5 cose da non fare entrando in un’enoteca (almeno 5)
di Fiorenzo SartoreA forza di leggere decaloghi e classifiche nel network dissaporiano, pure io contribuisco alla compilazione. Dato il mestiere che faccio (l’enotecaro) proverò a dipingervi alcuni tipi umani che frequentano l’enoteca, per dissuadervi dal tenere tali atteggiamenti: sono tutti veri, osservati live and direct da me.
1. Quello che chiede scusa. Io ho smesso di contare quelli che entrando in enoteca come prima cosa si scusano: “mi spiace, io non ci capisco niente di vino e…” – ma che cavolo, e allora? Essere esperti di qualche cosa NON è obbligatorio. Ci stanno gli enotecari per questo, che diamine, entrate in enoteca belli spavaldi e semmai dite tranquilli: io di vino non ci capisco una cippa, signor enotecaro si guadagni la pagnotta. Altro che scusarsi. Io, per dire, di TV al plasma non so alcunché, ma quando ho fatto un leasing trentennale da Media World per l’ultimo acquisto mica mi sono scusato.
2. Quello che non si fida. Attenti a questo tipo: ascolta paziente lo spiegone dell’enotecaro, apparentemente annuisce, e alla fine della tiritera estrae il cellulare e chiama un amico/amica per un consulto: sarà vero quel che gli ha appena detto quel cialtrone di bottegaio? Quel Vermentino di Gallura è DAVVERO così buono? Oppure è meglio l’Amarone? Davanti a questa scena l’enotecaro strabuzza gli occhi e si lacera: ma chi c’è dall’altra parte del telefono? Luca Maroni? Stefano Caffarri? Chi è quello lì che EVIDENTEMENTE è molto più affidabile di me? Alla fine di quella giornata l’enotecaro torna a casa depresso e si strafoga di Nutella, che sappiamo non è una bella cosa.
3. Quello della scatola col morto. Vuole una confezione regalo con tre bottiglie in una scatola da quattro: perché a casa ha una bottiglia di Amaro del Carabiniere, avanzo del Natale 2003, e pensa di aggiungerlo alla confezione. Impavido, lo rivela all’enotecaro, che potrebbe anche rifilare tre orrendi avanzi ossidati di magazzino. Ovviamente IO non faccio ‘ste brutte cose, ma attenti, certi enotecari si rabbuiano facilmente.
4. Quello della scatola e basta. Entra in enoteca per comprare una scatola VUOTA, dal momento che il contenuto lo provvede lui. Notizia: quella roba potete comprarla in ogni cartoleria ben fornita, evitando con questo di farvi dileggiare dall’enotecaro inacidito. Esiste, poi, una rara variante, quello che entra in enoteca chiedendo IN REGALO una scatola vuota. La conversazione che consegue a tale evento, purtroppo, non è riferibile in società (fascia protetta e quelle robe lì).
5. Quello del vino in vacanza. Torna dalla vacanza e chiede quel certo Traminer Aromatico bevuto in baita, in Alto Adige, a Ferragosto. Era un vino FANTASTICO, lo rivuole assolutamente, è stato l’assaggio della sua vita. Cattive notizie: la degustazione è condizionata (anche) dallo stato d’animo di chi assaggia. Posso venderti un gran Traminer, stai certo – ma non posso ridarti quella baita, quella vacanza, quel giorno felice magari in compagnia di chi ami. Tutte quelle cose non le ho, anche se mi piacerebbe.
32 Commenti
Paolo Ghislandi
circa 14 anni fa - LinkSpassosissimo, mi sono divertito a leggerlo anche se mi rendo conto che tolta l'ironia certi atteggiamenti devono essere duri da digerire, specie se reiterati nel tempo. Posso dirti una cosa sola che un Enotecaro non dovrebbe mai chiedere ad un vignaiolo ? "Ma te su che guida sei ... " Grrrrrrr :-))) Ciao Paolo
Rispondi@twitter
circa 14 anni fa - LinkConcordo con Palo, spassosissimo. ..anche se in effetti il punto 5 è capitato anche a me. P.S quando ti capita quello che vuole la scatola vuota...mandalo....sai dove..da me :-)) ciao!
RispondiRoberto Colombo
circa 14 anni fa - Linkil commento 2 è il mio..ma da twitter non mi ha preso l'accesso... ciao roberto
RispondiGuido Porrati
circa 14 anni fa - LinkCiao Fiorenzo, da me capita ogni tanto la tipologia umana (che di solito rimane sulla porta)del personaggio che si sente cliente perchè tanti tanti anni fa venne a comperare una bottiglia da regalare, che ti chiede..."ma poi delle cassette di legno vuote cosa ne fai...?" lasciando intendere che avendoti dato nel tempo della sua vita 30,00 euro abbia ottenuto benefit a vita. Poi c'è quello che in garage, ha bottiglie di Brunello che aveva ricevuto a Natale quando era assessore ai lavori pubblici (allora tirava il vino e non gli appartamenti) che vorrebbe sapere quanto potrebbero valere al conio attuale e soprattutto perchè tu caro enotecaro non te le compri tutte, visto che ami così tanto le bottiglie. Alla Prossima
RispondiAngelo Recali
circa 14 anni fa - LinkSottoscrivo punto per punto.
