La prima carta dei vini non si scorda mai

di Alessandro Morichetti

Il lettore medio di Intravino – enotecaro, ristoratore, produttore, intermediario o sbevazzone da competizione – ha risorse che noi umani non possiamo neanche immaginare. Gente che con una lista dei vini tra le mani cambia espressione, si esalta, sbuffa, discute animatamente, mette a dura prova il conto corrente o al contrario si rabbuia e va ad acqua. Bando alle ciance, oggi teniamo a battesimo una sana “operazione concretezza”. Poniamo che all’ascolto ci sia qualcuno così folle da aprire un wine bar a Milano, enoteca con mescita e qualche spuntino inizialmente low profile, rispettando la regola del 5 x 5: 5 spumanti, 5 bianchi, 5 rossi, 5 dolci e 5 birre artigianali. Che fare? Da dove iniziare?

L’idea è quella di una carta snella, con rotazione frequente, etichette non banali e qualche nome noto per gli aficionados della griffe. Ordini diretti all’inizio e poi, via via che si vuota il magazzino, si tengono le rimanenze a fare assortimento introducendo novità. Una lista light e in progress, insomma. Se devo mettere giù qualche spunto, direi così: un Prosecco fatto bene non deve mancare, magari sur lie, come anche un paio di Franciacorta (pur sempre in Lombardia siamo) e un paio di Champagne sconosciuti e ben distinti per fascia di prezzo (io li chiederei rigorosamente a Fabrizio Pagliardi). Su bianchi e rossi solito schema: un Cervaro della Sala/Sassicaia di sicuro successo, poi un paio di opzioni di pronta beva da sbicchierare senza timore e qualcosina di curioso – non necessariamente costoso, anzi meglio tenersi bassi – per la coppia che voglia uscire un pò dagli schemi, magari addentrandosi nel magico mondo delle puzze naturali. Sui vini dolci, quando hai un Moscato d’Asti serio (da Vajra in giù va bene tutto, consultare Enogea 24 e il recente 30 per una bella panoramica), un passito ricercato, un muffato a piacere e magari un aromatizzato sei apposto: ah, il Barolo Chinato di Cappellano io lo eleggo mio fine pasto ufficiale, per simpatia, storia e soprattutto bontà. Non si vende come l’acqua ma averlo lì permette sonni tranquilli. Mancano 5 birre artigianali. Ad esser fortunati e scaltri si possono selezionare da più aziende a coprire diverse tipologie ma forse è preferibile il singolo ordine diretto. Ce n’è per tutti i gusti, basta solo guardarsi in giro, chiedere ad un amico fidato o consultare la guida alle birre di Slow Food appena uscita.

Ok, tra provenienza, filosofia produttiva e abbinamento con gli stuzzichini proposti di aspetti da approfondire ce ne sarebbero. Il tema ricarichi non lo nomino neanche, non mi risulta che la Bibbia sia stata scritta in un’afosa mattinata estiva. A me un assortimento così, minimale ma pensato piace sempre. Riesci a leggerti in un colpo d’occhio TUTTE le etichette senza ausilio del Tom Tom e hai diverse opzioni praticabili. Tempo un anno, poi, e se tutto va bene l’assortimento sarà ancor più gratificante. Osservazioni, commenti, consigli ed insulti saranno ben accetti nello spazio dei commenti.

[Immagine: cantina dell’Hotel Monteginer]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

17 Commenti

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federico.g

circa 14 anni fa - Link

quello che più mi demoralizza guardando carte dei vini della maggior parte dei locali è l'appiattimento delle proposte. avere un cervaro della sala (sempre che di top si stia parlando) non necessariamente significa che sia utile avere anche chianti peppoli e bruciato.. altra carenza, (ammetto, da esperto del settore) è la scelta di avere tutti vini provenienti dallo stesso canale distributivo o copiati dall'indice della guida dei vini di tizio o caio, segno di pigrizia nella ricerca. ma i lettori di intravino non lasciano certo passare queste cose.. tutto il resto funziona, soprattutto se c'è divertimento e passione e curiosità.

