La mia generazione ha perso | Perché non c’è modo di far capire come si gestiscono le PR in rete

di Fiorenzo Sartore

Vinitaly è come il Natale, torna ogni anno e ci trova un po’ cambiati rispetto all’anno precedente. Un po’ siamo cambiati noi, un po’ il mondo attorno, ma ogni anno ci ricordiamo di come era una volta ed inevitabilmente confrontiamo cosa è peggio e cosa è meglio, e come a Natale quasi senza accorgerci ritroviamo un tassello dei Natali passati che inseriamo nel puzzle e tutto sembra riavere senso. Si prova nuovamente quel sapore, però aggiornato, refreshed, come quando fai F5 col browser. Il Natale si annuncia all’improvviso, con le pubblicità dei pandori nel mezzo del TG5 a ottobre che pensi: ma di già? Vinitaly, invece, si annuncia con lo spam nella posta elettronica.

Abbiamo provato in ogni modo a spiegare alle aziende come si fa a comunicare che esistono – siccome la partecipazione ad una fiera è la tipica manifestazione di esistenza in vita per un produttore di vino. Abbiamo cazziato le pierre, le agenzie di stampa, abbiamo segnalato che lo spam è illegale. Poi ci siamo un po’ rilassati (e che diavolo, pure loro stanno lavorando) quindi abbiamo provato a blandirli, a scherzarci su. Ma niente, quelli continuavano, anzi, ogni anno era peggio. Ogni anno il Vinitaly si annunciava all’improvviso nell’inbox con tragici incipit del tipo “nella splendida cornice di Villa Cippalippa la Contessa Trullallero presenta la nuova Cuvée…” eccetera, eccetera. Così abbiamo fatto il salto di qualità, con i blog abbiamo provato a dare l’esempio: ecco, vedete come si fa? Si parla. Si usano parole umane, per raccontare il proprio lavoro, non si usa fuffa pubblicitaria.

Io, per esempio, non parlo così, non dico “ammira la mia splendida cornice” – non lo faccio, e nemmeno voi, normalmente. E non siete nemmeno invadenti, ci scommetto. E allora perché pestate una M dopo l’altra proprio quando è il momento di vendere il vostro sudato prodotto? E’ arrivata l’internez quasi dappertutto – tanto che ormai fa strano trovare il produttore senza il sito – ma le cose non sono migliorate, anzi. L’aumento dei mittenti email ha significato solo una cosa: aumento dello spam. O, peggio, aumento della comunicazione ad minchiam, malfatta, invadente, senza sentimento. Sia quel che sia, è stato tutto inutile: la mia generazione ha perso. Ci abbiamo provato a farvela capire, ma evidentemente era al di là delle nostre possibilità. Un altro problema irrisolto che lasciamo alla prossima generazione. E allora ditemelo voi, cosa dobbiamo fare, per farvelo entrare in testa.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

9 Commenti

Luciano Ciolfi

circa 12 anni fa - Link

Qualcosa è cambiato, l'anno passato avevo notato come alle innumerevoli proposte di avvenenti signorine poliglotte per servizio di hostes allo stand si erano aggiunti anche ragazzi di bella presenza. Il tutto corredato da curriculum e 10 foto da 1 MB ciascuna per la gioia di chi non ha l'adsl. Quest'anno invece ad oggi una sola proposta, menomale femminile :-) Spero che tutte gli altri possano aver trovato lavoro... Approposito Fiorenzo Sanlorenzo è al padiglione 8 B8 stand 64 :-), così risparmio una mail ;-)

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armin kobler

circa 12 anni fa - Link

centinaia di mail da arredatori di stand, da alberghi situati attorno a verona e da hostess le ricevo da anni. con quest'anno si sono aggiunte le mail mandate dai produttori (ad un altro produttore!) per dire che ci sono e che aspettano la mia visita. non ho mnai capito quale sia il criterio quando si mandano questi comunicati e proposte...

