Euroclass Multimedia Holding, scuce 2 milioni di euro e rileva il 50,5% delle quote azionarie. I rumors esplodono quasi subito e Panerai, proprietario di alcune cantine, cerca di allontanare i sospetti trasferendo le sue quote alla fiduciaria intestata a Paolo Cuccia.

La gestione – Il nuovo consiglio di amministrazione approva il business plan che dovrebbe risanare i conti ma, poco tempo dopo, viene richiesto ai soci un ulteriore aumento di capitale. Bonilli contesta ma pagherà comunque una quota pari a 550.000 euro.

La svolta – Nel 2008 le perdite aumentano e il CDA fa ricorso alla cassa integrazione. La crisi sarebbe fittizia, dice Bonilli, una manovra di Panerai e Cernilli per costringerlo a lasciare il Gambero. A quel punto il direttore esercita l’opzione put che gli garantisce l’uscita dalla società in qualunque momento con un tot per azione. Tale diritto gli viene contestato, l’unica possibilità è pagare o andarsene. Finirà come sappiamo, con Bonilli messo alla porta senza tanti complimenti. “Con poco più di 4 milioni di euro Panerai si è preso un gruppo con un marchio fortissimo che aveva tra i 16 e 18 milioni di euro di fatturato”.

Il tribunale – Due le cause intentate da Bonilli contro il GRH: una per il licenziamento ingiustificato (già vinta) e l’altra per il mancato diritto sulle azioni put, ancora in corso. Per la prima, il giudice ha riconosciuto un congruo risarcimento danni alla parte offesa.

Il ruolo di Daniele Cernilli – Il ricordo di Cernilli è uno dei passaggi più curiosi: nella versione de Il Fatto Quotidiano in abbonamento, Bonilli dice: “Sono stato un pollo“. Nel giornale online però viene corretta e la frase pronunciata da Bonilli diventa: “Mi sono fatto ingannare! Soltanto dopo ho capito che Daniele voleva il mio posto. Ha fatto male i suoi calcoli però e hanno usato pure lui, così oggi è costretto ad andarsene: un prepensionamento.” Prezioso e avvelenato il cadeaux finale: “da insegnante delle medie ai Castelli Romani, l’ho fatto diventare un critico di vino noto nel mondo…“. Non male, vero?

Cernilli risponde – La risposta di Cernilli, sulla nostra email non si fa attendere: “Se Stefano dichiara di essere stato un pollo credo che io sia stato più pollo di lui, prendendomi pesanti responsabilità senza alcun tipo di ritorno, né economico né d’immagine. Personalmente ne avrei fatto volentieri a meno, se solo avessi sapito cosa aveva in mente Stefano e quali fossero le reali condizioni economiche nelle quali si trovava la società“. Inoltre Cernilli tiene a precisare che il suo non è stato un licenziamento, ma una uscita volontaria. Da segnalare una perla dell’ex direttore tutta dedicata a Gian Luca Mazzella: “uno che non feci più scrivere sulla rivista tempo fa…Magari a Padellaro, direttore del Fatto Quotidiano, potrebbe venire qualche dubbio sulle capacità professionali di qualche suo redattore”.

Zonin e i tre bicchieri – Nell’articolo, il giornalista Gian Luca Mazzella tenta di infilare anche la famiglia Zonin, giusto per dare più sugo allo scoop. Francesco Zonin ci ha smentito telefonicamente la partecipazione della famiglia nelle quote del Gambero Rosso e, leggendo tra le righe, si capisce che Zonin è socio si di Panerai, ma in tutt’altra società che si occupa di immobili. “Il nostro fatturato supera i cento milioni di euro all’anno — dichiara Francesco — e nell’ultima guida abbiamo ottenuto un solo tre bicchieri. Ringraziamo per il premio ma non ci ha cambiato la vita“. Voi avreste speso qualche milione di euro per un riconoscimento simile?

Il polverone – Cosa sta cercando di dirci Stefano Bonilli, che Panerai è in conflitto d’interesse perchè proprietario di alcune cantine premiate? Che le acque in cui nuota il Gambero sono torbide e maleodoranti? Ammesso sia tutto vero, posso chiedervi il vostro interesse per una notizia del genere? Da zero a dieci, naturalmente.

avatar

Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

105 Commenti

avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Il mio interesse riguarda il significato delle "azioni put". Nella mia scuola c'era una ragazza molto appariscente e disinvolta, soprannominata "put-put", ha qualche attinenza?

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Sulla questione del Fatto quotidiano, che trovo molto triste, posso solo dire di non avere mai voluto il posto di Bonilli e ci sono due fatti a confermarlo. Il primo è che quando RaiSat chiese la testa di Bonilli per rinnovare il contratto con Gambero Rosso nel marzo del 2008, io mi autosospesi dal canale per solidarietà, rinunciando ad un contratto da 20mila euro l'anno. Guido Barendson può confermare la veridicità di quanto dico. Secondo. Quando Bonilli venne licenziato, il 12 settembre del 2008, dopo avere fatto causa alla Compagnia Fiduciaria Nazionale per la non accettazione del suo "put", io accettai di prendere il suo posto senza chiedere un euro in più e solo perché se me ne fossi andato avrei messo a repentaglio in quel momento l'esistenza stessa del Gambero Rosso e circa 90 posti di lavoro. In seguito sono riuscito ad ottenere la Cassa Integrazione a rotazione per i giornalisti, mi sono autoridotto lo stipendio del 10% ed ho rinunciato agli emolumenti previsti per la partecipazione al Cda. Se Stefano dichiara di essere stato un pollo credo che io sia stato più pollo di lui, prendendomi pesanti responsabilità senza alcun tipo di ritorno, né economico né d'immagine. Personalmente ne avrei fatto volentieri a meno, se solo avessi sapito cosa aveva in mente Stefano e quali fossero le reali condizioni economiche nelle quali si trovava la società. Ricordo solo che fino a tutto il 2007 lui era Presidente del Consiglio d'Amministrazione e sua moglie Marinella Viglione Amministratore Delegato. Io ero socio della società di controllo al 10% e non facevo parte di alcun cda. Per di più Stefano ha esercitato il "put" nel maggio del 2008 senza dirmelo prima, avvertendomi solo a cose fatte. Ho ancora nell'archivio del mio computer il messaggio con il quale mi dava la notizia. Per ricordare a me stesso ed ora anche a lui chi è stato amico di chi. Ultima cosa. Io non sono stato costretto ad andarmene dal Gambero, anzi, Paolo Cuccia ha tentato di tenermi finio all'ultimo, del che lo ringrazio. Io me ne sono andato perché ho voluto cambiare lavoro e solo dopo avere contribuito al risanamento dell'azienda. Ho fatto ciò che mi sarei aspettato facesse Bonilli, ma mi sbagliavo. Di Panerai so solo che ci aiutò ad uscire da un momento difficile, quando Cazzola, ex Motor Show e socio di minoranza del Gambero, tentò di prendere il comando delle operazioni in seguito a bilanci non proprio esaltanti, ed eravamo nel giugno del 2006. Tutti i rapporti successivi li ha portati avanti Bonilli, come era peraltro ovvio, in collaborazione con Luigi Salerno, direttore generale allora come anche oggi. Cosa sia avvenuto io non lo so di preciso e non posso perciò dirlo. So solo di non avere mai ricevuto alcuna pressione da Panerai, che considero un amico e un ottimo produttore di vini, e che ha sempre smentito, anche a me personalmente, di avere qualcosa a che vedere con la proprietà del Gambero Rosso. Daniele Cernilli

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

ma basta con questa telenovela. il settimanale di gossip "CHI" confronto a voi fa la figura del dilettante. non è che si spostano i destini del mondo se gambro rosso affonda risorge o finisce in mano a mani oscure. chissenefrega del gambero rosso. mi spiace molto per i posti di lavoro che vengono tagliati, questo si, e ai giornalisti coinvolti va tutta la mia solidarietà. se poi il brand GR è appetibile e qualche produttore ci vuol mettere la meni sopra sappiamo bene che i tam tam mediatici del web smaschereranno la cosa mettendo all'indice i malfattori. piuttosto...mis put-put evocata da NN è ancora in circolazione?