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Fabio Cagnetti

circa 14 anni fa - Link

Il problema è che una carta dei vini interessante non paga, in un locale medio per ogni cliente che nota (o noterebbe) felice l'etichetta ricercata di annata giusta ce ne sono cento che ordinano "uno straminer", magari raccomandando "che sia l'ultima annata". Vedo anche ristoranti stellati con carte ciclopiche che però, a un esame più attento, si rivelano xero del famoso librone "vent'anni di tre bicchieri". Non c'è ricerca, del resto è difficile farla se bisogna lavorare nel locale. E il problema più annoso è la mancanza assoluta, spesso anche in locali di fascia medio-alta o alta, di profondità di annate, soprattutto -ovviamente- per le nuove aperture. La soluzione più ovvia è rivolgersi a un professionista esterno indipendente, e non credo di dirlo solo in quanto appartenente alla categoria. Nessun ristoratore o sommelier può avvicinarsi al livello di aggiornamento di chi passa 365 giorni l'anno o in giro per fiere e cantine, o a cercare vecchi millesimi ben conservati in giro per l'Europa.

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Francesco Santini

circa 14 anni fa - Link

Di lavoro commercio vino, un ristoratore proprio ieri mi chiede "ce'l'hai un gewurztraminer buono da 3 euro?" Rispondo di no e lui" va beh.. neanche un traminer?" Cosa si deve rispondere in questi casi? Io monto la faccia di palta e gli dico la verità: che a 3 euro da un distibutore come me di traminer buoni non ne trovi e soprattutto, che traminer e gewurztraminer sono esattamente la medesima cosa.... N.b: il cliente è lo stesso che al primo appuntamento mi dice" mi fa piacere trovare operatori come te, appassionati e preparati, mica come quello di ieri che è venuto e mi voleva vendere un Prosecco dicendo che era fatto con uve Prosecco.. AH!AH!AH! Pensa che coglione..." Stavo per mettermi a piangere, vendere le quote della mia azienda e cambiare lavoro. Ciò nonostante credo che che chi fa un lavoro di ricerca debba continuare a percorrere la sua strada e non cedere alle sirene del dio Marchio che si vende da solo. Se si mischiano le cose nell'offerta si confondono le idee al cliente, poi crede davvero che i vini di Maule siano la stessa cosa di un vino x fatto dall'industria in un milione di bottiglie con uve di provenienza ignota! L'unico suggerimento che mi sento di dare all'amico che va ad intraprendere la sua attività e di proporre semplicemente cose che piacciano anche a lui e che gli assomiglino, solo in questo modo avrà un'offerta unica ed inimitabile. Scusate il poema Francesco Santini

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enociccio

circa 13 anni fa - Link

Oggi ho ceduto la mia attività, ma fino a poco tempo fa ero sull'altra sponda, commercialmente parlando. Come non quotarti. Il problema però è che anche in molte cantine di distributori, la profondità di annate è relativamente limitata e, dovendo lottare sempre con i centesimi, a volte i prezzi sono, giustamente, elevati. Altro problema è che "l'offerta, unica ed inimitabile", se non si vende, dura anche poco. Il nostro equilibrio lo avevamo trovato con una base di etichette di quelle che si vendono da sole, per garantirci un rientro più o meno costante e una ventina di etichette che piacevano a me, che davano soddisfazione a lavorare. Non c'è nulla di più piacevole che vedere riordinare una bottiglia di etichetta semisconosciuta, trovata in una della mille degustazioni fatte.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

consiglio pratico pratico: analizza il cliente medio che risiede in quella zona, mira le proposte su vini che potrebbero risultargli NOTI o di TENDENZA (se non sa cosa è un CERVARO è inutilo inserirlo a prescindere). Incassa soldi, espandi il locale, paga pubblicità, acquista fama e poi potrai concederti quei lussi che si chiamano "selezione del cliente" e "carta vini selezionata"..... oppure credi alle favole p.s. in bocca al lupo di cuore! ;-)

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Michi

circa 14 anni fa - Link

Ciao, sono il folle che sta per aprire questo posto a Milano :-D Ho contattato tanta gente per sentire pareri e avere opinioni prima di intraprendere gli ultimi passi verso l'open day, ma non pensavo di trovare un post qui su Intravino dopo aver chiesto lumi anche ad Alessandro. Grazie, davvero, e in culo alla balena ;) Scrivo quella che ho pensato possa essere la mia prima mescita : Bolle: -Prosecco Colfondo Belecasel -Franciacorta (Mosnel?) -Giacosa Brut -Pas Dosé Haderburg -Champagne (Dan, amico mio, confido in te) Bianchi -Sirmian Nals Malgreid -Soave Vigneto du Lot Inama -Aquilis Cà Bolani o in alternativa Pico di Maule -Bacca Bianca Maurigi -Verdicchio base di Sartarelli, il 2009 Rossi -Barbera Roddolo o Conterno Fantino -Kepos Ampeleia -Terdoldego Foradori o Pinot Nero di Novacella -Merlot Masciarelli -Coteau la Tour Les Cretes Dolci -Nasco Santadi -Ben Ryè -Pedro Ximenez -Recioto (non so ancora quale) -Moscato di Trani Via agli insulti :-)

