Vino di cui è impossibile trovare qualsiasi informazione: il Rosso di Cascina Bandiera
di Jacopo CossaterQuesto post nasce da una delle situazioni più classiche possibili: qualche giorno fa ho assaggiato un vino che mi ha colpito e subito mi è venuta voglia di scriverne. Così come moltissime altre volte. Si tratta però di un caso un po’ particolare, che di quel rosso non so praticamente nulla. Proprio niente, ho solo sentito nominare la cantina un paio di volte negli ultimi anni senza essere mai riuscito a inquadrarla in alcun modo, se non geograficamente.
Mi rendo conto della stranezza della cosa, e me ne scuso. Invece di lasciar perdere e di rimandare la cosa a data da destinarsi ho pensato che per una volta sarebbe stato bello provare a capovolgere i canoni che ci portano a scrivere questo o quel post, di cose quindi che crediamo di conoscere, e affidarmi completamente a voi per eventuali integrazioni e maggiori informazioni.
Dei Colli Tortonesi sapevo, ci è però voluta una breve ricerca in rete per scoprire che Cascina Bandiera produce non solo il Pinot Nero che avevo nel bicchiere ma anche uno Chardonnay assai apprezzato, il “Sansebastiano”, nell’immagine di apertura. Sul web tuttavia le informazioni su questa piccola realtà di appena 1,4 ettari di San Sebastiano Curone (Alessandria) sono quanto mai rarefatte, e per esempio solo leggendo questo pezzo di Officine Enoiche mi è sembrato di capire lavorino in biodinamica anche la più classica delle varietà del territorio, il timorasso.
Andrea e Lina, provenendo da una pratica di agricoltura tradizionale, nel 1991 cercando un terreno dove sperimentare diverse coltivazioni, furono attratti dal territorio montano, rustico, un po’ selvaggio dei terreni di Cascina Bandiera . I terreni tra i 400 e 700 m, sono circondati da boschi di roverelle e castagni e godono di ottima esposizione, buona ventilazione, sensibili escursioni termiche giornaliere, tutte condizioni che favoriscono il lavoro e la conduzione con metodologia biodinamica delle coltivazioni di uva, mele e pere di vecchie varietà, noci, nocciole, erbe officinali. La scelta iniziale dell’impianto di vitigni internazionali (Chardonnay e Pinot nero) deriva dalla necessità di una maturazione precoce che, associata a una limitata produzione delle uve, garantisce il risultato di una naturale vinificazione artigianale con pochissime lavorazioni in cantina e senza aggiunta di solfiti. In seguito, una conoscenza più attenta del territorio e dei vignaioli del luogo ci ha condotti ad ampliare il vigneto con un vecchio vitigno autoctono (Timorasso) che, in terreni montani, riteniamo possa esprimere al meglio le sue caratteristiche più incisive.
Ma dicevo del Pinot Nero. Assaggiato alla cieca a Roma presso la sede di Porthos non credo sarei riuscito a individuarlo con facilità, gli appunti potevano forse lasciar trapelare qualche indizio ma insomma, da lì la strada era comunque lunga. Avevo scritto così:
Vino Rosso “Castelvero” 2013, Cascina Bandiera
Rubino acceso al centro e più sfumato sui bordi, subito sembra emergere un aspetto vagamente vegetale, linfatico, che prevale sugli altri profumi. È però un attimo, basta infatti aspettare pochi secondi per avvertire una parte più compatta di piccoli frutti rossi (more?) in un contesto di leggero sottobosco, se non autunnale almeno bagnato dalla pioggia. È saporito e ha ritmo, la trama tannica è appena accennata ma non per questo poco incisiva, sensazione affiancata da un’acidità che rinfresca e che invita al riassaggio. È però nel suo complesso ad apparire invitante, ha un’armonia dettata da una nobiltà lontana, rarefatta, che lo rende disteso e composto. Azzardo: leggiadro e attraente.
