Fontanafredda: la storia e il vino
di Giulia GragliaUn po’ per l’algido nome, un po’ per i caratteri cubitali sulla siepe fuori dalla tenuta, ma mi aspettavo, una volta passato il cancello, un insieme di edifici moderni e asettici, come nella migliore delle tradizioni industriali. Invece lo stile dei fabbricati lo riconosco subito e mi riporta indietro nel tempo. Così alzo le antenne e inizio ad ascoltare il nostro accompagnatore, Alessio, mentre racconta la storia di Fontanafredda, che si ricollega direttamente a Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. Da buona torinese espatriata a Roma, vengo colta da nostalgia al primo accenno alla Bela Rosin, personaggio amato in Piemonte più della regina, simbolo della possibilità che il mito di Cenerentola si avveri. Il sovrano, noto godurioso a tavola come a letto, perde la testa per questa contadina di quattordici anni, che non esita a sposare non appena si ritrova vedovo.
Non potendola sistemare in una dimora sabauda, le regala il titolo di Contessa e questa tenuta, immersa nei vigneti di Serralunga d’Alba, dove si inizia a produrre un Barolo di matrice regale.
Ora, l’idea che si possa diventare produttori spinti dalla passione per una donna, dovrebbe incrinare anche le convinzioni più ciniche, tanto più che il legame fra i due diventa con gli anni una delle storie d’amore da raccontare alle figlie… Poco importa se il Sovrano non riesce mai ad abbandonare la sua vena lussuriosa, scappando nottetempo attraverso il “tunnel del peccato” che si fa costruire ad hoc per incontrare altre giovinette di campagna. Torna comunque sempre dalla sua Rosin, accomiatandosi dalle altre con un presente più che regale, una Tabaccheria. Pare che nella zona ce ne sia ancora oggi un numero spropositato.
Intanto gli anni passano e il Barolo viene conservato in una cantina dipinta con i colori preferiti dalla Contessa Rosa, dove il sistema a caduta impedisce che il trasporto danneggi il vino e piccole braci accanto alle botti garantiscono una temperatura accettabile anche nei gelidi inverni della Langa.
È tutto suggestivo, dalle vasche in cemento fatte costruire negli anni dieci e ancora adesso utilizzate, al profumo di vino che impregna i mattoni; ma quelle sei botti scure appartenute proprio a Vittorio Emanuele II, vicino al suo tunnel privato e alla pesa per gloriarsi del cibo ingoiato, ti spingono a parlare sottovoce, per rispetto ad un ambito privato, anche se di un privato scomparso da più di cent’anni.
Le generazioni successive non hanno lo stesso spirito libertino né lo stesso rapporto viscerale con il vino di nonno Vittorio e nel 1931 la tenuta passa in mano al Monte dei Paschi di Siena, pare dopo una sconfitta a carte. Abbiamo avuto l’impressione di attraversare muri e stanze di storia e ora ci aggiriamo nel Bosco dei Pensieri, ultimo tratto di bosco integro fra i vigneti langaroli, dove è stato studiato un percorso attraverso il silenzio, l’ascolto e la contemplazione. È stata riaperta la tenuta al pubblico e si vogliono richiamare le persone. Anche le bottiglie si presentano sotto altre vesti, a righe come le tipiche facciate ottocentesche dell’azienda, e fanno parte di un progetto a lunga scadenza, che mira a trasformare i 100 ettari dell’azienda in una riserva bionaturale. Inutile dire che mi piacerà apprezzare, nei prossimi anni, vini che non avranno più il ricordo di diserbanti e concimi chimici e che serberanno soltanto una parte ridotta di solfiti e lieviti aggiunti.
Ma lascio che sia Andrea a raccontare di etichette e annate, anche se, poco prima che ripartissi per Roma, si è allontanato nel Bosco dei Pensieri senza nemmeno salutarmi. Dovrebbe chiedermi scusa…
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10 Commenti
Bacco
circa 15 anni fa - LinkIl Gori pareva stanco dalla voce...sicura che non si sia perso nel Bosco dei pensieri in stato confusionale?
RispondiGiulia
circa 15 anni fa - LinkTu scherzi, ma sai che non ho ancora sue notizie? Mi sembra dovesse rientrare oggi dalle Langhe
RispondiBacco
circa 15 anni fa - Linkno non scherzo...dopo che gli ho dato buca da Burde, tornando dal mare, ci eravamo dati un mezzo appuntamento il collina da me...ma ieri non si è visto.
RispondiGiulia
circa 15 anni fa - LinkA questo punto sorge spontanea la domanda: qualcuno ha notizie di Gori?
RispondiBacco
circa 15 anni fa - Linkma era solo in zona?
RispondiGiulia
circa 15 anni fa - LinkNo, c'ero anch'io. Ma ieri mattina sono ripartita per Roma, mentre lui si è fermato.
RispondiBacco
circa 15 anni fa - Linkl'avranno rapito gli alieni ;-) è così un bell'uomo.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 15 anni fa - LinkVolete dare un dispiacere a Ziliani? Su dai, tirate fuori il Gori o vi scateno contro le Sturmtruppen di famiglia!
RispondiAlessandro Morichetti
circa 15 anni fa - LinkCi stavamo scambiando idee ieri notte (ne avevamo entrambi, notiziona!) via mail, poi non ha più risposto. Altro non so.
RispondiFranco Ziliani
circa 15 anni fa - Linkvisto che sono stato evocato mi chiedo cosa ci facesse il prezzemolino nel bosco... dei pensieri: non mi sembra proprio il suo habitat. Comunque lasciatelo pure dove si trova, a fare l'elfo fiorentino nel bosco, se anche per qualche giorno non avrete più sue notizie penso che sopravviverete ugualmente, no? :)
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