Rispondi
avatar

gian luca mazzella

circa 13 anni fa - Link

Mi preme ribattere a Cernilli, e non al "tale" Cernilli: in quanto non è educato dare del "tale" a persone con cui si è divisa più volte la bottiglia. Ed è ancor meno educato ostentarne la storpiatura del nome. Ma comprendo, e mi spiace tanto, che Cernilli non sia sereno: avendo dovuto negare per oltre due anni ciò che Bonilli ha affermato, smentendolo. Ad ogni modo vorrei tranquillare Cernilli; io ho ottenuto il plauso del direttore de Il Fatto Quotidiano, ché altrimenti non avrebbe pubblicato. Del resto ho anche avuto i complimenti personali di Peter Gomez, noto come giornalista e non come critico col tesserino da giornalista, che è direttore del fattoquotidiano.it Difatti, ho l’abitudine di verificare quello che scrivo e non solo riportare chiacchiere fumose: come i lettori hanno già saggiato quando si è parlato di affare Brunello e di Casanova di Neri, che il Cernilli s’ostinava a dire non avesse mai patteggiato con la Procura di Siena, e a pontificare minacciando scomuniche o querele, riportando le parole dello stesso produttore, senza svolgere alcuna attività giornalistica. Pur fregiandosi di aver un annoso tesserino. Ma affermando colte e magistrali inesattezze, che io ho prontamente smentito riportando numeri di sentenza del tribunale di Siena. http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/12/disinformazione-l%E2%80%99affare-brunello-i-parte/71194/ Trovo poi ingrato, per Cernilli stesso, annoverarmi fra i suoi “non simpatizzanti”. Forse è meno inopportuno dire che non sono, non proprio mestamente, fra i suoi commensali. Quanto alla fine della mia collaborazione col Gambero, mi riprometto di parlarne più diffusamente altrove col rischio di tediare, occorre però ricordare che io no ho mai accettato di fare la guida. Comunque io non ho fatto un’inchiesta ma un’intervista al fondatore del gruppo Gambero Rosso Holding, che ha spiegato perché e a chi ha venduto il gruppo anni addietro. Ci sono nomi e date, che non sono state affatto smentite da Cernilli in questa occasione, e anzi dice “cosa sia avvenuto non lo so di preciso e non posso perciò dirlo”. E dunque smentisce sé stesso e le dichiarazioni che ha fatto in passato. Ma del resto, come si è visto, lui si sforza di riportare (giornalista?) le parole di qualcun altro, Panerai, come per due anni aveva fatto con Giacomo Neri. E però mette in dubbio la professionalità altrui. Come conciliare tutto ciò col fatto che Cernilli, e non solo, per due anni ha affermato categoricamente che la proprietà del gruppo non fosse di Panerai? L’intervista non è affatto vecchia e anacronistica se, come dice Bonilli,lui stesso ha venduto il gruppo a Panerai. Giacché Cernili ha co-diretto il gruppo fino a dicembre, e dunque risponde del fatto che, ad esempio, la guida de vini 2010 abbia premiato ben tre aziende dello stesso Panerai. Forse Cernilli ha dimenticato? Memoria minuitur nisi eam exerceas Quanto alle affermazioni di Cernili, vorrei far notare: “Di Panerai so solo che ci aiutò ad uscire da un momento difficile, quando Cazzola, ex Motor Show e socio di minoranza del Gambero, tentò di prendere il comando delle operazioni in seguito a bilanci non proprio esaltanti, ed eravamo nel giugno del 2006” Tale affermazione pare contraddire quanto ha affermato Bonilli: “I nuovi soci, ossia Promotor e Interbanca, non erano infatti disposti a ripianare il disavanzo. Perciò nel 2006 io mi sono recato da chi aveva due milioni per ripianare il disavanzo, ossia colui che è diventato il nuovo proprietario del Gambero Rosso e lo è tutt’oggi, si chiama Paolo Panerai… Potevo vendere a Cazzolla, è vero, ma ho pensato che Panerai fosse già un editore di successo, dati i risultati ottenuti con Class Editori, che spazia dalla carta stampata alla radio e alla tv. Inoltre Panerai già si occupava di vino. Infine mi sono fidato di chi lo sosteneva, cioè Daniele Cernilli, che stimavo un vero amico, avendoci lavorato per tanti anni: dato che, da insegnante delle medie ai Castelli Romani, l’ho fatto diventare un critico di vino noto nel mondo…” http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/27/dietro-il-gambero-rosso-ce-panerai/94321/

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Sulla questione delle mie smentite sulla proprietà del Gambero Rosso da parte di Panerai, ricordo solo che alla presentazione della guida del 2008, nell'ottobre del 2007, quindi, Stefano Bonilli smentì coram populo dal palcoscenico del Teatro Olimpico di Roma di avere "venduto la società ad un produttore di vini". Credo che molti che erano lì se lo possano ricordare. Di certo c'erano almeno trecento produttori di tutta Italia,

Rispondi
avatar

francesca ciancio

circa 13 anni fa - Link

mi chiedo.....e che c'è di male a fare l'insegnante delle scuole medie? che facciamo ? seguiamo il berlusca nel suo inno alle private?

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...beh ... il Gambero Rosso ha fatto la storia della comunicazione sul vino degli ultimi anni prendendo il testimone di Veronelli , mi sembra non banale , come questione ...

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

divertente che Francesco Zonin dichiari: "nell’ultima guida abbiamo ottenuto un solo tre bicchieri", che, aggiunge "non ci ha cambiato la vita". Ma quanti triplici calici voleva ricevere il simpatico Zonin jr? Non giudica giù abbastanza "grasso che cola" il riconoscimento che ha ricevuto? Suvvia!...

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

io continuo a votare per te come CEO del gambero rosso

Rispondi
avatar

carolina

circa 13 anni fa - Link

quoto :)

Rispondi
avatar

Carlo Gola

circa 13 anni fa - Link

gia!!!!!

Rispondi
avatar

calacalatrinchetto

circa 13 anni fa - Link

polemica sterile

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Mazzella continua a dire cose inesatte. Io ho sempre scritto che Giacomo Neri ha sempre negato di avere patteggiato con la Procura di Siena e non che non l'abbia fatto. C'è una certa differenza che evidentemente lui non riesce proprio a cogliere. Così come non coglie il fatto che se ai vini di Panerai, che a me non risulta essere il proprietario del Gambero Rosso, sono stati dati dei premi, questo è avvenuto senza alcuna pressione da parte sua o di chi per lui, e questo lo posso testimoniare io come qualunque alreo collaboratore della guida. I premi li ha presi, peraltro, anche quando il direttore era Bonilli e la guida si faceva con Slow Food. Basta questo a Gomez per capire quale sia il livello di professionalità del "tale" Mazzella? Altra storia. Interbanca di Cazzola avrebbe ripianato eccome, ma voleva il controllo della società, cosa alla quale sia Bonilli sia il sottoscritto si sono opposti. Abbiamo trovato, insieme, delle possibili soluzioni che poi ha gestito in toto lui, in quanto azionista di maggioranza, presidente del cda e con sua moglie amministratore delegato. Quindi proprietario del Gambero Rosso a tutti gli effetti. Io ho replicato per quanto mi riguarda facendo nomi, citando date e circostanze. E quello che ho detto è documentabile. Il resto sono chiacchiere senza senso. E di certo i "critici con il tesserino" se il tesserino ce l'hanno sono giornalisti, e come tali devono rispettare il codice deontologico dell'Ordine. Io lo faccio, lei Mazzella, controlla solo le fonti che le arrivano da una sola parte. Fa un pessimo lavoro, perciò.

Rispondi
avatar

calacalatrinchetto

circa 13 anni fa - Link

adesso che hanno beccato lei forse capirà qual'è il metodo di certe testate.....ma finchè toccano l'unto dal signore va tutto bene,quando toccano me un pò meno.....

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Preciso anche che Mazzella non ha mai accettato di fare la guida anche perché nessuno glielo ha chiesto. Credo che al solo nominarlo gli attuali responsabili della guida del Gambero Rosso avrebbero un sussulto, vista la fama di persona arrogante ed autoreferenziale che si è lasciato dietro. Ma poi fate presto a chiedere a Sabellico.

Rispondi
avatar

Massimiliano Nicli

circa 13 anni fa - Link

Campione del Mondo nel gira frittate ....

Rispondi
avatar

per conto di Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Intervengo in nome e per conto di Gian Luca che ha un problema di connessione e mi ha chiesto di pubblicare quanto segue: Mi trovo costretto a citare Cernilli: "Su Giacomo Neri io invece non sorvolo. Non è stato trovato nulla di irregolare nei suoi vini ed il Cerretalto 2004 è buonissimo. Perciò chi dice che Neri ha qualcosa a che fare con Brunellopoli, o lo insinua, dice sciocchezze e forse incorre nel reato di calunnia.Fate un po' voi, perciò." http://www.gamberorosso.it/grforum/viewtopic.php?p=584280&sid=e2eaff46648a1a46b97c6d56d0ae57a1#p584394 Forse un giorno, verrà voglia di dare un senso al tesserino. "L’azienda Casanova di Neri (il cui Brunello Tenuta Nuova 2001 è stato stimato miglior vino del mondo da una delle più famose riviste vinicole degli Stati Uniti), ha patteggiato con la Procura di Siena quasi un anno fa, secondo sentenza numero 253 del 24-11-2009 – Tribunale di Siena – giudice indagini preliminari" Quanto alla guida, ho già fatto notare che la memoria si atrofizza non usandola, é stato proprio Cernilli a propormi la guida come primo incarico nel suo ufficio. Può negarlo quanto vuole, ma sarebbe buffo considerare me un bugiardo. Come posso tranquillamente affermare di non aver mai parlato con Marco Sabellico per soli 5 minuti, né aver mai avuto occasione di conoscerlo (Cernilli si confonde), pur avendo lui l'opinione che vorrà.

