Borgogna del Sud | I Bret Brothers, La Soufrandière e gli chardonnay di terroir

di Mauro Mattei

Quando ti rendi conto di aver vissuto per più di  trent’anni con il baricentro geografico spostato a sud, la Borgogna sembra essere straordinariamente vicina, se parti dalle Langhe. Il Mâconnais, poi, fisicamente ad uno sputo da Lione e ad un paio d’ore dalla più famosa Côte d’Or, fa doppiamente al caso tuo se vuoi ridurre il peso del viaggio – ma non l’ambizione –  e bearti di un bicchiere dalla resa più meridionale. E’ così che, in qualche ora appena, ci siamo trovati catapultati nei pressi di Mâcon, nel comune di Vinzelles per l’esattezza. Il villaggio è incastrato fra Chaintre e Fuissè e non brilla per estensione o appeal mediatica: appena 800 abitanti, distribuiti in una manciata di case ed un panorama impreziosito da belle vigne, spalmate a metà collina. Neanche troppo complicato orientarsi fra questi piccolo centri, a noi è bastato rimbalzare qualche minuto da una viuzza all’altra per sbattere il muso contro la Domaine De La Soufrandière. La sede aziendale è una grande casa in posizione dominante – austera e luminosa nella sua facciata di pietra chiara – incastrata nel climat del Les Quarts.

Un piccolo cartello all’entrata (quel che serve per dare sicurezza al viaggiatore distratto) introduce al Domaine; in un attimo varchiamo la soglia, uno scambio veloce di convenevoli, ed eccoci a confabulare con Jean-Guillaume Bret, uno dei tre fratelli/proprietari. L’approccio è sereno, sorridente, c’è voglia di raccontare e raccontarsi, si passa così – senza seguire un iter specifico – a parlare di vigna, terre e approccio agricolo. Si discute di biodinamica, meccanizzazione e lavoro manuale di fronte a un poderoso numero di erpici e aratri d’antan, strumenti che non lasciano dubbi riguardo le tendenze agronomiche dei padroni di casa. I vigneti, parzialmente inerbiti in questo momento, sono splendidi e la terra, profumata e grassa, fa da anticamera alla roccia, collocata ad uno spessore variabile in relazione all’altimetria dei siti: “La posizione ideale per gli impianti è quella a mezza costa, qui c’è perfetto equilibrio fra terra e sasso, e le radici riescono a scendere in profondità. Grazie a queste caratteristiche l’umidità non va persa, l’acqua è drenata in maniera ottimale ed anche nelle annate calde la piante trovano la loro strada”, ci racconta il nostro accompagnatore. La zona intorno a La Soufrandiere è amena, ideale per l’allevamento della vite, e la nostra guida si sbilancia, sottolineando come a suo avviso quest’area produttiva non sia seconda ad altre zone limitrofe più blasonate: “E’ in corso una riclassificazione dei vigneti e a breve dovrebbe essere ufficializzato un modello simile a quello della Côte d’Or. In particolare la vigna del Les Quarts – che ora calpestiamo – sarà considerato Grand Cru in futuro”. Niente male, aggiungiamo noi, visto che i ragazzi posseggono quattro ettari di questo prestigioso appezzamento (il cinquanta per cento della superficie totale, per intenderci).

Passeggiando fra muretti a secco e “ciabot” che sembrano piccolo castelli, torniamo verso la costruzione principale, scoprendo che la cantina è sotto il livello della strada. Entrando incappiamo in una serie di ambienti concentrici, caratterizzati dalla semplicità degli arredi. Spazi pensati da chi bada più alla funzionalità che al colpo d’occhio.
Largo è l’utilizzo dell’acciaio, che gioca il ruolo del protagonista insieme ad un numero enne di legni vecchi, contenitori ideali per raccogliere le innumerevoli vinificazioni parcellari senza snaturarle. La superficie vitata di proprietà è esigua, ci spiegano, e il resto della produzione è frutto di una piccola attività di négoce (Bret Brothers, per l’appunto), portata avanti seguendo rigide regole di selezione. Finiscono in bottiglia solamente vini da uve raccolte direttamente e l’approvvigionamento avviene esclusivamente da vigne di almeno 40 anni d’età, allevate secondo severi criteri di sostenibilità ambientale.
La mescolanza di appellazioni, vigne e vini è stordente (solo per il négoce si parla di 15 micro-cuvées) ma nonostante l’enorme lavoro di collage, la qualità media dei prodotti non soffre, anzi – grazie a questo sbriciolamento – è evidente il senso di ricerca territoriale e c’è grande spazio per differenze e riconoscibilità.

Neanche a dirlo, qui impera (o quasi) la “monovarietà” e si viaggia a tutto chardonnay; non mancano però sfumature e contrasti, parlare di terroir non significa riempirsi la bocca di banalità, insomma.
Il bicchiere, come sempre, è la prova del nove e questa è una piccola selezione dai nostri assaggi:

I vini de La Soufrandière
Macon-Vinzelles “Le Clos De Grand-Pere” 2010
Da una vigna vecchia di proprietà del nonno paterno (in biodinamica certificata dal 2004) , un vino particolarmente minerale e ricco di frutto. Deve la sua forza rocciosa al sottosuolo ricchissimo di roccia calcarea.

Macon-Vinzelles “Les Longeays” 2010
Esposizione sud-est,  terreni argillosi ricchi di ferro e  manganese. Nel bicchiere il vino sfoggia una vena di grande bevibilità, gustoso e stuzzicante, arricchito da note di roccia e idrocarburi.

