Vinitaly 2010 | Bloggarolo embedded, ma anche no

di Fiorenzo Sartore


Il vino è un fatto legato alle stagioni. Ha i suoi riti che ciclicamente si ripetono, più o meno come le cose che ci scriviamo attorno. Quindi è naturale che ora si riparli di Vinitaly, visto che s’avvicina quel periodo dell’anno. Come ogni Vinitaly che si rispetti, discuteremo di quanto sia caotico, disorganizzato eppure inevitabile. Qualcuno dirà in anticipo che lo detesta e qualcun altro ci andrà allegro, come ad una gita scolastica – io tra questi. Massimo D’Alma (Paladar)  segnala che anche quest’anno i blogger non sono riconosciuti dall’ente fiera come operatori dell’informazione, quindi non avranno alcun accredito per entrare aggratis. Che facciamo, ci indigniamo? Ma no, anzi. E’ una buona notizia.

Diciamolo subito: Paladar ha ottimi motivi per brontolare. E’ vero che gran parte dell’infotainment sul vino oggi passa per la rete, quindi anche via blog. Noi che non siamo iscritti a nessun tipo di (fondamentalissimo) albo, in definitiva non esistiamo. E allora che c’è di positivo? C’è che l’invisibilità è un super-potere. Ci sono già moltissimi operatori dell’informazione embedded: si chiamano giornalisti. Fanno tutti più o meno bene il loro magnifico lavoro, e possiamo star certi che accrediti, inviti a cene o pranzi, baci e abbracci di sontuose pierre non possono scalfire la loro adamantina purezza nel restituirci un’informazione veritiera. Tutti d’accordo fin qui? Bene. Io, invece, ho paura di non poter garantire altrettanto per me stesso. Ho paura che il biglietto gratis offerto dal produttore, e il  tramezzino col caviale, la cena dell’importatore di Champagne – insomma tutte quelle belle robine che al Vinitaly costituiscono lo scenario – finiscano tragicamente per corrompermi. Preferisco essere invisibile, almeno in quanto blogger.

E’ bene che questa categoria di enofili non sia (almeno tutta) embedded. E’ bene che sia invisibile – i blogger invisibili e un po’ underground coltivano il buzz libero e selvaggio, e pazienza se nessuno li foraggia o li blandisce. In fondo se siamo bloggaroli non ce l’ha ordinato il dottore. Se serve il biglietto omaggio per la fiera è sufficiente avere per amico qualche ristoratore, o enotecaro, o distributore: qualcosa si riesce sempre a racimolare – e prendetelo come l’how-to del giorno. Rapidi ed invisibili, tutti quelli che scrivono di vino in rete senza il timbro tondo dell’ordine possono generare quella famosa informazione dal basso che (pensa un po’) non deve dire grazie a nessuno e quasi sempre fornisce news fenomenali.

avatar

Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

22 Commenti

avatar

Masen

circa 14 anni fa - Link

Belle premesse, anzi ottime, credo che "qualcuno" si sentirà punto sul vivo, ma saranno solo quelli con la coda di paglia... Ora aspettiamo il resto... In bocca al lupo e buon lavoro

Rispondi
avatar

M.Grazia (Soavemente)

circa 14 anni fa - Link

Concordo abbastanza con te Fiorenzo. Tu poi, gestendo un' enoteca problemi di entrata penso non li avrai. E dunque ti si deve ringraziare doppiamente per aver segnalato il problema dei "Bloggaroli embedded". Fino ad oggi, pensa... non ho mai richiesto biglietti omaggio per il Vinitaly, eppure di produttori ne conosco parecchi. Proprio per non sentirmi in debito con nessuno e per poter scrivere in assoluta libertà. Ho sempre pagato l' abbonamento 5 giorni, acquistato tramite un Consorzio di Tutela. Quest' anno però, confesso, m'è piaciuta l'iniziativa di Santa Margherita che regalerà 30 pass ad altrettanti Blogger esclusi. Inutile dire che ho anche seguito l'esempio di alcuni Blogger che pur non essendo giornalisti vengono accreditati ugualmente. Mi hanno consigliato di fare comunque la richiesta all' ente fiera " perchè valutano". E pensare che a titolo gratuito collaboro anche con un paio di testate della stampa specializzata... Per ora non mi hanno risposto. Vedremo e... mi auguro che ci vedremo. M.Grazia

Rispondi
avatar

nc

circa 14 anni fa - Link

Mah ... niente bloggers al Vinitaly.. evviva così la razza rimarrà incorruttibile ... ma ...e tutte le altre manifestazioni, gli altri eventi e degustazioni? E i vini recensiti sulle pagine elettroniche, sono pagati con i soldi dei bloggers?

Rispondi
avatar

Dan Lerner

circa 14 anni fa - Link

Sì, quasi sempre sì.

