Anti-probizionismo 2.0 | La scuola che vorrei

di Alessandro Morichetti

osteria“Babbo, oggi abbiamo imparato a distinguere un Montepulciano d’Abruzzo da un Barolo”. “Mamma mamma, lo sai che l’odore di rosa del gewurztraminer è davvero affascinante? Compriamone una bottiglia per il cenone di fine anno”. Quello che in Italia sarebbe fantascuola, nel Regno Unito è già realtà. Il buon esempio viene dalla Malvern St James School nel Worcestershire, istituto privato femminile – uno dei migliori d’Inghilterra – che, tra le tante attività, ne prevede una con cui educare al consumo consapevole di alcol le giovani studentesse.

Ecco, dovessi immaginarmi i miei figli tra una 15ina d’anni al ritorno da scuola credo li vorrei così. Ragazzi e ragazze ancora in calzettoni ma già curiosi di conoscere il mondo di vino, birra e spirits in maniera seria e guidata, esplorandone storia, tradizione, cultura e gusto con la stessa professionalità che spetta alle altre materie.

Eh si, perché qui o si affronta la questione di petto o non se ne viene a capo – a forza di leggine, proibizioni e gatti che rincorrono topi sempre più veloci. Inserire la cultura dell’alcol nei curricula scolastici è probabilmente l’ultima spiaggia per debellare seriamente quell’autentica piaga sociale che è il consumo smodato di (super)alcolici e intruglietti vari che l’adolescente di oggi cerca come il Nirvana del suo inconscio male di vivere.
Il vino, per noi più vecchietti, è gioia, discussione, convivialità, poi anche colore, odori e sapore. Certo, a volte capita di alzare il gomito o il tono della discussione (privata o pubblica che sia), ma la civiltà – tranne rare eccezioni – non manca mai.
Se ad un adolscente vogliamo trasmettere tutto questo, piuttosto che abbandonarlo in un angolino col suo Bacardi Breezer, bisogna rimboccarsi le maniche e alla svelta. Sia chiaro, io di gèni dell’istruzione in giro non ne vedo, ma confido che qualche politico, prima o poi, se ne torni da Marte (dove è notorio esserci solo acqua, forse neanche quella) per affrontare i problemi della Terra. I ragazzi di oggi sperimentano l’alcol ben prima di guidare un ciclomotore, forse sarà il caso di industriarsi per fornirgli anche un bel patentino per il bicchiere.

Ma vi rendete conto come siamo combinati? Lo giuro, se alla Malvern facessero qualche corso per over ci spedirei a mie spese Mariastella Gelmini (una nuova sommelier onoraria, yeah). Hai visto mai serva a qualcosa?

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

3 Commenti

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Rinaldo Marcaccio

circa 14 anni fa - Link

Credo che l'ipotesi non sia poi così peregrina; lo stesso presidente Onav si è espresso favorevolmente nei confronti dell'alimentazione come materia obbligatoria e non complementare all'università e dell'educazione al vino nelle scuole superiori a partire dall'ultimo anno. Un tentativo di sensibilizzare perlomeno si intravede.

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Molto interessante. Per chi volesse approfondire, ecco il riferimento all'intervento di Giorgio Calabrese dal titolo Far entrare l'educazione al vino nelle scuole. L'acqua la si beve, il vino lo si gusta

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