Voglio un vino fatto come si deve

Voglio un vino fatto come si deve

di Gianluca Rossetti

Fanculo voi, il brett, la macerazione. E pure l’uccello femmina dal collo lungo, il tea, la resina, il solvente. Per non dire della stalla, di afrori altri e delle riduzioni tutte. Dio vi ha dato cinque sensi, perché non li usate? Fanculo le etichette finto minimal, cucite col cotone del Nilo, e quelle stampate con le zinne di fuori e pure le simil gangster o le finto dark. Ma che problemi avete? E i proclami in retroetichetta che vi fanno sentire JFK a Berlino quando invece disquisite del nulla spacciandolo per qualcosa. JFK è morto, e pure voi non ve la passate bene. Fanculo la natura, l’ambiente, la salute del consumatore, sbandierata tra un convegno e un apericena mentre gli propinate, dall’alto di una camicia a scacchi (per quanto di pregevole fattura) un bel 12, 14% alcol.

Ma levatevi dai piedi, sepolcri imbiancati!

Io torno da lavoro sfatto come una merda e voglio un vino come lo voleva mio nonno, pure lui sfatto a dovere dopo aver girato col calesse mezza provincia in 15 ore. Chiamatelo sincero, artigiano, onesto o sbirulino. Non importa. Ma che sia non dico buono, quello no: potabile almeno. Potabile. Una soluzione idroalcolica pericolosa ma che si faccia bere. Perché il vero problema di tanti vini quotidiani, oggi, è che o non sanno di niente oppure, semplicemente, fanno pena.

(Thinking of E. Norton)

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Gianluca Rossetti

Nato in Germania da papà leccese e mamma nissena. Vissuto tra Nord Reno westfalia, Galatina (Le) e Siena dove ho fatto finta di studiare legge per un lustro buono, ostinandomi senza motivo a passare esami con profitto. Intorno ai venti ho deciso di smettere. Sai com'è, alla fine si cresce. Sommelier Ais dal 2012, scrivo abbastanza regolarmente sul sito di Ais Sardegna. Sardegna dove vivo e lavoro da diciotto anni. Sono impiegato nella PA. Tralascerei i dettagli. Poi la musica. Più che suonare maltratto le mie numerose chitarre. E amo senza riserve rock prog blues jazz pur non venendo ricambiato. Dimenticavo, ho un sacco di amici importanti ma non mi si filano di pezza.

31 Commenti

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Eugenio Amato

circa 4 anni fa - Link

Un sacco di "fanculo" per esprimere il concetto contenuto nell'ultima frase: "il vero problema di tanti vini quotidiani, oggi, è che o non sanno di niente oppure, semplicemente, fanno pena." Mah. E. Norton (immagino sia l'attore), tra l'altro tra i miei preferiti, a che titolo parla di vino? Oltre al suo talento nel cinema non sapevo fosse anche un grande degustatore. E' così? Ma soprattutto... giuro, senza polemica, ... qual'è il senso di questo articolo? Mi sfugge. PS. Nel caso non sia l'attore, qualcuno mi può ampliare le mie conoscenze? Grazie.

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Capex

circa 4 anni fa - Link

Trattasi dell'attore, brano ispirato al suo monologo ne La 25esima Ora di cui è il protagonista. Monologo nel tipico stile di Spike Lee, il regista. Se non l'avete visto rimediate, magari sorseggiando un buon vino. Grandissimo film.

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David De Ranieri

circa 4 anni fa - Link

Il gusto è un'opinione e scrivere è libertà. Detto ciò, vorrei capire il valore giornalistico dell'intervento. Amo l'ironia, ma fine a se stessa è come il sale: serve quasi dappertutto, ma da solo è inutile. Se danno legittimamente fastidio le mode e la componente stereotipata del Movimento dei Vini Naturali, d'accordo: ma scriverne così a 360° è privo di stimoli e prospettive.

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marco

circa 4 anni fa - Link

Standing ovation

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Vini Artigianali

circa 4 anni fa - Link

No, io non mi alzo in piedi. E nemmeno applaudo. Questa volta no.

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Olivia Huberman

circa 4 anni fa - Link

scritto probabilmente dal nonno al rientro esausto dopo 15 ore di carretto.