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Mai proposto a Mazzella di collaborare con la guida. Gli dissi, al contrario, che lo ritenevo più adatto a fare degli articoli, ma non a lavorare in gruppo, proprio perché tutti gli altri collaboratori principali, Sabellico in primis, non lo potevano proprio vedere. Sulla questione del patteggiamento di Giacomo Neri credo che vorrà rispondere il suo avvocato, per fare chiarezza una volta per tutte. Noto che Mazzella invece non risponde su quanto gli ho scritto riguardo alle esternazioni di Bonilli nel 2007, confermando la sua propensione alla genuflessione quando fa delle interviste.

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

suvvia "ragazzi", perché non provate a buttare un po' sul ridere questo vostro confronto invece di scagliarvi missili terra aria con il rischio di farvi male? Io almeno ho provato a fare una battuta sul giovane rampollo Zonin quasi meravigliato per aver ricevuto un solo triplice calice! :)

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

ziliani ma quanto costa rilevare tutto il cucuzzaro del GR? ci mettiamo in società io e te e creiamo la rivista di vini e cibarie più glamour e più letta del terzo millennio.. i giornalisti scassacojoni li troviamo qui su intravino e li paghiamo 2 euro a loro basta la gloria tu fai il capo redattore io mi occupo della finanza li facciamo neri tutti

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Mi propongo come inviata speciale, salario in natura (Barolo e salame di Felino).

Rispondi
avatar

Silvana Biasutti

circa 13 anni fa - Link

Kenray@: "neri" quale?

Rispondi
avatar

kenray

circa 13 anni fa - Link

bella domanda, son sicuro che ha un senso.. ma non lo trovo. riformulo, magari ho scritto una vaccata tu fai il capo redattore io mi occupo della finanza li facciamo tutti neri

Rispondi
avatar

Silvana Biasutti

circa 13 anni fa - Link

mi scusi, era una battutaccia (non ho saputo resistere)!

Rispondi
avatar

muffanobile

circa 13 anni fa - Link

bravo Franco, condivido appieno il tuo pensiero.....ancora non ho visto gente che si strappi i capelli che i suoi vini...internazionali...

Rispondi
avatar

Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Guardi Cernilli, questo battibecco mi ha tediato. Lei riesce a dirmi che io sia arrogante e genuflesso al contempo. Come riesce ad affermare per anni una cosa e poi esattamente l'opposto. Lo stesso aveva fatto in occasione delle sue "dimissioni" e smentite di dimissioni.Per me c'è ancora una differenza fra reale e immaginario. Avvocato di Neri? Pensavo bastasse lei. Tenga pure l'ultima parola su questo blog. Non le piace l'intervista a Bonilli? Me ne farò una ragione!

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Sono l'Avvocato di Giacomo Neri, intervengo al presente blog perchè autorizzato e solo al fine di fare chiarezza. Confermo che Casanova di Neri ha patteggiato, tuttavia il fondamento della richiesta di patteggiamento e il successivo accoglimento non ha riguardato irregolarità sul modo di produzione, quanto piuttosto delle piccole non conformità in vigna. Questo significa che nessuna "miscelazione" con vini diversi dal Sangiovese è stata posta in essere dal mio assistito, il quale ha avuto la colpa di non aver verificato che nei sui consistenti vigneti vi era la presenza di circa 90 piante, dico 90 su migliaia, non individuate come sangiovese. Appare ovvio che la sentenza di patteggiamento non può specificare tale iter. Preme comunque specificare e sottolineare che le indagini non hanno mai riguardato i vini Cerretalto e Tenuta Nuova; pertanto quanto affermato dal Dott. Daniele Cernilli corrisponde al vero, sebbene sia necessaria tale precisazione. Bernardo Losappio

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Le sarebbe possibile anche precisare se quelle 90 piante erano tutte negli stessi filari, tutte vicine, oppure erano sparse qua e la' a casaccio? Grazie in anticipo.

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Egregio Signor Crosta, mi scuso ma non sono intervenuto per aprire un dibattito riguardante il mio assistito, pertanto non prenda per scortese la mia non risposta. Se vuole divertirsi verifichi che percentuali di fallanze hanno i vivai quando vendono le piante di uno specifico vitigno e capirà perchè solo a Montalcino sono state trovate 94 aziende non conformi, anche se solo 7/8 sono state le aziende indagate; sappia che questo è un problema che riguarda tutti i viticultori del mondo. Sappia inoltre, e questo non è mai stato detto dalla stampa, che in sede di incidente probatorio le tesi sostenute dai consulenti della Procura non hanno trovato riscontro. Pertanto se le aziende avessero avuto la forza economica di accettare il sequestro e arrivare al dibattimento, oggi, a mio parere e per la conoscenza delle carte, sono certo che tutto sarebbe molto ridimensionato. La ringrazio Bernardo Losappio

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

La sua risposta non e' scortese. Semplicemente, lei non ha risposto alla mia domanda. Dove si trovavano le 90 piante? In un luogo o in un modo identificabile secondo uno schema, oppure sparse in maniera assolutamente casuale? Perche' nel primo caso il patteggiamento era il minimo da concordare e la ditta ha fatto bene a evitare ulteriori guai, mentre nel secondo caso ci sarebbe stata davvero della materia per contendere fino all'ultimo sangue, per battagliare anche in un dibattimento, per dimnostrare senz'alcun'ombra di dubbio l'errore, cioe' l'innocenza assoluta.

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Le ho detto che non voglio aprire un dibattito ...... comunque se le dico che il problema deriva dai vivai .... significa che quando arrivano le piante non è possibile verificare le fallanze ..... quindi vengono disposte per lo più in modo sparso. Se poi le dico ..... che se ci fosse stata la forza di resistere ai sequestri per arrivare al dibattimento .... Lei giunge esattamente alle mie conclusioni. A questo devo aggiungere e non riguarda solo il vino, che se in Italia si comprendesse che un avviso di garanzia non è una condanna e che un patteggiamento ha in se aspetti diversi da un compiuto accertamento dei fatti e delle colpe, certamente saremmo un paese più civile. Per questo sposo in pieno il commento del Signor Francesco Fabberetti. Un saluto

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Allora se le piantine erano in ordine sparso, frutto cioe' di un errore del vivaista, e' evidente che all'arrivo non era possibile per il suo cliente accorgersi delle fallanze. Pero' quando la piantina produce il suo primo grappolo, lo si vede immnediatamente che e' diverso da tutti gli altri, si avvisa l'agronomo che sa benissimo come identificarla e quella piantina viene estirpata proprio per non inquinare la buona produzione delle restanti e il buon nome dell'azienda. Non trova?

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Infatti, qui concludo, non vi è stata nessuna irregolarità in cantina .... permetterà che su migliaia e migliaia di viti il produttore possa non sapere esattamente dove siano le piante non conformi .... per questo esiste la vendemmia verde e il tappeto di cernita.

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Peccato che lei voglia chiudere, ma e' comprensibile e percio' non la disturbero' oltre. Tengo comunque a precisarle che la mia personale stima nel produttore e nei suoi vini non e' affatto cambiata in seguito alla sua vicenda giudiziaria. Per me la qualita' la fa il produttore, e' lui la garanzia del vino migliore possibile su quel terreno in cui fa tanta fatica a produrre nel modo migliore che sa. Non e' la legge a fare la qualita', anzi a volte proprio chi e' in regola con tutti i carismi ufficiali produce quello che noi chiamiamo ciofeche, con tanto di bella etichetta, fascetta rosa del Consorzio e documenti di prim'ordine... ma vini da versare nel lavandino! Se comunque vorra' precisare ulteriormente, sappia che qui sono tutti appassionati di vino, non sono dei giudici sommari e non hanno altro che una vera e propria curiosita', senz'alcun pregiudizio. Sapere come sono andate con estrema precisione le cose spesso aiuta a capire meglio e a non dare giudizi avventati. A sua scelta... La ringrazio cordialmente, e ringrazio il produttore che l'ha autorizzata a rispondere, per essere intervenuto. Ma le suggerirei maggior coraggio nel sostenere le tesi del suo vignaiolo, almeno qui dove ci sono degli esperti e quindi si troverebbe a proprio agio. Son capaci tutti di fare il vino... a parole! Sul campo, pero', a far fatica ed a rischiare e' tutta un'altra cosa!

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Avvocato, potrei anche dirle che a Barolo (qui lo dico e qui lo nego) c'era l'abitudine di passare il vino destinato a Barolo sulle bucce del Barbera, una pratica che pero' non e' prevista dal disciplinare. C'era una ragione, che i trisnonni, i bisnonni, i nonni ed i padri sanno. Se qualcuno lo fa (qui lo dico e qui lo nego), io gli occhi li chiuderei anche tutti e tre... e patteggerei se mi portassero in tribunale, dormendo comunque in santa pace con la mia coscienza!

