Vino e burocrazia non vanno d’accordo. Sentite cosa è successo a Manduria
di Antonio TomacelliInquadriamo prima di tutto il luogo del delitto: Manduria, in provincia di Taranto, è famosa nel mondo per il suo vino, il primitivo di Manduria doc, appunto. Vogliamo dire che l’economia dei suoi 30.000 abitanti gira intorno alle vigne ad alberello? Diciamolo, senza dimenticare gli altri comuni compresi nella doc (Sava, Lizzano, ecc.), le decine di cantine e i milioni di bottiglie vendute. Insomma, Manduria, come poche altre, è la classica Città del Vino. O almeno lo era. Da qualche giorno la città non fa più parte dell’associazione nazionale per volontà del commissario prefettizio Aldo Lombardo, che ha deciso di risparmiare i tremila euro di iscrizione annuale perchè, a suo parere, “Non si sono registrati per il Comune di Manduria benefici diretti”.
Spiegare a un burocrate piovuto da Roma i benefici indiretti della partecipazione alle Città del vino è impresa ardua. Con quella quota i produttori manduriani acquisivano il diritto di partecipazione al concorso enologico “La Selezione del Sindaco” e varie facilitazioni per il Movimento Turismo del Vino. Non so poi quanto faccia in euro la sparizione da brochure e manifestazioni per la promozione ma sono sicuro che valgano un po’ più dei tremila euro risparmiati. La partecipazione all’associazione, dunque, non fa entrare un euro nelle casse casse comunali ma i benefici ricadono tutti sulle cantine e, di conseguenza, sul territorio. Il burocrate, in questi casi, fa 2+2 e taglia i contributi.
“Avessimo saputo della decisione li avremmo pagati con i soldi del G.A.L. o ci saremmo tassati noi produttori del consorzio di tutela, ma nessuno ci ha convocato e abbiamo appreso la notizia dalla stampa locale, quando ormai era troppo tardi”. A parlare è uno dei produttori storici del primitivo, Ernesto Soloperto, presidente del Gal Terre del Primitivo nonché vicepresidente del consorzio di tutela, e nelle sue parole c’è tutta l’amarezza per l’azzeramento del lavoro svolto in questi anni. “Il comune ci ha fatto uscire anche dalle Strade del vino”, ci dice.
Insomma, il lavoro di vent’anni è andato sprecato, ma in compenso il comune risparmia 3.000 euro. Non sembra anche a voi un fottuttisimo, grandioso risparmio?
15 Commenti
gianpaolo
circa 12 anni fa - LinkA parte il caso in questione, rimane il fatto che vi sono milioni di euro di denaro pubblico che vengono malamente impiegati, se non sprecati, nella promozione del vino da decine di enti che a vario titolo si occupano di vino. Io credo che se venisse fatto una specie di libro bianco sulle spese in promozione i risultati sarebbero soprprendenti, per l'ammontare e per gli sprechi. Le stesse risorse, se impiegate bene, sicuramente potrebbero rendere infinitamente di piu', ed e' un peccato.
RispondiStefano Menti
circa 12 anni fa - LinkDaccordo con Gianpaolo.
RispondiGian Paolo Gavioli
circa 12 anni fa - LinkUltradaccordo!
RispondiLuca
circa 12 anni fa - LinkNon condivido con quanto scritto nell'articolo. Credo che una soluzione del genere non possa danneggiare i produttori dell'areale del Primitivo di Manduria più di quanto facciano loro stessi o meglio parte di loro. Ad un occhio attento una delle risposte alle problematiche di promozione manduriane emerge dalle parole dell'articolo. Se a comandare e a ricoprire cariche istituzionali sono da vent'anni sempre le stesse facce che direttamente o indirettamente favoriscono esclusivamente le loro aziende, cosa ci aspettiamo di diverso? E poi ce la prendiamo con burocrati e politici.... Informatevi su quello che sta succedendo all'interno del Consorzio di Tutela ( ? ) e Promozione ( ? ) o all'interno del G.A.L. Finchè ci saranno soldi pubblici da utilizzare e sempre le solite facce note a gestirli, la situazione rimarrà pietosa. P.S. Per onor di cronaca gli abitanti di Manduria si chiamano manduriani e non manduriesi...
RispondiAntonio Tomacelli
circa 12 anni fa - LinkInformaci tu, altrimenti sembri soltanto uno che in malafede vuole screditare certe persone per tornaconto personale.
Rispondimichele biscardi
circa 12 anni fa - LinkPer certi versi do ragione al (manduriano) Luca. Certi Consorzi dovrebbero autodisciplinarsi. Per il taglio dei fondi per l'iscrizione a "Città del vino" sicuramente il burocrate, come è facile definirlo, ha agito con la "diligenza del buon padre di famiglia" mentre, sono certo, che nessuno dell'entourage, che è gente del luogo magari anche del settore, i vantaggi indiretti del far parte di un simile consesso.
RispondiMichele
circa 12 anni fa - LinkAnche io non sono d'accordo con l'articolo. È vero che il commissario avrebbe potuto informare preventivamente le cantine del territorio della propria decisione. Tuttavia le cantine non possono demandare ad un ente locale la promozione della propria attività o la partecipazione ad eventi che ritengono strategici. È come se una qualsiasi azienda lasciasse al proprio comune la decisione se partecipare o meno ad una fiera di settore.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 12 anni fa - LinkL'iscrizione materiale alle città del vino la possono fare solo i comuni, altrimenti non avrebbe senso chiamarla così. Ricordo a tutti che stiamo parlando di tremila euro all'anno per una città che sul vino ci vino: letteralmente.
RispondiIl chiaro
circa 12 anni fa - LinkTeste di quiz!!!
RispondiAndrea Pagliantini
circa 12 anni fa - LinkAvrebbe senso se quei tremila euro servissero a pagare le mense dei bambini dell'asilo o qualche servizio essenziale a qualche persona anziana o con problemi. Per un bilancio comunale tremila euro sono una cifra modesta e per un territorio che campa di vigna e di vino le cose da sfrondare probabilmente è bene siano diverse dalla quota di adesione a Città del vino. Basta che qualche impegato comunale spenga la luce quando non è in ufficio, non si abusi dell'aria condizionata e ci sia un uso parco delle macchine comuali che di eurini se ne risparmiano ben di più, senza togliere servizi alla cittadinanza.
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkQuoto
RispondiGianpaolo Paglia
circa 12 anni fa - Linkancora prendendo spunto da questo: vi sembra tanto sensato che esistano "citta del vino", "movimento del turismo del vino", "strade del vino", invece, che so, un unico strumento di promozione del territorio legato al vino? La domanda non e' retorica od oziosa, poiche' tutti i succitati prendono sicuramente dei contributi pubblici per fare, piu' o meno bene ma non entriamo qui nel merito, la stessa cosa.
RispondiManilo
circa 12 anni fa - Linke straquoto, ma sarebbe troppo bello per essere vero, se ognuno farebbe la sua parte, la Merkel non sarà più un problema
RispondiIl vino dell'Accademia (della crusca)
circa 12 anni fa - LinkE si. Se ognuno farebbe la sua parte...
Rispondiwalter
circa 12 anni fa - Linkcondivido con il se ognuno farebbe la su a parte....!!!!!!!!!!!!!!!! Non si può sentire!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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