Dolcetto di Dogliani, elogio del vino contemporaneo

di Jacopo Cossater

Non che sia necessariamente un male, anzi. Di certo non si può ignorare che Dogliani sia ad una manciata di chilometri da Monforte d’Alba e dal confine meridionale del Barolo. Un vicino ingombrante, tanto che per un torinese la tentazione di fermarsi prima è forte: “difficilmente ci si spinge così in là, nelle Langhe”. Attenzione, però, La cosa più importante, pensando a queste colline, è quella di riuscire a svincolarsi da ogni possibile paragone e parallelismo. Questa è la patria del dolcetto ed il nebbiolo, pur geograficamente vicino, è lontano anni luce.

I ritmi a Dogliani sono diversi. In vigna, il dolcetto richiede sforzi non comuni. Uno studio sostiene sia il vitigno più faticoso, con oltre cinquecento ore l’anno di lavoro per ettaro: è ostico, ci vogliono perseveranza e pazienza. Più a nord, ed in generale in Piemonte, non è casuale venga spesso utilizzato come riempitivo, magari in zone meno vocate. E non è necessariamente un problema, peccato ne derivino di solito vini piatti o inespressivi. A Dogliani, invece, occupa le colline e le esposizioni migliori. Da queste parti, il Dolcetto è sempre stato fatto così. Ed infatti – perfetta quadratura del cerchio – nel bicchiere è vino che racconta come pochi altri il territorio che lo vede nascere, dal tipo di terreno fin quasi alla vigna d’origine. Non è un caso che in cantina il dolcetto non ami pratiche troppo invasive. La barrique qui porterebbe a nasconderne la naturale espressività, a meno di lunghi anni di affinamento in botte e in bottiglia.

La bella sorpresa è che i migliori Dolcetto sanno regalare grandi emozioni anche parecchi anni dopo l’imbottigliamento. Annate particolarmente fortunate come la 2001 e la 2004 (più recentemente, la 2007) oggi regalano vini straordinariamente freschi, profumatissimi, in cui la componente terziaria non è mai protagonista. Vini da bere e di cui godere. Il Dolcetto di Dogliani è per definizione un vino di grande bevibilità, perfetto compagno di merende. Se atteso, non perderà questa sua grande caratteristica, anzi sarà capace di guadagnare in eleganza ed espressività. Anna Maria Abbona, Boschis, Chionetti, Pecchenino, San Fereolo sono straordinari interpreti, e ce ne sono moltissimi altri, di questo territorio, capaci di assecondare caratteristiche del Dolcetto e di accompagnarle in bottiglia, conservandone la naturale espressività.

Il Dolcetto a Dogliani è un vino che racconta il territorio dove nasce, immediatamente godibile ma capace di sorprendere parecchi anni dopo la vendemmia. E un vantaggio non trascurabile su qualsiasi vino a base nebbiolo è l’eccellente rapporto qualità/prezzo, tra i migliori in circolazione. Portafogli alla mano, Barolo non è mai stato così lontano. Un vino contemporaneo quindi, nella migliore accezione del termine.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

18 Commenti

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Antonio Ciccarelli

circa 13 anni fa - Link

Sono d'accordo con Jacopo soprattutto a proposito della piacevolezza di alcuni Dogliani (ora si chiamano così!) con qualche anno di bottiglia. Non perdete l'occasione di mettere in cantina qualche bottiglia di 2009, una delle migliori annate di Dolcetto che io ricordi

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yquem

circa 13 anni fa - Link

Caro Antonio, continua a chiamarsi Dolcetto: l'unica differenza però è proprio qui, Dogliani...

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ALAN

circa 13 anni fa - Link

Oltre i nomi citati metterei anche Cascina Minella (2004 fantastico) anche il dolcetto d'alba è molto buono. Brovia, Vajra, Veglio....

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yquem

circa 13 anni fa - Link

Caro Alan, nessuno afferma che il Dolcetto di Alba non sia buono:il Signor Cossater ha capito e scritto in realtà quello che pochi sanno o fanno finta di non sapere.

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Il Sirì d’Jermu di Pecchenino l'ho sempre considerato uno dei vini con il miglior rapporto qualità prezzo!! Sfogliando le guide ho notato che Beppe Caviola è l'enologo di molte delle aziende di Dogliani, qualcuno ne sa qualcosa di più? è veramente l'enologo di riferimento della zona?

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Antonio Ciccarelli

circa 13 anni fa - Link

Beppe Caviola oltre ad essere l'enologo di riferimento della zona di Dogliani (abita lì) è anche il consulente, più o meno "ufficiale", di molte aziende di Barolo e Barbaresco. Inoltre è anche proprietario di un'azienda, Cà Viola, a Dogliani

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Si che fosse il propietario della cantina che produce il Bric du Luv ecc. ne ero a conoscenza, mi domandavo se questa sua massiccia presenza nella zona è dovute a tecniche particolari in cantina o alla grande conoscenza della zona.