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Egregio Signor Crosta, sono io a ringraziare Lei, come potrà capire, non posso e non voglio andare oltre in questa discussione, soprattutto in questa sede. Volevo solo fare chiarezza. Lei ha detto delle cose giustissime sul vino, che purtroppo, credo strumentalmente, molti giornalisti e produttori non vogliono neppure sentir dire ..... mi riferisco ai vini da buttare nel lavandino ..... Vede, uno come Giacomo Neri ha portato lustro e fama a Montalcino e a tutta l'enologia italiana ... eppure anche in questo post ... avrà notato che vi è chi fa del sarcasmo utilizzando il nome neri ..... non aggiungo altro .... ma se vorrà, in privato, tanto a Montalcino mi conoscono tutti, sarò lieto di raccontarLe e spiegarLe tante cose. un saluto

Rispondi
avatar

Silvana Biasutti

circa 13 anni fa - Link

Buongiorno Crosta, che piacere ritrovarti (ci davamo del "tu", vero?

Rispondi
avatar

Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Gentile Losappio, Per quanto l'intervento non pertenga all'argomento dell'articolo discusso in questo blog, mi preme comunicarle che, a differeanza di alcune persone con e senza tesserino da giornalista, io non riporto voci. Ho svolto, alquanto silenziosamente un'inchiesta, per oltre un anno, sulle indagini della Procura di Siena. Gli esiti di tali inchiesta non si accordano esattamente a quanto lei dichiara in questo blog.Pertanto la invito, come invito Cernilli che l'ha "chiamata in causa", a leggere quanto scriverò sul quotidiano Il Fatto Quotidiano nei prossimi giorni.Frattanto rammento che l'azienda Biondi Santi è stata prosciolta dalla Procura pur presentando alcune irregolaritá in vigna.inoltre le indagini sul Chianti, tuttora in corso, sono state avviate investigando sui traffici di un enologo che operava a Montalcino. Distinti Saluti

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Gentile Mazzella, è giusto che Lei faccia il suo lavoro e per questo la rispetto, desidererei che anche lei facesse lo stesso, quello che ho detto corrisponde a verità, l'istanza di patteggiamento l'ho fatta io e ne conosco i presupposti. Lei potrà avere accesso alla sentenza ma non di certo ai fascicoli (non mi pare che Lei ne altri si siano costituiti parte civile) ..... se così fosse si aprirebbe un bel capitolo. Lo stesso vale per quanto Lei riferisce in merito all'indagine sul Chianti e sull'enologo; sul punto le ricordo che siamo ancora in sede di indagini preliminari e neppure io che sono il difensore ho avuto accesso al fascicolo ...... sarebbe molto bella se un giornalista potesse vedere il fascicolo prima dei difensori ...... alla fine dovremmo dare ragione a Berlusconi ..... che c'è l'ha tanto con il suo giornale e con i Magistrati. Ma poichè io ho fiducia nella Magistratura e nei Giornalisti, personalmente la inviterei ad evitare di dare sentenze prima che si sia celebrato un processo. Con rispetto

Rispondi
avatar

Silvana Biasutti

circa 13 anni fa - Link

Egregio Losappio, l'intenzione della mia "battutaccia" a cui non ho saputo resistere (come confesso a Kenray, qui sopra) non è sarcastica e nemmeno ironica; in questo caso devi leggerci unicamente la categoria dell'umorismo. Neri Giacomo (lo sanno tutti, qui dove intervengo!) è un notissimo produttore - premiato più volte, sì - e come tutte le persone famose è soggetto a battute - sarcastiche, ironiche o umoristiche -. Di più, il suo nome si presta e la sua prestanza fisica (per chi lo conosce di persona) pure. Perciò leggere "li facciamo neri", in un contesto così serioso e un po' melodrammatico, in cui volicchiano gli stracci, laddove Neri (Giacomo) è appena stato citato, nell'intervento del simpatico Kenray con intenzioni sdrammatizzanti (mi pare), mi ha attratto irresistibilmente. Se Neri fosse stato un emerito sconosciuto, la battuta non avrebbe avuto alcun senso... Quanto a leggervi del sarcasmo, in questo caso, equivale a fare il processo alle mie intenzioni. (Naturalmente se il sarcasmo che 'denunci' si riferisce al mio intervento, ma mi pare di sì). Allora è meglio chiarirle, le mie intenzioni, dopo aver capito che il senso dell'umorismo non abita qui.

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Gentile Signora Biasutti, nutro per Lei stima e simpatia, devo comunque annotare che nella Sua persistente presenza nei blog è frequente un certo sarcasmo nei confronti di certe aziende e produttori ..... se ho sbagliato mi scuso, ma nell'intervento di cui si discute ci ho notato un pizzico di malignità. Con l'occasione, La invito a parlare un po' di più fra noi produttori e a delegare un pò meno ai blog la gestione dei nostri interessi. Un saluto Bernardo Losappio

Rispondi
avatar

Silvana Biasutti

circa 13 anni fa - Link

Egregio avvocato Losappio (mi pareva che ci si desse del "tu", ma mi adeguo alla Sua cortese risposta): no, confermo quello che ho già scritto qui sopra, nessun sarcasmo; in questo caso nemmeno ironia, solo humor. Qualcosa che - secondo me - fa bene allo spirito e che nei blog mi pare obbligatorio. Per quanto riguarda "i produttori", al cui milieu non appartengo - non essendolo ufficialmente né sotto altrui spoglie -, li frequento abbastanza (non tuttissimi, ma la maggior parte); i produttori li trovo incantevoli nella loro diversificazione (qualcosa che è il cuore del loro fascino), alcuni anche molto interessanti, tutti da esplorare. Quando ho critiche da far loro, gliele faccio (se sono dialettici), mai sul vino perché non sono competente, moltissime invece sul cosiddetto marketing - che nel mondo del vino è quasi sempre ruspante, con poche eccezioni - o sulla comunicazione, settore da cui l'essenza di Montalcino viene spesso tradita. Su questi temi appena citati scrivo la mia opinione molto apertamente e seriamente, sui blog, dove non tratto alcuna gestione di alcun interesse. Me ne guardo bene! E mentre colgo, con sincero piacere il Suo invito a parlare con i produttori (Lei per primo), troverei invece davvero irritante che Lei o chicchessia pretendesse di "invitarmi" a diradare i miei interventi sui blog! RingraziandoLa per la Sua testimonianza di stima e simpatia, Le invio i miei più cordiali saluti. Silvana Biasutti

Rispondi
avatar

Nicola

circa 13 anni fa - Link

cari stimati giornalisti direi che alla fine la notizia vera non la date voi bensì un avvocato: Casanova di Neri 'colpevole' di avere nel vigneto un mazzetto di piante non di sangiovese. Tutto il resto è fuffa. Anche perché ormai nel mondo del vino non c'è grande imprenditore che non abbia una vigna da qualche parte.

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

A me preoccupa il fatto che in un momento di evidente contrazione della spesa nel compato enologico, in tempi di vacche magre su scala globale, ci sia ancora chi pensa che la cosa migliore per ridare lustro al mercato sia accanirsi gli uni con gli altri. Come enotecario ho adottato una regola semplice: non criticare ciò che non lavoro preferendo credere in ciò che tratto. Non ho mai parlato in termini men che positivi di un collega, non ho mai denigrato agli occhi di un cliente un produttore anche di fronte all'evidenza. Mi domando: sarebbe tanto difficile fare lo stesso nel mondo della comunicazione?

Rispondi
avatar

Nico aka tenente Drogo

circa 13 anni fa - Link

comunque è un po' ridicolo Bonilli quando dice che grazie a lui Cernilli, da insegnante delle medie ai Castelli Romani, è diventato critico di vino noto nel mondo e neanche un po' di autocritica sulla pessima gestione della Città del Gusto

Rispondi
avatar

Lattanzio

circa 13 anni fa - Link

Esattamente. Si può essere buoni giornalisti e pessimi manager.

Rispondi
avatar

Montosoli

circa 13 anni fa - Link

Come ogni storico impero, anche per il Gambero Rosso c'e stato un inizio e una fine....ma il bello e che non si vede un degno sostituto....

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

io dico che sarebbe interessante conoscere il punto di vista di personaggi come Falletto o Le Rocche, che sono spesso intervenuti su argomenti simili su Intravino e altrove e ultimamente sembrano essere spariti... Magari avrebbero cose di qualche rilievo da dire... :)

Rispondi
avatar

Marossi

circa 13 anni fa - Link

Mi stupisco di chi si stupisce che il Fatto vada giù con l'accetta senza approfondire tutti i risvolti, o che si scambino indagini per sentenze. Ma perché, secondo voi, il successo del Fatto è dovuto al loro rinomato garantismo e amore della verità? Questo sì che mi mette di buon umore.