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Lanegano

circa 4 anni fa - Link

Sembra scritto dal ghost writer di Salvini. Voto 4.

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Vinogodi

circa 4 anni fa - Link

...letto tutto in attesa del nesso... ...stava partendo un" fanculo" ma poi mi sono ricordato dei mesi e mesi in " moderazione" per molto meno e ho desistito...

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Stefano

circa 4 anni fa - Link

Non mi ero accorto che durante la mia assenza l'Italia fosse diventata una dittatura dove gli italiani sono costretti a bere vini naturali

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vanni

circa 4 anni fa - Link

magari nessuna dittatura ma di porcherie chiamate vino l Italia be è piena dai prosecco in giù.. magari del buon senso.. perché poi i problemi dei troppi solfiti e lacchè vari si fanno sentire nel tempo...

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Gabriele

circa 4 anni fa - Link

Ahahah che articolo inutile! L’unica cosa intelligente che hai fatto....è stato pubblicizzare la mia distribuzione di vini naturali! POTABILE

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ANDREA

circa 4 anni fa - Link

Mi spiace molto per l'autore dell'articolo che beve così male: forse non sa cosa acquistare e segue il marketing! Le etichette e retroetichette di cui parla io non le vedo mai, eppure nel settore ci lavoro. Io però bevo spesso molto bene, scegliendo anche (ma non solo) vini da agricoltura biologica e biodinamica perché in mezzo ai vigneti vorrei poterci stare anche in periodo di trattamenti e perché un grande vino nasce in vigneto. Non mi piacciono tanto gli orange, ma un po' di macerazione sui grandi bianchi offre complessità e lunghezza, oltre che longevità. Grandi rossi ci sono ovunque, basta trovarli. E poi? Quale sarebbe il problema di un 12 o 14% di alcol? Le ultime due annate calde ci hanno offerto, in collina, anche pinot grigi a 14% di alcol, mantenendo acidità elevate e freschezza, a 80 qli per ettaro. Certo che produrre il pianura 200 qli per ettaro vendemmiando uva verde per non rischiare perdite di quantità porta a 11,5%, però dove sta la qualità? Un po' meno "fanculismi" e un po' più di conoscenza non guasterebbe.

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Giorgio

circa 4 anni fa - Link

🤙

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Franco

circa 4 anni fa - Link

davvero un po' di macerazione sui grandi bianchi offre complessità, lunghezza e non pittosto omologazione? grazie

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Daniele

circa 4 anni fa - Link

Scusate, ma è o non è un blog sul vino? E parlatene, cacchio, è così difficile? Altro post inutile, come quello di un paio di settimane fa. Sig. Rossetti, le piacciono tanto gli states, si trasferisca e parli di vino in questo modo agli americani, loro si che ne capiscono, e magari la capiscono. Prenda il calesse e in compagnia di JFK si levi dalle scatole.

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daniele cernilli

circa 4 anni fa - Link

Sono un Daniele diverso e condivido quello che ha scritto Rossetti.

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Davide Bruni

circa 4 anni fa - Link

Eh ... Quando è sete è sete, diamine! L'altra volta un post troppo dispersivo ... Ora uno semplicemente asciutto. E "col suto va ben anca la tempesta!" (dal veneto : "con la siccità va bene anche la grandine!). Però mi piace se scrive così, signor Rossetti. Un po' Corona, un po' Bukowski ... Tanto per restare in tema di gole asciutte ... 😼

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Luca

circa 4 anni fa - Link

Apprezzabile ricalibratura del monologo di E.Norton nel bellissimo La 25ma ora...off topic o no?

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claudia

circa 4 anni fa - Link

Quindi un vino fatto come si deve, come deve essere?