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Bianchi: manca la santissima trinità (sciardonè, sovignò, straminer). Più che al pico penserei al Sassaia. Lascia perdere il Vigneto du Lot, costa e è un po' passè. Se proprio devi vai di vulcaia Fumè (almeno un sovignò ce lo metti) Rossi: niente nebbioli, niente sangiovesi toscani? Per il pinot nero ti suggerirei il base di Termeno Dolci: da sardo ti dico molla il nasco di Santadi, per me basta il Ben Rye (che non mi piace ma tira tanto), un Pedro Ximenez, Un verduzzo passito economico e un brachetto d'acqui d.o.c.g. La mia formazione ideale: 8-Bianchi, 9-Rossi, 5-Bolle, 3-Dolci Bianchi Bianco di Caselle Benanti Chardonnay Termeno Gewurztraminer Termeno Picol Lis Neris (o Ronco delle Mele Venica) Pecorino Cataldi Madonna Soave Pieropan Catarratto Integer De Bartoli Vermentino di Gallura "Juannisolu", Vigne Surrau Rossi Morellino di Scansano "Heba", Fattoria di magliano Rosso di Montalcino Pian dell'Orino Chianti Classico Vecchie terre di montefili Nebbiolo Armando Parusso Sassella Sommarovina Mamete prevostini Nero d'Avola Rossojbleo Gulfi Rosso di montefalco riserva Antonelli Pinot Nero Marsannay La Longeroise 2007 Primitivo (a scelta) Bolle Moet/Vedova (Fai tu, anche se con ribrezzo) superiore di Prosecco D.O.C.G. extra dry nero millesimato Val d'oca Franciacorta D.O.C.G. Sublimis Uberti Ferrari Perlè Aubry & Fils Le nombre d'Or Campaniae Veteres Vitae Dolci Passito di pantelleria De Bartoli Verduzzo Friulano Passito "Pass the Cookies" Di Lenardo Brachetto d'Acqui D.O.C.G. (fai tu, a me non dispiace quello di Terre da Vino, anche se non lo lavoro)

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Angelo Di Costanzo

circa 14 anni fa - Link

Recioto Giovanni Allegrini, da manicomio! Cavolo, ma manco un bianco campano, nemmeno di quelli più "commerciali" :-) ? Vai con la Falanghina Serrocilelo dei Feudi... In bocca la lupo, di vero cuore.

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eros antonutti

circa 14 anni fa - Link

Prima di tutto la buona creanza. Ciao a tutti. Essendo la prima volta che mi permetto di scrivere in questo sito, mi presento. Mi chiamo Eros e sono di Udine. Non lavoro nel settore, ma mi vanto di essere cliente di molte enoteche qui in Friuli. E come tutti i friulani, lavoratori, bestemmiatori e ubriaconi!!! Luogo comune fuori luogo ormai. Per aggiungere ulteriore confusione alle tue scelte, solo tue perchè a pagare poi sei solo tu e non noi!, ti direi ste piccole cose: - Prosecco: Foss Marai base,Prosecco Anselmi della neo zona DOC Fiuli ( ottimo rapporto qualità/prezzo e di facile beva, come dovrebbero essere i Prosecchi!) - Metodo classico: Franciacorta: Berlucchi saten, non altro, Ferghettina Brut, possibilmente Magnum, figurone senza svenarti, Bellavista, per forza per chi non conosce altro. Metodo Talento: Giulio Ferrari base Champagne: Beaufort s.a., Roederer brut, Cristal, Krugg. Visto che sei a Milano, quattro champagne ci vogliono a quattro prezzi. Bianchi: Gewurtztraminer Abbazia di Novacella, Pinot Grigio di Jermann, Sauvignon Ronco delle mele di Venica e Venica, Malvasia di Kante, TOH! friulano di Di Lenardo, Verdicchio ecc. di Mancinelli,Fiano di Avellino Feudi di S.Gregorio e due Chardonnay,uno siciliano ed uno trentino. Rossi: Rosso di Montalcino e Brunello Poggio all'Oro di Castello Banfi, Le Serre Nuove 06 di Frescobaldi,Nero D'Avola Donna Fugata, Fatagione Cottanera( Nerello mascalese eccellente),Pinot Noir Termeno, Amarone di Masi, una via di mezzo senza svenarti, Ornellaia dell'omonima tenuta,una bottiglia per averlo di Masseto, Taurasi Feudi di S. Gregorio, un Morellino di Banfi, uno Sfursat di Nino Negri, un Barolo di Gigi Rosso. Dolci: Brachetto d'Acqui quello che trovi!!!, Moscato di Scanzo, Ramandolo di Nimis Andrea, un Recioto della Valpolicella e spiega la differenza tra recioto e amarone,un Passito di Pantelleria, Moscato d'Asti. E altri mille mila vini!!! No insulti, ma calici di vino!!! Ciao