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

A suo tempo Cernilli sul forum del Gambero Rosso, oltre a riferire che Neri era stato scagionato (cosa che poi Mazzella su Il Fatto Quotidiano ha smentito, riportando esattamente gli estremi del giudizio di patteggiamento), aveva riportato che non aveva declassato una sola goccia di vino. L'affermazione di Neri, di cui Cernilli si era fatto portavoce ("mi ha detto che lui è stato scagionato senza dover declassare nulla") e che è stata in parte ribadita qui dall’avv. Losappio (“Preme comunque specificare e sottolineare che le indagini non hanno mai riguardato i vini Cerretalto e Tenuta Nuova”), è però in contraddizione con quanto messo nero su bianco nel comunicato della Guardia di Finanza del luglio 2009 (“la totalità dei produttori vinicoli interessati ha richiesto ed ottenuto il declassamento di parte del vino sotto sequestro”, http://www.lucianopignataro.it/a/brunello-di-montalcino-ecco-la-verita-giudiziaria-ufficiale/6119/), a meno a lui non avessero sequestrato vino, cosa molto improbabile dato che possedeva vigneti non conformi al disciplinare (l’avv. Losappio qui ci parla di 90 viti, a suo tempo Cernilli sul forum del GR riferì di 1.000 viti di uve bianche [sic!]). Ritorna poi nelle parole dell’avv. Losappio il babau dei sequestri come giustificazione dei patteggiamenti, a cui i poveri (?) produttori indagati sarebbero stati praticamente costretti per non morire di fame. Ma per quello che risulta dai documenti pubblici, in questa indagine le partite di vino sequestrate sono state integralmente dissequestrate nel giro di pochi mesi (sia quelle declassate, sia quelle non declassate). Per esempio, il comunicato della Procura di Siena dell'ottobre 2008 dava già conto del completo dissequestro dell'annata 2003 del Brunello. Insomma, ci son un po’ di conti che non tornano e di (legittime) verità di parte presentate come fatti incontrovertibili. Anche per questo attendiamo il prossimo articolo di Mazzella, che lui stesso ci ha preannunciato qui.

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

Per uno scherzo dell'informatica, il link che ho messo qui assorbe una parentesi successiva del testo, e per questo conduce a tutt'altra pagina del sito (dedicata a "Un week-end con i vini e le tipicità del Vesuvio": Nabokov si sarebbe divertito moltissimo per questo comico qui pro quo). Il link giusto, che ho riportato anche nel nuovo thread su Brunellopoli, è quindi http://www.lucianopignataro.it/a/brunello-di-montalcino-ecco-la-verita-giudiziaria-ufficiale/6119/

Rispondi
avatar

sacranun

circa 13 anni fa - Link

Ma davvero pensate che ci siano persone che abbiano tanto tempo per seguire tutte queste parole parole parole....?! Tutte le pubblicazioni del Gambero Rosso non sono più affidabili da qualche anno, vanno declinando in qualità e i lettori le condannano alla fine... ! Un sogno: se tutti gli Editori seri si dessero un codice di autodisciplina distingueremmo ...chi aderisce chi no, sacranun! Sacranun

Rispondi
avatar

V per Vendemmia

circa 13 anni fa - Link

parole, avvocati, cause, milioni, miliardi... e intanto al Gambero c'è chi lavora e non si può permettere di andare a cena fuori

Rispondi
avatar

Sciacchetra

circa 13 anni fa - Link

non riesco a mettere un link

Rispondi
avatar

Sciacchetra

circa 13 anni fa - Link

Personaggi come falletto non sono più graditi nei commenti e hanno una vita... non stanno attaccati al pc come Ziliani... poi un giorno ci dirà come guadagna.... perciò hanno bisogno di qualche tempo ma ci sono .... non hanno scordato.... e gli pseudonimi sono stati esclusi dal moderatore.... Io penso che Ziliani ha perso ancora una chance per stare zitto....chance persa pure da Cernilli e da Mazzella, avranno pure un altro spessore per carità, ma hanno litigato come due liceali... Perchè non dice Ziliani qualcosa sul patteggiamento di Casanova di Neri e su quello che dice l'avvocato?non è lei l'eroe di Brunellopoli? E quando Cernilli la sfidava a fare nomi au intravino? si è dato alla fuga? che eroe!... Come era Banfi 2006?

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

caro Schiacchetrà vedo che é molto informato su Falletto, che caso.. Non ha ancora capito come campo? Le svelerò un segreto (tanto qui non ci legge nessuno): rapino banche, sono un virtuoso dei caveaux e fino ad ora non mi hanno ancora beccato... Ho una tecnica speciale che mi consente di farla franca, spero ancora per molto... Com'era il Brunello 2006 di Banfi? Un vino più che corretto, senza infamia né lode, senza picchi qualitativi, onesto, sicuramente tutto Sangiovese, ma non un vino che mi ha entusiasmato. Se dovessi dargli un punteggio gli darei 80-81/100 come a tanti altri vini, quelli di Caparzo, Tiezzi, Fattoria dei Barbi, Villa Le Prata, Argiano, Corte Pavone, Tenimenti Angelini per citarne solo alcuni. Altri i Brunello, come ho già scritto altrove, che mi hanno veramente convinto. Lo scorso anno di Banfi mi aveva convinto il Poggio alle Mura, ma siccome quest'anno non ho fatto in tempo a degustare le selezioni, mi sono dovuto accontentare del vino base. Soddisfatta la sua curiosità caro Falletto, pardon Schiacchetrà?

Rispondi
avatar

Sciacchetra

circa 13 anni fa - Link

Ziliani vedo che hai dote da magistrato forse per questo allora brunellopoli... non hai risposto... sei simpatico... siccome hai chiesto a falletto e lui chiederebbe all'eroe di brunellopoli.... cosa pensa Ziliani su neri e su quelo che ha detto l'avvocato? Che cosa dice il talento scout di brunellopoli? Scappa pure questa volta?

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

Senza voler rubare la parola a Ziliani, in quello che ha detto l'avvocato di Neri (che ha fatto appunto un dicorso di parte) ci sono alcune contraddizioni con evidenze, documenti pubblici e dichiarazioni altrui, come ho cercato di mostrare 5 o 6 post più sopra.

Rispondi
avatar

Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Da semplice appassionato posso solo dire che il declino del GR era evidente da anni, sarebbe bastato prendere in mano la rivista, sempre più scarna di pagine e di contenuti. Per quanto riguarda Neri, francamente, sembra una puntata di Annozero: polemica stucchevole per quanto sensata, tifoserie che si affrontano su quello che fu senza cavare un ragno da un buco. Piuttosto com'era il 2006 di Casanova di Neri?

Rispondi
avatar

Massimo Cattaneo

circa 13 anni fa - Link

Mi pare chiaro a riguardo di Neri "vi era la presenza di circa 90 piante non individuate come sangiovese". Chi può provare che ci fosse altro si faccia avanti altrimenti è cattiveria noiosa di venditori di parole.

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

Non c'è nessuna chiarezza oggettiva in questo, è solo l'affermazione di un avvocato di parte. Come ho mostrato sopra, è un'affermazione che contraddice sia quanto riportato in documenti ufficiali (che parlano di declassamento generalizzato di partite di vino da parte delle aziende indagate a cui era stato sequestrato), sia quanto dichiarato in passato da altri soggetti che sostenevano di riferire le posizioni di Neri (1.000 piante e non 90, un numero che oltretutto se distribuito nel parco vigneti aziendale configurerebbe una "non conformità lieve" che avrebbe portato a una semplice sanzione amministrativa).

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

GP@ nessuna contraddizione Lei parla di di documenti della Guardia di Finanza che spiegano le cose in generale e non nel particolare e che sono nelle mani di tutti....... Le ricordo che il fascicolo della Procura di Siena era composto da tanti sottofascicoli .........di cui ne le ne altri possono avere visione ..... quindi accetti di buon grado quanto Le dico ...... comunque a maggior chiarimento se il reato commesso fosse stato tanto grave perchè il tutto si sarebbe risolto con una misera sanzione pecuniaria? Lei è libero di credermi o meno ... ma i fatti sono tutti quelli che ho riferito ....... poi se ama andare dietro i giustizialisti .... ovviamente è un problema suo ....... ciò che conta è che il mio cliente continua a mietere successi e premi ovunque ...... Le pare una cosa brutta per l'enologia italiana? Un saluto Avv. Bernardo Losappio

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

GP: dia ascolto all'avvocato. Mai "andare dietro ai giustizialisti"... Brutta gente, meglio starne alla larga... :)

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

Avvocato, lei fa ripetutamente riferimento a documenti che sono in suo possesso ma non sono pubblici, chiedendo di prendere per oro colato le sue parole, che guarda caso sono a discarico del suo assistito. Perché invece non mostra tutti (dico tutti) questi documenti a Mazzella, consentendogli di fare il suo mestiere di giornalista - mestiere che non è quello di farsi portavoce di dichiarazioni prive di riscontro, come altri in questa vicenda hanno fatto? Il comunicato 2009 della Guardia di Finanza che ho linkato nel post precedente, in modo che tutti possano leggerlo e farsene un’idea, non è generico come lei dice: se letto attentamente contiene affermazioni molto chiare, soprattutto sulla questione dei declassamenti volontari da parte di tutti i produttori a cui era stato sequestrato del vino, nessuno escluso (verosimilmente tutte le 7-8 aziende indagate a cui lei ha fatto riferimento, dato che avevano irregolarità non lievi nei vigneti). A me pare logico che la strategia difensiva che ha portato alla scelta del patteggiamento da parte delle aziende coinvolte (esclusa Argiano) prevedesse fin dall’inizio la sua trasformazione successiva in una sorta di “condono tombale”, che estingue i reati commessi mascherandoli e minimizzandoli, grazie all’opacità informativa garantita dallo strumento. Strategie di questo tipo, pur legittime, non sembrano accettabili in una prospettiva garantista, ma solo in quella “ingiustizialista” di chi, tra “guardie” e “ladri”, tifa sempre e comunque per i secondi.