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Marco Prato – il Fummelier®

circa 4 anni fa - Link

Secondo me, mio gusto ed opinione, e liberamente interpretando lo spirito dell’autore dell’articolo e del protagonista del monologo del film, è che non abbia tutte queste caratteristiche che fino a poco tempo fa sarebbero state considerate degli errori, ad essere gentili, delle schifezze ad essere più schietti. Ognuno di noi, autori di blog sul vino compresi, ha i suoi gusti e le proprie idiosincrasie, nonché - saltuariamente - i “5 minuti” in cui magari gradisce sfogarsi...e affermare di non gradire nel vino sentori di sudore, topo morto (la mitica mousiness), calzino usato e quant’altro stimoli i recettori nasali e le papille gustative con effetti che una volta avrebbero provocato il lancio della bottiglia a cercare di centrare in fronte chi ce l’aveva servita. Forse, un vino “fatto come si deve” è quello che “parla” di frutti rossi-esotici-secchi, di leggere sapidità, di moderate acidità, di piacevoli tannini e dolcezze non invadenti o piacione...non di pelo di cani bagnati, topi morti o calzini da tennis usati e lasciati due mesi nella borsa del tennis [citaz.]. Forse.

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Gianni Maggi

circa 4 anni fa - Link

Da piccolo produttore bio (“bonsai” come mi definisco) da 25 anni, mi piacerebbe invitarti a degustare qualcuno dei nostri vini di montagna nei quali potrai forse ritrovare qualche nota diversa dal “mainstream”. Le gradazioni ti stupiranno per essere prodotti in ambiente montano, basta dirti che il nostro rosè “Baciami Sùbito” ha 14,5% di gradazione! Fammi sapere, la nostra mini azienda di chiama “Occitania” e puoi vederla su fb alla pagina “Occitania Valsusa”. A presto!

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Luciano Gatta

circa 4 anni fa - Link

Solo una considerazione personale, un uso di vocaboli un po' più consoni ed educati no?

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Af

circa 4 anni fa - Link

Curiosa la non-linea editoriale di Intravino. Dall'osannazione degli aceti al fancul* ai macerati brettati. Ve se po legge sempre meno.

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Mauro

circa 4 anni fa - Link

Non avrei soluto esprimere meglio il letame che producono oggi, sembrano tanti Archimede alla scoperta del nulla per fare la cosa più semplice di questo mondo.

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Sisto

circa 4 anni fa - Link

Forse non centra nulla ma quando leggo articoli del genere mi viene in mente che un'enorme frazione del vino prodotto e venduto in Italia lo fanno 3 aziende: Cantine Riunite/Civ, Gruppo Italiano Vini, Caviro. Magari qualcuno che legge Intravino non lo sa perché forse pensa che il vino italiano sia Gaja o Masseto o probabilmente perché su Intravino non si pubblicano (quasi?) mai recensioni sulle decine di prodotti di queste 3 aziende. Bene: i milioni di persone che bevono con soddisfazione questo vino pensano (non a torto, fino a prova contraria oggettivata e validata) di bere vino fatto come si deve.

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Franco

circa 4 anni fa - Link

Date un uomo a questa medaglia!

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Gabriele Succi

circa 4 anni fa - Link

Ma scusate, perchè tutti incazzati? Perchè sta levata di scudi? Pare che il vino naturale sia intoccabile come Unus, ma in sostanza non è quello che già aveva detto Maule? ( https://www.repubblica.it/sapori/2016/12/29/news/dibattito_vini_naturali_angiolino_maule-155011734/ ) Se un vino naturale (così come quelli convenzionali) è tristo, perchè non dirlo? E attenzione eh, è vero che il gusto è soggettivo, ma quando la maggioranza delle persone dice che un vino è difettato, ecco che la soggettività diventa oggettività.

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daniele cernilli

circa 4 anni fa - Link

Un appaluso

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silvio

circa 4 anni fa - Link

fantastico! e diciamole ste cose!! bravo Gianluca

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Aurora N

circa 4 anni fa - Link

Appunto. Se posso, aggiungerei che quando un vino presenta palesi difetti di vinificazione bisogna dirlo chiaramente e duramente. Mi viene semore da sorridere quando la puzzetta, la nota acetica, il residuo zuccherino ingombrante, vengono presentati come elementi che esaltano la personalita' di un vino, la sua naturalità. Una "personalità" che qualcuno fa pagare a caro prezzo sullo scaffale tra l'altro. Col piffero! Un difetto è un difetto.

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Sentenza

circa 4 anni fa - Link

Si chiama incapacità nel fare il proprio lavoro; oppure, a scelta, lavorare alla CDC.

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