Rispondidaniela (senzapanna)
circa 14 anni fa - LinkFiorenzo, che bel post!!! Divertente e reale al tempo stesso. Mah, io non sono nessuna delle 5 tipologia. Quando vado dal mio oste preferito (Barrique) so già che se io scelgo un vino lui mi porta quello che gli pare. E ha sempre ragione lui, devo ammetterlo. :-)
Rispondidaniela (senzapanna)
circa 14 anni fa - LinkAh, scusa, una domanda. E le 5 cose da fare quali sono?
RispondiFiorenzo Sartore
circa 14 anni fa - Linkeh be', quelle le devo elaborare per il sequel. :D
Rispondicarolina
circa 14 anni fa - Linkcome ti capisco, anche io ho lavorato in una enoteca anni, avendo questi problemi qua :)
RispondiTERROIR
circa 14 anni fa - LinkIo ci aggiungerei il "cliente guidologo", quello che sa tutti i punteggi,bicchieri e grappoli di tutti i vini ed al quale non venderai mai un grande vino semisconosciuto e che è talmente "catechizzato" dalla guida che ad esempio vuole assolutamente l'annata apparsa sulla guida (vengon valutate in anticipo ma dopo poco l'uscita di una guida spesso viene messa in commercio l'annata successiva) perchè aveva ottenuto il famigerato punteggio massimo. Il cugino del "guidologo" è "L'espertone" ,il tuttologo...che ti chiede persino quanti grammi litro di acido tartarico contenga un tal vino o se il tal bianco ha effettuato "la malolattica" ...spesso occupa ore del tuo tempo per uscire con un vino da 7 euro sotto braccio...
RispondiTERROIR
circa 14 anni fa - Linkc'è anche il mitico "finto esperto storpiatore"...colui che frequenta amici "che se ne intendono" (cugino di "quello che non si fida" da te citato) e che entra spavaldo in enoteca : "un bevuto da un amico un vino buonissimo...mi sembra si chiamasse ******, ne avete? e se ne sentono di tutte...da "uno Scansino di Morellano" (sentito con i miei orecchi) al più gettonato "STRAMINER" fino alle peggiori gaffe geografiche tanto da vederli scrutare per ore gli scaffali (perchè lo vogliono trovare da soli per far vedere che "sanno dove trovarlo") ma dopo un pò gli chiedi cosa stia cercando e gli spieghi che di Cerasuolo di Vittoria nello scafgfale dell'alto adige non ne troverà neanche una bottiglia...
RispondiFiorenzo Sartore
circa 14 anni fa - Linkverissimo, "stramìner" e' un flagello nemmeno tanto raro. per me la palma del vincitore va a quel cliente che pensava che il "chianti colli senesi" fosse prodotto in liguria: nel dialetto locale "zeneizi" (che si pronuncia quasi come "senesi") significa "genovesi". chianti dei colli genovesi. mito insuperato.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - LinkFortunatamente ho una clientela che dificilmente incappa in sfondoni terribili. Inoltre devo anche dire che molti dei casi da te citati, tutto sommato, dopo qualche anno fanno tenerezza. Confermo lo "straminer" e rilancio con un cliente imbarazzatissimo che mi prese da parte e mi sussurrò, rosso in viso, che desiderava "quel vino rosso che bevono le prostitute" ("nero di Troia")
RispondiGiovanni Montecchi
circa 14 anni fa - LinkChe ridere, caro collega, un ridere anche un po' amaro, pensando a quelli che entrano in enoteca e che vogliono esattamente quel vino, di quel produttore e di quell'annata, altrimenti niente, anche se tu gli spieghi che in italia ci sono decine di migliaia di produttori che producono centinaia di migliaia di tipologie diverse, che è impossibile avere tutto, ma che se assaggia questo, che proviene dalla stessa zona, che fa lo stesso trattamento..... no, no, grazie.... arrivederci...
RispondiGiovanni Montecchi
circa 14 anni fa - Linke tanto per rincalzare la dose a me è stato chiesto, in periodo natalizio, lo spumante Berluschi...
RispondiLuca Amodeo
circa 14 anni fa - LinkPost eccellente, Fiorenzo! Quanto al punto 2, persino io mi son trovato qualche volta dall'altra parte del telefono... ed è tutto dire!
RispondiWine Bar Marmo
circa 14 anni fa - LinkGrande Fiorenzo. Lo Straminer è il vino più venduto a bicchiere e credo che nessuno mai lo abbia pronunciato correttamente. Ma ricordo un collega che ha lavorato nel bar per circa 2 anni che era intenzionato ad aprire un negozio che avrebbe venduto solo scatole di legno vuote. Avevamo una richiesta (ovviamente si supponeva regalate)che era maggiore a quella del contenuto!!!!