Rispondi
avatar

Massimo Cattaneo

circa 13 anni fa - Link

Avvocato adesso tocca a lei convincerci con un pò di carne, basta con le ossa....Alle parole sono seguite le parole, ora ai fatti dovrebbero seguire i fatti. Sono i consumatori che lo chiedono, lo compriamo l'etichetta bianca,il Cerretalto o il Tenuta Nuova e quelle non contemplate erano piante di noci e sono finite nell'olio o compriamo il Banfi di Ziliani ? Si fa tanto rumore perchè sono dei grandissimi vini ma proprio per questo sarebbe opportuno chiarire.

Rispondi
avatar

CavoloVerde Athos

circa 13 anni fa - Link

Ehm... scusate, posso votare da zero a dieci come chiedeva Tomacelli quaranta pagine più su? :) Cinque! maremma...

Rispondi
avatar

anonimo

circa 13 anni fa - Link

ma non vi rendete conto che bonilli è ormai uno che non si fila più nessuno senza nessuna voce in capitolo che può solo sparlare e sbandierare il suo i-pad che legge sulla freccia rossa mentre va scroccare un pranzo da roma a milano , si goda la pensione e lasci lavorare chi è ancora in grado di farlo , almeno io sono stufo di questi pseudo santoni tuttologi , siamo contenti che ha vinto la sua causa con il gambero così almeno una soddisfazione nella vita la avrà avuta. Grazie e scusate lo sfogo ma non se ne può più di questa gente.

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

non é assolutamente bello né onorevole che nascondendosi dietro il solito anonimato si sparino queste emerite sciocchezze su Bonilli. Primo quello che si dice non é vero, e poi perché queste cose non le si diceva quando era il potentissimo capo del Gambero rosso? Troppo comodo e anche un po' squallido farlo ora...

Rispondi
avatar

anonimo

circa 13 anni fa - Link

infatti poteva anche rilevare il conflitto di interessi prima di intascare i 2 milioncini , tanto panerai è il proprietario di una nota cantina a castellina in chianti già da qualche decina di anni

Rispondi
avatar

laura rangoni

circa 13 anni fa - Link

Divertente questa discussione. Davvero da basso impero. Bonilli come Eliogabalo. Giornalisti, avvocati... Credete possa giovare all'immagine del vino italiano? Quasi quasi, con il mio tesserino da giornalista in tasca, vado a rapinare banche con Ziliani...

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

perché no Laura? Avevo bisogno di un complice... E se ci beccassero, non preoccuparti, abbiamo già l'avvocato per difenderci... :)

Rispondi
avatar

gian luca mazzella

circa 13 anni fa - Link

Gentile Losappio, una febbriciattola ha tardato questa replica. Nutro il massimo rispetto per il suo lavoro, che è appunto quello di difendere un'azienda (e non solo a quanto mi è noto) coinvolta in azioni giudiziarie: dunque giustamente, per definizione, "essere di parte". Il mio lavoro, che lei asserisce di rispettare, è invece quasi contrario: cioè non "essere di parte". Scoprendo e riportando esattamente i fatti. Ossia ciò che è veramente accaduto. Nel caso delle indagini sul Brunello vuol dire tentare di contrastare anni di pseudo informazione orecchiata (quindi urlata o sbandierata), di comunicati stampa fallaci e di pura disinformazione, insipiente o prezzolata che sia. E vuol dire essere contro i produttori di uno dei vini che più apprezzo. Ribadisco che l’esito della mia inchiesta, e delle indagini della Procura come osserva l’attento GP, non si accorda esattamente a quanto lei dichiara in questo blog. Peraltro mi sorprende che un avvocato debba cimentarsi con gli interventi di un blog. Sia inteso sempre con rispetto, a lei e al blog. Inoltre mi auguro che fare il mio lavoro non sia considerato giustizialismo o, peggio, sentenzalismo. Tanto è che ho aspettato quasi un anno prima di scrivere sulle indagini, affinché i patteggiamenti fossero avvenuti. E poteva anche essere chiusa così: se non ci fossero rinnovellate dichiarazioni che disorientano. Avevo infatti già scritto il 19 ottobre su il Fattoquotidiano.it: “… Eppure di rado si legge che non pochi critici vinicoli hanno per anni premiato o magnificato anche Brunelli che non sapevano di Brunello, e che non erano fatti soltanto con Sangiovese: come hanno dimostrato indagini della Procura di Siena. Certe aziende vinicole hanno difatti per anni violato il disciplinare di produzione. Si sono rinvenute prove in vigne: la presenza illecita di vitigni francesi; prove in cantine: quali schede di assemblaggio fra Merlot e Sangiovese fin dagli anni ’80; prove in documentazioni: riportanti l’acquisto, da altre regioni italiane, di vino con cui “tagliare” Brunello per dargli colore.” Quanto alle mie fonti… Non le sto a riportare le frasi di chi ha fatto la storia del giornalismo (quello vero che non abbisogna di tesserino) e della forma di governo definita Repubblica, riguardo alla liceità delle fonti cui mi sono "abbeverato". Userò le frasi di un collega vivente e valevole: "Per i giornalisti ormai non esistono i fatti se non ottengono il timbro del pm e non diventano prima reati. E invece i fatti sono fatti a prescindere dalla valutazione giuridica, spesso sballata che ne danno i magistrati, e devono essere trovati dai giornalisti, poi valutati dagli stessi e infine raccontati ai lettori. A prescindere dalla valutazione penale di una Procura”. Distinti Saluti

Rispondi
avatar

Nicola

circa 13 anni fa - Link

sono d'accordo, non c'è sanatoria o patteggiamento che tengano di fronte a un comportamento illecito, scorretto, furbetto o malizioso che dir si voglia, anche se gli avvocati riescono a far divincolare i loro assistiti nelle maglie della legge, sempre più larghe grazie a chi queste leggi allenta dall'alto dei suoi incarichi di governo. I veri giudici, oggi, sono i consumatori.

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Egregio Mazzella, insomma, io sarei di parte e lei no? questo assunto mi lascia al quanto perplesso e le spiego i motivi: le notizie e i documenti di cui lei è in possesso certamente le sono stati dati da chi ha tutto l'interesse a dimostrare che l'indagine ha avuto successo e che le ipotesi di reato erano fondate; certamente non le avrà fornito le memorie difensive dove punto per punto i vari difensori esponevano i fatti in modo diametralmente opposto e dove si evidenziavano molti elementi a favore degli indagati. Altra affermazione che Le devo contestare è quella dove dice che" i vini non erano in purezza, come ha dimostrato la Procura di Siena". Innanzi tutto tecnicamente la Procura è parte in un procedimento, al pari della difesa .... quindi, ipotizza e e non dimostra e proprio questa ipotesi è stata ampiamente ridimensionata in sede di incidente probatorio ..... ma questo nessuno lo ha scritto. Ci sono altri dati che dovrebbero far riflettere, e glieli indico: sono stati posti sotto sequestro migliaia e migliaia di ettolitri di vino ma quelli che sono poi stati declassati alla fine della fiera sono stati una piccola percentuale ..... questo significherà qualcosa? altro dato per la maggior parte degli indagati vi era l'imputazione di associazione a delinquere .... sa quanti sono stati condannati per questo reato? Nessuno!!! Lei queste cose Le ha mai scritte? ha analizzato i dati? Con questo non voglio dire che tutto fosse a posto o che la Procura ha sbagliato, certamente, come in tutte le cose umane ci saranno state delle irregolarità ma, al di là del fatto che le cose vanno viste nello specifico e non nel generale e non solo da un punto di vista, la tanto sbandierata brunellopoli che all'apertura del Vinitaly 2008 l'espresso ha chiamato velenopoli, senza mai scusarsi dell'infamante articolo, la verità è che, parafrasando .. si è sparato alle zanzare con il mitra. Anche sulla questione dei patteggiamenti ... lo ripeto ..... se in Italia si avesse processi rapidi, il peso dei sequestri sarebbe stato sostenibile e a tutti avrebbe fatto piacere aprire un vero e proprio dibattimento, ma poichè non è così, è ovvio che i produttori hanno scelto il male minore ... questo non può e non deve significare assunzione di responsabilità, quanto piuttosto logica imprenditoriale ... se devo avere la cantina bloccata per 5/6 anni preferisco chiudere e ripartire da capo ..... mi sembra logico. Comunque c'è un dato che deve rassicurare: se li reato fosse stato così grave e pericoloso per i consumatori, certamente la Procura non avrebbe accettato dei patteggiamenti con pene esigue e per lo più convertite in minime sanzioni pecuniarie. In definitiva, Lei giustamente, può scrivere quello che vuole e certamente avrà tanti affamati di ghigliottina che gioiranno per questo, ma comunque la Sua sarà sempre una lettura di parte al pari della mia, con la sola differenza che io conosco tutto il fascicolo, mentre lei può scrivere solo sulla base di documenti forse trafugati che Le sono stati forniti da chi ha interesse a sputare sul Brunello e su i più importanti produttori Montalcinesi; anche questo significherà qualcosa. Cordialità