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nicoletta bocca

circa 13 anni fa - Link

Alla grande conoscenza del vitigno. Caviola produce Dolcetto in Montelupo Albese, pur avendo cantina a Dogliani e quindi può condividere esperienze e punti di vista da produttore prima ancora che da consulente. Come l'agronomo Gian Piero Romana, nipote di produttori di Dogliani che il dolcetto e queste zone le ha nel DNA. Beppe riscuoteva l'approvazione e il sostegno di Quinto Chionetti quando era ancora un giovane di laboratorio presso il Centro per l'enologia. Quinto consigliava a tutti di sentire il parere di questo ragazzo. Si andava tutti là a fare le analisi e la competenza e la civiltà di Beppe hanno conquistato i produttori della zona. Quando ha aperto il suo laboratorio, moltissimi lo hanno seguito. La sua grande dote oltre a quelle che gli si possono immaginare nel lavoro? Quella di avere un estremo rispetto per le scelte espressive dei singoli produttori. Radicati sul territorio e nei loro vigneti, un consulente alla Rolland lo prenderebbero a calci nel didietro.

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Gabriele

circa 13 anni fa - Link

Grazie mille Nicoletta!! mi sa che andrò a trovarlo prossimamente!!!

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

a parte Quinto Chionetti, i suoi Briccolero e San Luigi fanno tuttora scuola, io non dimenticherei il Dolcetto di Dogliani di Giacolino Gillardi a Farigliano, i vini di Cascina Minella ed Eraldo Rivelli.

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nicoletta bocca

circa 13 anni fa - Link

"Franco Ziliani risponde: 26 marzo 2010 alle 12:13 (link) é vero Mauro, a Dogliani, per fortuna ci sono fior di Dolcetto che mantengono le caratteristiche che amo trovare in un Dolcetto. Cito i vini di Quinto Chionetti, insuperato portabandiera della denominazione, quelli di Giacolino Gillardi, oppure quelli di Cascina Minella, Eraldo Revelli, e direi anche quelli di Cascina Corte, per citare vini che mi piacciono senza se ne ma."

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

segnalo un video con una bella intervista di Sergio Miravalle a Quinto Chionetti (e ad Aldo Conterno) incontrati al Salone del Gusto: http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=86&IDalbum=31305&tipo=VIDEO

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kenray

circa 13 anni fa - Link

a volte il pecchenino siri d'jermu. buono preferisco il barbaresco io bevo il giacosa (e grazie al.. direte voi..)

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TERROIR

circa 13 anni fa - Link

il Sirì d'Jermu 2007 si è inserito prepotentemente tra i miei "sangiovesi"...lo so sembra una bestemmia...per un toscanaccio tradizionalista come me il contatto con questo vino è stato un impatto destabilizzante... trovare quella dicotomia di fruttoso ingresso ed elegante tannico palato che amo nei "miei sangiovesi" (a voi la carruba ed il tamarindo o le spezie dolci ...ognuno trovi le proprie...)mi ha dato grande piacere...soprattutto perchè ho speso molto meno! ;) vino ottimo ora ,eccellente nel medio periodo, non sono Gardini e visti i 14% l'abbinamento si fa da se: carne succulenta e a voi abbinare le spezie ed i contorni con le sfumature di questo gran bel Dogliani...

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

Terroir, si potrebbe interpretare in modi diversi quello che lei afferma, ovvero che quel Dogliani si é inserito prepotentemente tra i suoi Sangiovese... Bisogna vedere di che tipo di vini base Sangiovese si trattava... In Toscana dicono spesso Sangiovese e poi... Montalcino insegna... :)

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TERROIR

circa 13 anni fa - Link

sapevo che sarei stato frainteso...infatti l'ho definita quasi una bestemmia... mi riferivo a certe sensazioni simbolo di eleganza come il frutto intenso ma non sciropposo e la trama tannica di classe che mi ha ricordato certi grandi assaggi...naturalmente in tono minore ma di grande soddisfazione soprattutto guardando gli euro spesi...per questo mi ha "destabilizzato" perchè pur presentando note che generalmente non amo è elegante e fine. ed è entrato di prepotenza nella mia cantina di amatore...stia tranquillo che in essa certi sangiovesi "con la cipria" (da ottimo degustatore quale lei è capisce a cosa mi riferisco...) non entrano...sono un adepto di "bicchierino"...

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nicoletta bocca

circa 13 anni fa - Link

Non riesco a capire se quello che Franco Ziliani vuole intendere è che un Dogliani non può essere confuso con un Sangiovese, oppure che certi Dogliani possono essere accostati solo a certi Sangiovesi dall'incerto DNA, oppure ancora se Il DNA di certi Dogliani è incerto come quello di certi Sangiovesi. Sarei felice di avere un chiarimento in merito. Un chiarimento che sia chiaro possibilmente.

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