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fabrizio pagliardi

circa 14 anni fa - Link

se è una ipotesi senza proggetto vero ti consiglio: Bereche Aubry F.Boulard Pierre Peters Marie Noelle ledrù Tutti un ottimo rapporto qualità prezzo per ogni tipologia. Ci trovi Emozioni, equilibrio, e semplicità. Se invece è un proggetto serio contatta Cavalli è bravo è ha delle offerte strepitose: Bereche Sadi Mallot Gatinois Jean Milan Marie noelle ledrù E parti bene facendo un solo ordine. Naturalmente tutte e due sono idee che presuppongono prezzi non esagerati.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Mi schifo da solo a dirlo ma fra le bolle, per cominciare, non rinuncerei a un moet o a una vedova p.s. adesso insultatemi pure liberamente :-)

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fabrizio pagliardi

circa 14 anni fa - Link

scegli un insulto e vai di corsa allo specchio. :-)

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Michi

circa 14 anni fa - Link

Di Boulard ne ho parlato fino adesso con Dan. Aubry mi piace molto così come Beaufort o Leclapart. Aquilis è un ottimo sovignò, i rossi li devo scegliere non troppo pesanti xchè l'apertura sarà a metà settembre e mi sa che farà ancora caldo. La mia era giusto una bozza di prima mescita :-) Comunque grazie delle risposte e dei consigli, spero di trovarne altri e di suscitare l'interesse e leggere i commenti anche di altre persone :-)

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Faithrich

circa 14 anni fa - Link

In ritardo causa vacanze, mi permetto di inserirmi nella discussione. Sulle bolle francesi ho trovato qualche giorno fa un interessante Jean Vesselle, che io non conoscevo magari è famoso, della zona di Bouzy secondo me con un prezzo ottimo. Oppure, quello che importo io. ;-) in bocca al lupo ps: visto che vivo a Milano poi fammi sapere dove apri che passo a trovarti.

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Angelo Di Costanzo

circa 14 anni fa - Link

Eddai, è il biodinamico dove lo mettiamo?

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massimo sacco

circa 14 anni fa - Link

Anche io sto preparando una carta per i nostri hotel dove la presenza Italiana sarà molto importante. Dunque sto valutando diversi piccoli produttori con la passione del vino. Personalmente ho levato dalla carta, qualche anno fa, i vari cervaro della sala & co. Alla fine i risultati sono stati ottimi e la gente ritorna solo per bere alcuni vini che non riesce a trovare in altri posti. Per quanto riguarda lo Champagne Bar ( aperto da + di un anno) cosa funziona veramente sono i nomi ( sic sic) ed ho dovuto progressivamente togliere i vari vignero champenois che avevo messo in carta. Jean Vesselle produce vini molto pieni, vinosi,con colori carichi,spesso hanno problemi di riduzione; in Francia consigliona di scaraffare alcuni dei suoi vini. Principalmente Pinot Noir salvo una piccola parcella a Bouzy dove ha dello Chardonnay. Non sono i miei favoriti. Secondo me dovresti puntare sulle bollicine di marca e poi avere qualche produttore che non si trova ancora in Italia. Se vuoi contattami e ti lascio qualche indirizzo di produttori vigneron di champagne , con ottimo rapporto qualita prezzo Ciao

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Franco

circa 12 anni fa - Link

Scusate se mi intrometto nelle varie discussioni. Io opero nel settore vino in qualità di venditore...le cantine con cui opero sono tutte, per scelta, piccole cantine con max 150.000 bottiglie di produzione, ma la maggior parte dalle 30 alle 50.000. Sono piccoli produttori ma mettono anima e corpo nel fare il loro lavoro e riescono la dove i grandi si rodono il fegato. Io opero in tutto il nord Italia e anche in Francia faccio fatica è vero ma quanta soddisfazione poi alla fine !!!!

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