Rispondi
avatar

Luca Ferraro

circa 14 anni fa - Link

ma non va più di moda entrare a vinitaly con i pass degli espositori? Luca

Rispondi
avatar

Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

@Luca, il vero Enosnob...scavalca ;-)

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

E' vero! e infatti grappolo rosso scavalcherà, ore 5.15 ritrovo con zainetto facce tinte di nero vestiti scuri e una torcia. Speriamo che anche quest'anno ce la faccia a non farmi beccare :D

Rispondi
avatar

Fiorenzo Sartore

circa 14 anni fa - Link

ammetto che questa cosa dello scavalcamento ancora mi mancava... :D

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Sai noi aspiranti wine blogger, che non solo non siamo iscritti ad un albo in quanto blogger, ma non siamo neppure considerati blogger in quanto ancora acerbi, non possiamo permetterci di arrivare all'ingresso, non ci fanno entrare, suonano allarmi chiudono tutto all'arrivo di un ragazzo armato di zainetto e fotocamera digitale :D

Rispondi
avatar

Lizzy

circa 14 anni fa - Link

Il bello di Vinitaly è che è come San Remo: se non c'è la polemica non si diverte nessuno. Perciò anche quest'anno, come da copione, è ripartito il tormentone "vengo anch'io che sono un wine blogger / no, tu aggratisse non ci vieni!". Ci sono fondati motivi di ordine legale (più che economico) per non accreditare i wine blogger come se fossero giornalisti iscritti all'Ordine nazionale, lo sapete anche voi, non fatemeli ripetere! E poi cavolo: basta così poco per "corrompere" un comunicatore? un biglietto omaggio per Vinitaly? corro subito a dirlo a quegli amici produttori che diventano improvvisamente seri quando cito loro i wine bloggers (mentre sorridono maliziosi quando gli parlo di colleghi delle guide. Che strano comportamento, eh?). E se qualcuno invidia la vita del wine journalist, tutto inviti-a-cene-di-gala, serate con fascinose p.r. (mai che pensino anche alle giornaliste-donne, e ci affidino alle cure di qualche fascinoso p-r- maschio, sigh) ricchi premi e cotillons, guardate che è solo una bella leggenda metropolitana. Nel 90% dei casi queste famose cene sono micidiali: per lunghezza, noia, scomodità. Spesso non si salva nemmeno il cibo. Quanto ai vini, dopo una giornata di assaggi, saresti felice se potessi permetterti una cena solo a base di latte o acqua. Ciò premesso, plaudo all'iniziativa di Santa Margherita: è un segno di attenzione verso il nuovo che avanza, di volontà di trasparenza. Ah, ovviamente mi aspetto che gli amici wine blogger facciano altrettanto: prciò se degustate qualche vino firmato dalla nota casa vinicola, ditelo subito che siete in conflitto d'interessi. Se no, non vale. Lizzy

Rispondi
avatar

Davide Cocco

circa 14 anni fa - Link

Cavoli, e pensare che io e Michele pensavamo di essere fascinosi. ;-) E comunque c'è sempre Jacopo Cossater, che di fascinosità ne ha a pacchi. Ciao.davide P.S. perdonaci. Te lo chiedo in anticipo

Rispondi
avatar

Lizzy

circa 14 anni fa - Link

@Davide: per quanto mi sforzi non riesco a vedere te e Michele nelle vesti di p.r. Se non l'hai capito è un complimento. Però il fatto che mi chieda scusa in anticipo non mi dice nulla di buono... :-/ L.

Rispondi
avatar

nc

circa 14 anni fa - Link

Il bello del Vinitaly è che oltre alle immancabili polemiche c'è anche il vino e pure buono ... quindi esattamente l'opposto di Sanremo :-) Nicola

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Credo che comunque l'organizzazione si deva un pò svegliare, lo stesso Robert Parker ha indicato l'importanza per il mondo del vino della rete e di tutto ciò che la circonda, sempre più la rete interagisce con le aziende e fa si che queste ne utilizzino le varie forme per fare marketing e non solo. Comunque si, meglio mantenere un pò di poesia nella funzione dei blogger ;)

Rispondi
avatar

Lizzy

circa 14 anni fa - Link

@Jury. Verissimo. Ma al Rioja Forum dove Parker ha detto questa e altre verità c'era il mondo, ma di VeronaFiere non c'era nessuno (e neanche altri italiani, se è per questo. C'eravamo solo Aristide e io, che non siamo "embedded" da nessuna parte). L.

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Si ma come lo vengo a sapere io di cosa accade fuori, dovrebbe venirlo a sapere anche l'organizzatore di Vinitaly, nel senso, il 2.0 serve acnhe a questo a facilitare e volocizzare la comunicazione. Se poi per loro fare la fiera del Vino, tra le più importanti al mondo e sicuramente la più importante d'Italia o fare la fiera del Cavallo (senza niente togliere a questi magnifici animali e a tutto il modno che gli gira intorno) è la stessa cosa, non è certo un problema mio, e se poi hanno delle polemiche diciamo che non hanno fatto niente per non averle.

