La super-falanghina di Luigi Moio | Via del Campo 2007 Quintodecimo

di Mauro Mattei

Luigi Moio è un’autorità in campo enologico, non solo in Campania. Un curriculum, il suo, di tutto rispetto: laurea in agraria a Portici e brillante esperienza accademica in Francia – dove ha collaborato lungamente con il “Centre de recherches” di Digione – prima di tornare ad occuparsi di viticoltura ed enologia in patria (è professore ordinario presso l’università di Napoli). I suoi studi sulle potenzialità di alcuni vitigni tradizionali del meridione hanno ispirato e guidato numerosi vignaioli e tecnici. A completare il palmares del professore, la fresca nomina a presidente del gruppo di esperti di tecnologia del vino dell’ O.I.V. (documentatevi qui ).

Insomma, un wine-maker di grande solidità ed esperienza, che invece di sonnecchiare sugli allori ha preferito mettersi in discussione. Dal 2001, infatti, Moio ha voluto integrare e rafforzare il suo contatto col territorio, lanciando la sua azienda “personale” e concretizzando le proprie idee su alcuni vitigni campani attraverso vini di grande impatto. Prodotti che colpiscono grazie alla loro “importanza” e potenzialità di evoluzione. Oltretutto, fregandosene della crisi e ragionando sulla qualità effettiva del vino, Quintodecimo – questo il nome dell’azienda – ha collocato, coraggiosamente, una bella fetta della produzione nella fascia alta del mercato. Non strabuzzate gli occhi, per portarsi a casa una bottiglia di Via del Campo 2007 ci vogliono sui 40 europei. Il vino è sorprendentemente strutturato e sfaccettato, dal bicchiere emergono note varietali, un frutto ricco, fiori ed erbe aromatiche. Perfetta maturità dell’uva e uso adeguato del legno consegnano una pienezza gusto-olfattiva e un contrappunto sensoriale degni di nota. Il terreno argilloso-calcareo fa il suo sporco dovere, marcando il naso e la bocca.

Purtroppo, rimane difficile cancellare l’alone che accompagna la falanghina dalla fine degli anni ’80 – epoca dei primi autogol commerciali – ma di questo passo l’obbiettivo della redenzione completa è vicino. Luigi Moio, come suo solito, gioca di fino e spiattella abilmente la capacità di definire il vino attraverso la terra e la tecnica. La strada della qualità è tortuosa, e l’essere considerato bandiera di un fare enologico schiacciato dal “naturalismo” suona quantomai impopolare. Il risultato nel bicchiere da ragione a Luigi Moio, le sue scelte danno origine – infatti – ad un vino integro e complesso. E poi, come non suonare la carica per la rivincita di quest’uva troppo spesso svilita? Nota di servizio: la produzione è contenuta, dell’annata in questione si hanno 9000 bottiglie e 120 magnum.

Mauro Mattei

Sommelier multitasking (quasi ciociaro, piemontese d'adozione, siculo acquisito), si muove in rete con lo stesso tasso alcolico della vita reale.

8 Commenti

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Assagiata senza spere il prezzo mi ha colpito tantissimo. Quando ho saputo la cifra sono impallidito: come proporre una falanghina a quelle cifre???? Il suo fiano "Exultet" è davvero da capogiro e mi rimane più facile proporlo. Sarà che esistono già fiano con posizionamento su fasce medio alte.... la falanghina mi imbarazza un po'

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Quella di Moio è un po' un'attitudine ai prezzi "altini". In Puglia il suo nero di Troia "Vandalo" è uscito alla prima annata con un prezzo intorno ai 30 euro! E parliamo di 4 anni fa.

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

vabbè Tomacelli, 4 anni fa ancora non c'era la recessione ;-)

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Gabriele

circa 14 anni fa - Link

Ma adesso si, e una boccia di Taurasi viene via con a 100/120€ in rete...

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Mauro Mattei

circa 14 anni fa - Link

il target è veramente alto. In relazione la falanghina a 40/50 euro è ancora più inquietante. Eppure se si ragiona avulsi dal contesto economico, i prodotti sono di rilievo. Vie del Campo mi ha stupito, non lo nascondo. Spenderei quella cifra ancora? uhm. Pensando al valore assoluto si, pensando al fatto che con la stessa cifra mi porto a casa un premier cru di Chablis (+ o -)non lo so. La mia esterofilia prenderebbe il sopravvento, ne sono certo :-)

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Gabriele

circa 14 anni fa - Link

Che sia eccellente non lo metto in dubbio, ma nel proporre falanghina e taurasi a quei prezzi io ci vedo una punta di arroganza. Mah...

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enzo

circa 12 anni fa - Link

Sono un appassionato di vini, passione che coltivo da trent'anni e più.Nella lunga esperienza acquisita girando il mondo spesso per lavoro ,ho fatto anche il giornalista ,mi sono sempre cimentato nell'apprendere l'arte del del vino.Mi è capitato di degustare vini che solo a parlarne si accappona la pelle. Ma la pelle si accappona solo quando un vino esalta sensazioni,piacere , soddisfazione. Molti giudicano i vini in funzione del costo?. Spesso quest'atteggiamento si nota anche da addetti ai lavori, mi dispiace per loro. Nel caso del Prof. Luigi col quale non mi permetterei mai di entrare in teorie o trattati sulla vinificazione . Ma come spesso mi capita di vedere,insegnare e bene come fa il Prof, è una cosa , fare vini eccellenti è un'altra cosa. Ebbene ho avuto il piacere di degustare tutta la linea Quintodecimo , e consiglierei a chi tanto la esalta , di essere meno fazioso , di girare un pò di più l'Italia e mi limito alla sola Italia , perchè se ci spostiamo oltre frontiera ci schernirebbero nel sentirci enfatizzare tanto una falanghina o quel Fiano che non per sua colpa , non può andare, a meno chè la superba scienza del Prof. non li trasforma in un'altri vini? E poi quale giustifica per questi prezzi?. Un Pouligny Montrachet, un Cervaro della Sala etc.etc. costano meno. Abbiate almeno il pudore di accostarli alla falanghina o al Fiano di Quintodecimo, per poi esprimere commenti.! .Il Prof. però non accetta confronti, il Suo è il Migliore di tutti e risponde a chi prova di capirci"se non vi piace non li comprate": risposta da vero Prof.! Bravo veramente BRAVO bene bis. P.S Caro Prof. nella musica l'armonia ti coinvolge in un unico suono e Lei ha ragione, ma un esperto maestro di musica sà sempre distinguere da dove partono i violini e da dove partono gli altri strumenti e se solo uno di essi stona se ne accorge subito anche tra cento o più orchestrali.(napoli 27 /02/2012)

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