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Senti, caro abituale frequentatore e a volte anche malaugurato postatore di Intravino, non te ne potra' fregare di meno, ma visto che a volte ancora cerchi di elemosinare qualche biglietto di entrata al Vinitaly per il tuo commercialista e la sua signora, io te ne mando un paio comunque. Se poi non saprai dove sbattere la testa, dopo tanto girovagare fra gli Imperdibili, sappi che io mi trovero' nel sottoscala di uno dei Grandi e Magnifici, il quale tra l'altro nel pomeriggio azzera qualsiasi conversazione negli stand vicini a causa di un microfono ultrasteroideo utilizzato per degustazioni dei suoi vini altrettanto superdotati. Ma tanto a te quello che sarei in grado di raccontare non importera' una cippa. Ti bastera' poterti levare le scarpe, fare fuori una bottiglia intera di acqua gassata, sistemarti il cavallo dei pantaloni e poi, proprio perche' devi giustificare il tuo essere esponente di un blog rampante, assaggiare qualcuno dei miei vini. Che saranno li' per te, anche se non te lo meriti. Ma io vado al Vinitaly per lavorare, non per bighellonare. ps un ufficio stampa se lo sogna questo genere di comunicazione.

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carolina

circa 12 anni fa - Link

da piccola azienda e piccola produttrice fino ad ora mi sono arrivate mail di: traduzionisti, di gente che mi chiede in che padiglione del vinitaly sono, di alberghi in centro a verona a 180 euro a notte, di gente che vende robe per vigneto lieta che io passi al loro stand. fermo restando che io a vinitly non ci sono, la domanda è: ma pensate che qua siamo tutti scemi? pensate che uno va ad una fiera per fare la gita- degustazione- festone tra amici? pensate davvero che io non riesca a giostrarmi in rete per trovare qualsiasi cosa mi serva? dal pr di fama all'albergo figo secondo mia necessità? se lo pensate davvero io sono batman. ps: nelle nuvole come sempre hai messo in prosa il mio pensiero con debita delicatezza. ps2: se mi cercate per fiere sapete esattamente dove sono: sempre li, in culo ai lupi :) coi miei amici rivoluzionari. baci.

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MAurizio

circa 12 anni fa - Link

Oddio. Mi sembra un articolo (e relativi commenti) un po' "ingeneroso". Tutto sommato è meglio avere una casella di posta elettronica piena (che si svuota con un colpo di mouse) che quella della posta ordinaria (che ti costringe comunque ad aprire buste, leggere lettere e depliant - perchè poi alla fine prevale la curiosità e difficilmente si "cestina" un pezzo di carta senza almeno scorrerlo) non fosse altro per una questione di ecologia. Poi è vero che vale sempre il detto "non consigliatemi che so sbagliare da solo", ovvero che se ho bisogno di qualcosa me la vado a cercare e non aspetto che mi cerchi via internet. E che la "comunicazione" usata in genere non è a livelli di Accademia della Crusca (e neanche di Accademia di Modena ...). Pero', insomma, se un'azienda del settore vuole comunicare con il suo target di clientela e/o con altri "operatori del settore" e manda delle mail, non mi sembra da stigmatizzare più di tanto. Per me spam (se sfugge ai filtri automatici) è la mail che offre in italiano maccheronico improbabili affari su prodotti elettronici o abbigliamento firmato al 90% di sconto (fornire prima dati vostra carta di credito ..) ovvero offre relazioni sociali o mi informa che il mio conto Banca XWY verrà chiuso se non mi collego subito ... Perchè questi ultimi il tuo indirizzo mail se lo sono procurato sappiamo come. Ma la "ditta di vini" che scrive a un "vinologo" o a un "avvinazzato" avrà fatto uno sforzo per cercare di raggiungerti (considerandoti un suo target), ma con l'idea di informarti su un argomento di tuo interesse, non (necessariamente) di fregarti. Se poi non mi interessa ... basta un colpo di mouse.