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

I declassamenti hanno riguardato percentuali tutt'altro che "piccole": quasi il 20% del Brunello sequestrato e addirittura il 70% del Rosso di Montalcino. Anche i numeri assoluti colpiscono: nel complesso, si tratta del corrispettivo di quasi 2 milioni e mezzo di bottiglie da 0,75 litri per queste due tipologie! Basta leggere il comunicato della GdF che ho linkato sopra, e che riporto di seguito (convertendo tutto in litri per comodità): "Le risultanze operative hanno consentito l’emissione, da parte del G.I.P. di Siena, di molteplici sequestri preventivi: • 6.700.000 litri di vino Brunello di Montalcino D.O.C.G. • 700.400 litri di vino Rosso di Montalcino D.O.C.; • 300.300 litri di Chianti D.O.C.G. • 600.200 litri di I.G.T. Toscano Rosso;(…) In particolare sono stati declassati i seguenti quantitativi di vino: • 1.300.000 litri di vino Brunello di Montalcino sono stati declassati a I.G.T. Toscana Rosso; • 500.000 litri di vino Rosso di Montalcino sono stati declassati a I.G.T. Toscana Rosso; • 150.000 litri di vino Chianti sono stati declassati a I.G.T. Toscana Rosso; • 100.000 litri di vino I.G.T. Toscana Rosso sono stati destinati alla distillazione".

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Innanzi tutto, visto il suo accanimento, per serietà dovrebbe firmarsi con nome e cognome e non celarsi dietro una sigla, parla di purezza di vini e si vergogna a dire il Suo nome ... ma da che pulpito parla? che credibilità può avere? magari è uno che ha interesse a screditare altri ..... poi stia attento perchè Lei sta mescolando artificiosamente dei dati errati e ne sta dando altri che sono stati rettificati .... un conto sono i sequestri del Gip un altro conto quelli della GdF e un altro ancora sono i dati finali .... si aggiorni!!!! BL

Rispondi
avatar

Bernardo Losappio

circa 13 anni fa - Link

Poi mi sono accorto che mette tutti insieme i dati del Chianti con quelli del Brunello ......roba da non crederci!!!! BL

Rispondi
avatar

gp

circa 13 anni fa - Link

Non capisco il suo scatto di nervi. Mi sono limitato a citare testualmente un documento ufficiale, che tutti possono leggere, commentando i dati relativi a Brunello e Rosso di Montalcino, che sono la parte del leone dei sequestri e dei declassamenti. Se ci sono delle rettifiche successive, che comunque difficilmente possono alterare la dimensione dei fenomeni, basterebbe che lei ce ne citasse le fonti, con la stessa trasparenza che ho usato io. Per intanto, restiamo in attesa di dati verificabili a supporto della sua affermazione che “sono stati posti sotto sequestro migliaia e migliaia di ettolitri di vino ma quelli che sono poi stati declassati alla fine della fiera sono stati una piccola percentuale”.

Rispondi
avatar

Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Sul nome e cognome pero' non ha tutti i torti l'avvocato, non trovi? Suggerisco comunque ad entrambi di continuare a dialogare sul thread piu' recente piuttosto che qui, anche per questione di titolo (che e' dedicato al crostaceo piu' che al Brunello), ma soprattutto perche' fra un po' va in seconda pagina e sai quanti si dimenticano di andarselo a cercare...

Rispondi
avatar

Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Ovviamente nella frase "vuol dire essere contro I produttori" ê da leggersi NON sono contro I produttori di uno dei vini che più apprezzo. Mi si scusi l'errore da febbricitante...

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

e menomale che é arrivato Gian Luca Mazzella, a tentare di raccontarci le cose dopo "anni di pseudo informazione orecchiata (quindi urlata o sbandierata), di comunicati stampa fallaci e di pura disinformazione, insipiente o prezzolata che sia". In effetti dal marzo 2008 fino a che é intervenuto lui siamo stati tutti zitti e "zerbinati" di fronte a quello che succedeva a Montalcino. Spero proprio che qualcuno si decida a scrivere un "Meno male che Gian Luca c'é" per celebrarne le gesta. Detto senza ironia alcuna, ovviamente...

Rispondi
avatar

Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Incasso volentieri la presa in giro. Anche se la scelta di quel particolare motto mi deprime.Mai pensato comunque che siano stati tutti zitti, solo i più importanti media del settore e non solo del settore.Diversi li ho sperimentati personalmente. QuAnto ai tuoi articoli Franco, li avevo già citati sul giornale.Chiudo qua che è meglio.

Rispondi
avatar

Cristiana Lauro

circa 13 anni fa - Link

Però il titolo fa molto ridere, ammettilo!

Rispondi
avatar

bacillus

circa 13 anni fa - Link

Allucinante davvero. Sapevo come era stato ridotto questo mondo, ma non mi ero mai reso conto della portata del disastro. Giornalisti falliti che si accusano l'un l'altro. Giornalisti narcisi che pur di emergere organizzano raffinate macchine di fango anche a costo di mettere a repentaglio l'intero sistema su cui loro stessi traggono le loro fortune. Giornalisti rampanti che si attaccano al tram e rincarano la dose. E poi, naturalmente, tutta una schiera di esagitati giustizialisti, forcaioli, crociati che "in nome delle leggi" vogliono solo vedere corpi appesi, mica risolvere problemi (la qual cosa è di solito impegnativa, meglio lasciar perdere, che diamine). Qui c'è davvero la sintesi del dramma. Thread memorabile di cui stamparne dei libri di testo per le future generazioni.

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...scusa , ma "bacillus" non è un pò generico? Cereus? Termosaccaroliticus? Coagulans ? ...

Rispondi
avatar

menziandco

circa 13 anni fa - Link

Bacillus, fortuna che ci sei tu che fai discorsi sensati che non distinguono nulla... Il tuo intervento è allucinante vabbeh speriamo che col vino te la cavi meglio.

Rispondi
avatar

bacillus

circa 13 anni fa - Link

Toh, dovrei pure fare dei distinguo. Qui è del tutto evidente il fallimento di un intero sistema ed uno dovrebbe pure perdere tempo a selezionare con le pinzette i cattivi dai meno cattivi. Buonanotte. Là fuori c'è un mercato in evoluzione con sempre più vaste tipologie di nuovi consumatori con culture ed esigenze diverse da quello a cui questo uditorio si ostina a prestare attenzione. Qui, senza dubbio, siamo nel Giurassico dell'enosfera.

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Mi piacerebbe proporre a tutti una riflessione. Che il Gambero Rosso sia di Panerai lo ha affermato Bonilli. Lo stesso che nell’ottobre del 2007, quando era ancora alla guida del Gambero, nel corso della presentazione della guida dei vini al Teatro Olimpico di Roma, affermò, testiale. di non avere venduto la società “ad un produttore di vino”. Affermazione fatta in pubblico, con centinaia di produttori e molti collaboratori davanti, fra i quali anche alcuni di coloro che sono intervenuti e che forse si ricordano dell’episodio. Lui perciò smentì la cosa, Panerai smentisce la cosa e Paolo Cuccia ha affermato in diverse occasioni che il Gambero è di sua proprietà. Io stesso ho apena ceduto le mie residue quote della GRH (l’1%, per la cronaca) a Paolo Cuccia, non ad altri. Ora Bonilli dice “contrordine compagni” e tutti devono credere a quest’ultima versione. Chi ha cambiato il racconto non sono io, perciò. Nonostante questo Mazzella prende per buono tutto quel che Bonilli gli dice, realizzando un’intervista che più genuflessa non si può e non contestando minimamente a Bonilli il suo cambio di versione. Contemporaneamente a questi fatti, Oscar Farinetti, proprietario o comproprietario di molte aziende vitivinicole (Fontanafredda, Borgogno, San Romano, Monte Rossa, Serafini & Vidotto, Le Vigne di Zamò) di alcune aziende alimentari e dei supermercati Eataly, ha rapporti assai stretti con Slow Food (Melandri potrebbe raccontare di un incontro fra Farinetti, Carlin Petrini e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna che si è svolto di recente a Bologna). E’ stato, e forse è ancora, Presidente del Cda dell’Agenzia di Pollenzo, ad esempio, che controlla i Presidi, la Banca del Vino e l’Albergo dell’Agenzia, se non mi sbaglio, ma cito a memoria. Su questo nessuno ha nulla da dire. Perciò un conflitto d’interesse del tutto teorico e mai dimostrato, quello che riguarda il Gambero Rosso, ha avuto molta più attenzione dalla stampa di un, come vogliamo chiamarlo, “affratellamento”? che avviene tranquillamente fra un imprenditore di primo piano e la più importante associazione enogastronomica italiana e internazionale, che ha anche velleità di legittimarsi come soggetto politico della sinistra italiana. Di certo a Mazzella ed a Gomez queste cose non interessano, statene certi.

