Bacco&Tabacco | Il brandy che sarebbe piaciuto a Mario Soldati

di Terry Nesti

villa zarriE’ finita la cena, abbiamo brindato, allo scoccare della mezzanotte, alle buone intenzioni di quell’amabile bastardo di anno nuovo. Il cibo della festa ci ha appesantito le membra ed ora ci attendono balli o giochi di società, io però sento il bisogno di estraniarmi per qualche istante ed annusare il mio futuro fumo (a fine anno penso sempre al Cimitero marino chissà perché?). Un sigaro e un distillato aiuteranno a cogliere l’attimo, ma ho necessità di poco impegno e molto godimento quindi: Toscano Soldati e Brandy Villa Zarri 18 anni Tabacco Toscano, il genio e la follia!

Il sigaro è un ricordo dedicato al primo “gastronauta” della nostra storia, quel Mario Soldati, che in tempi non sospetti è andato a togliere la polvere dalla parola tradizione e a salvare tesori enogastronomici in estinzione. E’ il sigaro che lo scrittore torinese avrebbe voluto fumare, selezione di tabacchi Kentucky dalla Campania stagionati sei mesi, per un prodotto che conserva le caratteristiche care al Toscano eliminandone punte ed asprezze, perfetto per quell’otium di latina memoria.

La follia invece è decidere di fare un brandy d’eccellenza in Italia, dove gli enosnob bevono solo Cognac e Armagnac; usando un antico alambicco di rame “charentais”, dal 1986 Villa Zarri distilla vinacce di trebbiano toscano e romagnolo e assembla brandy sempre più sorprendenti di 10, 16 e 18, 20 e 21 anni, invecchiati in botti da 350 litri di rovere francese (Limousin e Allier). Poi siccome la follia (nel senso buono del termine) non ha limite ha deciso di creare 2000 bottiglie aromatizzando il suo millesimato 18 anni con foglie di tabacco Kentucky toscano. L’infusione avviene nelle ultime settimane di botte, immergendo le foglie, contenute in una garza alimentare, direttamente nel brandy: Il risultato fa perdere qualcosa al distillato in limpidezza, ma fa acquistare un corpo e sentori aromatici molto particolari: note speziate e il pungente finale delle nicotina.

Il connubio fra i due è un’estasi dei sensi dove il palato piacevolmente fatica a distinguere fumo e fumo liquido in un gioco di rimandi che si prolunga con grazia assoluta.

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