Vinoir a Milano: fenomeni sincronici nel tempio dei vini naturali

Vinoir a Milano: fenomeni sincronici nel tempio dei vini naturali

di Graziano Nani

Valtellina, anni Ottanta: prove di Sincronicità. 
La prima volta che la Sincronicità mi ha sfiorato avevo meno di dieci anni, ero in alpeggio da mia nonna, aveva appena smesso di piovere ed era sbucato il sole. Impazzivo per l’odore della plastica bagnata del K-Way che si arrende ai raggi del sole. Chissà come, a 2.000 metri era proprio quell’aroma sintetico ad attirare la mia attenzione, forse perché in mezzo a tutta quella natura rappresentava qualcosa di diverso, o forse perché odiavo la pioggia e quello per me era il profumo del sole che tornava a vincere.

Sentirlo era già di per sé un fenomeno abbastanza raro e quel giorno la Sincronicità ci mise del suo con un’esaltante catena di eventi simultanei. Nello stesso istante: la radio gridò il gol della mia squadra, mamma e zia sbucarono dal sentiero con un cestino pieno di porcini e una trota saltava nel laghetto a pochi metri da me. Era chiaro, un misterioso ingranaggio si era mosso a mio favore per trasformare quel numero sul calendario in una giornata da incorniciare. Con eventi a ripetizione che, secondo Jung, “avvengono nello stesso tempo senza una relazione di causa-effetto, ma con una evidente comunanza di significato”.

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Da Vinoir mi è successo più di una volta. Senza chiedere niente Gianluca apre proprio la bottiglia di cui avevo voglia, Lifegate passa un pezzo di Neil Young e dalla porta entra quel distributore simpatico con cui mi faccio sempre un sacco di risate. Vinoir, a Milano, rappresenta un vero e proprio tempio dei vini naturali. Gianluca Ladu, insieme a Maddalena, ha tracciato la rotta già da un po’ di anni. Lungo la strada, a rappresentare ottimamente le nuove generazioni, sono poi entrati in squadra Alessandro e Mara, sorriso sempre stampato e maniche ben rimboccate. Ora, con la nuova apertura e la novità della cucina, ci sono pure diversi piatti per entrare in sincronia col tutto. Molto bene.

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Pan 2015, Andrea Spagnoli (70% Vermentino , 15% Trebbiano, 15% Albarola).
Gianluca fa gli onori di casa con Pan, macerato ligure prodotto dall’Azienda Agricola Spagnoli in biodinamica da piante di cinquant’anni. Lime e incenso, tannino che traccia la strada, erbe aromatiche. Ma a una certo punto, soprattutto, tanto tanto sale. E alla fine, in bocca, più mare che terra.

Vino del Poggio 2013, Andrea Cervini. (100% Malvasia).
Con i piatti in arrivo si alza tiro grazie a un maceratone maturo e dal tannino galoppante che trascorre tre mesi sulle bucce. Vino del Poggio è selvatico di bosco e mostra i muscoli prima di spandere profumi di incenso e potpourri. Il vitigno aromatico tesse le fondamenta di una personalità importante ma gioviale, come avere uno dei Pogues al tavolo. E alla fine, in bocca, più terra che mare.

Pappardelle, genovese di maiale, lodigiano.
Se, parlando di un primo, un valtellinese dice “ricco”, vuol dire che è veramente ricco (leggasi alla voce: Pizzoccheri). Terragne, succulente, ma comunque in qualche modo gentili, un amalgama straripante dal brioso sottofondo pepato.

Carpaccio di Palamita, cetriolo, coriandolo.
Pezzettoni di palamita cruda di una consistenza paradisiaca, più che semplice carpaccio, accompagnati da cetriolo croccante e adagiati su acqua dello stesso cetriolo, per una freschezza che è sia di mare che di orto. Ancora freschezza, più un tocco di dolcezza, dal pomodorino giallo, e un pizzico di brio dal coriandolo tritato. Piatto bomba.

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Polpo, zucchine, menta.
Polpo saltato sulla plancia e accompagnato da zucchine croccanti, crema di zucchine e menta. Caldo, intrigante, avvolgente, un rifugio di sapori morbidi dove appallottolarsi e godersi con calma il resto della serata.

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Aris 2015, Crotin. (100% Freisa).
Lieve, genuina, gioiosa, dopo i piatti chiudiamo la serata con la Freisa di Crotin. L’impatto è vegetale, seguito da una spolverata terrosa che apre la strada al frutto con sentori di ribes e lampone sottotraccia. Piacevole coma una stretta di mano sincera.

E così arriviamo a fine corsa distesi e rinfrancati. Anche il conto è rilassante. Moltiplicato per il numero di etichette proposte da Vinoir al quadrato e diviso per i milligrammi litro di solforosa mediamente addizionati, otteniamo esattamente la mia data di nascita.

Ah, la Sincronicità.

 

Vinoir
Ripa di porta ticinese 93/b
20143, Milano

orari
lun-sab 10.30-13 // 17.30-24
chiuso domenica e lunedì mattina

contatti
tel: 02 39811202
email: vinoir@vinoir.com

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Graziano Nani

Frank Zappa con il Brunello, Hulk Hogan con il Sassella: per lui tutto c’entra con tutto, infatti qualcuno lo chiama il Brezsny del vino. Divaga anche su Gutin.it, il suo blog. Sommelier AIS, lavora a Milano ma la sua terra è la Valtellina: i vini del cuore per lui sono lì.

1 Commento

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Gianluca

circa 7 anni fa - Link

Grazie mille Graziano per le belle, e divertentissime, parole! Ci lusinghi e ci dai carica anche per la nuova dimensione del progetto, con la nascita della cucina a supporto dei nostri vini. Una piccola correzione, se posso, sugli orari, che immagino avrai preso dalla nostra pagina web temporanea (sito nuovo in arrivo...). Ora, proprio per la novita' della cucina, chiudiamo alle 24! Grazie ancora, un caloroso abbraccio gl

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