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

E che, aggiungo, edita una guida dei vini esattamente come fa il Gambero Rosso.

Rispondi
avatar

menziandco

circa 13 anni fa - Link

http://www.dissapore.com/vino/riceviamo-da-daniele-cernilli-e-volentieri-enfatizziamo/

Rispondi
avatar

bacillus

circa 13 anni fa - Link

ihih... è come se queste cose le avessimo sempre sapute. Per questo l'espressione "conflitto di interessi", in qualunque contesto venga espresso, ci fa sbellicare dalle risate. :-)

Rispondi
avatar

Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

e su questa cosa non si può dare che totalmente ragione a Cernilli. Se conflitto d'interessi c'é in un caso, non si può non vederlo anche nell'altro...

Rispondi
avatar

Asia

circa 13 anni fa - Link

Zero interesse

Rispondi
avatar

stefano bonilli

circa 13 anni fa - Link

Il mio intervento come prova? Ci mettemmo d'accordo, c'era anche Cernilli, per il mio intervento alla presentazione della guida vini. Le voci sulla vendita creavano problemi e così feci quella dichiarazione. L'ingenuo Cernilli, che nulla sa, venne con me in Toscana, guidava lui, male, eravamo sulla sua macchina, a trattare l'ingresso di Panerai nel Gr e così, all'inizio di dicembre del 2006, con un assegno di € 2 milioni e 200mila, evitai di portare i libri in tribunale, a proposito di chi si è dato da fare per salvare 135 posti di lavoro. Io da tutta la vicenda ho incassato € 0 e un licenziamento. Due anni dopo, quando il 12 settembre del 2008 sono entrato in redazione facendo vedere la lettera di licenziamento che mi invitava a sgombrare entro sera, Cernilli, che era nella stanza, con grande classe non disse nulla. Buttare un po' di stracci adesso non ha tanto senso, anche perché molti possono dare libero sfogo alla loro antipatia. Vedere che un protagonista di queste vicende come Cernilli nega la realtà, fa solo pena.

Rispondi
avatar

Massimiliano Nicli

circa 13 anni fa - Link

Secondo me "non è troppo bugiardo" forse non ricorda bene le cose ... Da quanto ho potuto constatare personalmente accade di sovente...

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

A fare pena mi sembra che ci sia qualcun altro. Qualcuno che non dice che il Gambero perdeva 2 milioni e rotti quell'anno e che ne aveva persi altrettanti negli anni precedenti. Che dice che la società valeva 18 milioni di euro, ma che non dice che c'erano molti milioni di debiti con le banche. Che dice di avere concordato un intervento, non so proprio con chi, non certo con me. Che dice, stavolta veramente, che siamo andati a trovare Panerai. così come lui aveva già incontrato, e per identici motivi, Farinetti e Resca, ma solo una volta insieme. Poi tutti i contatti successivi per la cessione di quote del Gambero sono stati effettuati da lui e da Salerno, senza che io ne fossi neanche informato. Come non sono stato informato nel maggio del 2008 che lui aveva già esercitato il "put" prima di dirmelo. Questo è il rispetto per l'amicizia e per il lavoro di 20 anni,altro che storie. Penso che Bonilli farebbe bene a stare zitto. Farebbe migliore figura, soprattutto con se stesso.

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Aggiungo che quando arrivai in redazione il 12 settembre, Bonilli aveva finito di leggere la lettera di licenziamento e stava uscendo furibondo dalla stanza. Non solo io, ma nessuno ha avuto l'idea di fare grandi discorsi in quel momento, visto che l'episodio era inatteso ed è caduto su tutti come un fulmine a cielò sereno. Di certo tutta la questione va anche inquadrata ricordando che Bonilli aveva fatto causa alla società difendendo, legittimamente, i suoi interessi. Il lessi il suo licenziamento come una reazione della società stessa, e, come sanno anche coloro che oggi ne sono a capo, non ho mai condiviso né la sostanza nè i modi nel quale è avvenuto, tanto è vero che mi sono rifiutato di andare a testimoniare contro Bonilli in tribunale. E questo è un altro fatto.

Rispondi
avatar

Nico aka tenente Drogo

circa 13 anni fa - Link

Insomma, ricapitolando quello che si è capito finora: il Gambero navigava in cattive acque. (Tra parentesi, secondo me anche per la pessima gestione della Città del Gusto, una grande occasione sprecata, un potenziale gioiellino che avrebbe potuto ospitare due ristoranti, un magazzino gourmet, stile Eataly, un'enoteca ... e invece era una cattedrale nel deserto.) Insomma per risanare i conti Bonilli decide di vendere a Panerai e Cernilli non si oppone (o viceversa? oppure tutti e due hanno la stessa idea?) Poi Bonilli al Teatro Olimpico nel 2007 dichiara una cosa falsa (lo dice lui stesso). Quello che io non capisco è di cosa si lamenta Bonilli, visto che il conflitto di interessi nel Gambero l'ha portato lui.

Rispondi
avatar

Massimiliano Nicli

circa 13 anni fa - Link

Forse non è bello che ti diano un calcio in culo e ti buttino fuori dalla porta dopo 20 anni di lavoro dall'azienda che tu hai creato. E di aziende in Italia con le "pezze al culo" ce ne sono molte e pur di risollevarle scendono a patti con il "diavolo". Se leggi il post sopra capisci quello che gli ha dato particolarmente fastidio. La persona di cui si fidava l'ha aiutato ad uscire dalla" porta"... "Comunque chi di arma ferisce di arma perisce. "

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Da lei non posso che aspettarmi commenti del genere. La sua antipatia mi onora. Vedo che, astutamente, ha capito proprio tutto.

Rispondi
avatar

nico aka tenente Drogo

circa 13 anni fa - Link

certo che non è bello essere cacciati dall'azienda che uno ha creato, ma se il socio che ti caccia è più potente finanziariamente e ce l'hai portato proprio tu, con chi te la vuoi prendere? è il capitalismo, baby riguardo al fatto che "La persona di cui si fidava l’ha aiutato ad uscire dalla” porta”", mi pare solo un'illazione campata in aria

Rispondi
avatar

gennaro locascio

circa 13 anni fa - Link

Tutto questo dimostra che anche in questo settore ci sono troppi soldi che girano. Personalmente hai grandi critici e conoscitori come (opinione personale) come Cernilli, Bonilli, ma anche lo stesso spocchioso Ziliani, preferisco leggere i vari blog sparsi in rede, molti interessanti, altri molto meno, alcuni magari competenti altri mooolto meno e cercare di fami un idea. I signori sopra indicati, con tutta la buona volontà, insieme a queste multinazionali del gusto tipo gamberorosso, Slow Food, ed ultima arrivata Eataly, sono "macchine" troppo grosse per funzionare liberamente e svincolate dalle leggi economiche che giustamente regolano qualsiasi Azienda o Grande Gruppo. E per quanto possano dire e raccontare, sono regole che poco si sposano con la trasparenza e una libera critica, ancor più in un settore come l'enogastronomia.

Rispondi
avatar

cernilli

circa 13 anni fa - Link

Il Gambero Rosso ha un bilancio di 16 milioni di Euro l'anno. Non è la RCS e nemmeno la De Agostini. Fattura come un grande negozio di abbigliamento nel centro di Milano. Non so proprio di che multinazionale va cianciando. E non so neanche da dove rilevi che non ci sia stata trasparenza in quello che ha fatto e scritto. Queste sono le solite stronzate scritte da un antipatizzante disinformato, superficiale e qualunquista.

Rispondi
avatar

calacalatrinchetto

circa 13 anni fa - Link

e poi avete coraggio di parlare del berluskaiser....pfui!!!!

Rispondi
avatar

Agostino

circa 13 anni fa - Link

Salve sig. Bonilli auguri per la sua azienda da lei creata e da lei difesa da questi volponi, si ricordi che il giuda sono sempre quelli che limitano la propria vista, a chi le da del vecchio non si preoccupi tanto loro hanno tanti spaghetti da mangiare e forse anche bisognio delle proprie signore che gli rimboccano i ..............? spaghetti, ficuriamoci creare una azienda!! Il sig. Ziliani mi pare una brava persona anche simpatica e neutra in questa storia. L' anno scorso ho avuto modo di effetuare un servizio ad una vostra facoltosa collaboratrice di origini francese, dalla stazione termini verso zona Marconi ora la saluto dinuovo Auguri e buon proseguimento.

Rispondi

Commenta

Rispondi a Nicola or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.