Vittoria e la levità della Sicilia su Skype

Vittoria e la levità della Sicilia su Skype

di Andrea Gori

Vittoria ed Etna sono i gemelli diversi del vino siciliano. All’opposto per altitudine, clima, morfologia del suolo, epoca vendemmiale e panorami ma uniti da una sensazione di leggerezza mai scissa dalla forza, dalla sottile eleganza e trasparenze di frappato e nerello mascalese. Se sull’Etna ci siamo arrivati forse prima, a Vittoria non smettono di nascere aziende e vini degni di nota, frutto di consapevolezza recente e affinati ai mercati mondiali di oggi che, seguendo le orme di Giusto “COS” Occhipinti e Arianna Occhipinti si stanno affermando sulla scena.

Stefano Girelli mi raggiunge via mail e ci troviamo quindi su Skype a degustare i suoi vini a distanza ma uniti nell’assaggio, una modalità di lavoro nuova per le circostanze ma che fino ad ora nessuno aveva mai usato con costanza: elemento che fa riflettere e non poco. Per anni abbiamo ricevuto e spedito bottiglie lasciandole all’assaggio solitario ognuno per conto suo e qualche nota spizzicata rispedita per mail…molto più illuminante e costruttivo per produttore (spero) e per ma giornalista l’ascolto a distanza e l’assaggio in contemporanea dei prodotti con la possibilità di richiesta di chiarimenti su vinificazione, lieviti, modalità di raccolta e vendemmia.

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Non è come essere nella bellissima Vittoria, il suo mare mai troppo lontano, il suo entroterra assolato e i colori splendidi tutti spostati sul rosso e sui toni caldi in cui i vini spesso emergono luccicante e rinfrescanti. Stefano arriva qui dal Trentino nel 2001 e compra l’azienda nel 2016 dopo un importante tappa toscana a Villa Cafaggio i cui vini degli anni ’80 e ’90 regalano ancora emozioni e brividi quando si assaggiano. Qui in Sicilia trova entusiasmo e vitalità e l’approccio è bio e qualcosa oltre, il territorio lo consente e lo incoraggia costantemente.  Riscopre la vinificazione in anfora provenienti dall’Impruneta (fuoriterra per un maggior controllo della vinificazione). La gamma si divide in due, “Nostru” per i vini quotidiani freschi e immediati e la selezione di vini più importanti. A unire Vittoria con l’Etna il monovarietale a base nerello mascalese, giocato su immediatezza e acidità che sorprende per quanto il vitigno riesca anche in questo territorio a ripercorrere alcune caratteristiche etnee aromatiche eccetto ovviamente la sua complessità e sfumature tanniche.

Nostru carricante 2018: floreale e mineralità, nervoso, sapido con tocchi di dolcezza e piacevolezza agrumata, senape e tocchi di susine e albicocche, molto trentino e affilato ricorda anche note più nordiche stile riesling. 86

Nostru catarratto lucido 2018: no malolattica e molto sul fresco e sapidità. Note di noci, mandorla, amaretti, amarognolo e sapidità con tratti tropicali dolci, belli e intensi, vino rigoroso con sbandate neomelodiche bell. 88

Nostru nerello mascalese 2018: trasparente speziato e selvatico come sull’Etna ma con una nota sbarazzina che ricorda i migliori frappato. Sa di rosa, ribes rosso e tocco affumicato, finale di amarene e pepe divertente, sincero, diretto ma non banale. 87

Vanedda Bianco Terre Siciliane IGP  2018: dolce ricco e pienamente siciliano al naso con note tropicali, mandarino tardivo, mela cotogna. Sorso che riscopre sapidità mescolandola a note speziate ricche e candite con un risultato territoriale di ricchezza e freschezza insieme, bella l’impronta mediterranea con refoli balsamici di aneto e timo, chiude su sapidità. 90

Cerasuolo di Vittoria Classico Sabuci 2016: carrube, ribes nero e rosso, cangiante di cumino e pepe nero, amarena, susina, prugne e bacche selvatiche. Liquirizia, sontuosità e lunghezza, bocca ampia, fine e profonda, un gorgo di frutta che danza con la leggerezza inconsueta del frappato in anfora e le note più dolci e accomodanti di un nero d’avola pepato quanto mai. 92

Senia Nero d’Avola Cortese Terre Siciliane IGP 2016: note verdi di senape e sedano, erbaceo ma piacevolissimo, sontuoso ricco e balsamico. Bocca con tocchi astringenti ma equilibrio solido e ricchezza ben dosata. 88

Vini ben fatti, precisi forse anche troppo ma che scaldano il cuore in queste giornate e la dimensione skype che ne arricchisce l’esperienza rendendo in effetti l’assaggio molto più tridimensionale del solito. Confronto, critiche e approfondimenti online e in tempo reale faranno parte dell’eredità buona dei virus, anche qui sarà difficile tornare indietro ai campioni spediti senza riscontro diretto e telematico.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Giacomo

circa 4 anni fa - Link

Dopo aver scattato la foto arriva il rumeno a spostare il trattore.

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