Dovessi immaginare un punteggio potrei girare di poco intorno ai 17/20. Si tratta però come dicevo di valutazione del tutto al buio, un’altra cosa di questo vino che ignoro è per esempio il prezzo (ci provo, in enoteca tra i 15 e i 20 euro). Voi che ne sapete più del sottoscritto che ne pensate? A me è sembrato rosso assai rilevante che meritava un post, a maggior ragione se prodotto a partire da una varietà così poco diffusa nella sua zona di origine e da una cantina le cui tracce in rete sono pressoché nulle.
Chiudo con una considerazione del tutto off-topic, o quasi. L’altra sera sono tornato sul Cuna 2014 di Podere Santa Felicita e su Twitter – provocazione – ho scritto si potrebbe forse trattare del più grande Pinot Nero italiano di sempre. Bum, magari ci sarà modo di parlarne ancora.
[immagine: ehm, in rete non abbiamo trovato niente e ci siamo dovuti arrangiare]
14 Commenti
Claudio
circa 7 anni fa - LinkE' buonissimo Jacopo. Concordo assolutamente. Anche a me ha colpito moltissimo. Per qualche informazione in piu' credo che bisognera' aspettare il Fivi a Roma a maggio. Sono una azienda sfuggente. Il Cuna 2014 è un capolavoro, no ?
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkEh, penso proprio di sì. Ottimo FIVI a Roma, ci si vede lì?
RispondiClaudio
circa 7 anni fa - Linksi si ci vediamo li o prima se fai un giro dalle parti di cerea, tc....
RispondiMatteo Gallello
circa 7 anni fa - LinkEhm... purtroppo non ci saranno a Roma. Sicuramente li troverai a Vinissage il 6 e 7 maggio ad Asti.
RispondiClaudio
circa 7 anni fa - LinkNooooooo................
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkNel frattempo mi segnalano quella del "Castelvero" essere produzione lillipuziana, di appena 400 bottiglie.
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkSempre tra le segnalazioni qui è possibile trovare una foto dei proprietari: http://isymposium.org/3-souvenirs-from-vinissage-2013-asti/.
RispondiZanetti R
circa 7 anni fa - LinkConfermo produzione minimalista...Prezzo in cantina sui 10eu...Assaggiare annate vecchie è in progressione di eleganza....Andate a trovarli durante la festa del timorasso in giugno e vi divertite sulle verticali. dal 15 anche timorasso ma era in bottiglia da poco l'anno scorso...molto chiuso...Meglio Chardonnay....2011 jura-ssico
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkUh! Grazie intanto, e poi attenzione che se nomini cose jurassiche tocchi corde profondissime e pronte a rispondere alla grande :)
Rispondimarcovena
circa 7 anni fa - LinkIo invece ho il problema inverso....ho letto e sentito parlare de Underwood di de Batté ma al contrario tuo, caro Jacopo, non l'ho mai bevuto. Aleggia un aria mistica intorno a questo vino e al suo padre ( buoni tra l'altro molti suoi vini).....sai dirmi qualcosa? Magari dove trovarlo on line?
RispondiJacopo Cossater
circa 7 anni fa - LinkDi Underwood conosco solo Frank, tra i miei personaggi seriali del cuore (faccina). Scherzi a parte dove trovarlo proprio non saprei, anche in questo caso temo sia produzione lillipuziana di cui anche io ho letto ma che ancora non mi è passata nel bicchiere, ma cercherò di rimediare.
Rispondimarcovena
circa 7 anni fa - LinkGrazie, nel frattempo mi permetto di segnalarti l'Altrove....è un blend( non li amo molto) interessante partorito sempre da de Batté in collaborazione con altri due amici fautori del progetto /laboratorio Primaterra
RispondiMatteo
circa 7 anni fa - LinkCaro Jacopo sarebbe interessante approfondire il tema dei Pinot Nero del centro Italia: dal Casentino al Colle San Bartolo di Pesaro... sai che belle sorprese!
RispondiOfficina Enoica
circa 7 anni fa - LinkBuonasera , confermo quanto detto già da Matteo, gli amici di Cascina Bandiera saranno ad Asti in occasione di Vinissage 2017 https://vinissage.jimdo.com Officina Enoica Milano
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