RispondiFabio Cagnetti
circa 14 anni fa - LinkNon è un mistero che i falegnami se la passino bene. Anche perché è un mestiere che non vuole più fare nessuno, per cui quelli che ci sono si spartiscono ampie fette di clientela.
RispondiAndrea Gori
circa 14 anni fa - Linkchiedete a quello che ha appena finito di fare le scatole di legno per Pinchiorri, credo ne abbia ordinate qualcosa come 1500 da bottiglia singola!!!
RispondiRoberto Colombo
circa 14 anni fa - Link..beh.. la cosa non mi meraviglia.. poi ordinate da pinchiorri
RispondiBoccadirosa
circa 14 anni fa - LinkAl bar (e sottolineo BAR) gran confusione tra: Negroamaro, Montenegro, Nero d'Avola e amaro del capo: Negroamaro d'Avola Montenegro del capo Negrod'Avola e Negroamaro del capo Se poi inserisci il concetto di Pinot Nero vanno nel pallone. A chi si sperimenta nella pronuncia esatta di Gewurztraminer bisogna portare acqua e zucchero e se si è fortunati chiederanno solo Muggiti, Capriosche, Tachipirigne, Vodka sur (pronunciato così), shoRtini vari ecc. Che vita la nostra...
Rispondifabrizio pagliardi
circa 14 anni fa - LinkCliente: "un bicchier di Muller turgò" io: "non c'è guardi i vini in mescita sono questi scritti sulla prima pagina" cliente: "Allora un Traminer" io: "non c'è guardi i vini in mescita sono questi qui" cliente: "un sauvignon????" io: "le do tempo di leggere e torno magari eh??"
RispondiMAurizio
circa 14 anni fa - LinkOddio, ragazzi. Non dimenticate che voi ai clienti date da bere, ma loro vi danno da mangiare .... Mi sembra che nel post stia passando la linea spocchioso-superba sul dileggio del cliente "ignorante" che chiede il "Romano di Tufo". Ma se "l'enotecaro" non serve anche a fare "educazione", meglio fare spesa alla Metro ......
Rispondifabrizio pagliardi
circa 14 anni fa - LinkPerdonami ma una persona che chiede per tre volte un vino che non è nella lista di mescita che gli metti davanti agli occhi non ha bisogno di educazione ma di un bel caffè forte, il signore era ubriaco pisto pensavo fosse chiaro.
RispondiMAurizio
circa 14 anni fa - LinkChe fosse ubriaco non mi sembrava palese dal dialogo riportato. Comunque, peggio ancora. Si passa dal "dileggio" del cliente ignorante a quello del cliente "incapacitato".
RispondiNelle Nuvole
circa 14 anni fa - Link"Brunello bianco" e "Barolo della Svizzera" sono i miei migliori. Però mi irritano anche i Bartender trendy che se gli chiedi quali etichette di Prosecco serve, ti propina un Franciacorta o un classico qualsiasi, tanto si tratta sempre di bollicine...
RispondiTERROIR
circa 14 anni fa - Linka me hanno chiesto barolo di montalcino...e un chianti bianco...
RispondiFabrizio pagliardi
circa 14 anni fa - LinkOk pensala come ti pare
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - LinkL'argomento in se non mi interessava molto: ognuno è libero di sbagliare anche se talvolte lo strafalcione stappa un sorriso di tenerezza. Ho appena visto un servizio al TG1 dove la relazione 2010 presentata al Parlamento spiega che il consumo di droghe è diminuito del 41% ma l'alcolismo è cresciuto del 25%. Tirando le somme la possibilità di "uscire dizucca" a prezzo inferiore determina lo spostamento dello sballo verso il consumo di alcoolici. Rileggendo tutti i vostri post in questa ottica (il mio compreso) credo che divenga sempre più necessario da parte di ognuno di noi operatori al settore la capacità di educare il cliente. Dire "straminer" non è semplicemente storipiare un nome ma dimostrare di non avere idea di cosa quel tipo di vino significa in termini culturali, storici e antropologici. Certo, non si può fare sempre lo "spiegone" ma non si può nemmeno ignorare che chi chiede 'sto benedetto "straminer" sta dicendo inconsciamente "dammi un vino bello profumato, fresco, che scende giù bene e che è facile da bere anche per un profano così bevo e divento allegro". non mi piace apparire un censore però attenzione che il limite verso l'imbarbarimento è molto vicino.... e potremmo farne le spese proprio noi operatori
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 14 anni fa - LinkCaro Fiorenzo, appena ho un po' di tempo ti racconto le altre 45 (almeno) che mi ricordo essermi capitate negli ultimi otto anni... Bel post, complimenti!
RispondiBISNIE
circa 10 anni fa - Linkè per questo che ho iniziato a comprare on-line, credo di aver infranto tutti e 5 i divieti, sovente anche in contemporanea. Quando ho iniziato a percepire vero livore, avevo due scelte; disinnamorarmi del vino o iniziare a interfacciarmi con un monitor anzichè con l'enotecaro. Option 1: win saluti agli eno-snob schifa-clienti che chiuderanno presto i battenti
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