Macon-Vinzelles “Les Quarts” 2010

Questa vigna (allevata in biodinamica), caratterizzata dalla presenza di ceppi fra i 40 e gli 80 anni d’età, è il vanto aziendale. Esposizione sud-est, terreni di matrice argillo-calcarea, profumati e ricchi. L’annata 2010 ci consegna un vino impressionante per stoffa e finezza; splendido il connubbio fra grassezza, note minerali e acidità vibrante. Un prodotto già godibile in questa fase che palesa enormi potenzialità d’invecchiamento. Lo vorremmo vedere, in degustazione comparata, accanto a qualche cugino della Côte de Beaune.

I Vini dei Bret Brothers:
Macon-Chardonnay 2010
Vero “smart-buy” della batteria, questo vino è realizzato con uve provenienti dalla zona di Tournus, propaggine settentrionale della regione. Nel bicchiere gioca sulla piacevolezza immediata e sul frutto, che si propone con tonalità mature e convincenti. Bella freschezza in chiusura.

Macon-Chardonnay “La Roche” 2010

Le uve che generano il vino provengono da un climat limitrofo al village di Chardonnay in piena esposizione sud, su terreni prettamente calcarei. Il vino, rispetto al precedente, appare più profondo e denso, tonificato da un finale tagliente.

Pouilly-Loche “Les Mures” 2010
Sembra che questa sia la migliore delle vigne possibile nella denominazione legata al village di Loche. I terreni sono ricchi di ossido di ferro e i vini paiono vertere su sensazioni minerali autonome. L’assetto nel bicchiere è profondo, entusiasmante. L’abbiamo trovato appena un gradino sotto il formidabile “Les Quarts”.

Pouilly-Fuisse Cuvée “Terres de Vergisson”

Il vino fa capo ad un terroir d’eccellenza, conosciuto in tutto il Maconnais perchè capace di dar vita a liquidi estremamente minerali e tesi. Questo “Terres de Vergisson” non delude le aspettative nel bicchiere ha un andamento vigoroso e succulento. Appagante, non c’è che dire.

In conclusione, siamo al cospetto di un parterre produttivo assolutamente degno di nota, caratterizzato – oltretutto – da un rapporto qualità più che invogliante (in cantina si compra fra i 10 ed i 25 euro a bottiglia). Unico neo l’impossibilità di reperire i vini in Italia, al momento. Ma questo, forse, deve essere considerato un punto a favore per noi appassionati col pallino dell’esclusività.

Mauro Mattei

Sommelier multitasking (quasi ciociaro, piemontese d'adozione, siculo acquisito), si muove in rete con lo stesso tasso alcolico della vita reale.

16 Commenti

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

"Brett Brothers"... Già il nome suscita diffidenza.

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L.

circa 12 anni fa - Link

....se si ha una conoscenza limitata forse si.... ....se si assaggiano i vini di questo domaine (non è difficilissimo per un vero appassionato andare in Francia o comprare direttamente)le cose cambiano un bel po'.... ....capisco che dopo questo periodo di Vinitaly, Cerea, Villa Favorita chiunque crede di conoscere tutto....

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Complimenti per il tuo senso dell'umorismo molto anglosassone.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Per i sottotitoli vai a pagina 777 del televideo.

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L.

circa 12 anni fa - Link

Perche ? ....questo è umorismo, non il mio !!

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Mr. Bean

circa 12 anni fa - Link

"Brett - Bret" Wake-up L.

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L.

circa 12 anni fa - Link

@ Mr. Bean : wake up niente !! E' normale che avevo capito, è abbastanza banale.... ....il punto della discussione era un altro.....

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L.

circa 12 anni fa - Link

....le reazioni che si hanno quando si va a toccare un ego sovraespanso....

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Ehi L. rilassati. Mi dispiace per il lego di polistirolo espanso... volevo solo scherzare un po' No problem, ciao

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L.

circa 12 anni fa - Link

....lei scherza sempre quando le conviene....

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L.

circa 12 anni fa - Link

Comunque basta, ci stiamo imbarcando in una polemica sterile... Meglio per i lettori di Intravino guardare il commento che segue di Fabio Cagnetti, scritto con passione e competenza. Bravo.

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L.

circa 12 anni fa - Link

Scusate.....dimenticavo.....perchè le dispiace ? Il "lego di polistirolo espanso" di cui parlavo è il suo !!

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Antonio Tomacelli

circa 12 anni fa - Link

L. sta forse per "la smettiamo?" Grazie dallo staff di Intravino

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

Mâcon è la frontiera, è la risposta ai vini di Chassagne e Puligny spesso troppo cari, e magari solo perché la seconda parte del comune dove si trovano le vigne si chiama Montrachet. Agli ultimi Grands Jours sono stato impressionato da una pluralità di produttori (Soufranfiere inclusa), trovando una qualità media sopra le aspettative, certo, magari anche aiutata da un'annata 2010 che col proseguire degli assaggi mi pare destinata ad essere un grande classico.

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Emanuele Giannone

circa 12 anni fa - Link

Qualcuno ha indicazioni circa la reperibilità e i prezzi? Da una nota di "L." ("...non è difficilissimo per un vero appassionato...") desumo che i vini non abbiano distribuzione in Italia. Grazie in anticipo.

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Mauro Mattei

circa 12 anni fa - Link

Ciao Emanuele, più tardi se vuoi ti allego una scannerizzazione del listino prezzi prelevato in cantina. Comunque le quotazioni oscillano fra i 10 ed i 25 euro.

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