L’alcol come droga: io mi faccio di Sassicaia

di Fiorenzo Sartore

Su L’espresso della scorsa settimana un articolo presenta “Mosaico Italia. Lo stato del Paese agli inizi del XXI secolo”: un trattato di sociologia. A margine, per introdurre meglio l’argomento, elenca alcuni aspetti (“tessere significative”) che danno il quadro d’insieme; tra questi, il rapporto tra italiani e droghe. Inizia subito dicendo che “Il consumo di droghe è diffuso, eterogeneo, e coinvolge milioni di persone. Il 70 per cento degli italiani beve alcolici”. Prego? Arieccoci. Ogni enofilo che si rispetti è abbastanza abituato (ma non ancora del tutto rassegnato) all’equazione “alcol-uguale-droga”. Per quanto possiamo sforzarci di elaborare funamboliche narrazioni letterarie, sfornando descrittori olfattivi degni di poeti provenzali, finiamo sempre per essere ricacciati tra i tossici. Come si dice? Resistere è futile, se pure i sociologi non riescono a fare distinzioni. Se può consolare, l’articolo prosegue a descrivere i “tossicodipendenti” dicendo che “Il 33,5 per cento consuma farmaci antidepressivi, il 25,6 consuma regolarmente tabacco”: gli incolpevoli depressi (e gli innocui tabagisti) sono ugualmente compresi nello stesso girone. Bisogna arrivare alla fine dell’articolo per elencare quel 32 per cento che, almeno una volta nella vita, “ha assunto cannabis”. Tutti amorevolmente riuniti in un capoverso che s’intitola laconicamente “Le droghe”.

Altro giro. Tom Wark è un wine blogger americano, attento osservatore del mercato e, in generale, degli aspetti commerciali legati alla bevanda odorosa. Giorni fa intitola un post “Booze Dollars VS. Dope Dollars” (liberamente: “i soldi del beone VS. i soldi del tossico”) dove si narra della Proposition 19, la legge che vorrebbe legalizzare la marijuana in California dal 2011 (è già legale, per scopi terapeutici, dal 1996). In breve, Wark intravede un pericoloso concorrente per i venditori di alcolici: l’erba. E questo perché Tom Wark ha ben chiaro che certo booze (termine traducibile con “alcolici”, ma con accezione abbastanza dispregiativa) è equiparabile ad una qualsiasi sostanza psicotropa. E infatti, indovina chi è fieramente contrario a questa legge? i California Beer & Beverage Distributors, che temono solo un nuovo pericoloso concorrente.

Morale finale di tutta la favoletta. Dobbiamo arrenderci al fatto che si associ l’alcol alla droga? Forse, ma almeno prendiamoci una bella rivincita con i nostri fieri distinguo: qui non si parla vagamente di Beer & Beverage, qui si coltiva (legalmente) l’alta enofilia; scusate, ma c’è una bella differenza. A partire dal background cultural-educativo che sta dietro al vino, per finire col fatto che il vino di qualità si presta malissimo ad essere descritto come una droga qualsiasi. Wark sottolinea che “beer and spirits have more to fear from Marijuana’s legalization than wine does”. Anche per questioni finanziarie, nessuno si fa di Sassicaia. E per riprendere un fulminante commento a Fermentation, dubito che i wine blogger debbano temere la futura concorrenza dei pot blogger.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

10 Commenti

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Tommaso Farina

circa 14 anni fa - Link

Sarebbe contento quello là, come si chiamava? Ah: Ferrero, ex ministro, ex parlamentare, ex un sacco di cose. Insomma, ex e basta.

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kenray

circa 14 anni fa - Link

ma la fiera dei coglionazzi è sempre aperta? prima mr. fettuccina "i'm here" poi questo qua. d altronde il proibizionismo l'hanno inventato loro. non mi stupisco più di nulla comunque sia chiaro. io non mi "farò" di lambrusco.