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Belle

circa 12 anni fa - Link

Come al solito, Fiorenzo, è un piacere leggerti! Anche per gli spunti che proponi e invogliano a scrivere pure una come me! ;-) Sono d'accordo con te - sullo squallore dell'annuncio mediatico del Natale (che, tanto negli uffici stampa e nella pubblicità quanto nella strategia commerciale aziendale, inizia ad agosto...) e di robe simili -sono morta dal ridere col tuo attacco :-) !-; - sul dover essere autentico del linguaggio da usare parlando di vino (e non solo), visto che purtroppo, talvolta, già il messaggio che i produttori decidono di veicolare non lo è totalmente; - sull'avere passione per ciò che si racconta, insieme ad almeno un minimo di competenza di settore... Nella mia esperienza, soprattutto all'inizio, la maggior parte dei comunicatori o di alcuni "figli di" (e, di nuovo, non penso solo al vino) non hanno la minima idea di quello che stanno per dire alla gente (cioè a giornalisti, blogger, operatori, pubblico, istituzioni...) e -peggio!- a molte aziende proprio questo sembra un plus, perché pare che le nuove idee, il positivo, il bello vengano sempre e solo da fuori..., non invece principalmente dalla consapevolezza di quello che c'è nel (o al di là del) bicchiere, per fare un esempio... E ancora, chi parla a volte non sa nulla nemmeno delle dinamiche della comunicazione: tutti possono diffondere informazioni, buttarsi nella mischia, fare chiasso, no? Spesso capita poi si confonda il conoscere un pochino la materia con il risultare noiosi perché troppo "tecnici", ma questa potrebbe essere al massimo una deriva superficiale del processo, non il cuore della cosa... Insomma, i contenuti veri riempiono senza meno l'interesse dell'ascoltatore, che sia lettore di un blog come questo o di un magazine generalista qualsiasi. I contenuti veri danno valore a un racconto e ne selezionano anche, caso per caso, grazie alla professionalità di chi li dovrebbe diffondere al meglio, forma e parole adatte. Molti colleghi e colleghe -e trovo siamo alle comiche!- possono a questo punto addirittura avercela con te o trovarti "strana/o" se hai passione per il settore in cui lavori come addetta/o stampa forse perché ritengono si sgobbi sostanzialmente "per profitto" (e l'etica?) o forse perché, alla fine, in un "piccolo" mondo di relazioni, almeno tu non hai grosse difficoltà nel trasmettere qualcosa (che chiamerei interesse, anche minimo ma reale), se ti anima un entusiasmo spontaneo... Non è pazzesco? L'unica cosa che comunque non ho ancora capito è come salvarsi e non è poco... Per quel che so, io vorrei soltanto continuare a raccontare il vino, imparare a farlo benino magari, anche se non sono nata tra le vigne... E infine, una domandina a "voi" che ricevete gli inviti: perché se arrivano è un problema, se non arrivano idem, ma non rispondere non lo è mai?

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filippo cintolesi

circa 12 anni fa - Link

Caro Fiorenzo, hai piu' che ragione. Sarei tentato di andare a pescare le "colpe" di quei buontemponi che al Cern decisero di sostituire il punta e clicca al leggi e scrivi. Ma probabilmente la cosa e' ancora piu' trita: io penso che i problemi sorgano ogni qual volta c'e' separazione fra chi fa le cose e chi ne parla. Generalmente, poi, piu' se ne parla, meno se ne fanno. Se non altro per una questione di tempo.

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liloni adriano

circa 12 anni fa - Link

oila' filippo! ti leggo comunque con piacere.

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Zakk

circa 12 anni fa - Link

Parliamo anche dell'ente sovrannaturale"vinitaly" che a meno di 3 settimane dall'inizio sul sito internet non ha ancora messo a disposizione l'elenco con relative posizioni dei produttori partecipanti alla più grande fiera di stacippa!!!

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