Zonin Vs Intravino | Il meglio dei blog è nei commenti

di Antonio Tomacelli

Immagine-63Ok Francesco, la querelle fra Intravino e My Feudo si chiude qui, almeno per il momento. Non potrebbe essere altrimenti visto che hai pubblicamente dichiarato che segui i nostri consigli e certe cose su di noi hanno un certo effetto. Riassumo in due righe per chi si fosse perso la vicenda. Zonin lancia l’iniziativa My Feudo per condividere con blogger e giornalisti la nascita di un vino. Noi su Intravino solleviamo qualche dubbio sulla correttezza dell’iniziativa e si scatena la bagarre finchè Francesco Zonin non interviene per chiarire e lo fa con stile e semplicità. Seguendo il nostro consiglio posta il suo intervento anche sul blog aziendale My Feudo e lo stesso facciamo noi, riportandolo qui sotto. Si è vero, il meglio dei blog è nei commenti, ma tutto questo Cernilli non lo sa…

Ecco il commento a Intravino di Francesco Zonin pubblicato su My Feudo:

“[…] Faccio una premessa innanzitutto per “quantificare” l’impatto commerciale di Myfeudo e fugare eventuali dubbi: parliamo di 6000 bottiglie in un’azienda che conta 160 ettari a vigna… Pochine per determinare le sorti della nostra tenuta. Seconda premessa per chiarire: il vino si sta già affinando in bottiglia (quindi l’eventuale flop sarà colpa nostra), ed è proprio da questo spunto che è nata l’idea Myfeudo.

Piccolo riassunto di come nasce l’idea (non siamo così furbi come credete). L’ho detto spesso, ho la fortuna di lavorare in un’azienda nella quale è difficile stufarsi (stancarsi sì, stufarsi mai!) perché ogni giorno c’è sempre qualche novità, che venga dal Friuli, dalla Maremma o dalla Sicilia. Uno dei momenti più interessanti, anche dal punto di vista commerciale, sono le riunioni in sala degustazione (2 o 3 al mese) in cui degustiamo, alla cieca, di tutto: vini nostri e della concorrenza nazionale ed internazionale in ogni posizionamento del mercato. Per noi è fondamentale, perché il mercato va conosciuto nella sua interezza, clienti e produttori. In queste riunioni ogni tanto il tema è “il taglio definitivo” durante le quali la direzione tecnica propone a noi “commerciali” (la cadenza è un po’ dispregiativa…) i 4/5 tagli per cominciare la discussione e scegliere poi quello finale. Di solito i partecipanti sono 4/5 enologi, 4/5 commerciali tra Italia ed Estero, io e mio fratello Domenico che si occupa di produzione.

Da qui l’idea: perché non aprire questa tavola rotonda anche ad altri? Lo abbiamo sempre fatto, ma quasi per sbaglio tirando dentro in sala degustazione il primo agente o cliente che passava per i nostri corridoi. Ma poi nessun feedback, nessun follow up, nessuna continuità tra un anno e l’altro. Gli impedimenti per questo tipo di operazioni erano sostanzialmente due: uno mentale del produttore, uno logistico/pratico. Difficile mettere insieme 15 persone rappresentative, da tutta Italia, e costoso poter tener traccia dei commenti di tutti. Beh, Internet ci da la possibilità di abbattere il secondo impedimento. Per il primo basta che il produttore faccia un passo indietro e investa “nell’ascolto”. È vero che degustare da delle bottiglie spedite non è lo stesso che farlo in cantina, penseremo a come colmare anche questo gap. Intanto ci sembrava un buon primo passo. E se le bottiglie spedite non bastassero a farvi un’opinione ve ne mandiamo un’altra cassa, eh…

Tutto qui, né più né meno. Il risultato di Myfeudo 2010 spero sia quello di dare indicazioni molto precise alla direzione tecnica per il futuro di questo vino in particolare e per l’evoluzione del gusto dei consumatori in generale. Come già detto prima, in commercio andrà il vino già deciso da Franco Giacosa e Antonio Cufari (anche perché al massimo avremmo accontentato un solo consumatore, il vincitore… mercato troppo piccolo!), ma la discussione dovrà gettare le basi per il miglioramento qualitativo di questo vino che passerà necessariamente attraverso il lavoro in vigna. Sarà un processo lungo, perché le variazioni si fanno di anno in anno, di vendemmia in vendemmia, ma mi piace l’idea che la direzione tecnica possa confrontarsi, anche a muso duro, con i consumatori. Noi produttori siamo troppo barricati dietro i cancelli delle nostre aziende. Quest’anno lanciamo l’annata 2007, per il taglio 2008 mi piacerebbe ci fossero già indicazioni chiare da condividere con gli enologi e da questo Vinitaly alcune indicazioni da dare in vigna per la vendemmia 2010. Vedete quanto lunghi sono i tempi, per questo più precisi e puntuali siamo (e più commenti avremo, nel bene e nel male), prima si potrà riscontrare nel bicchiere quanto discuteremo dentro le 4 mura delle nostre e vostre degustazioni.

E’ difficile per un produttore spiegare le dinamiche proprie dell’azienda, spesso l’imprenditore stesso impiega anni per comprenderle. Non voglio tediare nessuno con le nostre dinamiche ma sono fermamente ed assolutamente convinto di una cosa: più i nostri enologi parlano con i consumatori, più ne guadagna la qualità dei vini! Sta a noi creare queste opportunità di dialogo, e prima avvengono gli incontri all’interno del “ciclo di vita” di un vino, più credo ne beneficeremo in termini di indicazioni chiave. Da qui Myfeudo.

Ovvio che posso anche sbagliarmi e potrebbe scaturirne il caos, ma come dicevo prima ho la fortuna di lavorare in un’azienda magnifica che mi ha messo a disposizione 6000 bottiglie di un cru per questo test. Se sbaglio il danno sarà limitato. Quindi, perché non rischiare? Perché non provarci? Perché non fare il passo oltre? Credo faccia parte dell’anima dell’imprenditore.

Mi sono dilungato forse troppo e spero di non aver annoiato nessuno. A ciascuno di voi le proprie considerazioni, sarò qui a leggerle ed apprezzarle tutte, se non altro per il tempo che vorrete dedicare loro”.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Perlomeno, il Vinitaly sarà per loro meno noioso del solito!!

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