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La linea dell'inutile (Mauro)

circa 14 anni fa - Link

ne ho discusso animatamente con un'amica, il cui livello intellettuale stimo ... niente da fare: l'alcool e' una droga ed e' dannoso ...

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La linea dell'inutile (Mauro)

circa 14 anni fa - Link

ehm ... dimenticato: e' psicologa

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

l'argomento è davvero spinoso, e ringrazio intravino per averlo trattato. Inutile negare che l'assunzione di alcool senza una adeguata cautela porti a forme di dipoendenza destinate a sfociare in fughe dalla realtà sensoriale decisamente definibile come "dipendenza". Proprio per questo tento di avvicinarmi al problema in modo "laico". Lentamente stiamo assumendo abitudini di carattere anglosassone, per cui il vino diviene un bene voluttuario; quante volte capita di bere un bicchiere (uno solo??????) chiacchierando in compagnia? La nostra tradizione ci insegna altro: considerare il vino come alimento parte di una dieta tra le più sane del mondo. Credo che la chiave di volta sia nel riappropriarci di questo aspetto, tornando a bere il vino in misura morigerata abbinandolo correttamente alle pietanze che mangiamo, reintegrando questo alimento nel contesto in cui naturalmente si colloca. Perdendo questo aspetto perdiamo la nostra identità, perdiamo il senso del vino, perdiamol a nostra serena indipendenza e diveniamo dei drogati di vino

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Tutto quello che provoca una dipendenza e' una droga, anche la cioccolata. Non parliamo poi del sesso, ehm... Allora che si fa, per legge niente rimbalzi a letto o dietro i portoni e niente Ferrero Roches dopo per riprendersi? Scusate, abbiate pazienza, mi sono appena fatta una pera di Sancerre che non e' un gran che ma questo passa il pusher locale. Prima di essere denunciata per mancanza di politically correctness, specifico che nella mia lunga vita ho avuto a che fare, purtroppo molto da vicino, con persone dipendenti sia da stupefacenti che da alcool, ma questo non mi ha fatto smettere di bere un paio di bicchieri al giorno o di fumarmi un paio di sigarette la sera per rilassarmi. C'e' una bella differenza fra un alcolizzato che si beve pure l'aceto e chi considera, come dice giustamente Francesco Fabbretti, il vino una parte della propria dieta e, aggiungerei, anche un modo di amare la vita nella sua espressione di rapporto uomo-natura. Purtroppo il problema del binge-drinking, cioe' del bere come condizione indispensabile per divertirsi nei giovani e' molto diffuso. Per lo piu' bevono puttanate costose che nulla hanno a che vedere con il vino, e neanche con un buon cognac, porto, whisky, ecc. C'e' un'altra dipendenza pericolosa, quella da articoli rozzi, voyeristici e superficiali, fintamente moralistici o allarmistici, scritti su giornali zeppi di pubblicita' ammicante esattamente opposta ai messaggi etici che gli stessi giornali dicono di appoggiare.

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kenray

circa 14 anni fa - Link

quoto sul sesso, e sul resto. assumetela ad intravino questa donna. ha dei numeri

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carolina di lorenzo gatti

circa 14 anni fa - Link

nelle nuvole mi ha fregato la risposta. io sono drogata: di vino, di cibo, di vita. mettetemi in comunità, oppure laciatemi vivere e basta.

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AlcolGym

circa 12 anni fa - Link

Se è vero che l’alcol assunto in dosi eccessive arreca danni psicofisici enormi, è altrettanto corretto che pochi bicchieri di vino al giorno aiutano a vivere meglio, donando all’organismo sali minerali e sostanze utili come i flavonoidi. La filosofia di vita AlcolGym è tenersi in forma raggiungendo un fisico atletico e allo stesso tempo divertirsi e far capire che possono coesistere i piaceri della vita con la cura del corpo, ed è in base alle nostre capacità di riuscire a raggiungere quest’equilibrio. La sostanza è... bevi senza esagerare. Ma bevi! Tratto da www.alcolgym.com

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