Rispondi
avatar

Massimo D'Alma

circa 14 anni fa - Link

Ringrazio Fiorenzo per il "richiamo" :) Non andrò al Vinitaly quest'anno. (non per ripicca, ma soltanto per motivi personali) Sinceramente preferirei essere accreditato per meriti riconosciuti e non grazie al gentile omaggio di questo o di quel produttore ;) Basterebbe verificarli gli aventi diritto, anche con le stesse modalità richieste ai "giornalisti". E finiamola una volta per tutte con la storia della responsabilità penale:i blogger sono direttamente responsabili (penalmente e civilmente) di quello che scrivono e anche dei commenti lasciati dagli utenti (a meno di rimozione immediata), lo dice il DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2003, n.70, o sbaglio? La verità è che costa meno, in termini di tempo e risorse, l'ufficio stampa che si limita a chiedere a chi si vuol accreditare l'esistenza delle condizioni, piuttosto che verificare in rete quali i blog "accreditabili"... Il bello è che le aziende (che il vino lo producono e lo vendono) si rendono perfettamente conto dell’importanza che i blogger hanno nella comunicazione contemporanea, cercando in tutti i modi di accreditarli, visto che chi fa pagare loro un corposo fee per la presenza in fiera ne limita, di default, le possibilità di comunicazione. E che cosa è una fiera se non comunicazione?

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Massimo rispetto a quello che dice Massimo, verissimo...

Rispondi
avatar

Lorenzo Biscontin - Direttore Marketing Santa Margherita

circa 14 anni fa - Link

Qual'è il ruolo che svolgono (o svolgeranno) i blogger nel sistema della comunicazione del vino? Ha senso parlare dei "blogger del vino" come di un tutt'uno, discriminando in base al mezzo, oppure ci sono già diverse categorie di blogger che parlano di vino con approcci diveri (ad esempio gli appassionati che vogliono solo condividere pubblicamente quello che pensano/provano ed i professionisti che si pongono nella logica di fornire un'informazione strutturata)? Anche per sollevare queste domande abbiamo deciso di offrire noi i pass che, al momento, non fornisce il Vinitaly. Non cerchiamo una captatio benevolentiae, ma abbiamo voluto accendere un riflettore (o una candela, vedete voi) su una figura/modalità della comunicazione del vino che, nel bene o nel male, non potrà più essere considerata marginale. O no? Il dubbio nasce da questo post che ho scoperto tramite linkedin: http://palatepress.com/2010/03/there%E2%80%99s-a-reason-no-one-reads-wine-blogs/

Rispondi
avatar

Lizzy

circa 14 anni fa - Link

Ehm, non per fare l'avvocato d'ufficio di Veronafiere, ma giusto per amore di chiarezza: avete una minima idea di cosa significa verificare le credenziali di quanti si presentano come "comunicatori/bloggers/giornalisti"? Idea numerica, intendo. Lo scorso anno erano arrivate all'ufficio stampa qualcosa come 7000 richieste di accreditamento (da tutto il mondo). Ed erano "solo" giornalisti. Delle altre categorie (wine blogger & assimilati) non si hanno notizia, ma ho il fondato sospetto che fossero almeno altrettante, se non di più. Ora, realisticamente, quale ufficio stampa potrebbe smaltire una simile mole di lavoro in poche settimane? ah, incidentalmente: i compiti di un ufficio stampa sono altri... Sì, certo: tra questi compiti c'è - meglio: ci sarebbe - anche quello di presidiare la rete, né più né meno di come si presidia la carta stampata o la televisione. Il problema è che... è un lavoraccio: richiede tempo e, incredibile, perfino competenze (nel senso di conoscenza del mezzo). E l'ufficio stampa della Fiera - al quale peraltro lavorano due bravissimi e pazientissimi colleghi, coadiuvati da poche, altrettanto brave soprattutto pazienti collaboratrici - non ce l'ha, tutto questo tempo. L.

Rispondi
avatar

Jury Borgianni

circa 14 anni fa - Link

Si ma vogliono far crescere ed evolvere questa Fiera o vogliono rimanere a fregiarsi del passato? secondo me dovrebbero un pò svegliarsi e non stare sugli allori, la competenza e la fatica sì, sicuramente c'è ma la qualità chiede dispendio di energie da che mondo è mondo e se ci vogliono persone altamente specializzate che se le prendino. 35 Euro il giornaliero costa vero? quindi da blogger in erba che non entrerà con accrediti vari non solo pretendo l'alta affidabilità di chi ci lavora, ma pretendo anche l'eccellenza! Jury

Rispondi
avatar

Massimo D'Alma

circa 14 anni fa - Link

Non posso che quotarti... ;)

Rispondi

Commenta

Rispondi a Dan Lerner or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.